da Casa Madre Istituto Missioni Consolata MONGOLIA Anno 97 - N.01 Gennaio Perstiterunt in Amore Fraternitatis

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1 da Casa Madre Anno 97 - N.01 Gennaio Perstiterunt in Amore Fraternitatis Istituto Missioni Consolata MONGOLIA

2 Buon Anno Nuovo! Vivi il tuo presente, sogna il tuo futuro, ma abbi cura di ripescare nel tuo passato quei tasselli che ti aiuteranno a costruire ciò che vuoi essere. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. (Antonio Gramsci)

3 FRAMMENTI DI LUCE ANNARE PERANNAREQUE COMMODE: TRASCORRERE PIACEVOLMENTE TUTTO L ANNO (OVIDIO, FASTI, III) P. Giuseppe Ronco, IMC La Cattedrale dei Santi Pietro e Maria, a Colonia, è un capolavoro dell architettura gotica mondiale e patrimonio dell Umanità. Per i suoi 157 metri di altezza è la terza Cattedrale più alta del mondo. A Colonia però, l architettura religiosa che predomina è quella romanica, con le sue 12 chiese costruite tra l inizio del Millennio e la metà del XII secolo. Tra queste c è la chiesa di San Cuniberto, costruita nel 1247 in onore del novo vescovo di Colonia e per ospitarne la tomba. La pala dell altare, risalente al IX secolo, raffigura il dio Chronos venerato come Annus, l Anno. Le decorazioni che arricchiscono la sua bellezza sono i simboli del tempo: la rappresentazione del giorno e della notte, il susseguirsi delle stagioni, e i dodici segni zodiacali. Per cristianizzare Chrosnos, però, sono stati aggiunti i simboli dell alfa e dell omega, dell inizio e della fine, richiamati dall Apocalisse (cfr Ap 22,13). L idea teologica chi vi soggiace è di mostrare come Gesù Cristo abbia potere sul tempo e sulla storia, trasformando l evolversi cronologico del mondo in tempo salvifico. E un Dio che si incarna nello spazio e nel tempo per farlo lievitare dal di dentro e portare così la storia al suo compimento. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! (Ebr 13, 8). Nel paragrafo conclusivo su La missione della Chiesa nel mondo contemporaneo, dal titolo Cristo alfa e omega, il Concilio recita: Il Verbo di Dio, per mezzo del quale tutto è stato creato, si è fatto egli stesso carne, per operare, lui, l uomo perfetto, la salvezza di tutti e la ricapitolazione universale. Il Signore è il fine della storia umana, il punto focale dei desideri della storia e della civiltà, il centro del genere umano, la gioia d ogni cuore, la pienezza delle loro aspirazioni. Egli è colui che il Padre ha risuscitato da morte, ha esaltato e collocato alla sua destra, costituendolo giudice dei vivi e dei morti. Nel suo Spirito vivificati e coadunati, noi andiamo pellegrini incontro alla finale perfezione della storia umana, che corrisponde in pieno col disegno del suo amore: Ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra (Ef 1,10). Dice il Signore stesso: Ecco, io vengo presto, e porto con me il premio, per retribuire ciascuno secondo le opere sue. Io sono l alfa e l omega, il primo e l ultimo, il principio e la fine (Ap 22, 12-13) (GS 45). E con questa certezza che diamo in benvenuto 3

4 tempo, nella mutevole natura del loro essere. all anno nuovo. Apparentemente sarà un anno come tutti gli altri, con le sue afflizioni e delusioni, ma in realtà sarà un anno di Dio, foriero di speranza e di salvezza, di futuro che vuole diventare eternità. Per i Greci Chronos divorava crudelmente i propri figli, e al suo passare tutto diventava morte. Per noi cristiani il tempo è utero di futuro, di vita eterna, spazio da riempire di contenuti e di opere buone, luogo di responsabilità dove si gioca il bene dell intera umanità. Lo accogliamo con il canto del Maranatha, facendo spazio a quel Dio che, solo, ci libererà dalla dittatura mortale di Chronos. Siamo noi stessi il tempo Perché il tempo appartenga a Dio, occorre la nostra collaborazione. Un giorno, Agostino ebbe a dire ai suoi contemporanei, che si lamentavano dei loro brutti tempi: siamo noi stessi i tempi. Infatti, quando parliamo dello stile Biedermeier o del Barocco, oppure della rivoluzione francese, ci riferiamo sempre agli uomini che insieme hanno fatto di quegli anni un epoca ben determinata. Gli uomini sono il Per esprimerci in termini più concreti: che sarebbero un mondo e una chiesa senza la fede serena, leale e schietta dei bambini? Che sarebbero un mondo e una chiesa senza l inquietudine sollecitante, le domande progressiste con cui ci assalgono i giovani? Che sarebbero senza la forza e la decisione di coloro che sono al culmine della loro vita? Che sarebbero senza la maturità dell esperienza, senza la tranquilla pazienza e la remissiva serenità degli anziani? E che cosa saremmo noi tutti senza la fiducia degli uni verso gli altri, la disponibilità a guardarci e accettarci a vicenda? (J. Ratzinger, Dogma e predicazione, 1974). L atteggiamento vincente per vivere al meglio l anno nuovo è l ottimismo, l agire saggio e cosciente di chi sa confrontarsi con il dolore, la paura, le difficoltà della vita e decide di farvi fronte. E anche dalle esperienze negative potranno scaturire degli insegnamenti positivi, che aumenteranno la fiducia e la speranza. In ogni inizio si trova, infatti, un incanto che ci protegge e ci aiuta a vivere, fa dire Hermann Hesse al protagonista del suo romanzo Il giuoco delle perle di vetro. In ogni cuore, anche nel più spento e disilluso, una fiamma nuova riprende vita, quando qualcosa di nuovo incomincia. Indovinami, indovino tu che leggi nel destino: l anno nuovo come sarà? Bello, brutto, o metà e metà? Trovo stampato nei miei libroni che avrà di certo quattro stagioni, dodici mesi, ciascuno al suo posto, un carnevale e un ferragosto, e il giorno dopo del lunedì avrà sempre un martedì. Di più per ora scritto non trovo nel destino dell anno nuovo: per il resto anche quest anno sarà come gli uomini lo faranno (Gianni Rodari, Anno nuovo) 4

5 L anno nuovo incomincia quando vuoi tu C è una buona notizia per chi vuole incominciare bene l anno nuovo: il tuo nuovo anno incomincia nel giorno in cui vuoi incominciare un cammino di cambiamento. Non esiste nessun riferimento scientifico sicuro, nessuna considerazione astrale, che permetta di stabilire in modo preciso quando l anno inizi e quando finisca. La scelta di una data precisa è arbitraria ed è mutata più volte con il passare del tempo. Al tempo dei Romani l inizio del nuovo anno veniva festeggiato il 15 marzo durante le Idi, in occasione dell equinozio di primavera. In un boschetto sulla Via Flaminia, lungo il fiume Tevere, si celebrava la festa in onore di una delle divinità più antiche e misteriose del pantheon romano: Anna Perenna. L anno nuovo incominciava, tra gozzoviglie, giochi e orge di sesso, abbandonando ogni rigidità morale. Doveva esserci solo godimento e l augurio che ci si faceva era Annare perannareque commode: trascorrere piacevolmente tutto l anno. Anche nel Tibet sciamanico e pre-buddhistico, al tempo dei Bo Murgel, l anno iniziava con una festa chiamata Losar. Era una grande celebrazione in cui si offrivano doni agli spiriti e alle divinità tutelari a scopo propiziatorio, bruciando incensi e profumi e offrendo una bevanda alcoolica ricavata dalla fermentazione dell orzo. La tradizione vuole che nel 127 a.c., anno in cui ascese al trono il mitico re Nyatri Tsenpo, primo sovrano della dinastia Yarlung, si incominciasse a contare gli anni seguendo le fasi della luna. Il calendario diventò così lunare. Nella storia dei popoli mancò a lungo una data accettata da tutti. Soltanto nel 1564 l allora tredicenne Carlo IX, re di Francia, rese obbligatoria la data del primo gennaio come primo giorno dell anno. Questa scelta venne via via accettata anche dagli altri Paesi cattolici mentre in quelli protestanti la resistenza fu più lunga perché non si voleva acconsentire a una decisione presa da un sovrano straniero. In Gran Bretagna si continuò quindi a festeggiare l inizio dell anno il 25 marzo fino al 1751, anno in cui venne accettato il calendario gregoriano, ordinato da Gregorio XIII nel 1582 per ristabilire la concordanza dell anno con le stagioni (Rivista Focus, 28 giugno 2002). 5

6 Prendere Gesù come compagno nel cammino della missione L anno nuovo inizia, ma il nostro cammino nella missione continua. Un anno che inizia può essere l occasione per rivedere le nostre posizioni e aprirci a spazi non prima frequentati. La missione nella sequela di Gesù è cambiamento, apertura alla novità, ricerca inquieta e di speranza, di impegno a qualsiasi costo. Richiede rotture e rinunce, ma suscita e genera anche molta gioia ed entusiasmo e manifesta tutto il suo fascino. Avviene a noi come a quel tale che trovato un tesoro nel campo, lo nascose e per la gioia vendette tutto quello che aveva per comperarlo. Così è la missione e questa la sua attrattiva: aperta alla novità dello Spirito che è sempre libero, creativo e persino sconcertante, che crea e ricrea, trasforma e fa nuove tutte le cose, appassiona per Cristo e il suo Regno (Da Casa Madre, 11, 2015). Se gli elementi fondamentali che compongono la missione rimangono sempre uguali, le modalità e le scelte concrete variano sempre con il mutare dei tempi e delle situazioni. Rimane basilare il principio che la nostra missione sarà solida nella misura in cui avremo Gesù come compagno nella nostra barca. La missione è opera sua e solo in sua compagnia la nostra opera sarà efficace. Camminando con Gesù, ogni cristiano è portato ad aprire gli occhi sull altro: sul viaggiatore ferito dai banditi e lasciato ai margini della strada, come su quelli che sono malati, nudi, carcerati, affamati con i quali Gesù identifica se stesso. Sui bambini che il Maestro vuole vicino a sé e sul cieco mentre le folle tentano di allontanarlo da lui; il pagano, la cui fede è inaspettatamente più grande di quella dei figli d Israele, come su quella donna che viene ad attingere acqua e che ha dentro di sé una sete che nessuno riesce ad intuire. Il servizio che Dio chiede al suo popolo implica precisi impegni nei confronti di quanti sono esclusi al suo interno: orfani, vedove, poveri, forestieri. Ma, nella sua storia, ben presto prende coscienza che la compassione di Dio abbraccia anche tutti i popoli. Sali sulla mia barca, Signore! Tante volte ho avuto l impressione che la mia vita sia come una notte trascorsa in una pesca fallita. Allora mi assale la delusione, mi prende il senso dell inutilità. Sali sulla mia barca Signore, per dirmi da che parte devo gettare le reti, per dare fiducia ai miei gesti, 6

7 per capire che non devo lavorare da solo, per convincermi che il mio lavoro vale niente senza di te, senza la Tua presenza. Sali sulla mia barca Signore, per donare calma e serenità. Prendi tu il timone: accetto di essere tuo pescatore. Insieme pescheremo, Signore, e giungeremo sicuri al porto della vita. La missione è passione per Gesù Cristo e nello stesso tempo è passione per la gente. Colpisce il carattere inglobante della missione di Gesù. Riguarda i ricchi e i poveri, gli oppressi e gli oppressori, i peccatori e le persone pie. La sua missione mira a sbloccare le separazioni e a far crollare i muri di inimicizia tra le persone e i gruppi. Come Dio gratuitamente ci perdona, anche noi dobbiamo perdonare chi ci ha fatto dei torti, senza limiti. Conviene riprendere in mano la Evangelii Gaudium. Per portare Gesù e il suo Vangelo al mondo dobbiamo uscire, metterci in cammino. Per incontrare la gente bisogna lasciare le proprie certezze, gli ambienti conosciuti, le dottrine che a volte sono più ideologie che verità e farci prossimi di chi è alla ricerca o nel bisogno. Annunciare diventa un bisogno. La sollecitudine di Paolo verso i pagani si manifesta nella coscienza acuta dell obbligo, che sa di avere, di proclamare loro il Vangelo. È una anangkê, una necessità ineludibile. Guai a me se non annuncio il Vangelo (1Cor 9,16). Fedele al modello del Maestro, è vitale che oggi la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura. La gioia del Vangelo è per tutto il popolo, non può escludere nessuno (EG 23). Annunciare però non significa soltanto enunciare o proclamare, ma testimoniare con la vita. Possa il mondo del nostro tempo ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, ma da ministri del Vangelo la cui vita irradi fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo (EG 10). Per costruire un mondo nuovo bisogna saper abitare là dove si annuncia e si testimonia. È la dimensione essenziale che l Incarnazione suggerisce: «il Verbo si fece carne e pose la sua dimora in mezzo a noi». L ambiente nel quali ci si inserisce, casa comune in cui viviamo con gli altri, va coltivato con relazioni umane e cristiane dignitose, va plasmato e formato, sia nel dialogo con la cultura, sia con la purificazione dalle scorie che offuscano la vita vera. Compito fondamentale è saper far nascere in chi incontriamo la passione per ciò che è vero e bello. E il compito tipico dell educare, aiutando le persone a vedere il bene presente in ognuno e a coltivarlo per il bene di tutti. Si diventerà capaci, con il passare del tempo, di saper trasfigurare tutta la realtà che ci circonda, vedendo e interpretando le cose con gli occhi di Dio e andando oltre i limiti umani che appaiono. La via della trasfigurazione è via di bellezza, che rivela l unità profonda di tutto e ci apre al dono della grazia. Per loro io consacro me stesso (Gv 17,19). Giunta l ora di compiere l ultimo atto della sua vita, Gesù prega. La sua è una preghiera sacerdotale e missionaria nello stesso tempo, atto di consacrazione di se stesso al Padre e ai suoi discepoli. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch essi consacrati nella verità (vv ). Buon Anno e buon viaggio! 7

8 PAOLO E BARNABA ANTIOCHIA: UNA CHIESA IN USCITA P. Giuseppe Ronco, IMC 8 Riservate per me Barnaba e Saulo per l opera alla quale li ho chiamati (Atti 13, 2). I fatti narrati da Luca nel capitolo 13 degli Atti degli Apostoli si svolgono ad Antiochia di Siria, città di grande importanza nel mondo apostolico, che merita di essere conosciuta e studiata perché, per prima, inviò missionari al mondo pagano per l evangelizzazione, divenendo un modello di Chiesa in uscita. A ragione Antiochia è considerata la vera Chiesa madre di coloro che vengono dai gentili. Più che da Gerusalemme, infatti, è da Antiochia che sono partiti i missionari, tentando di inculturare il Vangelo nel mondo ellenistico. Ed è ad Antiochia che ì i discepoli furono chiamati cristiani per la prima volta. Non a caso si dice che se la Palestina è la terra santa di Gesù, l Anatolia è la terra santa della Chiesa. Oggi Antiochia porta il nome di Antakya, capoluogo della Provincia turca dell Hatay nella valle dell Oronte, alle falde del monte Silpio, a una trentina di chilometri dal Mare Mediterraneo. Fondata nel 323 ac da Alessandro Magno, per più di due secoli restò la capitale del Regno dei Seleucidi. Colui però che diede splendore alla città fu Seleuco I Nicatore, ex generale di Alessandro Magno. Uomo di ampie vedute, rese Antiochia una tipica città ellenista e cosmopolita, capace di ospitare mezzo milione di persone provenienti dalla Palestina, dalla Siria, dalla Grecia, dalla Macedonia e da Roma. Xenarius, il suo architetto, genio dell urbanizzazione, la disegnò a forma di scacchiera, con vie diritte, fiancheggiate da porticati e colonnati, abbelliti da monumenti di vario genere. Rimise in valore anche l importanza commerciale del luogo, passaggio obbligato per le carovane che viaggiavano sulla via della seta, strutturando al meglio il porto di Seleucia. Seleuco battezzò la città col nome di Antiochia, in onore di suo padre. Da allora fu ammirata come la città regina dell Oriente. Del fasto del suo passato si possono ancor oggi ammirare i meravigliosi mosaici provenienti da Harbiye, quartiere formato da santuari religiosi, tempietti, acque termali e dal celebre boschetto sacro ad Apollo, dove secondo la mitologia, la ninfa Dafne si trasformò in alloro per sfuggire alle insidie galanti di Apollo. Nel 64 a.c. Pompeo fece della Siria una provincia romana, e Antiochia ne divenne la capitale ideale.

9 Nel periodo apostolico Antiochia ebbe un importanza particolare. L ambiente cosmopolita e vivace, aperto alle novità e al confronto, favorì l accoglienza del cristianesimo, arrivato subito dopo la Pentecoste di Gerusalemme. E il cristianesimo trasformò la città. Il martirio di Stefano e l insorgente persecuzione a Gerusalemme, che diedero origine alla diaspora dei cristiani fu l occasione per l annuncio del Vangelo a chi non lo conosceva, tentando una prima inculturazione del messaggio cristiano. Alcuni cittadini di Cipro e di Cirene, giunti ad Antiochia, cominciarono a parlare anche ai Greci (=ai pagani) predicando la Buona Novella. La potenza del Signore era con loro, così che un gran numero di persone credette e si converti al Signore. (At 11,20-22). Nacquero probabilmente in questo contesto il Vangelo di Matteo, la Didachè e il Vangelo apocrifo di Pietro. Ciò non avvenne senza problemi e conflitti. La comunità di Gerusalemme ritenne opportuno l invio di alcuni uomini saggi per una visita e una verifica della dottrina. La notizia di questo pervenne agli orecchi della chiesa che era in Gerusalemme; ed essi inviarono Barnaba, perché andasse fino ad Antiochia Giungendo ad Antiochia Barnaba vide la grazia del Signore e se ne rallegrò. Vide cioè l impegno e l adesione dei credenti a Cristo, riconobbe in ciò la grazia di Dio e se ne rallegrò. Crescendo poi il numero dei discepoli, per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani (At 11,26), nome che sarà esportato in tutto il bacino del Mediterraneo. Vescovi famosi, santi e martiri, diresse fin dall origine la comunità. L Apostolo Pietro, Evodio e Ignazio, agivano insieme ai profeti e ai dottori (At 13,1), nell ascolto costante della Parola, nella preghiera e nel discernimento di ciò che lo Spirito voleva. 9

10 Fu durante una preghiera comunitaria e un digiuno che lo Spirito rivendicò per sé Paolo e Barnaba, destinandoli all opera alla quale li aveva chiamati. Luca, con parole ben calcolate, ci fa comprendere come proprio nella preghiera comunitaria, nella maturazione e nella crescita della comunità di Antiochia, sia emersa l esigenza della missione universale tra i pagani, come frutto dello Spirito. Alla missione partecipò anche Giovanni Marco. Soggiornando ad Antiochia aveva recepito dall ambiente cristiano la necessità di aprirsi al mondo pagano e si mise a disposizione come aiutante di Barnaba e Paolo. Sperimenterà durante il viaggio a Cipro di essere più un fratello minore degli Apostoli che un evangelizzatore maturo e sicuro della propria testimonianza, realtà che raggiungerà più tardi con il viaggio a Roma e la scrittura del suo Vangelo. Nella vita quotidiana sorsero anche problemi di convivenza e di dottrina. Ci si chiedeva infatti se fosse necessario osservare o no la legge mosaica e praticare la circoncisione. Questa diatriba fu l antefatto che diede origine al primo Concilio di Gerusalemme, che risolse il problema a favore dei pagani. Intanto, durante l impero di Claudio scoppiò una carestia a Gerusalemme, lasciando nell indigenza i fratelli credenti. Il desiderio di aiutare i poveri che erano nel bisogno, spinse Barnaba e Paolo a farsi promotori di una colletta, da portare poi a Gerusalemme. Era un gesto di condivisione di beni e di riconoscenza verso la Chiesa madre che aveva loro trasmesso il dono della fede. Si trattò di un iniziativa del tutto nuova nel panorama delle attività religiose: non fu obbligatoria, ma libera e spontanea; vi presero parte tutte le Chiese fondate da Paolo verso l Occidente. La colletta esprimeva il debito delle sue comunità per la Chiesa madre della Palestina, da cui avevano ricevuto il dono inenarrabile del Vangelo. Tanto grande è il valore che Paolo attribuisce a questo gesto di condivisione che raramente egli la chiama semplicemente colletta : per lui essa è piuttosto servizio, benedizione, amore, 10

11 grazia, anzi liturgia (2 Cor 9) (Benedetto XVI, 1 ottobre 2008) Paolo ad Antiochia Da parte dunque delle persone più ragguardevoli - quali fossero allora non m interessa, perché Dio non bada a persona alcuna - a me, da quelle persone ragguardevoli, non fu imposto nulla di più. Anzi, visto che a me era stato affidato il vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per i pagani - e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi. Soltanto ci pregarono di ricordarci dei poveri: ciò che mi sono proprio preoccupato di fare. Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia. Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei? (Gal 2, 6-14). 11

12 L ALLAMANO NELLE TESTIMONIANZE L ALLAMANO PRESENTATO DAI TESTIMONI P. Francesco Pavese, IMC 12 Dopo la morte del Fondatore, diversi missionari e missionarie sentirono il bisogno di ordinare e anche annotare i loro ricordi sul Padre Fondatore. Le testimonianze che l Istituto conserva su di lui sono moltissime: le deposizioni ufficiali dei testimoni convocati al processo informativo per la beatificazione; quelle richieste da P. Lorenzo Sales a quanti avevano conosciuto l Allamano quando doveva scrivere la biografia; quelle richieste in seguito dal primo Postulatore generale P. Giacomo Fissore; quelle, infine, che alcune persone, poche in vero, vollero spontaneamente inviare all Istituto. Il valore delle testimonianze. Durante il 2017, il breve articolo sul Fondatore per il Da Casa Madre, ogni mese valorizzerà le testimonianze tratte dall archivio generale. Quasi tutte sono testimonianze dirette, de visu, cioè di coloro che videro o udirono essi stessi quanto trasmettono. C è pure un certo numero è di testimonianze indirette, da auditu, di coloro che riferiscono ciò che udirono da altri. Le testimonianze hanno un valore speciale perché comunicano ciò che il Fondatore non avrebbe mai avuto il coraggio di dire di se stesso, oppure perché manifestano elementi che nessun altro potrebbe riferire al di fuori del testimone diretto. Pensiamo alle deposizioni sulla fama di santità dell Allamano per la quale c era una domanda esplicita nel questionario del tribunale. Per esempio, Cesare Scovero, domestico del Fondatore, rispose testalmente: «Fin da quando era in vita il Servo di Dio era circondato da larga fama di santità. [ ]. Questa fama, a mio giudizio, era ben meritata per le virtù che brillavano nel Servo di Dio. Ritengo che detta fama dopo la morte non sia scomparsa, ma continui tuttora». Chi avrebbe potuto fare affermazioni del genere se non un testimone? Come lo Scovero, molti altri riferirono lo stesso giudizio. I testimoni espressero liberamente la loro coscienza al riguardo, mentre l Allamano, nella sua umiltà, mai avrebbe detto una cosa simile, e mai avrebbe immaginato che, dopo la sua morte, altri avrebbero fatto su di lui una indagine del genere. Per quanto sappiamo, c è stato un solo sacerdote convittore, un certo Don Giovanni Battista Ressia, nipote dell omonimo Vescovo di Mondovì, che ebbe il coraggio di dire in faccia al suo Rettore: «Lei è un santo sicuro», rimanendo però zittito da un dolce rimprovero: «Non dire queste sciocchezze». Così pure, pensiamo alle confidenze che il Fondatore fece a qualche persona in particolare.

13 P. Alfredo Ponti, per esempio, scrisse in un suo articolo che alcuni allievi missionari avevano fatto notare all Allamano la loro delusione per i due predicatori degli esercizi spirituali, soprattutto se paragonati a quelli predicati l anno precedente da Don Francesco Paleari: «Al che l Allamano rispose prontamente: Di Don Paleari, a Torino, ce n è uno solo». Se P. A. Ponti non avesse riportato queste parole del Fondatore, che nessun altro ci ha trasmesso, noi non avremmo conosciuto questo suo magnifico giudizio sul Paleari, che indica la sua capacità di conoscere il valore di sacerdoti santi. Per portare un altro esempio, P. Bartolomeo Durando svelò in una testimonianza riservata, che l Allamano lo aveva chiamato a S. Ignazio, con la scusa di tagliargli i capelli (era il suo barbiere), ma in realtà per avere notizie della Casa Madre. Sembra che il P. Tommaso Gauys, direttore di Casa Madre, non volesse che altri portassero notizie al Fondatore. P. B. Durando, al termine della testimonianza, affermò che il Fondatore in quel momento era amareggiato, piangeva e che le sue «erano vere lacrime, non di circostanza». Anche in questo caso, se P. B. Durando non avesse parlato, non avremmo conosciuto questo particolare aspetto della mestizia del Fondatore negli ultimi tempi. coincidenze, sia pure espresse con parole diverse. Ciò significherebbe che i testimoni sono validi e credibili. Testimonianze processuali. Queste testimonianze, rispetto a quelle extra-processuali, hanno la garanzia del giuramento. Ogni testimone, prima di iniziare la deposizione, deve giurare di dire la verità. Sono risposte ad una serie di domande contenute in un questionario preparato appositamente dal postulatore in accordo e con l approvazione dell incaricato della diocesi. Il testimone viene avvertito a tempo e ha la possibilità di prepararsi adeguatamente. Anche il tribunale può fare domande suppletive se lo crede opportuno. Valutazione dei testimoni. Per non dare alle testimonianze un valore non conforme alla loro natura e superiore al dovuto, è importante tenere presente che il testimone riferisce ciò che lui ha percepito. Sappiamo che lo stesso fatto o le medesime parole non tutti le colgono allo stesso modo. Perciò si deve tenere presente anche la personalità del testimone, cioè i suoi rapporti con il Fondatore, il suo carattere, la sua maturità, la sua prudenza, ecc. Per valorizzare con esattezza una testimonianza conviene fare opera di discernimento, cioè valutare anche la credibilità del testimone. Se, però, le testimonianze di diverse persone coincidono nella sostanza, allora vanno prese in più seria considerazione. Al riguardo, sarebbe interessante uno studio comparativo delle testimonianze che trattano della stessa virtù, o caratteristica di vita del Fondatore. Troveremmo indubbiamente molte Le deposizioni al processo informativo di Torino sono molto ampie e riempiono quattro volumi dattiloscritti. Quelle poi esaminate nel processo presso la Congregazione per le Cause dei Santi sono sintetizzare e contenute nella Pisitio super causae introductione, grosso volume a stampa. I testimoni convocati e uditi durante il processo 13

14 sono stati 26: sette sacerdoti diocesani; otto missionari della Consolata; due ex membri dell Istituto; quattro Suore missionarie della Consolata; una ex Suora MC; una Suora dell Albert; tra laici; una parente. Per ordine di comparizione, ecco i nomi e le qualifiche dei testimoni ammessi a deporre durate il processo: Mons. Edoardo Bosia, Prefetto della Basilica di Superga; Mons. Luigi Coccolo, Vicario Generale dell Archidiocesi di Torino; Rev. Antonio Bertolo, Canonico della Cattedrale; Mons. Emilio Feliciano Vacha, parroco; Rev. Giuseppe Cappella, Canonico della Cattedrale e Rettore del Santuario della Consolata; P. Tommaso Gays, IMC; Sr. Francesco Giuseppina Tempo, ex MC e appartenente al Monastero della Visitazione; Sr. Emerenziana Tealdi, MC; Mons. Filippo Perlo, IMC; Sig. Cesare Scovero, ex domestico del Servo di Dio; P. Giuseppe Nepote, IMC; Sr. Chiara Strapazzon, MC; Sig. na Pia Clotilde Allarmano, nipote del Servo di Dio; Sig. Carlo Gromis, Marchese; Sr. Eleonora Carpinello, dell Istituto Albert; P. Giuseppe Gallea, IMC; P. Lorenzo Sales, IMC; Rev. Mario Arese, Dottore teologo; Rev. Nicola Baravalle, Canonico della Cattedrale e Rettore dl Convitto Ecclesiastico; Rev. Antonio Borda Bossana, Dottore teologo e ex IMC; Sr. Maria degli Angeli Vassallo, MC; Fr. Benedetto Falda, IMC; Sr. Margherita De Maria, MC; P. Gaudenzio Barlassina, IMC; Rev. Gabriele Lorenzatti, Dottore teologo; P. Domenico Ferrero, IMC. testimoni al processo, forse per potere presentare sempre meglio la figura del Fondatore, o anche per integrare quanto non era ancora emerso compiutamente fino allora. Non è il caso di elencare qui tutti questi testimoni. Basta sapere che sono moltissimi. Per conoscerne esattamente il numero bisognerebbe contarli uno per uno. Si tenga presente, comunque, che le loro testimonianze sono molto diverse una dall altra. Alcune sono redatte in forma quasi scolastica con un italiano esatto, dattiloscritte; altre sono annotate molto alla buona, con un linguaggio approssimativo. Nel loro insieme contengono una ricchezza incalcolabile. Leggerle procura una grande soddisfazione. Credo utile, comunque, indicare due esempi. Il primo riguarda un intervento posteriore del testimone che conferma la sua testimonianza precedente. Il Rev. Giacomo Alberione, fondatore delle Famiglie Paoline, oggi Beato, il 29 gennaio 1933 aveva inviato a P. L. Sales una magnifica e lunga testimonianza sull Allamano. Interpellato nuovamente dieci anni dopo, se voleva aggiungere o modificare qualcosa, così rispondeva il 4 ottobre 1943: «Ho ancora esaminato diligentemente la attestazione scritta da me data a suo tempo. Non ho da togliere o aggiungere nulla». Quindi, piena conferma, indizio di veridicità. 14 Testimonianze extra-processuali. Come ho già ricordato, sia P. L. Sales che P. G. Fissore hanno richiesto a diverse persone che avevano conosciuto l Allamano le loro testimonianze. Lo scopo di queste richieste era duplice. P. L. Sales aveva bisogno di raccogliere il maggior numero possibile di notizie sul Fondatore per redigere la biografia. Basta leggerla per rendersi conto di come le testimonianza siano state molto ben valorizzate. P. G. Fissore, invece, sentiva la necessità di raccogliere notizie che non fossero già deposte dai

15 La seconda testimonianza è indiretta e si trova in una lettera che il P. Luigi Bosio trasmise all ufficio della Postulazione. Un certo Don Benedetto Boano [?], appartenente alla Pia Società S. Paolo, il 2 febbraio 1972, inviò da Roma una lettera a P. L. Bosio, nella quale, dopo averlo ringraziato per avergli spedito il Tesoriere, raccontava di avere parlato con Don G. Alberione, mentre si trovava a Lisbona, del bene che i missionari della Consolata facevano in Portogallo. Al che, l Alberione avrebbe esclamato: «Ah, il Can. Allarmano! Chi si può paragonare a Lui?». Anche questa bella lode al nostro Fondatore non la conosceremmo se il P. L. Bosio non fosse stato in contatto con quel sacerdote Paolino. Sono piccoli dettagli, che però servono a completare il quadro della personalità dell Allamano. Dal prossimo numero del DCM, inizieremo a esaminare le singole testimonianze. Riporterò specialmente quelle extra-processuali, cercando di scegliere le meno conosciute o che contengono aspetti curiosi e attraenti. L obiettivo non cambia: conoscere sempre meglio il nostro Padre. 15

16 ATTIVITÀ DELLA DIREZIONE GENERALE DA ANTIOCHIA INSIEME VERSO IL MONDO INTERO! UNA RIFLESSIONE SUL CAPITOLO P. Stefano Camerlengo, IMC Chi viene qui, viene per abbracciare il fine dell Istituto! (Giuseppe Allamano) «Fra pochi mesi (6 Novembre 1922) riunirò il primo Capitolo; si parlerà e discuterà di tutti i bisogni spirituali e materiali delle missioni e dell Istituto; poi io mi ritirerò per trascorrere in pace gli ultimi giorni della mia logora vita.» Alla conclusione del primo Capitolo leggendo dal verbale:«allora il Rev.mo Superiore Generale pronunzia poche parole di chiusura, augurandosi che questo primo Capitolo sia veramente un importante capitolo della storia del nostro Istituto, per la santificazione dei suoi membri, per la salvezza degli infedeli e per la gloria di Dio. Introduzione Il Capitolo Generale evento di discernimento e di comunione! IL Capitolo è un momento di grazia e di famiglia, unica e speciale per l Istituto. Ci troviamo per operare una verifica, per discernere, programmare, prendere decisioni, progettare i passi da fare per attuare le decisioni. Per fare tutto questo è necessario mettere in atto una serie di atteggiamenti e di procedure che condizionano sostanzialmente i risultati. La posta in gioco, come sempre, è quella di lavorare bene insieme. Finisco con il rallegrarmi con voi delle vostre ottime disposizioni a rendervi e a conservarvi degni missionari. Questa è la più desiderata ricompensa che io e il caro Vice Superiore ci aspettiamo dalle nostre sollecitudini. Il Signore confermi i santi propositi che avete fatti negli Esercizi Spirituali, e con la sua grazia li renda efficaci. Così facendo la nostra SS. Consolata continuerà a benedire le vostre fatiche, susciterà nuovi aspiranti per venire in vostro aiuto, e cercherà continui benefattori per far fronte alle ingenti spese di codesta Missione e di quelle che la Divina provvidenza si degnerà di affidare in avvenire al nostro Istituto. ( Il Fondatore Beato Giuseppe Allamano) 16

17 E importante condividere e portare nella preghiera le nostre attese, le paure, quello che ciascuno intende offrire all Istituto attraverso il Capitolo. Un primo passo è raccogliere delle parole chiave che esprimano le nostre attese e gli atteggiamenti importanti di fronte al Capitolo. È indispensabile una grande disponibilità a rimettere in gioco se stessi, in un clima di ascolto, di rispetto, di ricerca comune dalla volontà di Dio. Condivido con te questa semplice riflessione per animarci a ben prepararci a questo evento importante per il nostro Istituto. nei quali è subentrata una certa stanchezza e anche una abbassamento della speranza, per le difficoltà e la crisi che stiamo sperimentando: aumento dell età, diminuzione delle vocazioni almeno nelle terre di antica tradizione, gestione sempre più faticosa delle strutture, abbandoni, crisi spirituale. È una delle ragioni, non l unica, che ha portato a rimanere, magari, un pochino delusi e frustrati dopo gli ultimi Capitoli generali. Le decisioni prese nei Capitoli generali non hanno risolto la crisi in atto. 1. Un Sogno, Una Visione Il primo aspetto che intendo mettere in evidenza, è la necessità che il Capitolo abbia un ispirazione, una prospettiva, una passione che lo attraversa. Sappiamo che i primi Capitoli dopo il Concilio sono stati finalizzati a rinnovare l Istituto in generale e le Costituzioni nel clima della primavera del Vaticano II e nella linea della Perfectae Caritatis. È stato il tempo della riscoperta del carisma e di quello che fu chiamato aggiornamento. L ispirazione era forte e motivava impegno e speranza. Terminata la fase dei Capitoli di rinnovamento, in molti Istituti si è scelto la via di celebrare Capitoli tematici, anche il nostro ha tentato non riuscendoci mai completamente. Proprio il tema scelto di volta in volta ha costituito fino ad ora la prospettiva trasversale per rivisitare il carisma e rivedere la vita dell Istituto ogni volta attraverso una particolare angolatura. Il tema ha avuto la funzione di fornire un ispirazione, un sogno, un elemento unificatore ma anche propulsore. Il tema guarda sempre in due direzioni: il carisma e i segni dei tempi; la grazia che lo Spirito ha affidato al Fondatore e all Istituto e la situazione concreta nella quale questo dono è chiamato a essere speso. Mi attendo che svegliate il mondo ha detto Papa Francesco ai Superiori generali riunti in Assemblea. Non si può comunque nascondere che il rischio di installarsi in modalità ripetitive è stato reale, particolarmente negli anni recenti, Ed oggi? Oggi le cose sono cambiate, segnalo tre aspetti importanti, che si presentano a noi senza merito, ma aprono una nuova stagione per la nostra vita di consacrati per la missione. a) Il primo è il magistero e lo stile di Papa Francesco. È innegabile che egli stia dando uno scossone forte alla Chiesa e all interno di essa alla vita consacrata. Sta avvenendo una cosa che succede molto di raro nella storia della Chiesa: la profezia è portata avanti da chi esercita il governo. Profezia e governance vengono a coincidere. La parola chiave di Papa Francesco, 17

18 una chiesa in uscita, invita a guardare la realtà dalla periferia, dalla vita concreta delle persone, dalla prospettiva dei poveri e non dal centro. È una visione in grado di risvegliare ancora una volta, dopo la stagione di grazia del Concilio, dei carismi che inevitabilmente tendono a strutturarsi, a divenire ripetitivi e anche autoreferenziali. Possiamo immaginare la gioia del nostro Fondatore di fronte a questa spinta di Papa Francesco, capace di far rifiorire le sue intenzioni. b) La seconda condizione favorevole è quella che ormai segna tutto il nostro Istituto: l interculturalità. È evidente che il testimone dei carismi nati nell occidente sta passando nelle mani di culture africane e asiatiche. Questo passaggio sarà concluso a breve. I membri del Capitolo e le loro età saranno lo specchio di questo passaggio. L incontro con culture nelle quali il carisma delle origini non è nato diventa un crogiuolo formidabile per ridare vita al carisma stesso. Aggiungiamo a questo la condivisione del carisma con i laici, che ormai, anche se a fatica, è o dovrebbe essere patrimonio dell Istituto. Si tratta di una doppia estensione del carisma, culturale ed ecclesiale. Il nostro carisma nel futuro prossimo parlerà lingue e canterà canzoni diverse da quelle sentite fino ad ora. c) Il terzo elemento ci viene ancora da Papa Francesco. Nella sua lettera per l anno della vita consacrata egli ha ripreso quello che aveva detto ai Superiori Generali in una lunga conversazione avuta con loro. Ciò che connota la vita religiosa, ha detto, non è la radicalità, ma la profezia. «La radicalità evangelica non è solamente dei religiosi: è richiesta a tutti». Tutti sono stati amati radicalmente da Dio, tutti sono chiamati ad amarlo radicalmente. Chi di noi oserebbe dire, ad esempio, che la propria mamma è meno radicale di lui nel vivere la sua vita umana e cristiana? Noi non siamo migliori degli altri, ma chiamati nella nostra debolezza a investire sul futuro di Dio e ad anticiparlo nel nostro limite. Mostriamo a tutti il traguardo verso il quale il mondo cammina per la grazia della Pasqua. E lo facciamo vedere in forme di vita comunitaria, nella presenza con i più deboli, nel custodire la speranza delle persone sfiduciate, malate, senza lavoro e senza prospettive. Siamo come san Giuseppe custodi di speranza e anticipatori di futuro. Davanti ai nostri fratelli e sorelle annunciamo che la vita preverrà sulla morte e che questo mondo non va verso la deriva, ma verso il Regno di Dio. Denunciamo anche ciò che non è secondo il disegno di Dio, che ne rallenta i passi dentro la nostra storia. Anche la denuncia è profezia, ma sempre una denuncia a favore, mai una denuncia contro. C è dunque in noi, nella misura in cui coltiviamo la relazione con il Signore e con la gente, una lucidità spirituale, la capacità di vedere oltre. Non per merito, ma per dono. Papa Francesco ci invita a far parlare il nostro carisma, a liberarne la profezia. Per questo ricorda che il carisma non coincide con le opere apostoliche: le opere passano, il carisma resta. Usa anche espressioni efficaci per dirci che non dobbiamo identificare la profezia del nostro carisma con le opere che stiamo mettendo in atto. Dice che il carisma non può essere imbottigliato né pietrificato, oppure che: «La fedeltà al carisma non vuol dire scriverlo su una pergamena e metterlo in un quadro». 18

19 Non siamo chiamati a essere perfetti, ma a far vedere nella nostra carne che Dio è più generoso di quello che immaginiamo, che riesce a farci stare insieme nelle nostre diversità, che si serve di persone raggiunte dalla sua misericordia per portare misericordia ai più poveri. È dunque piuttosto nella linea del meno che si sviluppa la profezia della vita religiosa, non nella linea del più : una profezia sostenibile per noi e udibile da ogni uomo e donna. Una vita religiosa e missionaria in uscita, connotata da una straordinaria biodiversità culturale, chiamata a essere profezia dell amore di Dio nella propria debolezza. Eravamo in deficit di profezia. La prima condizione per il Capitolo generale è di alimentare una capacità di sogno, di speranza, di prospettiva. Non è pensabile, con Papa Francesco, con la situazione attuale del mondo e del nostro Istituto immaginare un Capitolo che non rilanci la profezia, il sogno, la passione per il Vangelo e per gli uomini e le donne di oggi. Impossibile per il 2017 immaginare un Capitolo uguale a quello degli anni precedenti. Il clima è cambiato. di un discernimento fatto nella libertà, cioè in modo adulto e nella fede, cioè con disponibilità alla conversione? Risulta evidente quanto sia necessaria per tutti, quando si inizia il Capitolo, una purificazione, che è al contempo un fatto umano e di fede. Si tratta di creare un autentico spazio di libertà nello Spirito. Il primo punto del discernimento è la libertà interiore. Senza questa purificazione, il conto si pagherà durante lo svolgimento del Capitolo stesso. Ma è durante tutto il Capitolo che va curata questa continua purificazione, che costituisce la condizione indispensabile per il discernimento. 2. Alcuni Atteggiamenti Fondamentali È lo Spirito Santo la fonte di ogni profezia, di ogni sogno evangelico. Non siamo noi la sorgente della profezia. Ora la docilità alla sua azione all interno del Capitolo chiede che coltiviamo alcuni atteggiamenti che ci permettano di agire dentro le nostre persone e negli scambi interpersonali. In questo secondo punto mi fermo dunque sugli atteggiamenti con cui si arriva al Capitolo, quelli con i quali si vive il Capitolo, quelli con i quali si esce dal Capitolo. Come si entra in Capitolo: una storia segnata! Arrivando al Capitolo la nostra famiglia missionaria porta tutta la sua storia, con i suoi aspetti positivi e i suoi limiti. Il Capitolo non viene mai scritto su una lavagna bianca. Come mettere in dialogo tutto questo in vista Possiamo vedere un analogia con il Sinodo e con lo stile di Papa Francesco. Egli ha ripetutamente chiesto che nessuno entrasse in Sinodo per fare battaglie, con soluzioni già decise. Tutti sono invitati da una parte a dire francamente le proprie convinzioni e preoccupazioni, dall altra ad ascoltare, senza prevenzioni, quelle degli altri. Ciò che mi sembra importante è che le posizioni diverse restino posizioni e non diventino 19

20 ideologie. Le posizioni diverse sono offerte come prospettive diverse, le ideologie, anche quelle più positive, diventano violente e uccidono. Come si vive il Capitolo: partire da quello che ci unisce; valorizzare quello che ci differenzia! Circa gli atteggiamenti che favoriscono comunione all interno del Capitolo ne raccolgo alcuni attorno a due fuochi: l importanza di ricentrarsi tutti su ciò che unisce; la necessità di percorrere la strada a partire da quello che ci differenza. Le relazioni comunitarie sono il grande crogiuolo delle nostre comunità, l aspetto che più ci fa tribolare. Il Capitolo, spesso, è la cassa di risonanza di questa situazione relazionale faticosa. Come creare comunione nel Capitolo quando facciamo fatica a crearla nelle nostre comunità di origine? Ci sono due poli verso cui convergere, quelli che ci costituiscono ad ogni istante come comunità consacrata e missionaria: la stessa fede nel Signore Gesù e la stessa passione e missione per l uomo. L amore per Cristo e per i poveri è dunque l unico vero collante del nostro Capitolo Generale. Dal momento che la verità non la possiede nessuno, ci dobbiamo concedere reciprocamente e con magnanimità il diritto di avere un posto nel discorso comunitario. Ognuno deve avere la possibilità di dire ciò che gli sta a cuore, ciò che lo preoccupa, il suo punto di vista. Se qualcuno non troverà il suo posto (per sua rinuncia, per prevaricazione da parte di qualcuno, per timidità, per una falsa concezione di rispetto ) allora si metteranno in atto dei meccanismi di resistenza attiva e passiva pericolosi. Il risultato di questo percorso è l approdo a un punto nel quale nessuno era e tutti si ritrovano. La comunione come traguardo, e non come dato di partenza, si raggiunge proprio quando tutti accettano di andare verso un appuntamento che non coincide con il punto di partenza di nessuno. I pensieri di Dio sono un passo più in là dei nostri pensieri. Come si esce dal Capitolo: il senso del limite! Con quali atteggiamenti siamo chiamati a uscire da un Capitolo? Ne evidenzio due: a) L accettazione del limite. Non c è Capitolo dal quale non si esca con la consapevolezza che si sarebbe potuto fare meglio e di più, e quindi anche con un po di frustrazione. Rimane sempre un po di amaro in bocca. Eppure questa imperfezione è una grande lezione ed è il cammino stesso dell incarnazione. Accettare il limite è la condizione prima per fare passi avanti. Noi non possiamo dominare la storia. Non siamo neanche condannati a subirla. Possiamo invece starci dentro disposti a servirla. b) La disponibilità a fare la verità. La verità si raggiunge insieme facendola, e facendola la si incontra. Questo vuol dire che quanto viene discusso e deciso deve essere accompagnato dal desiderio profondo di sperimentarlo, di farlo diventare vita, altrimenti non sarebbe che puro esercizio letterario. Solo facendola, la verità intravista ci verrà incontro. 20

21 3. Un Metodo, Un Cammino, Un Orientamento Un ultimo accenno, deve essere fatto sulla metodologia messa in atto, perché essa è la modalità di rendere possibile il discernimento. Papa Francesco si esprime così: «Una individuazione dei fini senza un adeguata ricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli è condannata a tradursi in mera fantasia» (EG 33). Se il fine è di compiere la volontà di Dio sulle nostre persone e la nostra famiglia di consacrati per la missione, l adeguata ricerca dei mezzi richiede una grande cura metodologica. Dobbiamo affrontare molte questioni organizzative e metodologiche: la preparazione, l importanza di un documento che raccolga i progetti missionari elaborati nelle Assemblee Pre- Capitolari, l importanza di un regolamento del Capitolo, pensiamo a come vanno predisposti i processi decisionali, fino alle votazioni, ed altri aspetti importanti. La cura della metodologia è la forma che la carità assume nel costruire comunicazione e comunione insieme a curare le tappe del processo di discernimento. La scorciatoia più pericolosa è quella di gettarsi subito nel fare, senza passare da un tempo di conversione, perché si arriva a decisioni affrettate e prive di interiorità, e quindi destinate a rimanere sulla carta. Il passaggio fondamentale è quello centrale, quello della conversione, non basta cambiare strategie o regole. Si tratta di una conversione personale e comunitaria da operare. risurrezione. Un Capitolo non è una semplice riunione di studio, un incontro superficiale o una transitoria revisione di vita. È portatore di una grande novità pasquale, una creazione nuova nello Spirito, e una ferma e impegnata speranza». La dinamica pasquale attraversa tutta la vita consacrata e missionaria, tutti i processi che essa mette in atto. In particolare le relazioni tra di noi sono segnate dalla Pasqua, da un lento processo di morte e risurrezione che vedrà il suo compimento solo oltre la storia. Fare del Capitolo un evento di discernimento e di comunione è essere consapevoli che questo si attua a caro prezzo: il prezzo che ciascuno è disposto a pagare perché il proprio carisma riprenda le ali della profezia per la grazia dello Spirito e in vista dell amore per i fratelli. Ti auguro proprio che tu possa vivere in questo Capitolo una autentica esperienza pasquale, affidandoti all intercessione della Consolata, del nostro beato Fondatore Giuseppe Allamano e della Beata Irene Stefani Nyaatha. Coraggio e avanti in Domino! Conclusione Il Capitolo esperienza pasquale! Il Cardinale Pironio, quando era Prefetto della Congregazione per la Vita Consacrata, ebbe a dire: «Un Capitolo è sempre una celebrazione pasquale. Deve essere vissuto in un contesto essenziale di Pasqua, con quanto la Pasqua comporta di croce e speranza, di morte e 21

22 IL CAMMINO DELL ISTITUTO VERSO IL XIII CAPITOLO GENERALE: L ASSEMBLEA IN ASIA P. Stefano Camerlengo, IMC Pre-Capitolare Continente Asia Si è svolta a Hoengseong (Corea del Sud), dal 10 al 12 ottobre 2016, la prima delle quattro assemblee continentali pre-capitolari previste come preparazione al prossimo Capitolo Generale IMC. L incontro ha visto la partecipazione di tutti i Missionari della Consolata oggi appartenenti alla neo Regione Asia, più quattro membri della Direzione generale, assente il solo padre Marco Marini per il suo servizio. La settimana prima, i partecipanti della Direzione Generale avevano predicato il ritiro annuale della Regione sul tema della consacrazione religiosa per la missione ad gentes, cuore del carisma secondo le nostre Costituzioni e tema centrale anche del Progetto missionario continentale. Condividiamo alcune riflessioni nate dall incontro con i nostri missionari in terra asiatica. più divento vicino al popolo in cui sono inserito, e più divento prossimo a questo popolo e più facile sarà per me impararne la lingua. Questo circolo vizioso vale anche e soprattutto per l Asia, visto che in esso ci si trova di fronte a mentalità ed idiomi strutturati in maniera molto diversa da quelli di provenienza della quasi totalità dei nostri missionari. Quest aspetto non va nascosto; i missionari destinati a lavorare in Asia vanno informati su cosa troveranno e sui tempi richiesti per diventare operativi nella loro missione. Ci vuole pazienza. Non dovranno però impaurirsi di fronte a questa missione esigente che li pone su cammini già percorsi e superati da altri e in un contesto missionario unico, imprescindibile perché ci riporta alle sorgenti del nostro carisma. Formarsi all Asia La passione per la missione asiatica va coltivata, accresciuta e maturata in un processo formativo costante, che deve occupare la vita del missionario in Asia dal momento in cui arriva per la prima volta a destinazione. Molto si è parlato in passato della difficoltà delle lingue asiatiche. Ho apprezzato molto che fossero gli stessi missionari più giovani, molti dei quali ancora nel processo di apprendimento basico dell idioma, a chiedere di non caricare troppo la mano su questo aspetto; la difficoltà, infatti, è un fattore relativo, che dipende dalle capacità naturali di ciascuno, dall impegno che ci si mette, dalla simpatia con cui si affronta lo studio di una lingua e di una cultura. Meglio dire che il mondo asiatico è esigente, che richiede studio, applicazione, tempi lunghi, stabilità e soprattutto tanta passione. Tutti noi che abbiamo affrontato l apprendimento di uno o più idiomi stranieri ci siamo accorti che: Più ne imparo la lingua e Passione e formazione sono due argomenti su cui l Istituto stesso dovrà però riflettere a lungo e non soltanto parlando del contesto asiatico. A mio modo di vedere, infatti, questa è una riflessione che tocca tutto l universo IMC. Abbiamo oggi passione per la missione? E soprattutto, formiamo missionari innamorati della missione? La domanda non vuole essere assolutamente provocatoria, ma un necessario stimolo a riprendere in mano alcuni criteri che 22

23 dovrebbero essere ritenuti fondamentali nella formazione di un Missionario della Consolata, criteri che sovente l esperienza ci dice sono invece disattesi. L Asia al servizio del cammino di rivitalizzazione e ristrutturazione La Chiesa attraverso documenti, messaggi, simposi chiede da tempo al mondo missionario di fare nuovamente una sterzata ad gentes e di dirigersi senza paura verso l incontro con le moltitudini che ancora non conoscono Cristo riscoprendo, questa volta nelle dimensioni più fraterne del dialogo, la bellezza e la perenne validità del primo annuncio. A mio giudizio è un invito da non disdegnare. Il Signore ha voluto benedire il nostro Istituto con tante vocazioni alla missione. Non posso non notare con piacere che dal giorno in cui io stesso sono entrato per la prima volta in una comunità formativa IMC per iniziarvi il processo formativo, il numero dei missionari non è cambiato di molto, siamo diminuiti soltanto sensibilmente. Non possiamo buttare al vento questa ricchezza, sarebbe come seppellire un talento sotto l albero, come ricevere un compito e non portarlo avanti per mille ragioni che poco hanno a che vedere con il nostro carisma. Forse anche per questa ragione dobbiamo rinverdire quel qualche cosa che ci appartiene e che abbiamo con il tempo disimparato a fare: la missione di prima evangelizzazione. Sacche di questo ad gentes speciale, nostro, le possiamo trovare anche negli altri continenti: nell immensa Africa da cui molti di noi provengono, che ha dato all Istituto il modello missionario e che rappresenta tuttora il punto di riferimento della nostra missione, un continente in profonda crescita e trasformazione in cui occorre continuamente rivedere i modelli di missione fino ad oggi imperanti; nel vecchio continente Europa, dove migliaia e migliaia di persone giungono ogni giorno sovvertendo la vita culturale dei nostri paesi, cambiando i paradigmi di Chiesa finora vigenti, stimolando la nostra missione a dare risposte originali; oppure, infine, nel continente America, con i suoi ambiti specifici di missione (nativi indigeni, afro-discendenti, grandi periferie urbane) sempre in cerca di missionari pronti ad immergersi in contesti socio-culturali molto sfidanti, complessi, ma non per questo meno entusiasmanti. In questa scia di pensiero, l Istituto ha da qualche tempo visto nel continente asiatico la sfida che aiuterebbe i Missionari della Consolata a rivitalizzarsi in quell aspetto per loro identificativo che è la missione ad gentes di primo annuncio. Per questa ragione, dando ancora seguito al mandato ricevuto nel Capitolo generale scorso, l IMC sarà chiamato a fare altre scelte concrete per l Asia (cfr. Atti XII CG, n. 47). Dovrà per forza, per esempio, interrogarsi sulla formazione per garantire che, sin dai primi stadi, il cammino di preparazione alla vita religiosa e missionaria permetta la crescita nel carisma del candidato e la sua progressiva identificazione con l Istituto e la sua missione; dovrà però anche tenere in conto, in uno stadio più avanzato, della contestualizzazione alla missione nel continente, cosa che oggi si cerca di fare in Africa, America ed Europa. A questo riguardo, di grande aiuto sarà l esperienza delle vocazioni asiatiche oggi nell Istituto, cui si chiede di mettere a disposizione di tutti il bagaglio di conoscenza maturato dall essere originario del continente e aver fatto esperienza di missione in altri contesti. Oltre a quest aspetto dovrà anche chiedersi come aumentare la presenza di Missionari della Consolata nel continente asiatico, approfittando di studi già portati avanti nel sessennio su possibili nuove aperture o intraprendendone di nuovi. Soltanto una maggiore presenza di missionari darà, infatti, quella visibilità che permetterà all Istituto di guardare all Asia non come a una cosa eccezionale, ma come un qualcosa di consueto, familiare nostro. 23

24 IL CONTINENTE EUROPA VERSO IL CAPITOLO P. Michelangelo Piovano, IMC In clima di famiglia e condivisione fraterna è passata velocemente la settimana della Assemblea Pre- Capitolare del Continente Europa svoltasi a Roma dal 28 novembre al 3 dicembre Il martedì pomeriggio abbiamo avuto un momento di Lectio Divina e ritiro sulla figura degli Apostoli Paolo e Barnaba, guidata dalla biblista Donatella Scaiola. Gli altri giorni, a ritmo serrato, abbiamo esaminato ognuna delle schede del Progetto Missionario Continentale: a volte semplificando il testo, altre cercando di spiegarne meglio i contenuti, grazie ai contributi di tutti. Al momento sentiamo di aver fatto un buon passo del cammino e la mattina di sabato 3 dicembre abbiamo approvato il nuovo Testo del Progetto che ora viene affidato alla Direzione Generale affinché questa possa preparare il documento per il Capitolo unendo il nostro lavoro a quello che perverrà dagli altri continenti. L elaborato finale verrà anche portato alla conoscenza di tutti i missionari. Tra gli aspetti più volte rimarcati vi è quello della missione Ad Gentes in Europa che deve essere ciò che motiva la nostra pastorale, l animazione, la formazione continua, la ricomprensione del nostro carisma, l economia e la nostra organizzazione. Abbiamo anche più volte ricordato l importanza del sentirci parte di una unica realtà, quella del continente Europa, a partire dalla quale vogliamo vivere la nostra missione e anche gradualmente costituirci come un unica entità di Istituto. Insieme a tutto ciò, non deve perdere importanzae lo spirito, cuore e anima che deve sottostare a tutto questo Progetto e che deve portare ad una conversione e rivitalizzazione, frutto di un rinnovato amore per il Signore e impegno a vivere con pienezza la propria vita. E stato bello vedere che anche gli altri continenti si trovano su questo cammino e ci fa sperare che arriveremo al Capitolo con una grande ricchezza di 24

25 persone e di progetti che sono frutto del lavoro e riflessione di tutti di questi anni. Giovedì 1 dicembre siamo anche stati a Bravetta in Seminario per celebrare l Eucarestia con i nostri teologi nella memoria della Beata Anuarite, martire congolese. In seguito ancora un bel momento di scambio e fraternità durante la cena. Hanno partecipato a questa Assemblea: P. Stefano Camerlengo, P. Dietrick Pendawazima, P. Ugo Pozzoli, P. Salvador Medina, P. Marco Marini, P. Rinaldo Cogliati, P. Victor Kota, P. Eugenio Butti, P. José Tavares Matias, P. Danilo Cantillo Caballero, P. Piovano Michelangelo, P. Antonio Rovelli, P. Gigi Anataloni e P. Luca Bovio. Il venerdì pomeriggio il Superiore Generale ci ha ancora aiutati a riflettere sul significato che ha per l Istituto in questo momento un cammino continentale e sulle basi di questo cammino: l unità nella diversità, la valorizzazione delle persone e il qualificare la missione. Nella condivisione che ne è seguita si è ancora fatto notare come vi sia un movimento nella chiesa che chiede anche a noi questo cambiamento ed è la chiesa stessa a spingerci in questa direzione. Non dobbiamo avere timore di sognare l Istituto che vogliamo e vorremmo senza aver paura della novità, dell incerto e dell ignoto. E un momento di grazia attraverso il quale Dio ci sta parlando e non dobbiamo perdere la gioia di evangelizzare e di fare comunità. Sabato 3 dicembre abbiamo ancora una volta riletto il testo del Progetto Missionario Continentale che è poi stato approvato da parte di tutti. A conclusione la celebrazione eucaristica nella festa di san Francesco Saverio, patrono delle Missioni, presieduta da Padre Stefano. Siamo grati alla bella accoglienza avuta nella Casa Generalizia e ai momenti di preghiera e condivisione avuti con la comunità. Grazie a Padre Ugo Pozzoli, consigliere continentale, che ha fatto da regista nella preparazione e svolgimento dell Assemblea con l aiuto dei moderatori P. Antonio Rovelli e P. Luca Bovio e del redattore per la correzione dei testi P. Gigi Anataloni. Il Consiglio continentale ha ancora avuto un momento di incontro il venerdì sera per esaminare alcuni aspetti riguardanti il personale, la formazione ed i prossimi incontri a livello continentale. 25

26 CASA GENERALIZIA DICEMBRE 2016 P. Renzo Marcolongo, IMC L ultimo periodo vissuti qui in Casa Generalizia ha visto il susseguirsi delle normali attività della Casa arricchite da eventi che in qualche modo hanno rotto la routine fatta di accoglienza di missionari di passaggio e di vita ordinaria. Il sabato 19 novembre, assieme alla comunità di Bravetta, abbiamo commemorato i nostri defunti dell anno appena trascorso: 14 missionari che ci hanno preceduto alla casa del padre, rappresentati ognuno -chiamato per nome e indicati i suoi luoghi di missione- da una rosa posta in un vaso davanti all altare. Il celebrante principale è stato padre Stefano. Dopo la cerimonia, si è condivisa la cena in fraternità. Desideriamo dare risalto al giorno 24 Novembre quando il padre Giorgio Marengo ha difeso la sua tesi dottorale Sussurrare il Vangelo al cuore dell Asia. Uno studio missiologico sull evangelizzazione in Mongolia, divenendo dottore in Missiologia all Università Urbaniana. Era accompagnato da sua madre, da un caro amico Mongolo e da un folto gruppo di confratelli di casa generalizia, un altro gruppo di consorelle della Consolata e tanti amici. La sua presentazione ha incantato tutti ed ha risposto molto bene alle domande dei tre relatori. FELICITAZIONI caro P. Giorgio e che tutto sia per il Regno di Dio. Il sabato 26 abbiamo avuto il primo ritiro comunitario guidato dal padre Frank Elias, sacerdote Indiano che insegna all Urbaniana. Il tema era centrato sull Eucarestia. Padre Elias ci accompagnerà anche nei prossimi ritiri comunitari. Abbiamo avuto il piacere di avere tra noi tutti i rappresentanti del continente Europa per il loro raduno pre-capitolare. Guidati da Donatella Scaiola abbiamo partecipato anche noi a una lectio divina su Barnaba. E stata una settimana intensa in preparazione al capitolo generale che si svolgerà qui il prossimo anno. E parlando di capitolo generale, desideriamo informare che durante i mesi di maggio e giugno 2017, la casa generalizia sarà interamente occupata dai capitolari e di conseguenza non potremo accogliere ospiti. 26

27 Con la festa dell Immacolata abbiamo allestito due bellissimi presepi di stile napoletano, uno in portineria e l altro in refettorio. Sempre presente un alberello di Natale. Con questo numero di Da Casa Madre, desideriamo rivolgere a tutti coloro che ci leggono un SANTO NATALE e un FELICE ANNO 2017: che il Signore conceda a tutti quello che il cuore desidera. Albero e presepe in Piazza San Pietro Il 9 dicembre, alle 16.30, c è stata l inaugurazione del Presepe e l illuminazione dell albero di Natale in piazza San Pietro. Quest anno albero e presepe rimarranno illuminati dal pomeriggio dell inaugurazione fino alla notte di domenica 8 gennaio 2017, giorno in cui si commemora il Battesimo del Signore e si conclude nella liturgia il Tempo di Natale. L albero, un abete rosso alto 25 metri e con una circonferenza del tronco pari a 75 cm, è donato dal Comune di Scurelle Foreste del Lagorai Provincia Autonoma di Trento. L albero sarà ornato dalle riproduzioni di sfere in argilla raffiguranti disegni realizzati da bambini in cura presso i reparti oncologici di alcuni ospedali italiani. Questi bambini, insieme ai loro genitori, hanno partecipato ad un programma di ceramico-terapia ricreativa presso i laboratori ospedalieri permanenti ideati, coordinati e gestiti dalla Fondazione Contessa Lene Thun Onlus. L illuminazione sarà una novità soprattutto per la tutela dell ambiente: lampadine con tecnologia led di cui ad effetto scintilla, per un peso totale di 140 kg ed un consumo di soli 1,7 KW. Il presepe è donato dall Arcidiocesi e dal Governo di Malta che lo scorso anno hanno 27

28 indetto un apposito concorso tra artisti locali. Il bozzetto prescelto dalla commissione maltese è quello dell artista di Gozo, Manwel Grech. L allestimento scenografico riproduce il paesaggio maltese, l architettura delle costruzioni vernacolari, flora e fauna locali. L opera misura 17 metri di larghezza, 12 di profondità ed un altezza massima di 8 metri. I personaggi portano indumenti tipici maltesi e attrezzi e strumenti musicali. Sono presenti 17 figure, animali esclusi; il riempimento delle statue è fatto in cartapesta. È ovviamente presente nella scena la tradizionale croce di Malta ed un richiamo all attualità rappresentato dal luzzu, tipica imbarcazione dell arcipelago maltese che non solo rappresenta la tradizione, la pesca e la vita, ma purtroppo anche la realtà dei migranti che proprio in quelle acque navigano su imbarcazioni di fortuna per raggiungere l Italia. 28

29 VITA NELLE CIRCOSCRIZIONI PROFISSÃO E ORDENAÇÃO DIACONAL DE DOIS MISSIONÁRIOS O final de semana de 26 e 27 de novembro foi especial para os seminaristas Joseph Mampia e Jean Claude Bafutanga, do Instituto Missões Consolata! No sábado, 26 fizeram sua profissão perpétua e no domingo, 27, foram ordenados diáconos. Ambos são naturais da República Democrática do Congo. No sábado, a celebração eucarística foi realizada no Seminário Teológico Internacional Padre João Batista Bísio, Ipiranga, São Paulo, presidida pelo superior regional dos missionários, padre Aquiléo Fiorentini e concelebrada por vários missionários da Consolata que vieram de diversas comunidades, de São Paulo e Cascavel (PR), clero diocesano e o provincial da Região Amazônia, padre Manolo. Com os votos da profissão perpétua no Instituto Missões Consolata, Joseph e Jean Claude abraçaram definitivamente a vida religiosa consagrada através dos Conselhos Evangélicos: pobreza, castidade e obediência para as missões alémfronteiras. Durante a homilia, padre Aquiléo frisou a importância dos Conselhos Evangélicos, uma vez assumidos com humildade, simplicidade e radicalidade, pois trata-se de um estado de Robério Crisóstomo da Silva, IMC graça que pelo Batismo o Senhor concedeu a eles. No domingo, 27 de novembro, às 18h, na Paróquia Santa Ângela e São Serapião, Região Episcopal Ipiranga, os dois missionários foram ordenados diáconos. A celebração eucarística foi animada pela comunidade local, juntamente com o coral dos seminaristas da Consolata. No início da celebração foi apresentado o ícone de Nossa Senhora Consolata, a qual é protetora, modelo e guia para motivar os missionários e as missionárias a levar a consolação ao mundo, o próprio Jesus Cristo. Foi entronizado o quadro do fundador, o Bem-aventurado José Allamano que tanto sonhou com a missão além-fronteiras. O bispo ordenante foi dom José Roberto Fortes Palau, auxiliar da Região Episcopal Ipiranga, da arquidiocese de São Paulo. Estavam presentes os padres Aquiléo Fiorentini e Manolo, demais missionários da Consolata, clero diocesano, religiosas e seminaristas. Em sua homilia, dom José frisou a importância da função do diácono na vida da Igreja a serviço do povo de Deus, ou seja, o diácono é Brasile 29

30 aquele que deve ser sinal do Cristo servidor, exercendo o serviço da diaconia, no despojamento de si mesmo para que o outro cresça e faça uma profunda experiência de Cristo. O bispo motivou não somente os neodiáconos, mas toda a assembleia que para seguir os passos de Jesus, como discípulos missionários é preciso viver a prática da oração, pois esta tem o poder de superar o cansaço do dia a dia, as ilusões do mundo. O diácono ensina a saber, tocar nas feridas sangrentas e doloridas do povo, sendo sinal de consolação na comunidade, sociedade, e no mundo. Brasile 30 Portanto, rezemos pelos neodiáconos, para que Deus continue fortalecendo-os em sua vocação missionária. Tudo posso naquele que me fortalece (Fl4, 13), buscando assim, motivações e inspirações na vida e carisma do Bem-aventurado José Allamano, fundador dos missionários e das missionárias da Consolata. E vocês, caros jovens vocacionados que nos acompanham, vejam como é gratificante doar a própria vida a Cristo, consagrando-a a Ele e a serviço da Igreja missionária. Façam vocês também este gesto de doação não se privando, mas abrindo-se ao mistério de Jesus.

31 1. Un camino de madurez en la fe. Los Misioneros de la Consolata asumieron la tarea de acompañar, y animar crecimiento del Vicariato de Florencia (1952), un territorio geográficamente extenso (Caquetá y parte del Putumayo), difícil de acompañar por las precarios y costosísimos medios de comunicación. Pero los misioneros se arreman-garon las mangas y dieron inicio a una obra misio-nera impresionante. Fue una evangelización inte-gral, como la quería nuestro Padre Fundador: evangelización promoción humana. De hecho, to-dos los pueblos, los caseríos, las veredas tienen esa impronta de los Misioneros de la Consolata. Fieles a nuestro Carisma y al objetivo de nuestra presencia en estos territorios, a medida que la Igle-sia local fue madurando su fe y echando bases para asumir su propia responsabilidad, una parte del vasto territorio se erigió en Diócesis (Diócesis de Florencia, 1985), la otra parte se constituyó en un nuevo Vicariato : San Vicente Puerto Leguíza-mo. Esto permitió dar mayor atención a este terri-torio que todavía seguía siendo extenso. Con un verdadero espíritu evangelizador, los misioneros se han insertado entre los más pobres, los alejados, allí donde pocos quieren ir a este territo-rio caracterizado por un sin número de desafíos socio-políticos y económicos. En efecto, San Vi-cente del Caguán es conocido en toda Colombia y más allá de las fronteras como el lugar donde se intentó negociar unos acuerdos para obtener la paz y fracasó. Allí se acordó la zona de distensión ( ). Y los misioneros estuvieron allí pre-sentes, acompañando con valentía y silenciosa-mente, la construcción de una nación en medio de tantas incertidumbres. Evangelizar en estas circunstancias ha sido en bue-na parte hacer todo lo posible para que esta por-ción del pueblo de Dios no sucumbiese SALIDA MISIONERA Armando Olaya R., Giovanni Torres, IMC frente a tanta adversidad. Aquí, los misioneros con sus Obispos a la cabeza (Mons. Luis A. Castro y actualmente con Mons. Fco. Javier Múnera) han hecho demostración de una fe ardiente, evangelizando y promoviendo in-tegralmente al pueblo. La dimensión educativa ha sido aquella que ha tenido mayor relevancia e inci-dencia en las comunidades mayoritariamente cam-pesinas. La Iglesia camina, se renueva, responde a los nue-vos desafíos. La Iglesia como Madre fecunda si-gue generando hijos. El Vicariato de San Vicente- Puerto Leguízamo, en su discernimiento y querien-do siempre dar mayor atención a sus hijos, para ello propone la creación de una nueva jurisdicción eclesiástica. El proyecto se realiza en el 2013 con la creación del Vicariato Puerto Leguízamo Solano, vicariato confiado por Propaganda Fidei a los Misioneros de la Consolata, nombrando su pri-mer Obispo, Mons. Joaquín Humberto Pinzón. 2. Florencia: Acogida, Memoria e irradiación Misionera El paso de Florencia como Vicariato a Diócesis, significo para los Misioneros de la Consolata, una re-ubicación en todo sentido. Como Juan el Bautis-ta, la Comunidad IMC, se hizo pequeña para que la Diócesis creciera. Nos ubicamos en una zona pe-riférica de la ciudad de Florencia (barrio Torasso) con unas comunidades cristianas veredales cerca-nas. Allí se ha ido escribiendo la Memoria de nuestra presencia en el Caquetá. P. Bruno del Piero ha sido memoria viviente. Pero también se ha ido ponien-do por escrito esta memoria. El Torasso, casa de acogida de los misioneros que entran por la puerta de la amazonia: misioneros Colombia 31

32 Colombia que llegan cansados o enfermos y se sientan al bor-de del pozo de la comunidad para beber un poco de fraternidad. Gente de paso, caminantes por los caminos de la misión. P. Víctor Iacovissi, con el peso de sus años y sin embargo sigue haciendo gustar desde la mesa la bondad que lleva en su corazón. Una pequeña Parroquia, dedicada a los Sagrados Corazones de Jesús y María. La comunidad cristina con sus vaivenes, sus altos y bajos, sigue animada por el buen corazón de los Misioneros. En estos últimos tiempos, es el P. Edgar Chavarro, caqueteño de cepa de corazón quien da juventud y animo ala comunidad creyente. Un gran desafío: Hacer de esta presencia en Florencia, el Torasso, un gran centro de irradiación Misionera. Contagiando esta región del Sur de Co-lombia del espíritu Misionero, de la espiritualidad de la Consolación. Es un desafío y una oportuni-dad que tenemos para testimoniar y reavivar la vo-cación misionera de toda la Iglesia en esta región de Colombia. 3. Educando y Consolando. Una de las grandes preocupaciones de los agentes de pastoral del Vicariato de San Vicente. Los dos Obispos que han acompañado esta Iglesia local, sea preocupado por ofrecer una educación alternativa a los jóvenes y niños de esta región. La Ciudadela Juvenil, la Finca del niño, la Institución educativa Dante Alighieri y sobre todo el IFA (Instituto Francisco de Asís), una educación para los jóvenes en los zonas rurales. Esta es una muestra de esta clara opción del Vicariato. Y la educación no formal, la Aldea, lugar donde se forman los animadores y agentes de pastoral del Vicariato. Todo este caminar de la pastoral social y educativa esta seguido con mucha dedicación y competencia por el P, Juan Pablo de los Ríos. El mismo asegura la buena marcha de la administracion del Vicariato. Pero también en San Vicente, hemos seguido la pedagogía del Bautista. Nos hemos pequeños para que los otros crezcan. En la ciudad de San Vicente, hemos ido dejando las comunidades cristianas más maduras y nos hemos ubicado en una zona perifé-rica compleja y pobre material y socialmente: allí está la Consolata. Los Padres Carlos Orlarte y Ga-briel Kimfemichael, están con su presencia, senci-llez y amabilidad, siendo signos de Consolación. Pero han ido más allá de las fronteras parroquiales, acompañando temporalmente la parroquia en Gua-camayas. Con ellos nos hemos preguntado, qué significa la Consolata aquí en esta zona del país tan desconso-lada, tan martirizada por la violencia permanente? Un desafío de nuestros tres Misioneros será lograr una vida de comunidad tejida por la oración, los encuentros comunitarios, los retiros, la ayuda soli-daria en las actividades misioneras. Con los misioneros están las Misioneras de la Con-solata y los laicos Misioneros de la Consolata. Allí estala familia Consolata. Cómo estrechar esos vínculos, como aprovechar de esta 32

33 fuerza que nos brinda el Carisma? Una Iglesia que va madurando, con sus ministros ordenados, con sus agentes de pastoral, con buenas estructuras materiales, con mucho deseo de ser Iglesia que se responsabilice de sí misma. Por ello, el Vicariato está madurando el proyecto para llegar a ser Diócesis, compromiso para todos. Y para no-sotros como Instituto cercanía y solidaridad en los pasos que se están dando. 4. La otra Cartagena Heroica. La amurallada por la selva, con sus árboles que forman columnas; la protegida por la hermosa hija del ca-cique, la Princesa Chairà que habita la mítica y bella laguna. La Cartagena codiciada por aquellos que explotan y destruyen todo. La Cartagena invadida por guerrillas, tierra de esperanza. También ella es la protegida por San Pedro Claver. La Cartagena que en este último tiempo, animada por nuestros Misioneros, le cree a la paz que crece, que está viva. Cuatro Misioneros, Benjamín Martínez, Luigi Crespi, Peter Ochieng, John Wafula, recorren ca-minos fangosos, navegan por el rio Caguán arriba y abajo, acompañan el pueblo en su diario vivir. Allí está sepultado y vivo el P. Bruno del Piero. Él ha querido quedarse allí. Allí lo quiere la gente. Es el testigo de un amor hasta el final, un amor que como el de Jesús, perdura. La comunidad cristiana también crece. Y la Iglesia acompaña este crecimiento. Está en camino la for-mación de una segunda comunidad cristiana. Un lugar de culto provisional, una hermosa casa cural. Y en proyección un Santuario dedicado a nuestra Señora de la Consolata. Los misioneros hacen el esfuerzo de responder a un inmenso territorio con muchas comunidades veredales. El ritmo de oración, de encuentros, de programación y evaluación, está ayudando a definir bien el sentido de nuestra presencia. Pensando al Santuario de la Consolata, se piensa más que a un Santuario a un centro de irradiación de la Espi-ritualidad de la Consolata. La construcción mate-rial tiene que ser acompañada por un crecimiento y vivencia de nuestra espiritualidad de la Consolata en estas hermosas y sufridas tierras Caqueteñas. Agradecemos nuestros queridos hermanos, que como tantos otros han entregado lo mejor de sus vidas, al servicio de los más pobres, de los más alejados. Agradecemos pro la toma de conciencia de ser p con nuestro carisma guardianes y cocreadores de esta tierra vendida del Señor. Colombia 33

34 Colombia LA APERTURA EN LA DIÓCESIS DE BUENAVENTURA P. Lawrence Ssimbwa, IMC El 11 de diciembre de 2016 será imborrable en la memoria histórica del Instituto de la Consolata para Misiones, pues fue la apertura oficial del Instituto en la diócesis de Buenaventura. Es importante notar que hace 69 años, los primeros 5 misioneros de la Consolata llegaron a Colombia pasando por el puerto de Buenaventura. Llegaron el 12 de diciembre, día de la fiesta de nuestra Señora de Guadalupe, patrona de América. Eran los padres: Antonio Torasso, superior del grupo, Juan Bautista Migani, Domingo Galbusera, Juan Boetti y Juan Berloffa. Llegaban a Colombia, enviados por padre Gaudenzio Barlassina, superior general, en respuesta a la petición de monseñor Ismael Perdomo, arzobispo de Bogotá, que en un viaje a Roma había pedido el envío de misioneros frente a la escasez de sacerdotes, especialmente en el Magdalena Medio. Vale notar que, fue en Buenaventura donde los primeros misioneros de la Consolata tuvieron el primer contacto no solo con el pueblo afrocolombiano, sino tambien con el pueblo colombiano en general. La apertura del Instituto a la diócesis de Buenaventura el día 11 de diciembre tenía como motivo recordar el día en que los primeros misioneros de la Consolata llegaron a Colombia pasando por el puerto de Buenaventura. No se pudo realizarla el 12 de diciembre por ser lunes, pero se escogió el 11 de diciembre por ser un domingo y por estar muy cerca a la fecha exacta. La apertura a la diócesis de Buenaventura, por una parte, respondía a la invitación constante que el obispo de Buenaventura monseñor Héctor Epalza Quintero venía haciendo al Instituto y por otra parte, era dar una respuesta contundente a la reflexión que se venía haciendo a través de varias conferencias y asambleas regionales en pro de una apertura hacia la costa pacífica. La escogencia de la diócesis de Buenaventura, particularmente, la capilla san Martin de Porres, era porque la mayoría de sus habitantes son afrodescendientes y eso facilitaría el trabajo con la pastoral afro, motivo principal por el cual el Instituto abrió la 34

35 presencia en la diócesis de Buenaventura. La misa de apertura fue presidida por mons. Héctor Epalza Quintero, obispo de la diócesis. En la homilía, agradeció a los misioneros de la Consolata por haber aceptado extender su carisma misionero a la diócesis de Buenaventura. Les agradeció tambien por haber dado el testimonio de una Iglesia en salida, exhortación que el papa Francisco hace con constancia a todos los cristianos católicos. Estuvieron presentes varios misioneros de la Consolata liderados por el padre Armando Olaya, superior regional en Colombia-Ecuador. Asimismo, acompañaron varias comunidades religiosas y varios sacerdotes diocesanos. Con la ceremonia de apertura, los misioneros de la Consolata se encargarán del cuidado pastoral del sector de san Martin de Porres que en un futuro próximo se convertirá en parroquia. Desde ahí trabajarán en la pastoral afro de la diócesis y en otros servicios pastorales que el obispo les pida. El 7 de marzo de 2016, los padres: Armando Olaya, Ricardo Bocanegra, Venanzio Mwangi y Lawrence Ssimbwa representaron al superior regional, padre Angelo Casadei en la exploración de posibles lugares para el inicio de la presencia del Instituto en la diócesis de Buenaventura. Entre los lugares explorados, los padres escogieron la capilla san Martin de Porres, propuesta que presentaron al superior regional y el consejo. Se escogió la capilla san Martin de Porres por ser una periferia adecuada para la pastoral afrocolombiana en la diócesis. Del mismo modo, esa propuesta fue presentada Colombia Hechos previos a la apertura oficial del Instituto en la diócesis Buenaventura. La apertura oficial del Instituto de la Consolata para Misiones en la diócesis de Buenaventura fue precedida por algunos acontecimientos importantes que valen la pena mencionar. El 30 de noviembre de 2015, fiesta de San Andrés, se inició formalmente los diálogos entre la diócesis de Buenaventura y el Instituto. Esos diálogos sirvieron de base para la exploración oficial de parte de los Misioneros de la Consolata quienes nos habíamos propuesto fortalecer nuestra presencia desde la Pastoral Afro en el pacifico colombiano (X Conferencia Regional). Fue una iniciativa que coincidió con la invitación insistente que el obispo de Buenaventura le había venido haciendo al Instituto. A esta cita participaron los padres: Kennedy Kimathi IMC y Venanzio Mwangi IMC, quienes representaron al superior regional, padre Angelo Casadei y el consejo. A su vez, la diócesis de Buenaventura fue representado por el Obispo, mons. Héctor Epalza Quintero y los padres: Enrique Vicario General- y Javier Góngora Canciller. a la asamblea regional del mes abril del mismo año donde unánimemente fue aceptada por los misioneros. El 12 de septiembre del mismo año, la Dirección General aprobó la apertura del Instituto en Buenaventura y el 28 del mismo mes el superior regional, padre Armando Olaya y el consejo fueron a comunicarle al obispo la decisión de abrir la presencia del Instituto en la diócesis de Buenaventura y el inicio de trabajo con la pastoral afrocolombiana en dicha diócesis. El 12 de octubre, fiesta de nuestra señora del Pilar y día de la raza, padre Armando presentó al obispo los primeros misioneros de la Consolata destinados a Buenaventura: padre Ssimbwa Lawrence y el profeso Leovilgildo Carlos Ussene. El 22 del mismo mes, éstos oficialmente llegaron a Buenaventura con el motivo de ir insertándose y acercándose a la realidad de la misión que iban a realizar en la diócesis desde la capilla san Martin de Porres. Se alojaron en la parroquia madre san Jose obrero desde donde visitaban 35

36 Colombia 36 con frecuencia la capilla san Martin de Porres para varias ceremonias litúrgicas. Lo que será el trabajo de los misioneros en Buenaventura. Los misioneros de la Consolata están en la diócesis de Buenaventura con el motivo de trabajar en la pastoral afrocolombiana. Ese es el motivo principal, aunque no se pueda anular la colaboración en otras actividades pastorales prescritas en el plan pastoral de la diócesis. Es importante notar que los afrodescendientes conforman el 88.5% de la población de Buenaventura. Eso explica el por qué no se puede prescindir de la importancia de la pastoral afro en la diócesis. Vale notar que se empezó el camino de la pastoral afro desde el tiempo de monseñor Geraldo Valencia Cano, primer vicario apostólico de Buenaventura, pero se fortaleció más en el tiempo de mons. Heriberto Correo Yepez en cuyo episcopado se vio la celebración del primer EPA (encuentro de pastoral afro) a nivel continental. Sin embargo, la pastoral afro se fue debilitando, aunque durante el episcopado de mons. Rigoberto Corredor Bermúdez, primer obispo diocesano de Buenaventura, se incluyó en el plan pastoral de la diócesis, el ministerio de inculturación con el motivo de fortalecer la identidad cristiana del afro bonaverense sin olvidar su identidad cultural. Actualmente la pastoral afro de la diócesis ha estado en manos de CEPAC (Corporación Centro de Pastoral Afrocolombiana), corporación que se creó en 1994 a fin de gestionar proyectos para apoyar las actividades de pastoral afro. Eso ha hecho que no fuera considerada parte integral de la diócesis, sino que una corporación netamente social sin ninguna incidencia en la iglesia local. Con la llegada de los misioneros de la Consolata a la diócesis, el obispo aspira que sean ellos el punto articulador de la pastoral afro en la diócesis. Quiere que la pastoral afro sea una pastoral diocesana, que no sea un asunto aislado de la comunión diocesana y que esté en sintonía con el plan pastoral de la diócesis. Desde la capilla san Martin de Porres que se convertirá en parroquia, los misioneros de la Consolata esperan continuar con el trabajo de la pastoral afro que se ha venido trazando en la diócesis. Suplicamos a Nuestra Señora de la Consolata y el beato José Allamano, que intercedan por el trabajo que los misioneros de la Consolata van a realizar en la diócesis de Buenaventura.

37 1.- Visites aux communautés et vie de la Délégation. Entre le 24 septembre et le 12 octobre, j ai rendu visite aux communautés de Sago, Grand-Zattry, Marandallah et Dianra. Je remercie toutes les communautés pour leur accueil et pour la disponibilité à partager personnellement la vie de chacun. C est pour moi un moment de grâce et motif de prière pour chacun de vous. J ai fait ces dialogues aussi à San Pedro, ma communauté, et avec le p. Martin avant son départ en congés. Je tiens à souligner l insertion de p. Gregory dans la communauté et la pastorale de Sago. J étais présent le 24 septembre jour dans lequel il a été présenté officiellement à la communauté. Actuellement, il est en train de faire les démarches pour obtenir son permis de conduire. À Sago, le p. Celestino s est engagé pour préparer un cours d insertion à la réalité ivoirienne pour le p. Gregory d un point de vue, historique, culturel, économique, politique, religieux, ecclésial et d IMC en Côte d Ivoire. Nous espérons que cela puisse être un instrument pour comprendre cette réalité qui nous accueille. À partir de l ouverture de l année comptable 2017, le p. Gregory va prendre en main aussi l économie de la communauté. La mission de Sago s est enrichie avec la construction d un nouveau bâtiment pour organiser les cours de formation des leaders grâce à l engagement des pp. Silvio et Celestino. Nous sommes aussi reconnaissants pour l effort qu ils sont en train de faire pour doter la mission des structures nécessaires pour l annonce de l évangile. Nous prions pour tous ces bienfaiteurs anonymes qui nous aident dans l annonce de la bonne nouvelle. Je remercie la communauté de Grand-Zattry pour la redistribution des tâches après l affectation NOUVELLES P. Ramón Lázaro Esnaola, IMC de p. Boniface à San Pedro. Ils sont en train de faire un effort pour mettre l accent dans la pastorale de la paroisse et pour achever la clôture de tout le terrain de la mission. La communauté formative de la Bse Irène Stefani remercie aussi cette communauté qui vient d amener 130 kg de riz décortiqué comme contribution de la communauté à la formation IMC en Côte d Ivoire. Grand merci à tous les paroissiens qui ont participé à cette initiative. Nous remercions tout particulièrement le p. James pour son engagement pour donner une visibilité à l œuvre de consolation à travers des réalisations dans des structures scolaires de l État. Cela montre la miséricorde de Dieu envers son peuple et notre engagement pour offrir une vie plus digne à tous ces enfants qui fréquentent l école. Costa d Avorio 37

38 Costa d Avorio 38 J ai trouvé le p. John Baptist à Korhogo le 6 octobre Il a fait plus de deux mois chez les Missionnaires d Afrique d Haoussabougou pour un stage de langue «tchébaara», celle qui est la langue véhiculaire des Sénoufo de notre zone. Il était satisfait de ce temps d apprentissage et insertion dans cette nouvelle aire culturelle ivoirienne. Les défis du Centre de Santé présentés par le p. Alexander sont toujours énormes. Mais nous constatons que le travail en équipe avec le p. Matteo et l engagement de p. João dans l entretien du centre rendent possible ce qui semble impossible aux yeux des hommes. Beaucoup de courage, mes frères. Le 9 octobre 2016, j étais mandaté par Mgr Antoine Koné pour faire l installation de p. Raphael comme curé de la paroisse St Paul de Dianra. Toute la communauté était présente pour participer de la joie de ce moment. Nous remercions le p. Matteo pour tout ce qu il s est donné pour cette communauté depuis Nous prions pour cette nouvelle responsabilité de Raphael et nous sommes sûrs qu avec un travail en équipe l œuvre de l évangélisation continuera à avancer sans soubresauts dans cette paroisse. Nous avons parlé longuement avec la communauté de Dianra sur la possibilité d avoir une présence à Gbominasso, centre musulman de la zone. Les démarches sont en place pour que cette présence puisse voir le jour. Nous encourageons et appuyons particulièrement le p. Manolo dans ce domaine de dialogue dont il est à la tête. L église paroissiale St Joseph Mukasa de Dianra Village est en plein chantier. Ils sont déjà arrivés au niveau de la toiture. C est la troisième grande église que les missionnaires de la Consolata nous sommes en train de construire en Côte d Ivoire depuis notre arrivé. Nous soutenons tout particulièrement le p. Matteo dans tout son engagement et nous rendons grâce à Dieu pour tous ces bienfaiteurs qui nous aident à donner une visibilité à notre présence dans cette souspréfecture. Le Centre de Santé de Dianra Village est en train de devenir une référence sanitaire dans le département du Béré grâce à l engagement de tous. Si je ne me trompe pas, est la deuxième structure sanitaire plus fréquenté de tout le département. Les défis sont majeurs soit de la part du personnel que des relations avec le Département de Santé. Nous prions pour cette expression concrète de notre consolation dans ce milieu. Les pp. Daniel et Boniface sont en train d élaborer un Projet d Animation Missionnaire pour notre Délégation et plus concrètement pour notre présence à San Pedro. Nous encourageons ces démarches et surtout ce travail d ensemble qui est en fruit de l Esprit Saint. Le p. Boniface est en train de faire une bonne insertion communautaire à San Pedro et il offre une présence sereine dans notre quartier avec notre petite communauté chrétienne des Amis de la Consolata et avec les jeunes qui nous fréquentent et qui sont une expression d interaction avec des personnes d autres religions. Le p. Daniel vient d achever le tour des visites aux communautés de la Délégation. Nous pensons que cette présence sur place est très bénéfique pour les communautés mais aussi pour le propre économe délégué pour se rendre compte sur place des défis et opportunités économiques de la mission. Le p. Martin est parti en congés le 3 novembre après avoir organisé l ouverture officielle de la maison de formation Bse Irène Stefani le 29 octobre C est le p. François Abonga qui a présidé l eucharistie, doyen du doyenné Blaise Anoh de l archidiocèse d Abidjan. Mgr Pierre Claver, vicaire général de la vie

39 consacrée de l archidiocèse est venu à notre maison pour célébrer l eucharistie le 26 novembre Il a apprécié notre présence dans ce milieu et nous a félicités pour le style de notre insertion dans l archidiocèse d Abidjan. En fait, il nous a mis comme exemple lors de l ouverture diocésaine de l année pastorale pour les religieux et religieuses. 2.- Rencontre des Supérieurs Locaux Du 19 au 22 septembre, il a eu lieu la première rencontre des supérieurs locaux de notre délégation. C est le p. Yvon Christian Elenga, sj, qui nous a accompagné pendant cette rencontre. Il est le supérieur de la communauté de l ITCJ d Angré. Tous nos supérieurs locaux y étaient présents. Tous ont valorisé ce moment de formation et échange et nous avons convenu que chaque année avant la rentrée pastorale, dans la première quinzaine de septembre nous ferons cette rencontre pour offrir les lignes à suivre et vivre un esprit de communion dans toutes les communautés de la Délégation. Je remercie tous pour le grand effort fourni pour venir jusqu à Abidjan et à la maison de formation pour son excellent accueil. Les lignes d inspiration de cette année nous viennent données par le XIII Chapitre Général, le Projet Continental Contextualisé pour l Afrique, la lettre aux consacrés «Annoncez» de la Congrégation pour les IVC et les SVA et la lettre que le Père Général a adressé à notre Délégation après sa visite canonique qui nous invitait à être une Délégation «en sortie» et qui nous rappelait les options préférentielles de notre Délégation : le Dialogue Interreligieux, l AMV, la formation de base et chercher une présence pastorale à Abidjan. Baptist, Raphael et Gregory y étaient présents. Ils ont fait une récollection au Sanctuaire Mariale d Issia et le p. André m a confié que s est très bien passé. Nous saluons l initiative qu ils ont eu pour trouver une date, un lieu et un missionnaire pour les accompagner. Ces rencontres sont très importants pour accompagner les premières années de ministère de nos confrères. Prions tous pour chacun d eux. 4.- Visite du vice-supérieur général, p. Dietricht Pendawazima. Il arrivera le 20 janvier à Abidjan et sera avec nous jusqu au 2 février. Il nous fera la réception de l Assemblée Pré-capitulaire de Sagana le 27 et, si c est nécessaire, le 28. Il aura aussi l opportunité de connaître notre maison de formation Bse Irène Stefani de car il est le premier responsable de la formation de base dans notre famille missionnaire. Comme il doit rentrer à Rome pour préparer le Chapitre, il n aura la chance de visiter toutes nos communautés mais chacun pourra le rencontrer au cours de l Assemblée. Mettons dans les mains du Seigneur ce nouvel effort qui fait l Institut pour être proche à notre Délégation. Costa d Avorio 3.- Rencontre des Jeunes Missionnaires. Du 8 au 11 novembre, il a eu lieu à Grand-Zattry et Issia la rencontre des Jeunes Missionnaires qui a été animée par le p. André Nekpala. Les pp. John 39

40 SALINA DE NOVA MAMBONE P. Diamantino Guapo, IMC Realizou-se na passada terça-feira, dia 29 de Novembro, a quinta edição do prémio 100 Melhores Pequenas e Médias Empresas de Moçambique (PME) sob o lema Produzir é competir com excelência. Iniciativa conjunta do Ministério da Indústria e Comércio e do Grupo empresarial Soico, foram premiadas as pequenas e médias empresas (PME) moçambicanas que se distinguiram em A Salina de Batanhe-Nova Mambone dos Missionários da Consolata foi uma das três grandes vencedoras do concurso. Ficou em primeiro lugar, ganhando o prémio PME inclusão e agro-negócio. A distinção foi motivada pelos organizadores pela forma como as Salinas de Batanhe se têm reinventado para se aproximarem aos clientes e assegurar um espaço no mercado nacional. Mozambico Na gala, realizada no Hotel Polana, no Maputo, participaram o Padre Carlos Osório, gestor da Salina de Batanhe, e o Padre Pedro Sisto, administrador regional. Perante convidados de diversos domínios do ramo empresarial, o Padre Carlos declarou que este é um reconhecimento ao trabalho que temos vindo a fazer, um reconhecimento aos trabalhadores que estão connosco há muito tempo. Ser reconhecido num momento difícil como este em que atravessamos, é muito importante para os nossos negócios. O prémio 100 Melhores PME contou nesta edição com cerca de 500 participações. Esta é uma iniciativa lançada em 2012 e que pretende promover o desenvolvimento do tecido empresarial moçambicano. 40

41 VITA NELLE COMUNITÀ A Comunidade deseja partilhar e informar todos os irmãos da Região sobre alguns elementos da nossa vida e atividades que nos ocupam e preocupam no decorrer do tempo para sermos missionários segundo o coração do Beato Allamano. Reunir-nos para unir-nos Todas as segundas feiras temos a nossa reunião para avaliar e programar as nossas atividades e programas. Ficamos informados e conhecemos os programas dos diversos setores que servimos no Instituto e nesta Igreja do Porto. Reunir-nos não é difícil, unir- -nos é sempre um caminho que nunca acaba. A comunidade é formada por sete Padres e um próximo professo ÁGUAS SANTAS P. Ramón Cazallas IMC perpétuo e Diácono. Os nossos serviços missionários A animação missionária foi potenciada com a presença de Pe. Simão Pedro a tempo completo para este trabalho e a nível comunitário, com a colaboração do Pe. João Batista: escolas, paróquias, grupos juvenis e de adultos, retiros espirituais etc. Não enumeramos os lugares e categorias visitadas para não fazer pesada a vossa leitura. Tudo nasce e floresce quando a Missão está no coração e não só nos meios que usamos. O povo tem o seu próprio olfato percebe-se que esse missionário nunca esteve em missão. Certamente não se referem a nenhum padre da atual comunidade. O Pe. João Batista trabalha também no ANIMAG como responsável da zona Norte. Águas Santas 41

42 Águas Santas O mais importante de tudo isto são os contactos com centenas de jovens que se questionam sobre a missão. É importante que os jovens se perguntem. Mestre onde moras?. Jesus respondeu clara e diretamente. Seremos capazes de ter respostas claras e diretas? Temos serviços específicos na Igreja local: aumentaram os serviços pastorais nas paróquias e capelanias e especificamente missionários com a colaboração com o Animag e membros do Conselho Diocesano da diocese do Porto. Alegria com o povo No dia 6 tivemos o tradicional MAGUSTO com o povo. A festa foi bem participada pelas pessoas que frequentam a capela, familiares de missionários e membros dos diferentes grupos. O bom vinho e as castanhas alegram o coração dos participantes. De vez em quando algum espontâneo canta para aumentar a amizade de todos A comunidade participou no Retiro Regional em Marco de Canaveses, lindo lugar em todos os aspetos. Faltou o Pe. Herculano por motivos de saúde Tivemos a Visita do Superior Regional que aproveitou para visitar o Bispo de Porto por motivos de Oficio. Noutros momentos partilharam a nossa mesa o Pároco de Alfena e o Pe, Alfredo, novo Retor do Seminário Maior de Porto, amigo da comunidade desde os tempos em que foi Pároco de Valongo. E para o Pe. Agostinho, amigo e conterrâneo de Seroa. Começa a preparação da Peregrinação a Fátima: Encontro com as guias e animadores/as dos autocarros. Trabalho para o Livro da Peregrinação e viagens a Fátima. Os Solidários celebraram uma miniassembleia: entram no coração do seu ser missionário que levará a refletir nas próximas semanas. Nestes últimos dias do mês a participação e atenção de todos está na profissão perpétua e a ordenação do Antony Malila que celebraremos nos primeiros dias de Dezembro. Será outro cronista que nos informará sobre estes eventos. 42

43 DIALOGUE INTERRELIGIEUX À DIANRA P. Manuel Grau San Andrés, IMC Dianra La vie, les oeuvres, l expérience de Dieu dans une terre musulmane Depuis quelques années et particulièrement après notre dernière Conférence de la Délégation, le dialogue interreligieux est une des priorités de notre mission en Côte d Ivoire et, surtout, une priorité pour les des communautés du Nord. Depuis le début, Dianra s est révélé un milieu privilégié de présence et de relation d amitié avec nos frères musulmans : visites et présences dans les fêtes et évènements des uns et des autres. Participation d un nombre important de musulmans dans nos activités et initiatives de promotion humaine comme les services de santé, l alphabétisation, le microcrédit, etc. Relation avec des personnes concrètes qui deviennent pour nous personnes de confiance : maçon, menuisier, mécanicien, forgeron, le médecin qui pendant deux ans a dirigé notre Centre de Santé etc. Amitié et estime réciproque avec certains cadres et autorités, comme le maire de Dianra qui, dès son poste à la Présidence de la République canalise des aides pour nos projets ou nous offre la possibilité pour un de nos catéchistes de faire le pèlerinage en Terre Sainte. Il y a quelques mois, un groupe de ressortissants du village de Sononzo se sont cotisés pour peindre leur mosquée. Avec la peinture qui est restée, ils ont eu la belle idée de venir donner la couleur aussi à notre chapelle qui en avait vraiment besoin! C est le dialogue de la vie, dans lequel nous apprenons et nous nous laissons interpeler par des croyants sérieux, honnêtes, qui témoignent avec simplicité une profonde crainte de Dieu et une profonde estime des autres. Depuis trois ans nous avons entrepris une particulière présence à Gbominasso, un village complètement musulman vers le Nord de Dianra, de population dioula. C est un lieu de référence pour l Islam local, lieu de formation pour les imans de notre Département. Une belle et grande mosquée des années 50 fait l orgueil de la population. Nous avons commencé par des visites régulières et par des contacts avec les responsables du village. Dernièrement, il y a quelques semaines, nous y sommes allés avec le P. General et un groupe d amis italiens en visite à Dianra. La visite s est conclue par une prière et une bénédiction réciproques. A Gbominasso nous avons lancé le projet Microcrédit pour femmes et le projet Apiculture. Dianra, Septembre 2016 Depuis plus d un an nous avons envisagé avoir un «pied à terre» dans le village pour cultiver cette relation d amitié et de témoignage, pour mieux suivre nos projets de promotion et aussi pour trouver un lieu de prière et de solitude pour nous-mêmes. Quand nous avons présenté la demande d un petit terrain pour cette implantation, ils nous ont demandé à leur tour de les aider à construire une case de santé pour les soins médicaux de base. Nous avons interprété cette demande comme un désir de leur part de vérifier notre volonté effective de nous engager dans ce projet et dans cette présence. Nous avons accepté cette proposition et nous nous sommes mis au travail pour chercher le financement et 43

44 Dianra pour faire le projet de cette petite construction. Arrivé le moment de débuter les travaux, le chef de village vient nous informer que, après une réunion avec la population, les jeunes lui ont fait savoir qu ils n ont pas besoin de notre aide pour construire cette case de santé et qu ils pourront la construire par leurs propres moyens. Cela nous a fait nous sentir un peu déplacés, mais, au même temps on se disait : «Voici tous les enjeux du dialogue!» Affirmation de supériorité? Méfiance envers nous? Mécontentement envers les autorités du village qui nous avaient fait cette demande probablement sans consulter la population? Difficile d avoir une réponse aujourd hui. Probablement nous aurons quelque réponse dans les prochaines semaines ou mois. Nous devrons expliquer mieux, aux représentants de toute la population le sens de notre présence d amitié, témoignage et dialogue. Un chemin qui demande faire face aux possibles incertitudes et méfiances avec patience, détermination et confiance en Dieu. Dialogue des oeuvres, plus délicat et soumis à interprétations et lectures différentes. Chemin à risque qui pourrait décourager qui chercherait des résultats immédiats ou des simples choses à construire ou à réaliser. Quoi que ce soit, ce sera un chemin pour apprendre à faire les choses au rythme des autres qui, dans ce cas, sont particulièrement «autres» Et, en attendant, un autre dialogue se fait dans l intérieur de nos coeurs et dans notre chemin quotidien de foi. La crainte de Dieu, le «Clément et Miséricordieux», devient source de droiture et de justice, d une vie vécue à la présence de Dieu. Cela complète et enrichit notre expérience de Dieu, le Père de Jésus. Souvent quelqu un de nous qui vient de milieux très sécularisés en Europe est touché de voir les musulmans être réguliers aux heures de la prière, aller à la mosquée à 5 h. du matin, prier dans les lieux publics ou sur les lieux de travail sans aucun embarras. Il y a en tout cela un appel à aller plus loin dans notre quête et recherche de Dieu. Finalement, le Dieu qui nous a appelés à faire de la mission notre chemin de sainteté nous vient à la rencontre par des voies insoupçonnées et inattendues. Je viens de faire un congé en Espagne où une des questions les plus répétées parmi les amis et les parents était celle de notre situation comme missionnaires dans un milieu à majorité musulman. L association Islam-terrorisme est dans la tête de beaucoup de personnes. Parler de dialogue et amitié semble une folie. On peut bien comprendre certaines peurs mais la mission de Jésus nous demande d oser et de sortir toujours à la rencontre des autres. Nous sommes convaincus que, malgré toutes ces difficultés, qui sont réelles, Dianra nous offre cette possibilité. «Soyez donc rusés comme les serpents et candides comme les colombes» (Mt 10,16) Cette disposition au dialogue et à la rencontre qui nous fait grandir dans notre foi nous la vivons en continuité avec l étonnement et le regard de Jésus devant la foi du centurion païen : «En vérité, je vous le déclare, chez personne en Israël je n ai trouvé une telle foi» (Mt 8, 10) 44

45 CRÓNICA P. Eduardo Frazão, IMC Fátima No dia de Todos os Santos, como é tradição, vieram dezenas de crianças bater à nossa porta e repetiam Ó tia dá bolinho?. Muitas vinham acompanhadas pelos pais, e receberam bombons. No dia 2, os membros da comunidade foram ao cemitério de Fátima onde o P. Aventino orientou um momento de oração por todos os nossos missionários, em particular pelos 13 que ali foram sepultados. No dia 3; o P. Jaime presidiu à Eucaristia pelos familiares e amigos falecidos dos nossos empregados e colaboradores. Acentuou a importância dos empregados como membros da nossa família missionária. Seguiu-se um lanche/convívio. Renovemos a memória daqueles que nos precederam foi o tema da celebração eucarística pelos 15 missionários defuntos da Região. No dia 12. O P. Eugénio presidiu e agradeceu a colaboração dos missionários nos vários países onde anunciaram o Evangelho. Estiveram presentes cerca de 50 familiares que depois da missa participaram no almoço. O Sr. Bispo de Leiria-Fátima convocou as comunidades religiosas que vivem na Diocese para um encontro em Leiria. O objetivo era reunir representantes de cada comunidade para se conhecerem, para falarem do próprio carisma, do que estão fazendo e dos programas. A partir daí, organizar a pastoral missionária na Diocese com a participação de todos; criar na Diocese, em todas as paróquias e com a participação de todos uma cultura missionária. Neste encontro compareceram diversas comunidades. Da Consolata só foi o P. Jaime, mas apesar disso valeu a pena. Ficou decidido que se vai organizar um grupo assessor do P. Joaquim- SVD- para organizar o trabalho. Todos se prontificaram a colaborar consoante as próprias possibilidades. Portanto, ao trabalho que já se faz na Diocese vai-se acrescentar a colaboração alargada de modo a dotar a Diocese de uma organização em função da missão. Deus queira que se consigam estes objetivos. No dia 19, foi a vez de o P. Serafim dar o seu testemunho sobre a vocação sacerdotal na igreja da paróquia de Fátima aos alunos do 8º ano da catequese. 45

46 Fátima De 20 a 25, seis membros da comunidade participaram no retiro anual a nível regional, orientado pelo P. Fernando Fonseca, dehoniano, no convento dos Carmelitas, em Avessadas, Marco de Canavezes. Os missionários foram convidados a seguir o caminho da santidade e da evangelização indicado pelo Beato Allamano. O último Encontro Comunitário do mês realizou-se no dia 29. Foram discutidos assuntos relacionados com as festas natalícias: envio das Boas Festas, ornamentação, presépios, Natal com os funcionários, passagem do ano e pastoral nas capelanias. No dia 29, no Museu, Arte e Etnologia, realizou-se A conversa sobre o vinho. Luís Vieira, dono e administrador da Quinta do Gradil, em Vilar, no concelho do Cadaval, falou aos cerca de 50 convidados, sobre a história do vinho, propriedades, significado do vinho na eucaristia. No final os participantes tiveram à disposição o vinho oferecido por Luís Vieira e castanhas assadas, assinalando o mês de São Martinho. Durante o mês de Novembro estiveram hospedados no Hotel Consolata 14 grupos (portugueses, italianos e espanhóis). Os responsáveis do hotel procuram melhorar as condições de conforto para atrair mais grupos. O P. Aventino continua a ser uma presença missionária sobretudo durante as refeições. 46

47 VIE DE COMMUNAUTÉ P. Boniface Sambu-Sambu, IMC Grand-Zattry Nous voici à la fin de l année pastorale 2016 qui coïncide avec notre retraite annuelle de tous les missionnaires de la Consolata à Abidjan (Village Chaminade Frères Marianistes). Lors de l évaluation de l année pastorale, plusieurs points ont été relevés ; tant ceux qui ont bien marchés que ceux qui n ont pas marché du tout. Les défis à relever sont encore très nombreux dans cette paroisse. Notamment la formation des leaders car il peut encore se remarquer qu il y a manqué des dirigeants bien formés. Aussi du côté de nos chrétiens, la mentalité de la prise en charge de l Eglise par ses propres fidèles doit leur être inculquée car ils pensent encore que c est l Eglise ou les missionnaires de la Consolata qui doivent seuls faire tout à leur place. Cet effort a commencé par les CEB en leur demandant de s impliquer chaque semaine à tour de rôle dans les messes et autres activités de la paroisse et à la fin donc le dimanche, acheter un sachet de petites hosties et une bouteille de vin de messe à offrir pendant la messe. La plupart de nos chrétiens sont analphabètes, ainsi dans l avenir, voir encore comment organiser l alphabétisation qui est une de nos activités de la mission pour la promotion humaine. Nous terminons ainsi par parler du Père boniface qui doit nous quitter en disant au-revoir à la communauté chrétienne de la paroisse Saint Joseph de Grand-Zattry par une messe dite «Messe d au-revoir». Tout a commencé par l annonce de ce départ à l Eglise lors d une célébration eucharistique quelques jours avant le jour de la messe d aurevoir Le samedi soir, de 19h10 à 20h00, il y a eu une émission à la Radio NAWA de Grand Zattry, à laquelle on a parlé des Missionnaires de la Consolata en général et du Père Boniface en particulier. Ainsi donc le 04 Septembre 2016 à 08h00 le matin, la messe a commencé. Cette messe était présidée par le Père boniface lui-même et assistée ou concélébrée par le Père Ramon, supérieur de notre délégation. Tout s est bien déroulé et avant la bénédiction finale il y a eu une deuxième quête dédiée au Père Boniface et une série d allocutions en 47

48 Grand-Zattry commençant par le vice-président du conseil paroissial, Monsieur Alain Coulibaly qui, au nom de la communauté paroissiale a remercié le Père partant pour tout ce qu il a fait lors de sa présence à la paroisse durant les deux ans qu il y a passé par son engagement avec les jeunes, le groupe du renouveau charismatique, groupe de vocation et autres. Ensuite le Père Ramon a pris la parole pour remercier aussi les paroissiens pour tout ce qu ils font pour les Missionnaires de la Consolata en général et pour le Père Boniface en particulier. Il a aussi dit en bref ce que je dois aller faire comme travail pour la délégation c està-dire le travail de l Animation Missionnaire et Vocationnelle et aussi il a encouragé les chrétiens à se réveiller et à prendre en main leur paroisse car nous les missionnaires nous sommes des passagers. Enfin le Père Boniface a pris la parole. Deux mots ont résumé son allocution à savoir : Merci et Pardon. Merci pour la fraternité, l amitié et la collaboration des chrétiens à sa tache missionnaire lors de sa présence dans cette paroisse. Pardon à tous et surtout à ceux qui se sont senti blessés, gênés, découragés par ses paroles, son comportement et par ses faiblesses. Aussi il a ajouté des paroles d encouragement à tous ceux et celles qui se sont sentis encouragés et ont repris le chemin de l Eglise de persévérer car lui n a montré que le chemin comme un prophète ; et donc à chacun de suivre le Christ qu ils ont rencontré et non le Père Boniface. Trois jours après, le Père a été accompagné à sa nouvelle destination à San Pedro par quelques chrétiens de la paroisse de Saint Joseph de Grand- Zattry Notamment Monsieur Coulibaly Alain, mademoiselle Coulibaly Emilie, Mr Dah Santou (le grand chauffeur), Mr Ferdinand Koré et Mr Tano; tous chrétiens engagés de la paroisse et amis au Père Boniface. Les amis de Grand Zattry était bien rentrés et regagnés leurs domiciles par la protection de Notre Dame de la Consolata. Ainsi, nous souhaitons une bonne mission au Père Boniface afin de bien faire le travail de l animation missionnaire et vocationnelle pour lequel il a été affecté à San Pedro sous la protection maternelle de Notre Dame de la Consolata et de notre papa le Bienheureux Joseph Allamano ; 48

49 A comunidade que está em Alqueidão-Lavos deixa nesta página do ENCONTRO, em estilo de crónica que não pretende ser exaustiva alguma informação sobre a vida de comunidade assim como suas actividades pastorais Santos e defuntos Novembro começou assim. Embora a liturgia separe as celebrações, de TODOS OS SANTOS e dos FIÉIS DEFUNTOS, já no dia 1, eram numerosos os que, carregados de flores, caminhavam para cemitério.não muitos os que se decidiam a entrar na igreja. Mesmo assim foi dos dias em que mais pessoas estavam presentes nas celebrações. Na tarde do dia 1 foram as romagens, com cruz processional ao cemitério. Aí sim o povo não faltou. Como há santos ainda a viver na terra e há santos já na eternidade, o povo não se engana unindo as duas devoções. Cabe-nos aproveitar esta presença numerosa, orientando nossos gestos e palavras para o compromisso cristão na vida de cada dia que normalmente deveria incluir a presença nas celebrações de domingo. A grande maioria dos católicos destas paróquias não participa porque coloca a missa de domingo na colecção de beatices femininas. Catequese É a menina bonita das nossas duas paroquias, não porque tudo esteja super mas é o setor pastoral a que o padre Álvaro dedica mais tempo. Devido à saída dos jovens para outras paragens e ao descompromisso de alguns pais com a formação cristã de seus filhos, as crianças na catequese são tristemente minoria. Mas é na cateque que as paróquias jogam o seu futuro. Até agora foram programados encontros e celebrações eucarísticas com os pais e neste mês, um dia de reflexão para os catequistas no convento do Louriçal. Tudo para tentar que do tronco carcumido de Jessé em processo adiantado de secura espiritual saia um rebento que ajude a sonhar um futuro melhor para estas comunidades. CNE O Padre Álvaro também acompanha os tres agrupamentos do CNE que existem: 1 em Alqueidão, 1 em Lavos, 1 em S. Pedro. Mais um ATIVIDADES Comunidade IMC campo de trabalho. Hoje, para os chefes não é fácil convencer os pais a soltarem os filhos para as actividades se e ainda menos a participarem na missa de domingo. Uma vez por mês animam a celebração da comunidade, participam nas procissões. É mais um jardim à espera dos cuidados espirituais do padre Álvaro. Centros de dia e lares O padre Gaspar visita-os uma vez por semana dialogando com os idosos e orientando breves celebrações da Palavra. São 2 em Alqueidão e 3 na paróquia de Lavos.... E mais No dia 20 de Novembro celebrou- se na sé Nova, em Coimbra, o encerramento do Ano Jubilar da Misericórdia. Não estivemos presentes, devido ao início do nosso retiro anual. Já que de retiro se fala, deixamos aqui o nosso apreço positivo por tudo o que por lá aconteceu: a casa, o ambiente envolvente, o pregador e a alimentação. Valeu! O padre Álvaro, não participou pelo facto de a data inicial do retiro ter sido mudada. Crónica apenas de nome pois muita coisa aconteceu que não está aqui escrito e isto foi escrito para que se decidam de vez em quando a visitar-nos em Álqueidão e Lavos. Alqueidão 49

50 Guiua NOVAS PROPOSTAS PARA O DINAMISMO MISSIONÁRIO P. Diamantino Antunes, IMC Presidida pelo bispo de Inhambane e coordenada pelo padre Sandro Faedi, diretor do Centro do Guiúa e coordenador da pastoral diocesana, a Assembleia Diocesana de Pastoral reuniu os delegados de 22 paróquias, entre 22 e 24 de novembro, para uma avaliação dos desempenhos pastorais a nível paroquial e diocesano e planificação das estratégias para os anos seguintes. Inspirado pela celebração do Jubileu da Misericórdia, o encontro terminou com a elaboração do Plano Pastoral Diocesano ( ) sob a Pastoral dos Sacramentos, um documento que tem como objetivo ajudar as comunidades cristãs da diocese de Inhambane a crescer na vivência dos sacramentos e no dinamismo missionário. As propostas operativas serão agora organizadas pelo Secretariado de Ação Pastoral (SAP) para serem entregues ao bispo de Inhambane, para apreciação e posterior aprovação. O último dia de trabalho foi dedicado à apresentação do processo de postulação da Causa dos Catequistas Mártires do Guiúa. O postulador, padre Diamantino Antunes, apresentou o que já foi feito até agora (apresentação da petição do postulador ao bispo de Inhambane para a abertura da Causa de Beatificação, a obtenção do consenso dos bispos de Moçambique e o `nihil obstat da Congregação da Causa dos Santos para a abertura da Causa); e os próximos passos a dar (decreto de abertura do processo de investigação, constituição do Tribunal Diocesano e sessão de abertura do inquérito diocesano da Causa de Beatificação). 50

51 CASA REGIONAL P. Manuel Magalhães, IMC Lisboa Iniciamos o mês de Novembro com alegria não apenas porque foi reposto o feriado de todos os Santos mas sobretudo porque Padre Darci, após alguns dias de hospital, está de novo em casa. A visitá-lo passam por cá os seus sobrinhos de Vila Real e de Cascais e também as Irmãs da Consolata de Alvalade. Todos ficaram contentes e serenos ao verem que o seu estado de saúde está a evoluir bem. Já no dia 4 realizou-se em Fátima o encontro dos ecónomos. Da nossa comunidade estiveram presentes o Padre Eugénio, o Padre Elísio e o Padre Manuel. Todos os participantes viram a necessidade de realizar estes encontros: temos grande falta de preparação para entender o meio económico e financeiro. O Movimento dos Focolares em Portugal celebrou no dia 5 o seu 50º aniversário. O Padre Darci bem gostaria de ter participado mas devido a ainda se sentir fraco optou por ficar em casa. Do dia 8 a 11 realizou-se em Almada um encontro do IMAG-ANIMAG, no qual também participaram os nossos animadores AMV, juntamente com Padre Eugénio. Depois de um bom e animado almoço aqui em casa, partiram para uma visita aos estúdios da RTP, primeira etapa do encontro. Ao almoço esteve também o Dr. Arnaldo, amigo de infância do Padre Darci, que o veio visitar. Os Voluntários da Consolata que habitualmente se reúnem em nossa casa com o Padre Bernard deram início ao seu primeiro encontro deste novo ano pastoral no dia 10. Dia 13 quase toda a comunidade foi até ao Cacém onde se realizava o Magusto. Por lá participamos na eucaristia seguida de almoço e muita castanha assada. No final do dia chega Padre Jaime que tendo uma consulta marcada aproveita para matar saudades. O Padre Eugénio e Padre António participam na reunião da CIRP Nacional em Fátima e entretanto Padre Albino no dia 15 vai à Rádio Renascença para falar em directo do Perdão e Reconciliação (Escolas ESPERE) e no dia seguinte dá uma conferência no Hospital Amadora-Sintra, para falar a cerca de 100 voluntários sobre a mesma temática em que se está especializando. Depois vai até Fátima para dedicarse aos trabalhos da revista Fátima Missionária. Já no dia 20 todos viajámos até Avessadas (Marco de Canavezes) a fim de participarmos no nosso retiro Anual. Chegou do Brasil (São Paulo) o Padre Joaquim Gonçalves que vem para tratamentos à garganta e fica a residir aqui na nossa comunidade. Também o Padre Tomás, tendo participado no retiro anual fica alguns dias connosco para depois regressar a Londres. Ao terminar o mês, partem para Roma o Padre Eugénio e o Padre Matias onde vão participar na Assembleia Continental pré-capitular. O Padre Albino para o Turcifal como interveniente no Sínodo Diocesano de Lisboa. Parte ainda para São Paulo o seminarista de Teologia José Brás a quem desejamos uma boa caminhada formativa e que consiga preservar o seu português. 51

52 RELIGIOUS PROFESSION IN SOUTH AFRICA Benedict T Msigwa, IMC Mamelodi It was a wonderful and blessed day for Consolata Missionaries, parishioners of Mary Help of Christians, Mamelodi West, and St Peter Claver, Mamelodi East, who gathered to witness Consolata seminarians who renewed their vows. They are: Godfrey Barasa from Kenya, John kyara from Tanzania, James Wahome from Kenya and Andre Nzuzi Mabiala from DRC Congo who professed perpetual vows. The celebration took place on 26th November 2016 at Mamelodi West, Archdiocese of Pretoria. The Holy Mass was presided by the delegate superior of the Consolata missionaries in South Africa, Fr. James Githinji, concelebrated by Fr. Fredrick Agalo, the rector of Merrivale (KZN) Seminary and Fr. Simon Mbala, the parish priest of Mary Help of Christians. Fr. James, in his homily, analysed the importance of the call, he emphasized that, God does not call us because we have nothing to do. He calls us from what we are doing and He wants us to be responsible in our own call. When Jesus called his disciples, they were not idle, but they were busy with something. Jesus calls us to leave what we are doing and gives us a new task. The Congregation of Consolata Missionaries wholeheartedly thanks all people who responded to the invitation of diaconate ordination of Andre Nzuzi who was ordained on 27th November 2006, at St Peter Claver parish, Mamelodi- Pretoria. The Eucharist was presided by Bishop Jose Luis Gerardo Ponce de Leon of Manzini-Swaziland, it was concelebrated by Bishop Inácio Saure, IMC from Mozambique (who was the Novice Master of Andre) and Fr. Fredrick Agalo. It was a colourful day attended by some Consolata Missionaries, priests and seminaries and faithful from different parishes. 52

53 In Novembre è un anno giusto che abito nella Missione di Maturuca con altri due missionari. Sinceramente posso dire: è stato un anno positivo! Le visite missionarie nei villaggi sono state il punto forte, e durano una media di due giorni, e qualche volta quattro quando andiamo a visitare gli ammalati e anziani e anche le piantagioni e allevamenti. Durante queste visite si prega, si celebra, si festeggia, si analizza la realtà e si cerca di pianificare il futuro alla luce della Parola di Dio, sempre comunitariamente. L animazione missionaria e vocazionale nelle scuole è il secondo impegno, dove si canta, si parla, si festeggia, si fanno dei giochi di prestigio e tante cosette con molta allegria e gioia... Purtroppo quando faccio questo lavoro non posso fare foto e quelli che le scattano non riescono a rendere l idea giusta dei sorrisi dei bambini e giovani... Un altro punto forte è stato aiutare le donne nel taglio e cucito riparando moltissime macchine per cucire, forbici e affini, e l acquisto di altre due macchine per cucire industriali: ho lavorato parecchi giorni per assemblarle e farle funzionare. Poi nei ritagli di tempo riparo e aggiusto di tutto al mio banco di lavoro sotto una pianta di mango (quando non piove). L orto produce bene e mi mangio delle insalate miste enormi. Per le api e miele, purtroppo dobbiamo ricominciare: mi sono rimasti solo due alveari, gli altri sono stati abbandonati dagli sciami, per la grande siccità degli scorsi tre anni. Il tempo quest anno é stato di piogge normali, come pure per i prodotti agricoli: soltanto quattro volte, durante i viaggi, abbiamo dovuto aspettare che il torrente diminuisse il livello dell acqua per poter passare. Praticamente tutte le settimane ci sono riunioni e assemblee ordinarie e straordinarie dei i leaders indigeni e anche con la partecipazione di altri NOTIZIE VARIE Fr. Francesco Bruno, IMC interessati, per esaminare, pianificare e difendersi da numerosi atti e violenze che esistono contro gli indigeni a tutti i livelli: educazione, sanità, economia, religione, politica, cultura, tradizioni. Penso che sappiate e siate informati della retrocessione politico-sociale in Brasile: stiamo tornando indietro di decenni, ma non mi sento di elencare le innumerevoli ingiustizie e violenze che esistono contro gli indigeni, gli anziani, le donne e i bambini. Nell orto, mentre le verdure buone crescono un centimetro, le erbacce crescono di media 15 centimetri nello stesso tempo. Per le notizie e le cose positive, se si riesce a fare qualcosa di positivo e bello, nel frattempo succedono almeno un quindicina di problemi e notizie cattive per gli indigeni e per quelli che li aiutano. La mia salute funziona come quella di un vecchietto di 7 decenni. Maturuca 53

54 PASTORAL AFRO EM ATIVIDADE Jacques Kwanagala Mboma, IMC Rio de Janeiro A Paróquia Nosso Senhor do Bonfim, de Engenheiro Pedreira-Japeri, Rio de Janeiro realizou um evento especial, a Semana da Consciência Negra contando com várias exposições apresentadas em forma de temas, imagens e símbolos recordando os 128 anos da abolição e seus reflexos na sociedade atual. Os trabalhos iniciaram entre os dias 14 e 20 de novembro, no sábado foi realizado uma palestra sobre a pastoral afro-brasileira, o palestrante recordou o texto base da Campanha da Fraternidade de 1988, este deixou claro que a situação tanto econômica quanto educacional da população afro-brasileira tem grandes desigualdades. Na educação, por exemplo, o índice de analfabetismo na população negra, é praticamente, o dobro, em relação à população branca. Na área econômica, os negros encontram menos oportunidades de emprego e, quando conseguem colocação, a renda média mensal é inferior à dos brancos segundo o texto Base da CF/1988 (documento Conferência Nacional dos Bispos do Brasil - CNBB, CPP, n , p. 8 a 16). Depois de um momento de reflexão, houve uma partilha de feijoada. No domingo da festa de Cristo Rei, foi celebrada a primeira missa afro na matriz, com intenção especial para os leigos e leigas, do encerramento do ano da misericórdia e do Dia da Consciência Negra. Durante a homilia, o celebrante destacou a importância de imitar o Senhor Rei como servo daqueles que sofrem a discriminação e preconceitos raciais. Convidou a cada membro de reafirmar o compromisso de solidariedade com os afro-brasileiros nas suas reivindicações presentes, especialmente no reconhecimento das terras quilombolas e nas políticas afirmativas. Após a missa, o evento encerrou com as palestras ministradas por Camila, membro da pastoral afro e mestranda na Universidade Federal do Rio de Janeiro (UFRRJ) e Letícia, jovem da paróquia, que é também membro da pastoral afro. Os temas tinham como objetivo discutir sobre a causa afro no Brasil relacionada com a realidade da cidade. Foi um dia de conscientização e referência à história dos negros no país. Acreditamos que foi de suma importância reconhecer a história do povo negro, que hoje em dia é esquecida na sociedade. A pastoral afro é um convite a essa reflexão, pois possibilita uma profunda concepção do quadro negro no Brasil. Além disso, ela não serve somente como instrumento de acesso à informação, mas possui o caráter de promover inclusão e tolerância à diversidade cultural e religiosa que constitui a formação de identidade brasileira. 54

55 SOUFFLE NOUVEAU P. Boniface Sambu-Sambu, IMC Sago Pour notre communauté de Sago, les nouvelles sont bonnes en général. Mais comme parmi les bonnes on peut aussi trouver quelques mauvaises ou quelques tristes, la paroisse pleure un être cher en la personne de Monsieur Moise. C est un chrétien qui était très engagé et qui assumait avec beaucoup de dévouement le rôle de conseiller pédagogique dans l enseignement national en Côte d Ivoire ; paix à son âme! Parmi les bonnes nouvelles : - C est la rentrée scolaire et l école vient de commencer timidement mais il y a déjà à peu près 200 enfants, ce qui est un bon signe. - La première partie de la clôture de l école (275 m) est déjà terminée. Cela empêche aux habitants du village de traverser l école pendant que les enfants sont en classe. - Dans la plantation de la délégation, une opération de remplacement des plantes mortes est en train d être faite car la pépinière avait déjà été faite ; aussi différents produits doivent être pompés pour sécuriser les nouveaux palmiers qui vont être plantés. - Enfin la plus intéressante nouvelle est celle de l arrivée du Père Gregory NDUDA dans la communauté de Sago. Après le départ du Père Jean Baptiste, la providence divine a fait que le Père Gregory vienne renforcer la mission de Sago par sa présence et surtout par son énergie et son enthousiasme. Il est encore jeune et c est sa première mission. Prions pour lui pour qu il soit heureux dans sa mission et qu il y apporte un souffle nouveau. Les chrétiens de Sago, toujours coopératifs au travail missionnaire et surtout aux missionnaires eux-mêmes, ont accueilli le Père Gregory à la messe et ont fini par un repas fraternel. Révérend Père Gregory, la délégation IMC de la Côte d Ivoire te dit AKWABA! 55

56 CAMP VOCATIONNEL 2016 P. Daniel Yoseph Baiso, IMC San Pedro Cette année, nous, Missionnaires de la Consolata, avons organisé un camp vocationnel du 4 au 8 Août 2016 dans notre centre d animation à San Pedro. Cet événement a coïncidé avec la visite canonique de notre père supérieur général Stephano Camerlengo. Cela a été vraiment un très bon temps plein de richesse par la grâce de Dieu. Nous avons eu sept jeunes garçons qui voulaient servir Dieu et son peuple en tant que missionnaires de la Consolata. Cette activité a été organisée par le père Daniel Yoseph Baiso comme responsable du bureau de l animation. Nous remercions le Père Boniface Sambu Sambu et le père Ramón pour leur travail dans le cadre de l organisation. Les candidats sont arrivés le jeudi 04 aout dans l après-midi. Après une brève introduction par le père Daniel pendant le temps d adoration, les candidats ont commencé leur temps de formation. Vendredi dans la matinée, après la célébration de la messe, il était le temps de père Daniel pour donner le programme et de donner des enseigements sur le fondateur Joseph Allamano. Après la prière du milieu de jour et le déjeuner, il était le temps de père Boniface pour leur donner un enseignement sur la mission dans l Église. Après les vêpres, il était le temps de partager la nourriture. La journée a été conclue avec le chapelet. La troisième journée du samedi, nous avons commencé avec la messe. Après la messe et le petit déjeuner nous avons commencé un temps de dialogue avec les candidats. Les candidats venaient un par un chez le père Boniface et le père Daniel pour se présenter et répondre aux questions. Autour de 11h30, nous avons entendu la voix de notre voiture Terrano qui amenait les supérieurs. La voiture a été garée en toute sécurité par le conducteur de la voiture et de la délégation IMC en Côte d Ivoire, le père Ramón 56

57 Lázaro Esnaola. Après les avoir accueillis selon la tradition ivoirienne, nous leur avons donné de l eau à boire et suite à un bref séjour dans la salle à manger, nous les avons accompagnés à leurs chambres. Après la prière de midi, nous sommes allés manger une nourriture délicieuse. Après-midi était le temps de travail manuel et le sport. Le sport a été organisé principalement avec les aspirants et les garçons du quartier. Il a été très apprécié par le supérieur général et il nous demandait même ceux qui ne sont pas venus pour le camp d être inclus dans le groupe pour la formation parce qu ils ont bien joué. Après les prières du soir et les dîners, les aspirants ont organisé une soirée récréative et ils ont montré leurs talents. la soirée a été sensationnelle et merveilleuse. Le camp a continué le dimanche avec un enseignement du père Ramón qui a partagé le charisme des missionnaires de la Consolata. Il est devenu très intéressant par la présence de notre supérieur général et son partage avec les candidats. Notre petite communauté de San Pedro était très heureuse et a apprécié la célébration eucharistique présidée par notre père général. La célébration s est déroulée dans notre chapelle. Après la messe, nous étions réunis dans la salle paroissiale appelée «Garage». La petite communauté a fait un cadeau à notre père général et ils étaient vraiment intéressés à en savoir plus sur les missionnaires de la Consolata. De nombreuses questions ont été soulevées et nous avons essayé de clarifier notre présence à San Pedro. Dans l ensemble, les choses étaient vraiment bien organisées. Ça a été une réussite. Nous avons sélectionné quelques candidats à accompagner pour la prochaine année scolaire Nous remercions Dieu qui nous a accompagnés. Nous remercions tout particulièrement tous ceux qui ont participé d une manière ou d une autre pour les succès du camp. Vive la Consolata! Les sept candidats venaient du diocèse de San Pedro et de Bouaké. Leur âge était entre 18 et 33 ans. Parmi les sept candidats trois d entre eux sont en dernière année de Secondaire et 4 dans l avant-dernière année. San Pedro 57

58 DIES NATALIS 58

59 P. SILVIO VETTORI, IMC Nato il 3 aprile 1925 a Sover (Trento), entrò giovanissimo nel piccolo seminario di Rovereto, passando poi a Vittorio Veneto. Fece gli studi liceali a Cereseto Monferrato e il noviziato alla Certosa di Pesio. Fu accolto nell Istituto con la professione religiosa, emessa il 2 ottobre Continuò gli studi di filosofia e teologia a Uviglie e il 25 giugno 1951 fu ordinato sacerdote a Rosignano Monferrato da Monsignor Luigi Santa. Dopo un anno trascorso a Vittorio Veneto, venne destinato alla Colombia, dapprima a Florencia, poi a Villa Fatima come Direttore dell internato. Fu parroco a Milan, Puerto Leguizamo, Paujil, San Vicente del Caguan, Guayabal, Remolino e Aguililla. Dal 2002 al 2004 fu vice parroco a Tres Equinas e Guayaquil. Trascorse tutta la sua vita in Colombia. Tornato in Italia nel 2009, malato, venne destinato alla Residenza socio-sanitaria Beato Allamano di Alpignano. E deceduto il giorno 12 Dicembre 2016 ad Alpignano. Aveva 91 anni di età, di cui 70 di Professione Religiosa e 66 di Ordinazione Sacerdotale. 59

60 UN ANNO DI GIOIA: di felicità di salute di santità Sommario ANNARE PERANNAREQUE COMMODE: TRASCORRERE PIACEVOLMENTE TUTTO L ANNO (OVIDIO, FASTI, III)... 3 Sommario Da Casa Madre Mensile dell Istituto Missioni Consolata Redazione: Segretariato Generale per la Missione Viale delle Mura Aurelie, ROMA - Tel. 06/ C/C postale sgm@consolata.net ANTIOCHIA: UNA CHIESA IN USCITA... 8 L ALLAMANO PRESENTATO DAI TESTIMONI...12 DA ANTIOCHIA INSIEME VERSO IL MONDO INTERO!...16 UNA RIFLESSIONE SUL CAPITOLO...16 IL CAMMINO DELL ISTITUTO VERSO IL XIII CAPITOLO GENERALE: L ASSEMBLEA IN ASIA...22 IL CONTINENTE EUROPA VERSO IL CAPITOLO...24 DICEMBRE PROFISSÃO E ORDENAÇÃO DIACONAL DE DOIS MISSIONÁRIOS...29 SALIDA MISIONERA...31 LA APERTURA EN LA DIÓCESIS DE BUENAVENTURA...34 NOUVELLES...37 SALINA DE NOVA MAMBONE...40 ÁGUAS SANTAS...41 DIALOGUE INTERRELIGIEUX À DIANRA...43 CRÓNICA...45 VIE DE COMMUNAUTÉ...47 ATIVIDADES...49 NOVAS PROPOSTAS PARA O DINAMISMO MISSIONÁRIO...50 CASA REGIONAL...51 RELIGIOUS PROFESSION IN SOUTH AFRICA...52 NOTIZIE VARIE...53 PASTORAL AFRO EM ATIVIDADE...54 SOUFFLE NOUVEAU...55 CAMP VOCATIONNEL P. SILVIO VETTORI, IMC...59

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