da Casa Madre Istituto Missioni Consolata Anno 99 - N. 12/ Dicembre Perstiterunt in Amore Fraternitatis Nativity, Lakota Carved Wood Cottonwood

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3 Oggi un tesoro è nato per noi. Oggi è apparsa per noi la vera luce, la lampada della Vergine, accesa dallo Spirito santo. Oggi è nato il medico dei ciechi. Oggi è nata la guarigione dei paralitici. Oggi è nata la forza dei malati, la potenza degli infermi. Oggi è venuta la resurrezione dei morti, nostro Salvatore. Oggi è apparsa per noi, nella notte splendente, la luce nuova. Oggi è venuto il Salvatore di cui i profeti avevano annunciato che sarebbe nato dalla Vergine. Oggi è manifestato per noi, disteso in una mangiatoia, il pane eterno che dà la luce colui che ha detto: Io sono il pane vivo disceso dal cielo; se qualcuno mangia di questo pane non avrà più fame in eterno (Gv 6,51). Per la gloria della tua nascita, concedici, Signore, la liberazione dai nostri mali e la gioia di cantare sempre le tue lodi. Liturgia mozarabica (Sacramentari, v-vi secolo), in Vieni sulla nostra strada. Preghiere a Cristo

4 FRAMMENTI DI LUCE LA GRAZIA DI DIO SI E FATTA VEDERE P. Giuseppe Ronco, IMC 4 Da sempre l uomo ha desiderato vedere il volto di Dio. L accorata preghiera dei Salmi Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto (Ps 27) esprime bene l insopprimibile desiderio che alberga in ogni persona umana nell incerto cammino dei giorni. La risposta di Dio data a Mosè è però perentoria: Tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo (Es 33,18-20). Questo innato desiderio dell uomo troverà la risposta finale solo nella persona di Gesù Cristo: Dio nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato (Gv 1,18). Prendendo la carne nel figlio Gesù, Dio si è fatto uomo e in Gesù di Nazareth ha assunto un volto e un nome. E il volto umano di Dio. Disse Gesù a Filippo: Chi ha visto me, ha visto il Padre (Gv 14,9). Venuto da Dio, ci racconta (exeghésato) Dio, il Dio invisibile che nessuno ha mai visto né può vedere (cf. 1Tm 6,16). Chi guarda a lui, a Gesù, alla sua umanità, vede e contempla il vero Dio vivente (cf. Gv 14,6.9). Entra nell intimo della tua anima, escludi tutto tranne Dio e quello che ti aiuta a cercarlo, e, richiusa la porta, cercalo. O mio cuore, dì ora con tutto te stesso, dì ora a Dio: Cerco il tuo volto. «Il tuo volto, Signore, io cerco» (Sal 26, 8). Orsù dunque, Signore Dio mio, insegna al mio cuore dove e come cercarti, dove e come trovarti. O Signore Dio mio, mai io ti vidi, non conosco il tuo volto. Guarda, Signore, esaudisci, illuminaci, mostrati a noi. Insegnami a cercarti e mostrati quando ti cerco: non posso cercarti se tu non mi insegni, né trovarti se non ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti, che io ti trovi amandoti e ti ami trovandoti (Sant Anselmo, Proslògion, cap. 1). La grazia di Dio si è manifestata Uno dei passi biblici più belli sul manifestarsi della grazia e sul suo rendersi visibile tra noi, lo troviamo nella lettera a Tito, una delle tre lettere pastorali attribuite in passato a Paolo, ma oggi comunemente ritenute come provenienti dalla scuola paolina.

5 A Tito, responsabile della comunità di Creta, l autore della lettera offre indicazioni precise per l organizzazione della comunità cristiana e l attività quotidiana della vita, ricordandogli il compito di portare tutti sulla retta via, restando fedeli alla vera dottrina. Il motivo di questo impegno pastorale esigente è la necessità di rispondere all amore di Dio, resosi manifesto e visibile in mezzo a noi. E apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo; il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone. Questo devi insegnare, raccomandare e rimproverare con tutta autorità (Tito, 2, 11-15). Nella vita del mondo, irrompe e si fa visibile la luce di Dio per dissipare le tenebre, per togliere radicalmente il male, per offrire salvezza e vita nuova. Il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata (Mt 4,16). Siamo di fronte ad un fatto storico che diventa fatto di grazia, un avvenimento del kronos che diventa kairos. In un tempo ben preciso e ben documentato, a Betlemme di Giudea è nato un bambino, che è il Figlio di Dio, chiamato Emmanuele, Dio con noi, che si chiama Gesù, il Salvatore. In lui Dio si è fatto vicino. E un impegno che comporta seria meditazione. 1 - È apparsa infatti la grazia di Dio, fonte di salvezza per tutti gli uomini (v. 11). Tutto è cominciato per iniziativa di Dio, il quale ha manifestato (epefanê) la sua grazia (charis), cioè la sua bontà e il suo amore per gli uomini (cfr. Tt 3,4). In Gesù la benevolenza di Dio si è fatta vedere come una grazia che salva tutti gli uomini. Il soggetto è la grazia di Dio che esprime l amore gratuito e salvifico di Dio, e che viene a noi come un dono. Nella pienezza dei tempi, quando Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge perché ricevessimo l adozione a figli (Gal 4,4) la grazia di Dio si è fatta vedere agli occhi di tutti gli uomini in forma tangibile nella nostra storia. Ci troviamo davanti a una epifania divina, che ha avuto luogo nel tempo e nello spazio. Nella sua pietà popolare, il popolo ancor oggi canta: In notte placida Per muto sentier, dai campi del cielo discese l amor, all alme fedeli il Redentor. L incarnazione manifesta il fatto che Dio non dona qualcosa, ma dona se stesso; esce da sé per inserirsi in una situazione storica e per condividere la sua quotidianità con gli 5

6 uomini, e, tra gli uomini, i più semplici e i più umili. Gesù Cristo, che assume gli usi, i costumi, la cultura delle persone di un epoca e di un luogo ben delimitato rivela la sua capacità di essere solidale con la condizione umana, senza privilegi. Con l incarnazione il figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo. Ha lavorato con mani d uomo, ha pensato con mente d uomo, ha agito con volontà d uomo, ha amato con cuore d uomo. Nascendo da Maria vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato. 2 - Essa ci insegna a rinnegare l empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo (v.12). E una grazia che ha il compito di insegnare, di educare, non imponendo norme o leggi, ma compiendo una funzione pedagogica. Il Signore con la sua umanità ci insegna a vivere in questo mondo, con sobrietà, con giustizia e con pietà. Nell originale greco ci sono tre avverbi che dicono proprio la modalità, quindi sobriamente, giustamente, religiosamente e questi tre avverbi indicano le tre relazioni fondamentali: con il nostro corpo e con le cose sobriamente, con gli altri giustamente, con il Signore religiosamente. La grazia ci salva insegnandoci a vivere, insegnandoci a rinnegare i desideri mondani, a dire di no alle passioni di questo mondo, a quell elemento istintivo che continua a corrodere il nostro cuore e a rovinare il nostro mondo. Ci insegna a vivere togliendo ciò che è male e potenziando ciò che è bene nell attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo (C. Doglio, Lettera a Tito). 3 - Nell attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo (v. 13). La vita cristiana ha un forte accento escatologico. Il cristiano che sa di non poter trovare in questo mondo terreno lo scopo supremo della sua vita, aspetta il compimento, vivendo la beata speranza. Egli è sorretto dalla speranza del ritorno del Signore e tende verso questa pienezza di salvezza e di santità che un giorno si realizzerà. Ci sarà infatti un altra manifestazione di Cristo che sigillerà la storia e porterà a compimento la salvezza. 4 - Il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone (v. 14). Il mistero pasquale è la via percorsa per il nostro riscatto. Il dono di sé, operato da Gesù, allude a una funzione sacerdotale, con lo scopo di riscattare dall iniquità e formare un popolo di sua proprietà, mediante il battesimo e il dono dello Spirito. Con la sua morte Cristo si è donato per amore, ci ha redenti e ha fatto di noi un popolo pasquale, diventando lui stesso modello e guida di quanti credono in lui. In lui diventiamo tutti figli di Dio Padre, impegnati a vivere la nostra figliolanza come 6

7 un tendere alla vita di comunione con il Padre. Il Verbo si manifesta nella misura in cui sa di poter essere ricevuto da chi lo accoglie Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. Il Signore è vicino (Fil 4,4) perché l irrompere di Gesù nel tempo ci ha mostrato il volto di Dio e ci ha insegnato a chiamarlo Padre. Solo chiede a noi l adesione quotidiana a chi ci ha amato per primo. Il Verbo di Dio si è manifestato nella carne una volta per sempre. Ma, in chi lo desidera, egli vuole continuamente rinascere secondo lo spirito, perché ama gli uomini. Così, ridiventa bambino e si forma in loro con il progredire delle virtù. Il Verbo si manifesta nella misura in cui sa di poter essere ricevuto da chi lo accoglie: non limita la manifestazione della sua grandezza per gelosia, ma misura l`intensità del suo dono secondo il desiderio di chi brama vederlo. Il Verbo di Dio si manifesta sempre, secondo le disposizioni di chi lo riceve: tuttavia, data l`immensità del mistero, egli rimane ugualmente invisibile per tutti. Per questo motivo l`apostolo, penetrata con acutezza la potenza del mistero, dice: Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e nei secoli (Eb 13,8): egli dimostrava così di avere ben compreso la perenne novità del mistero e intuiva che l`intelligenza non potrà mai possederlo come una cosa invecchiata (Massimo il Confessore, Capitoli teologici, 1,8-13). Maria, Madre della divina grazia Le invocazioni a Maria, espresse nelle Litanie Lauretane, cantano i doni che Maria ha ricevuto da Dio e le virtù che ella ha vissuto in modo eminente. Il titolo Madre della divina grazia è particolarmente legato al brano della lettera a Tito, sopra citato e proclamato a Natale, nella Messa della notte. La grazia di Dio è apparsa con la nascita di Gesù. Maria è veramente la Madre della grazia divina. La sua personalità, la sua santità, la preziosità della sua presenza accanto a noi derivano proprio da questo rapporto tutto particolare con la grazia di Dio e con colui che è la manifestazione visibile del Dio invisibile. Grazie a Maria Santissima è apparsa la grazia di Dio e si è manifestato un Dio preoccupato di donare grazia agli uomini, cioè di stabilire un rapporto con loro (F. Ravinale, Madre della grazia). Invocandola con questo titolo, il cristiano chiede a Maria, la piena di grazia, di poter entrare nel rapporto di grazia con il Signore. Con l incarnazione, infatti, il Figlio di Dio ha ristabilito un rapporto di salvezza e lo ha offerto a chiunque lo voglia accogliere con animo buono. Comincerà allora un processo di conversione e di trasformazione che porterà a rinnegare l empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell attesa della beata speranza e della manifestazione del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo, quando la trasformazione sarà definitiva, e vedremo Dio faccia a faccia. 7

8 Dagli Inni di sant Efrem il Siro Questa è notte di riconciliazione, non vi sia chi è adirato o rabbuiato. In questa notte, che tutto acquieta, non vi sia chi minaccia o strepita. Questa è la notte del Mite, nessuno sia amaro o duro. In questa notte dell Umile non vi sia altezzoso o borioso. In questo giorno di perdono non vendichiamo le offese. In questo giorno di gioie non distribuiamo dolori. In questo giorno mite non siamo violenti. In questo giorno quieto non siamo irritabili. In questo giorno della venuta di Dio presso i peccatori, non si esalti, nella propria mente, il giusto sul peccatore. In questo giorno della venuta del Signore dell universo presso i servi, anche i signori si chinino amorevolmente verso i propri servi. In questo giorno, nel quale si è fatto povero per noi il Ricco anche il ricco renda partecipe il povero della sua tavola. Oggi si è impressa La divinità nell umanità, affinché anche l umanità fosse intagliata nel sigillo della divinità. (Efrem il Siro, Inni sulla natività e sull epifania, Paoline, pp ) 8

9 RICORDANDO MAMMA CAROLINA P. Gianantonio Sozzi, IMC Mamma Carolina è morta il 29 ottobre. Volevo riassumere alcune cose che ho imparato da mia mamma usando l immagine della Consolata, patrona della città di Torino e dei Missionari della Consolata, la comunità alla quale appartengo. Mi voglio soffermare nei gesti delle mani e negli sguardi di questa immagine. Il primo gesto, che sta al centro del quadro, è un gesto ieratico e apparentemente freddo. Le mani del bambino e della mamma non si toccano, si sfiorano soltanto. Il bambino benedice noi che guardiamo e Maria sembra solo sottolineare l importanza di quella benedizione. Invece l altro gesto, più periferico nell immagine, ritrae la mano del bambino, dolcemente avvinghiata al dito pollice dell altra mano della mamma che lo sostiene con fermezza in braccio. Gli sguardi di entrambi non si incrociano e chiamano in causa le persone che stanno osservando: il bambino guarda noi e la mamma Maria solamente sfiora con il suo sguardo questo bambino tutto proteso verso fuori con le sue mani e con i suoi occhi. Vediamo quindi due dimensioni che fanno parte della maternità di Maria: da una parte il sostegno discreto, rappresentato dalle mani che si uniscono e dal braccio che sorregge il peso del bambino, e dall altra l impegno, probabilmente non facile per Maria, di mettere al centro la novità di un progetto che ha in lei le sue radici profonde ma che è donato al mondo intero, in quella mano benedicente e in quello sguardo che abbraccia l umanità intera. Le ultime due frasi che ho sentito dalla viva voce di mamma Carolina si rimontano a pochi giorni fa. Lunedì scorso quando di primo mattino mi accingevo a raggiungere l aeroporto di Malpensa con un filino di voce mi salutò dicendo fai buon viaggio e prega di più e poi al telefono giovedì sera quando in Italia era notte fonda e mi disse non ci vedremo più, vieni a casa per il funerale. In questa settimana non ho pregato di più, anche quando la malattia inaspettatamente sembrava aver accelerato un processo già segnato, perché sapevo bene che la vita di noi tutti, e quindi anche la sua, è nelle ottime mani di Dio che scrive la storia per il bene di noi che siamo figli. E poi alla fine non sono neppure venuto al funerale perché sarei comunque stato vicino, anche se non presente, e così è stato in queste ore nelle quali, malgrado la distanza, sono diventato ricettacolo di parole di conforto che mi hanno raggiunto da tantissime parti del mondo. Probabilmente essere mamma di un missionario non è una cosa facile ai genitori dei primi missionari che partivano per l Africa Giuseppe Allamano diceva che avrebbero rivisto i loro figli in paradiso e anche se oggi possiamo macinare centinaia di chilometri in poche ore le distanza e i tempi prolungati, sopratutto quando gli anni avanzano, continuano ad essere una sfida non 9

10 facile da sostenere. In mamma Carolina, vedendo l immagine di Maria Consolata, riconosco che non è mai mancato quell equilibrio fragile fatto di discreta presenza, sostegno deciso, dono incondizionato anche se la quotidianità di un cammino missionario è più composta di dubbi che di certezze e forse anche di qualche disobbedienza. 10

11 PAOLO E BARNABA SULLE ORME DI PAOLO E BARNABA Chiara Santomiero/Aleteia Il biblista p. Paolo Bizzeti s.j. ripercorre l itinerario del primo viaggio apostolico di Paolo e Barnaba in Turchia. Seguire i passi dei due araldi della Parola, oltre che affascinante immersione nella storia biblica, diventa occasione di riflessione sull attualità della Chiesa, come anticipa ad Aleteia p. Bizzeti. Quando si parla di terre bibliche di solito si pensa a Israele e Palestina e non viene in mente la Turchia, mentre invece è una regione nella quale molti luoghi sono legati all annuncio della Parola Bizzeti: E così e lo stesso vale per l Egitto, la Siria, la Giordania, la Mesopotamia. Abramo, per esempio, viene da Ur dei caldei e l esilio babilonese ha avuto un importanza fondamentale nella storia del popolo di Dio così come i due secoli della dominazione persiana; lo stesso Ciro il grande è stato salutato un po come il Messia nel libro di Isaia. Per questo oggi, correttamente si parla di terre bibliche e non soltanto di Terra Santa. Dove portano le orme di Paolo e Barnaba? Bizzeti: Il primo viaggio di Paolo e Barnaba si svolge in buona parte sul territorio dell attuale Turchia. Nei pellegrinaggi che propongo si parte sempre da Antiochia sull Oronte o Antiochia di Siria che oggi si chiama Antakya, al confine tra Turchia e Siria, con un percorso che fa tappa a Tarso, risale a Konia, l antica Iconio, Perge, fino ad arrivare sulla costa, Efeso il luogo di interi capitoli degli Atti, oltre che della Lettera agli Efesini -, Mileto: tutte città della Turchia e dell Asia minore. Leggere la Parola nel contesto nel quale è stata annunciata quale effetto produce? Bizzeti: Posso rispondere con un esempio. L anno scorso con un gruppo di giovani abbiamo ripercorso la strada da Perge in Panfilia ad Antiochia di Pisidia, l altra Antiochia di cui parlano gli Atti. Questo racconto nel testo degli Atti occupa un versetto, ma leggerlo mentre si percorre in concreto la strada salendo monti e scendendo per valli, costeggiando un lago fa acquistare uno spessore alla Parola che non si potrà mai afferrare quando si legge a casa. La presenza ormai minoritaria dei cristiani in questi luoghi quali riflessioni suggerisce? 11

12 Bizzeti: I cristiani oggi in Turchia sono lo 0,2 per cento della popolazione, quindi una minoranza piccolissima ma un tempo la comunità cristiana era molto fiorente. C è una zona della Cappadocia dove si contava una chiesa ogni 1,5 chilometri quadrati, mentre sull altopiano dell Anatolia, vicino ad Iconio, una zona si chiama ancora oggi le mille e una chiesa perché era piena di chiese. Come mai in questi luoghi che sono stati la vera culla del cristianesimo, con il passare dei secoli tale presenza è venuta meno? Una risposta molto superficiale attribuisce la responsabilità all affermarsi dell Islam, ma in realtà si tratta di un processo durato molti secoli e causato da una pluralità di fattori che richiede una rilettura della storia un po meno semplicistica di quella che siamo abituati a fare. Capire come mai il cristianesimo da religione in auge diventa pian piano sempre meno seguita, interroga anche la nostra società europea dove il fenomeno sembra ripetersi. Se si vanno a vedere le due realtà da vicino si scorgono diversi punti in comune. Soprattutto appare chiaro che quando il cristianesimo diventa la religione di tutti, perde di sapore ed efficacia e inizia un processo di declino. Guardare a come questo processo è stato già vissuto in precedenza può dare a noi preziose indicazioni. Esiste un St. Paul trail per visitare questi luoghi a piedi, vero? Bizzeti: Il St. Paul trail è un itinerario tracciato con criteri internazionali di trekking, lungo 500 chilometri, che ripercorre molte zone dell itinerario fatto da Barnaba e Paolo nel primo viaggio apostolico. Nel Nord Europa è abbastanza conosciuto, meno in Italia. L anno scorso l ho percorso con un gruppo di giovani e sto cercando di renderlo noto anche attraverso la mia nuova guida sulla Turchia pubblicata dalle Edizioni Dehoniane. Il mio auspicio è che questi luoghi siano sempre più visitati, ma non in modo frettoloso o superficiale come accade spesso per il turismo religioso: per comprenderli in maniera adeguata, bisogna ripercorrerli Bibbia alla mano e contando su buoni approfondimenti storici e culturali. 12

13 Verrà ordinato vescovo il prossimo primo novembre padre Paolo Bizzeti vicario apostolico dell Anatolia, di fresca nomina. Papa Francesco ha scelto lui come successore di monsignor Luigi Padovese, trucidato il 3 giugno 2010 per mano del suo autista. La decisione papale è stata resa nota il 14 agosto scorso. L Anatolia - territorio dell attuale Turchia in cui predicarono instancabilmente Paolo e Barnaba - dopo cinque anni di sede vacante torna così ad avere un vescovo. Padre Paolo, 67 anni, gesuita di origini fiorentine, nel corso del suo ministero ha sempre coltivato un attenzione speciale per il Medio Oriente. In particolare per la Turchia, che conosce bene e dove ha guidato nel corso degli anni una quarantina di pellegrinaggi. «Per me non si tratta di un gregge sconosciuto ammette Bizzeti -. Grazie a Dio conosco già diverse persone e con alcune sono anche in amicizia» Padre Paolo, com è composta la comunità cristiana che l attende in Anatolia? Occorre fare una premessa: cinque anni di assenza del vescovo hanno creato una situazione di grande difficoltà, che si è riflessa nella mancanza di statistiche precise e con una generale diminuzione sia nel numero di presbiteri e suore, sia nella frequenza del popolo cristiano. Detto questo, i sacerdoti presenti sul territorio sono una decina, la popolazione cristiana è di circa 5 mila persone tra cui molti rifugiati, siriani e iracheni, che stanno aumentando e danno un nuovo volto alle comunità parrocchiali. È una Chiesa in evoluzione, un po come in Israele, dove l immissione di cristiani che vengono da altri Paesi sta rinnovando le comunità tradizionali e portando anche nuova linfa vitale. Qual è la croce più grande che questa comunità deve portare? E qual è, invece, il suo punto di forza? Il maggiore punto di forza più grande è che sono cristiani veramente coscienti della loro vocazione della loro identità, nonostante affrontino non poche difficoltà per custodirla. Il punto debole è che c è bisogno di una formazione del laicato più approfondita e organizzata. La Chiesa d Anatolia ha una vocazione particolare? Direi di sì. Questa Chiesa custodisce ininterrottamente, da duemila anni, la presenza cristiana nei luoghi che ci hanno generato alla fede. Antiochia, per certi versi, è la vera Chiesa madre della Chiesa «che viene dai gentili». Più che da Gerusalemme, infatti, è da Antiochia che sono partite le grandi missioni; lì i cristiani sono stati chiamati per la prima volta con questo nome; e lì ci si è posti il problema in modo chiaro, di come la Chiesa che proveniva dal giudaismo e la Chiesa che era composta da «gentili» potevano vivere insieme. È Antiochia la vera culla di tutto questo; e siccome noi siamo in fondo la Chiesa «dei gentili», la nostra Chiesa madre è in un certo senso questa. Non a caso alcuni dicono che l Anatolia è la Terra Santa della Chiesa. 13

14 Qual è il primo messaggio che porterà a questa comunità? Io mi insedierò all inizio dell anno giubilare della Misericordia (che si aprirà il prossimo 8 dicembre - ndr). Quindi il mio primo messaggio sarà quello della riconciliazione, della misericordia, dell accettazione delle altre Chiese cristiane; e poi sicuramente, un messaggio di attenzione ai cristiani rifugiati, che hanno bisogno di tutto. Papa Francesco le ha dato qualche consiglio? Personalmente non ho ancora visto il Papa, ma valgono le direttrici che il Pontefice dà alla Chiesa universale: un rinnovato slancio evangelico, l attenzione ai poveri e poi la riconciliazione, perché anche lì ci sono tante divisioni. Pensando alla Siria, qual è il ruolo che può avere la Turchia in questa crisi molto grave? La Turchia, così come l Europa, deve fare ogni sforzo perché finisca questo commercio d armi che è il vero problema: le frange estremiste ricevono le armi da altri Paesi, e quindi se si spezza il commercio delle armi, la situazione cambia. Questo è l impegno primario. Che effetto fa essere vescovo nel territorio in cui è nato e ha predicato l apostolo Paolo? Credo che la persona e la missione di san Paolo lungo i secoli sia stata parzialmente dimenticata. Mi spiego meglio: è stato studiato di più il Paolo grande teologo che il Paolo grande missionario, l annunciatore del Vangelo con la capacità di adattare il messaggio evangelico ai diversi tipi di uditorio che incontrava. Paolo aveva una capacità pastorale e teologica unica nel modulare l annuncio cristiano; capacità che è stata largamente «dimenticata» a favore invece di un patrimonio dottrinale piuttosto statico. Paolo non era un teologo sistematico, era un pastore e un evangelizzatore capace di declinare il patrimonio della fede, tenendo sul serio conto delle persone molto differenti che trovava davanti a sé. Lo si vede sia nelle sue lettere che negli Atti degli Apostoli, come ho mostrato nelle mie meditazioni Fino ai confini estremi. Sono convinto che proprio da qui, dall esperienza di Paolo e Barnaba, bisogna ripartire per comprendere meglio anche la nuova evangelizzazione. 14

15 L ALLAMANO NELLE TESTIMONIANZE 50 DI SACERDOZIO P. Francesco Pavese, IMC Concludiamo le riflessioni sul Fondatore offerte durante il 2017, offerte dalle testimonianze, presentando un tema che ci è molto caro: il suo 50 di sacerdozio. Il più bel regalo che il il nostro Padre ricevette in quell occasione, oltre all affetto dei suoi figli e figlie e al Breve del Papa Pio XI, fu l approvazione definitiva delle Costituzioni IMC da parte Congregazione di Propaganda Fide. Festa a basso profilo. L Allamano avrebbe voluto commemorare il 50 anniversario di ordinazione in modo semplice, senza rumore. Lo manifestò lui stesso ad un gruppo di missionari che erano andati a visitarlo prima dei festeggiamenti: «Vorrei scappare come al 25 anno, che sono fuggito a Castelnuovo, ma adesso m è impossibile. Ho invitato i miei colleghi (siamo ancora 11) e speravo di poter far festa da noi soli... Ma l ho già detto a padre Sales che fa delle goffaggini. Facciamo le cose che vadano bene e non ci siano delle esagerazioni, come ce ne sono perfino nella lettera del Papa (si vede che sono andati a stuzzicare). Se queste feste servissero almeno a far aumentare nel popolo l affetto per le missioni, ne sarei contento». Questo era il suo spirito, ma i suoi collaboratori alla Consolata e specialmente i missionari e le missionarie erano di altro parere. I festeggiamenti li vollero fare al Santuario e all Istituto. Mons. Giovanni Battista Ressia aveva invitato l Allamano a celebrare la S. Messa giubilare nel santuario di Vicoforte (Mondovì). Naturalmente l invito fu declinato, perché per l Allamano sarebbe stato inconcepibile celebrare il 50 di sacerdozio lontano dalla sua Consolata. La reazione del Vescovo fu piuttosto briosa: «[...] ma volle condurci a Torino, alla Consolata, dicendo che siamo vecchi, sciancati, a dar poco buono spettacolo di noi ai curiosi, e che a Torino alla Consolata nessuno se ne sarebbe accorto. So di aver detto tra me: Nessuno più furbo dei Santi». L Allamano era conscio di non potersi eclissare per quell occasione, perché era troppo conosciuto. Pur raccomandando di non fare delle esagerazioni, accettò di buon grado i sinceri festeggiamenti che gli furono preparati. Un particolare che manifesta il suo senso realistico riguarda le fotografie. Nonostante la sua allergia a lasciarsi fotografare da solo, per quell occasione acconsentì di posare davanti al fotografo. Conserviamo otto fotografie, quattro riprese nel cortile del Convitto e quattro in quello della Casa Madre delle missionarie. P. L. Sales, che era un 15

16 16 po il factotum delle festa rivelò quanto gli disse il Fondatore: «Eh, tanto lo so che la fotografia ci vuole e che la pubblicherete. Per pubblicare una fotografia mostro, tanto vale pubblicarne una decorosa». Durante le riprese, poi, l Allamano dimostrò accondiscendente, come raccntò lo stesso P. L. Sales : «Così pure nell atto di essere fotografato, si rimetteva a qualunque richiesta, sia nostra che del fotografo, sia per la posizione da tenere ecc. proprio come un bambino; e non si stancava anche se lo si fermava piuttosto a lungo». L impressione della festa. Le biografie dell Allamano descrivono la festa per il giubileo d oro. Qui riporto l impressione conservata da Mons. Emilio Vacha, parroco a Torino e molto legato all Allamano: «Ricordo ancora del Canonico Allamano la sua S. Messa d oro celebrata nel settembre del 1923 al Santuario Basilica della Consolata. La pietà con cui lo vidi celebrante, la corona dei superstiti compagni ed il magnifico discorso d occasione detto dal suo compagno Mons. Ressia Vescovo di Mondovì, e l accademia che la sera stessa ebbe luogo alla Casa Madre delle Missioni della Consolata. L impressione rimastami fu tanto soave per la cordialità degli ossequi e la gioia dei suoi figli radunati a festeggiare l amatissimo Padre». Celebrazione alla Consolata. Alle ore 10 l Allamano celebrò la Messa d oro all altare della Consolata nel Santuario, circondato dai 10 compagni di classe ancora vivi. Riporto il ricordo di un laico, il sig. G. Fioritta, esattore comunale di Venaria (TO), che aveva conosciuto l Allamano agli esercizi spirituali a S. Ignazio: «Voglio anche accennare alla Messa d oro celebrata dal Canonico nel suo Santuario della Consolata. Era giorno festivo per il mio ufficio. Il 20 Settembre. Mi recai a Torino e per tempo per assistere bene alla S. Messa dell uomo che tanto bene mi aveva fatto. Ricordo la piccola schiera di venerandi Sacerdoti nel presbiterio, fra cui il Can. Mons. Maffei, compagno di scuola di mio padre. Tenne il discorso il Vescovo di Mondovì, Mons. Ressia, che fra tante belle cose disse: Ricordate compagni, che già fin dai primi anni di studi, Allamano era il primo di noi? Non perché il suo nome incominciava con la lettera A, ma per le sue virtù. Difatti, mentre il Signore ha dato a noi delle croci pesanti a portare, a me un vescovado, a voi una parrocchia ed altro, a lui ha dato la casa gloriosa della sua Madre Santissima a governare. E come l ha governata! Tutti ricordate in che condizioni era questo santuario prima che lui venisse in custodia. Guardiamola ora com è». Effettivamente, di quella celebrazione è ricordato il discorso di Mons. G. B. Ressia, con quella famosa introduzione: «Divoti della Consolata, lo vedete quel piccolo gruppo di venerandi sacerdoti dai capelli bianchi e disposti in corona presso l altare della Vostra Madonna? Sono gli avanzi delle Ordinazioni sacerdotali seguite a Torino nel 1873, cinquant anni or sono. Di ventidue restiamo ancora undici, la metà giusta. [ ]; ed uno tra noi fu precisamente ordinato oggi 20 settembre. Egli era tra noi il primo, non solo per lettera d alfabeto, ma per merito di studio e di virtù, per mitezza d animo, e bontà di cuore; e restò primo per le cariche da lui in seguito coperte, e per la paternità di due famiglie, che ne portano il nome nei centri d Africa». Durante il pranzo tenuto al Convitto, il salesiano

17 Don Giovanni Battista Francesia, uno dei primi discepoli di Don Bosco e direttore degli studi a Valdocco, declamò una lunga poesia di 14 strofe, da lui composta, che senza pretese artistiche è una bella testimonianza sul Fondatore. Riporto l ultima strofa: «Ringraziamo il Signor che volle in voi Collocar tanto spirito di sua mente; - Che vi conceda di star bene e poi Molti altri giorni come il dì presente: - Che un dì col Cardinal [Card. G. Cagliero presente al pranzo] che m ho davante Le nozze festeggiar di diamante!» Accademia in Casa Madre. Il Da Casa Madre, n. 11, 1923, descrive l accademia per il 50 di Messa del Fondatore: «Per le quattro pomeridiane affluiscono all Istituto gli invitati all Accademia. Sono presenti molti Signori e Signore, Professori nostri, Benefattori, i Monsignori Ressia e Pinardi. I portici, l atrio sono trasformati in un grazioso giardino; il salone è addobbato appositamente con damaschi e velluti. Alle 4,30 si scopre il busto in bronzo del compianto amatissimo Confondatore collocato nel centro della parete dell atrio; poi si inizia al canto del nostro Inno. Il trattenimento dura due ore, piacque e riuscì nel completo svolgimento del suo programma con grande soddisfazione. [ ]. Chiuse la giornata la solenne Benedizione del SS. Sacramento, impartita dal Ven.mo Sig. Rettore nella nuova Chiesa delle Suore». Nello svolgimento di questa festa in Casa Madre sono da sottolineare due momenti. Il primo consiste in un atto di sincera riconoscenza dell Allamano verso il suo braccio destro, facendo collocare il busto del Camisassa nell atrio. La costruzione di quella casa l aveva seguita giorno dopo giorno, salendo anche sulle impalcature per controllare da vicino la qualità dei materiali. Peccato che quel busto del Camisassa sia andato perduto, forse durante il bombardamento del Il secondo momento importante è il discorso pronunciato dal P. Tommaso Gays. Era giusto che fosse lui a parlare a nome dell Istituto, perché era il primo missionario della Consolata e, in quel periodo, anche il direttore di Casa Madre. Il tono del discorso è solenne. L oratore, all inizio, porta quattro motivi di festa: «1 più solenne, per lo splendore dell infula sacra di due eccellentissimi Vescovi; 2 più rara, per la ricorrenza cinquantenaria di Ordinazione di un illustre ed intemerato Sacerdote, del Prelato più venerando della Chiesa Torinese; 3 più intima, festeggiando chi, per avermi procurato la fortuna di partire Missionario, mi è amatissimo e veneratissimo Padre; 4 più significativa, perché oggi, innanzi al proprio Fondatore, si prostra riverente e grato lo stesso Istituto, promettente e vigoroso». Il discorso è molto lungo e sincero e, talvolta persino ricercato nella forma. Nel Sito dell Allamano è pubblicato per intero come prima commemorazione. Riporto solo la conclusione, più solenne che mai, che pare quasi la chiusura armoniosa di un concerto: «Padre incomparabile, accetta i nostri auguri... unisciti a noi a renderli efficaci colla preghiera e benedici a noi tutti oggi... con una particolare benedizione. 17

18 Sì, ne benedici, perché ce lo meritiamo... Sì, ne benedici, perché siamo la parte viva e palpitante dell opera tua... Sì, ne benedici, perché siamo trecento. Tre... cen...to! o Padre fortunato!... Come gli Spartani alle Termopili... e per Te... tutti eroi!». Adesioni alle nozze d oro sacerdotali. Le adesioni scritte, tutte pubblicate da P. Candido Bona nel volume IX/2 della sua opera sulle lettere, furono moltissime. Tra tutte, emerge il Breve di Pio XI, che certamente ha commosso il Fondatore per il contenuto che, nella sua umiltà, non si sarebbe mai aspettato. Il Papa unisce addirittura l Allamano al Cafasso, scrivendo quelle memorabili parole: «In te, infatti, [ ] pare abbia lasciato erede del suo spirito l illustre zio Giuseppe Cafasso». Le lettere di partecipazione di cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi, laici di ogni categoria non si contano. Tra tutte, mi piace riportarne due per la loro semplicità e cordialità. La prima è del suo ex domestico Cesare Scovero: «Rev.mo Sig. Rettore, mi pare sia vicino per lei un grande avvenimento cinquantenario di Messa!!! non solo da Torino o da tutta Italia ma da ogni parte del mondo avrà parole e indirizzi da eminenti e grandi personaggi e da amici e beneficati affettuose congratulazioni, lunghi faticosi anni lei sempre lavorò per il bene delle anime e per il soccorso dei bisognosi, ma andiamo avanti finché il Signore vuole; queste sono sue parole Sig. Rettore. Io Sig. Rettore che per ben più della metà di questi lunghi cinquant anni passai al suo servizio e posso dire che quasi tutte le sue S. Messe ho avuto la fortuna di servire o udire mi felicito vivamente più di altre anche grandi persone e faccio voti e preghiere che il buon Dio e la S. Vergine Consolata voglia ancora conservarla a lungo per il bene di chi da lei ha fortuna d avere. Non so col mio scritto esprimermi quanto il mio cuore mi suggerisce, ma abbia dal Signore tutto quel bene che si merita, con rispetto e affezione come un buon figlio a suo Padre. La saluto e le bacio la santa mano. Suo antico servo. Scovero Cesare». La seconda lettera è del Servo di Dio Oreste Fontanella, allora direttore spirituale del seminario di Biella, che aveva indirizzato allievi all Istituto e ammiratore dellallamano: «Umile parola è la mia che giunge forse l ultima, ma vuole essere fra le più sincere e sentite. Oggi, in cui Ella ha la consolazione di vedersi intorno raccolta una parte del bene compiuto nel Suo lungo, svariato lavoro di santo ministero, e il buon Dio sembra anticiparle in terra un poco di quella lode e gioia che immensa Le è serbata in Cielo, io, lontano ma pur vicino alla Sua Veneratissima Persona, comprendo pienamente quello [che] Ella vale e merita, mi unisco a quella immensa falange di anime che ammirano le opere Sue, che imparano dalle Sue virtù e Le vogliono bene, e prego, prego tanto per Lei». 18

19 ATTIVITÀ DELLA DIREZIONE GENERALE SEMPLICEMENTE! P. Stefano Camerlengo, IMC Carissimi missionari, in questo numero del Da Casa Madre prendo la parola perché ho delle notizie importanti da comunicare. 1. SEMPLICEMENTE GRAZIE! Prima di tutto vorrei iniziare questo editoriale con un: SEMPLICEMENTE GRAZIE A PADRE GIUSEPPE RONCO!!! Padre Giuseppe in questi anni è stato l anima e la penna della nostra comunicazione come Missionari della Consolata dall osservatorio di Roma. Ha diretto e guidato con grande maestria e professionalità il nostro Sito: Missionari della Consolata ha curato la redazione della nostra Rivista Il Da Casa Madre, e ha coordinato la redazione di ogni numero della Rivista Interna: Documentazioni IMC. In nome della Direzione Generale ha anche organizzato e guidato i nostri Corsi di Formazione Continua e prodotto riflessioni e documenti per tutto l Istituto. Nella sua vasta esperienza missionaria, prima missionario in Congo, poi in Canada, ed ora in Italia, ha ricoperto diversi servizi all interno dell Istituto ed è sempre stato molto apprezzato anche fuori dall IMC come predicatore e conferenziere. Una profonda vita spirituale gli ha permesso, in tutti questi anni di vita missionaria consolatina, di eseguire i compiti assegnati con finezza di stile, irrorandoli dell acqua buona del Vangelo e della tradizione della Chiesa. Appassionato lettore e acuto osservatore degli avvenimenti del mondo socio-culturale e religioso, Padre Giuseppe con competenza e zelo ha curato il passaggio delle nostre pubblicazioni dall edizione cartacea a quella digitale. Dopo dieci anni di ottimo servizio, anche per Padre Giuseppe è giunto il momento per un cambio. A lui va il nostro più grande e fraterno ringraziamento perché in questi anni ci ha fatto amare di più l Istituto e la missione. Se come Missionari della Consolata abbiamo avuto e abbiamo tuttora un sito aggiornato e una rivista di collegamento ricca e completa si deve alla sua competenza, perseveranza e dedizione: sempre presente ed attento, in quel certosino lavoro di scelta di articoli e foto per non lasciare che il sito di fossilizzi alla ricerca di nuovi lettori senza, naturalmente, perdere i vecchi. Caro padre Giuseppe ti diciamo sinceramente e semplicemente grazie per tutto quello che ci hai trasmesso e per quello che sei stato per noi e la nostra comunità qui al Viale. Ti auguriamo il meglio per il futuro e un ricordo nella preghiera! 19

20 2. SEMPLICEMENTE RACCONTARE LA MISSIONE! Vorrei approfittare di quest opportunità per invitare tutti voi cari Missionari a una profonda riflessione sulla nostra comunicazione e sugli strumenti che da sempre ci siamo dati per informarci, informare e formare all interno del nostro Istituto, per trasmettere la nostra esperienza agli altri, per animare la Chiesa e la società facendoci portavoce degli ultimi, dei senza voce. La Chiesa vede nella comunicazione una via privilegiata dell evangelizzazione e, nello stesso tempo, considera lo scenario comunicativo, una grande sfida. Oggi non c è paese al mondo che non sia raggiunto dalla cultura mediatica e digitale che sempre più diventa luogo di relazioni a livello sociale e personale. Le nuove tecnologie sono risorse che offrono possibilità inedite e vanno considerate positivamente, senza pregiudizi. Sono canali a servizio dell annuncio, della trasmissione della buona notizia del Vangelo di Gesù, dello scambio arricchente tra noi e con gli altri di esperienze, di missione; possono offrire maggiori opportunità d informazioni, di conoscenza circa le nuove forme di solidarietà, di diffusione di valori che arricchisce il pensiero e lo fa diventare patrimonio di tutti. L Istituto, ritiene la comunicazione, un opportunità rilevante per costruire la comunità, nello spirito di famiglia, e vivere la missione. Mentre apprezziamo il dono delle nuove tecnologie, nello stesso tempo siamo chiamati a un uso sapienziale e responsabile di queste nuove possibilità. Certamente dobbiamo prepararci a entrare in questi nuovi areopaghi, in queste nuove piazze comunicative formandoci una coscienza critica, una capacità di valutazione evangelica, attrezzandoci di strumenti e metodi adeguati affinché il nostro carisma e la memoria della nostra missione siano compresi e accolti dalle nuove generazioni. Per questo siamo chiamati ad ascoltare le aspirazioni più profonde, le preoccupazioni, le fatiche delle persone; a capire chi sono e che cosa stanno cercando. Ascoltare è già comunicare. Inoltre per essere efficace la nostra comunicazione deve rispondere ad alcune condizioni importanti: migliorare la conoscenza del linguaggio dei social network per coinvolgere le persone; valorizzare i segni, i simboli e le ricchezze culturali ed artistiche del nostro patrimonio missionario; offrire la testimonianza di uno stile di vita e di scelte coerenti con il Vangelo. Una buona comunicazione dipende dal contenuto che si vuole trasmettere, dalla forma in cui è espresso, dalla relazione tra chi comunica e i suoi destinatari e infine dalla capacità di raggiungere efficacemente un determinato il target. Insomma una buona comunicazione nasce e si sviluppa dall interazione di questi quattro elementi: contenuto, forma, relazione, pubblico. Prima di tutto, la consistenza del contenuto, senza il quale la comunicazione evapora e diventa insignificante; la forma per rendere il contenuto attraente e appassionante; la relazione con i destinatari, parte attiva del processo comunicativo, con cui interagire ed infine l attenzione al il pubblico, cuore della comunicazione su cui calibrare e modulare il messaggio e gli strumenti con cui comunicare. 20

21 3. SEMPLICEMENTE NELLO SPIRITO DI FAMIGLIA! La capacità di comunicare e anche di utilizzare i nuovi linguaggi è richiesta non tanto per essere al passo con i tempi, quanto per permettere all inesauribile ricchezza del Vangelo di trovare modalità di espressione che siano comprensibili e in grado di arrivare particolarmente alle giovani generazioni. Lo sviluppo delle reti sociali - social networks - richiede impegno perché sono alimentate da aspirazioni che abitano il cuore della persona e il cuore di ogni giovane. È importante conoscere i luoghi della rete abitati dai giovani per trasmettere loro i valori del Vangelo. Solo così la comunicazione potrà diventare spazio, dove incontrare Gesù, intessere con Lui legami di amicizia, rispondere ai Suoi appelli di pace, di giustizia, di solidarietà, di amore autentico. I giovani oggi sono cittadini del mondo, attraverso l uso dei nuovi mezzi di comunicazione sognano in grande, sperimentano amicizie nuove, raggiungono orizzonti sconfinati, si aprono facilmente a nuove culture e religioni e a nuovi stili di vita. Se vogliamo incontrarli, dobbiamo entrare in questo spazio sociale globale con competenza, con fiducia e speranza. Impariamo dal nostro Fondatore che mai si è impaurito di fronte alle difficoltà. Con il coraggio e la forza che veniva dallo Spirito Santo ha saputo sviluppare le potenzialità di bene presenti nel cuore di ogni suo missionario, donando concretamente gesti di amore. Non è quanto anche i giovani di oggi hanno bisogno di sperimentare? Carissimi missionari Sappiamo che non tutti abbiamo la possibilità di utilizzare i nuovi strumenti di comunicazione, ma tutti però possediamo un canale privilegiato di comunicazione che può raggiungere in modo credibile e qualificato il cuore e la mente dei giovani: l amore. Quello che Gesù ha portato nel mondo e che noi siamo chiamati comunicare con la testimonianza della vita. Sì, la comunicazione si costruisce amando ogni persona. Dove c è amore, il futuro sta già germogliando. Auguriamoci di diventare canali efficaci di comunicazione che trasmettono amore attraverso la teologia dei gesti, di cui dà esempio luminoso Papa Francesco. Invito tutti a valorizzare sempre di più le nostre pubblicazioni e, in particolari i missionari giovani e le comunità formative a contribuire attivamente nella loro redazione attraverso contributi di testimonianze, di riflessioni e studi sulla missione e sull attualità della vita dei nostri Continenti, nelle diverse lingue e nella modalità comunicativa più opportuna. Il sito web dell Istituto rappresenta un opportunità preziosa per comunicare, offrire le proprie risonanze, dibattere diverse tematiche, socializzare contenuti di qualità. La rivista Da CASA MADRE continua a essere un valido e apprezzato strumento che racconta la vita della nostra famiglia IMC nelle diverse parti del mondo, al passo con i tempi e in ascolto 21

22 delle esigenze attuali. La Rivista Documentazione IMC raccoglie riflessioni e approfondimenti dei nostri missionari su tematiche riguardanti la missione e il carisma. A Maria Consolata, che ha comunicato al mondo la Parola, affidiamo l opera di evangelizzazione che la Chiesa e il nostro Istituto compie, anche tramite la cultura e i mezzi di comunicazione sociale. Ci accompagni in questo cammino di gioia e di speranza, perché la nostra vita, quella delle comunità formative e dei giovani diventi una Buona Notizia comprensibile a tutti perché comunicata attraverso piccoli gesti di umanità verso gli indifesi, i sofferenti, i ricercatori di verità e tutti i privilegiati da Gesù. Semplicemente Dio vi benedica. Coraggio e avanti in Domino 22

23 SIMPLY! P. Stefano Camerlengo, IMC Dear missionaries in the current issue of Da Casa Madre I take this opportunity because I have some important news to give you. 1. SIMPLY, THANKS! First of all I would like to start this editorial with a:... SIMPLY, THANKS TO FATHER GIUSEPPE RONCO!!! Father Giuseppe during these years has been the soul and the pen of our communication as a Consolata Missionary from the Rome Observatory. He directed and guided with great skill and professionalism our Website: Consolata Missionaries he has been in charge of our magazine Da Casa Madre and has coordinated every issue of our Internal Journal: IMC Documentation. On behalf of the Direzione Generale he also organized and led our Ongoing Formation Courses and produced reflections and documents for the entire Institute. In his vast missionary experience, first as a missionary in Congo, then in Canada, and now in Italy, he has held various services within the Institute and has always been greatly appreciated outside the IMC as a preacher and lecturer. A profound spiritual life has enabled him, in all these years of consolatina missionary life, to carry out the tasks assigned to him with fineness of style, watering them with the good water of the Gospel and the tradition of the Church. Passionate reader and sharp observer of the events of the socio-cultural and religious world, Father Giuseppe with competence and zeal has taken care of the passage of our publications from the paper edition to the digital one. After ten years of great service, even for Father Joseph the time has come for a change. To him goes our biggest and fraternal gratitude because in these years he has made us love more the Institute and the mission. If as Consolata Missionaries we had and still have an updated website and a rich and complete connection magazine this is due to his expertise, perseverance and dedication: always present and attentive, in his meticulous work of selection of articles and photos so as to not let the website become fossilized while looking for new readers without, of course, losing the old ones. Dear Father Giuseppe, we sincerely and simply thank you for everything you have given us and for what you have been for us and our community here at the Viale. We wish you the best for the future, promising our remembrance in prayer! 2. SIMPLY TELLING THE MISSION! I would like to take advantage of this opportunity to invite all of you, dear Missionaries, to a profound reflection on our communication and 23

24 tools that we have always set for ourselves in order to inform, inform and form, within our Institute, to transmit our experience to others, animating the Church and society by making us spokespersons of the last and the voiceless. The Church sees communication as a privileged way of evangelization and, at the same time, considers the communicative scenario as a great challenge. Today there is no country in the world that is not reached by media and digital culture that increasingly becomes a place of social and personal relations. The new technologies are resources that offer unprecedented opportunities and should be considered positively, without prejudice. They are channels serving the announcement, the transmission of the good news of the Gospel of Jesus, the enriching exchange of our experience and mission between us and the others; they can offer greater opportunities for information, knowledge about new forms of solidarity, spreading values that enrich our thought and make it a patrimony for all. The Institute, considers communication, a relevant opportunity to build the community, in the family spirit, and live the mission. While we appreciate the gift of new technologies at the same time we are called to a wise and responsible use of these new possibilities. Certainly we must prepare to enter these new Areopagus in these new communication squares forming ourselves a critical awareness, an ability to evangelical evaluation, gearing up the appropriate tools and methods so that our charisma and the memory of our mission are understood and welcomed by younger generations. That is why we are called to listen to the deepest aspirations, the worries and hardships of people; to understand who they are and what they are looking for. Listening is already communicating. In addition, in order to be effective our communication must meet some important conditions: to improve the knowledge of social networking language in order to involve people, to valorise the signs, symbols and the cultural and artistic riches of our missionary heritage, to offer a witness to a lifestyle and choices that are consistent with the Gospel. Good communication depends on the content you want to convey, on the form in which it is expressed, on the relationship between the communicator and his recipients, and finally on the ability to effectively reach a certain target. In short, a good communication arises and develops by the interaction of these four elements: content, form, relationship, public. First of all, the consistency of the content, without which communication evaporates and becomes insignificant; the form to make the content attractive and exciting; the relationship with the recipients, active part of the communicative process, with whom to interact, and finally the attention to the public, the heart of communication on which to calibrate and modulate the message and the means by which we communicate. 24

25 3. SIMPLY IN THE FAMILY SPIRIT! The ability to communicate and also to use the new languages is required not just to be in step with the times, as to allow the inexhaustible riches of the Gospel to find modes of expression that are understandable and can get especially to the younger generation. The development of the social networks requires commitment because they are fuelled by aspirations that inhabit the heart of a person and the heart of every young person. It is important to know the network places inhabited by young people so as to provide them with the values of the Gospel. Only in this way can communication become space, where to meet Jesus, to deal with Him with ties of friendship, to answer His appeals of peace, justice, solidarity, and authentic love. Young people today are citizens of the world, through the use of the new media they dream big, develop new friendships, reach unlimited horizons, open up easily to new cultures and religions and new lifestyles. If we want to meet them, we must enter this global social space with competence, trust and hope. We learn from our Founder who has never been afraid of the difficulties. With the courage and the strength coming from the Holy Spirit he has been able to develop the potential of good present in the heart of every missionary, giving concrete gestures of love. Is not this what young people today need to experience? Very dear missionaries, We know that all of us have the opportunity to use the new communication tools, but we all have a privileged communication channel that can reach in a credible and qualified way the hearts and minds of young people: love; what Jesus has brought into the world and that we are called to communicate with the testimony of our life. Yes, communication is built by loving every person. Where there is love, the future is already sprouting. Let us hope to become effective channels of communication that transmit love through the theology of gestures, of which Pope Francesco gives a bright example. I invite everyone to value more and more our publications, in particular the young missionaries and the educational community should contribute actively in their preparation through contributions of testimonies, reflections and studies on current mission and the lives of our continents, in different languages and in the most appropriate communication mode. The Institute s website is a valuable opportunity to communicate, offer their resonances, debate various issues, socialize quality content. The magazine Da CASA MADRE continues to be a valuable and appreciated tool that tells the life of our IMC family in different parts of the world, in step with the times and listening to the current needs. The magazine IMC Documentation gathers reflections and insights from our missionaries on themes concerning our mission and charisma. To Maria Consolata, who has communicated the Word to the world, we entrust the work of evangelization that the Church and our Institute perform, also through the culture and the media of social communication. May She accompany us on this journey of joy and hope, so that our life, the life of the educational community and of the youth may become a Good News, understandable by all because communicated through small gestures of humanity towards the helpless, the suffering, the seekers of truth and all those privileged by Jesus. Simply, may God bless you. Courage and forward in Domino 25

26 CONSEJO CONTINENTAL IMC AMÉRICA P. Jaime Patias, IMC El Consejo Continental del Instituto Misiones Consolata (IMC) para el continente americano estuvo reunido del 22 al 28 de octubre en la ciudad de Mendoza, Argentina, para reflexionar y programar la misión según los documentos del XIII Capítulo General, el Proyecto Misionero Continental y la Programación de la Dirección General para el próximo sexenio ( ). Participaron el Consejero General para América (P. Jaime Patias), los superiores regionales IMC de Argentina (P. Mauricio Guevara), Brasil (P. Aquileo Fiorentini), Amazonía (P. Manuel Loro), Colombia-Ecuador-Perú (P. Armando Olaya), Venezuela (P. Peter Makau) y un delegado de Canadá-EE.UU.-México (P. Daniel Wolde). Se reflexionó acerca de las decisiones del XIII Capítulo para el Consejo Continental en lo referente a la persona del misionero, formación para la misión, vida fraterna en comunidad, misión ad gentes y economía para la misión. También fueron tomadas decisiones para concretar en las circunscripciones el Proyecto Misionero Continental. Parte de la reunión fue dedicada a la preparación de la Asamblea Continental pos-capítulo General que se realizará del 5 al 10 de marzo de 2018, en Bogotá (Colombia). El objetivo es alcanzar un proceso de revitalización y reestructuración del IMC en el continente. Los misioneros hicieron visitas a la ciudad de Mendoza, celebraciones en el colegio y comunidades, visita a las misioneras de la Consolata y participaron de la ordenación diaconal de los misioneros IMC de la CAF- Mendoza: Danilo Caraballo Carmona, James Mate Muthoka y Joseph Mbarire Chege.. 26

27 IRINGA: CONSELHO CONTINENTAL ÁFRICA P. Diamantino Antunes, IMC Os responsáveis dos Missionários da Consolata de África estão reunidos de 2 a 8 de Novembro em Iringa, na Tanzânia. Trata-se da primeira reunião do Conselho Continental África depois da celebração do XIIIº Capítulo Geral do Instituto (Roma, Maio-Junho 2017). Em base ao caminho continental iniciado alguns anos atrás, o recente Capítulo confirmou o Conselho Continental como instrumento de comunhão ao interno do Continente e entre o Continente e a Direção Geral, com a finalidade fundamental de qualificar e contextualizar a missão Ad Gentes, particularmente no discernimento e na gestão de tarefas que lhe foram confiadas. Estão presentes os superiores das 7 circunscrições do continente África (Quénia-Uganda, Etiópia, Tanzânia, Moçambique-Angola, África do Sul- Suazilândia, Congo e Costa do Marfim) e dois membros da Direcção Geral do Instituto vindos de Roma: Padre James Lengarin, vice-superior geral, e Padre Godfrey Msumange, conselheiro geral para a África. De Dar-as-Salam, capital da Tanzânia, onde cada um chegou do seu país de proveniência, viajámos no dia 1 de Novembro para Iringa que dista cerca 500 km da capital. Do litoral subimos para o planalto central, a 1500 metros acima do nível do mar, onde se situa a cidade de Iringa, sede regional, e centro da actividade evangelizadora dos Missionários da Consolata na Tanzânia. Seguindo a agenda do encontro, os superiores partilharam o caminho de evangelização e formação realizado na sua região e o trabalho de preparação para as conferências regionais que se realização em Foram feitas também os últimos acrescentos ao Projecto Missionário Continental e constituídas as Comissões a nível continental: Formação de base, Formação permanente e inculturação do carisma, Missão Ad Gentes, Animação Missionária e Vocacional e Economia. A maior parte do tempo foi dedicado ao estudo, partilha e programação sobre os temas fundamentais da revitalização e reestruturação que fazem parte da vivência missionária e que são propostos pelo XIIIº Capítulo Geral: identidade de Discípulos Missionários, Formação, Vida fraterna em comunidade, Missão Ad Gentes e a Economia. O trabalho teve como objectivo programar para as Circunscrições de África o que o Capítulo atribuiu à responsabilidade do Conselho Continental. Por último, o Conselho Continental preparou a agenda da Assembleia Continental de África que terá lugar em Bunjo, em Dar as Salam, a partir do dia 8 de Janeiro de Nos tempos livres, os membros do Conselho Continental tiveram a possibilidade de visitar algumas missões e obras geridas pelos Missionários da Consolata na Diocese de Iringa: a Paróquia de Nossa Senhora da Consolata de Iringa, a Missão de Tosamaganga, onde os Missionários da Consolata, em 1919, iniciaram a evangelização desta região retomando a actividade dos Beneditinos alemães; o Seminário Menor da Consolata de Mafinga, a feitoria a Nyamad Farm destinada à criação de gado bovino, e o centro de acolhimento para crianças órfãs Faraja House. 27

28 CASA GENERALIZIA Siamo ormai arrivati all ultimo notiziario di Casa Generalizia per quest anno e ci viene spontaneo augurare a tutti un Santo Natale e un Felice anno 2018, pieno di cose belle, persone interessanti, tanta salute e un cammino verso la santità. Diversi sono gli avvenimenti successi in questi ultimi mesi. Domenica 29 ottobre la comunità di casa generalizia ha celebrato a Nepi la festa della Beata Irene. Durante l Eucarestia padre Stefano ne ha ricordato le doti e il suo amore alla missione e ai poveri: un richiamo per tutti noi a vivere da missionari con il cuore e con la mente come voleva il nostro Fondatore. Il martedì 31 ottobre il nostro confratello padre Josaphat Nabibia W. Ha difeso la sua tesi dottorale THE PROPHETIC CRISIS AND THE SENSE OF THE CALL TO PROPHESY, uno studio esegetico e teologico sul profeta Geremia (20,7-18) molto interessante che ha ricevuto gli elogi dei relatori e un summa cum laude come voto finale. Congratulazioni caro Josaphat e ti auguriamo anni di condivisione e insegnamento dove il Signore ti condurrà. Il prossimo a difendere la sua tesi dottorale sarà il padre Victor Kota. Il primo novembre, giorno dei defunti, ci siamo ritrovati assieme alla comunità di Bravetta al cimitero del Verano per ricordare e pregare per i nostri defunti, in modo speciale per quello che lì NOVEMBRE 2017 P. Renzo Marcolongo, IMC 28

29 sono sepolti. I defunti ci appartengono come memoria viva di vite dedicate alla missione. Gente che va e gente che viene. È la caratteristica della nostra comunità. In questi tempi il padre Renzo è andato in Colombia per dirigere un seminario ai nostri padri giovani che vi lavorano sul tema dell affettività e del burn-out e come queste realtà hanno molto a che vedere con la pastorale. Tornato dalla Colombia è quasi ripartito subito per la Corea a predicare gli esercizi spirituali ai missionari che lì lavorano. Padre Tiziano è invece partito per il Sud Africa per guidare dei corsi di amministrazione ai missionari presenti in Sud Africa. Il consiglio generale è un po sparso per tutto il mondo: padre Stefano e p. Antonio sono rimasti qui a Roma con una breve visita in Portogallo accompagnati dal padre Rinaldo; p. Patias è andato in Argentina, passando per il Brasile per partecipare all incontro continentale Americano; i padri Lengarin e Godfrey sono stai in Tanzania, anch essi per l incontro continentale Africano. Tra gli arrivi qui in casa generalizia c è da notare l arrivo del padre Honoré Tsiditeta, Congolese ma con esperienza missionaria in Tanzania, il quale resterà con noi per un anno partecipando poi al corso di formatori presso l università Salesiana. Benvenuto Honoré e che il Signore ti accompagni. La comunità si è ritrovata per finalizzare il progetto di vita comunitario e di missione, il che ci guiderà per tutto il prossimo anno. Per il momento chiudiamo, e di nuovo auguriamo tante cose belle a tutti con la benedizione del Signore. 29

30 VITA NELLE CIRCOSCRIZIONI COMUNICAZIONE N P. Michelangelo Piovano, IMC Italia 30 Cari confratelli, mentre sono in Sicilia per l Assemblea della CIMI che ha deciso di trovarsi qui dove vive la comunità intercongregazionale che lavora a favore dei migranti, vi mando alcune decisioni prese nella riunione del consiglio che abbiamo fatto a Bravetta il 2 e 3 novembre 2017 ed un pensiero finale. Formazione di base Il rinnovo della professione a Bravetta si farà in occasione dell Eucarestia Missionaria il 25 novembre 2017, mentre i Ministri del Lettorato ed Accolitato verranno conferiti il 5 gennaio Inizio della Comunità formativa di Alpignano La comunità ha iniziato il suo cammino con l arrivo di otto studenti professi guidati da P. George Kibeu e l equipe che con lui lavora. Hanno già iniziato lo studio della lingua italiana ed espletato tutte le pratiche per ottenere il permesso di soggiorno. In occasione dalla Giornata Missionaria Mondiale. durante la celebrazione eucaristica, sono stati presentati alla comunità vicina dei missionari anziani. Attività della Direzione - formazione permanente Incontro giovani missionari della Regione alla Certosa (20 25 febbraio 2018) Si sono fatte alcune proposte per la realizzazione di questo incontro. Si suggerisce che sia un incontro di condivisione tra i missionari e di conoscenza di alcune esperienze significative della zona quali la comunità del Cenacolo di Saluzzo, di don Gasparino a Cuneo e la Comunità monastica cistercense Dominus Tecum di Pra d Mill. Continente Europeo Alla Assemblea Continentale che si realizzerà dal 12 al 15 dicembre 2017 a Fatima parteciperanno per la Regione Italia: i Padri Piovano, Muthoka, Fattor, Coppola, Villa, Pozzoli, Kota, Martin Ruiz, Bovio e Nadia Pellizzari per i LMC. Evangelizzazione/Animazione Missionaria e Pastorale Giovanile Padre Nicholas presenta il volantino nel quale sono raccolte e presentate le varie attività estive in missione e di ad gentes in Europa per l estate In dialogo con alcune circoscrizioni dell Africa si stanno anche fissando alcuni criteri e condizioni

31 per la realizzazione dei campi in missione. È stato ribadito che queste esperienze devono essere ben programmate, preparate e realizzate nelle missioni o parrocchie dove lavorano i Missionari della Consolata. Sempre per quanto riguardo la pastorale giovanile i nostri animatori a turno stanno preparando ogni mese una scheda per incontri e preghiera sulle orme del discepolo amato rivolta ai giovani. Attraverso la segreteria regionale invieremo a tutte le comunità di mese in mese queste schede che potete utilizzare o condividere con altri. Laici Missionari: Padre Osorio cercherà di visitarli nei loro incontri zonali visto che al momento è difficile programmare un incontro comune tra tutti. Amministrazione e Ristrutturazione L amministratore ci informa che le ristrutturazioni di Casa Madre dovrebbero finire entro Natale. È stato chiesto di completare questo lavoro con la costruzione dei bagni per il CAM, per la Chiesa del Fondatore ed il cortile assieme ad una rampa di accesso alla chiesa stessa. Progetto Ristrutturazione CAM/Museo/ Biblioteca: è già stato preparato un progetto per la ristrutturazione e risistemazione di queste tre attività. Si attende il preventivo per poterlo valutare e prendere in considerazione. Si ritiene opportuno inviare una lettera a tutte le comunità della RI a nome del Consiglio e dell Amministratore regionale chiedendo una collaborazione alle spese della Regione per la formazione dei nostri seminaristi. Ogni comunità sarà invitata a contribuire secondo le sue disponibilità economiche. Nel pomeriggio di venerdì 3 novembre 2017 il consiglio regionale con l amministratore si è trovato in Casa Generalizia con il Superiore Generale P. Stefano Camerlengo, il consigliere continentale P. Antonio Rovelli e l amministratore generale P. Rinaldo Cogliati. Si sono trattai alcuni punti in agenda proposti dal consiglio quali la gestione della Residenza Italia 31

32 Italia al Castello di Alpignano che accoglie i nostri missionari anziani, il proseguimento della ristrutturazione del CAM, della Biblioteca e del Museo in Casa Madre, la situazione economica della Regione Italia e le indicazioni date dal capitolo circa l autosostentamento, la revisione delle strutture a servizio della missione, l animazione missionaria e la cura dei benefattori. Si è fatto presente che è importante che vi sia maggior collaborazione e scambio tra la Regione e la Direzione Generale anche nel campo amministrativo. La regione da parte sua non ha nascosto le sue reali difficoltà nella gestione o necessità di alienazione di strutture grandi e difficili da gestire. Tutti siamo chiamati a vivere una vita più sobria e in strutture che ci permettano di fare una missione più semplice e snella. Si tratta di un serio e coraggioso cammino di discernimento che dobbiamo fare e non più rimandare e per questo è anche necessaria la collaborazione e comprensione di ognuno. Il 17 novembre avremo l incontro zonale del Sud a Martina Franca durante il quale faremo anche la memoria dei missionari defunti che ogni comunità è invitata a celebrare. A fine novembre con P. Villa visiteremo anche la comunità della Polonia. Pensiero conclusivo Il ricordo dei nostri confratelli e consorelle defunti ci porta a sentirci in comunione con tutti coloro che nella nostra famiglia hanno dato la vita per il Signore e per la missione con dedizione e passione, tra gioie e dolori, realizzazioni e sconfitte. Sentiamoli vicini, rinnoviamone il ricordo, facciamo memoria dei momenti belli della loro vita vissuti con noi e con la gente. Cerchiamo di riconoscere in loro quella santità ordinaria del bene fatto bene inculcato dal Fondatore. Questo tempo liturgico ci ricorda che anche la nostra vita è un passaggio ed un pellegrinaggio per cui abbiamo bisogno di essere vigilanti, misericordiosi con gli altri e con noi stessi, che non siamo eterni per cui dobbiamo saper accettare i limiti della vita, degli anni, del dolore e della malattia. Ma tutto questo diventa anche materia prima e dono prezioso da offrire al Signore. Coraggio, il Signore ed i Santi sono con noi come compagni di viaggio, la Consolata ci tiene per mano e quando i passi si fanno lenti e pesanti si siede con noi per riposare o ci prende in braccio perché non ci stanchiamo e possiamo continuare il cammino. Deponiamo le armi del giudizio e del pregiudizio, della condanna e del risentimento e ricordiamo che alla fine della nostra giornata saremo giudicati unicamente dall amore che avremo avuto per i nostri fratelli. (Matteo 25) La bella notizia di ieri della promulgazione del martirio di Sr. Leonella Sgorbati ci riempie di gioia e gratitudine mentre ricordiamo le sue ultime parole prime di morire: Perdono, Perdono, Perdono. Preghiamo gli uni per gli altri ed in modo particolare per chi più soffre in questo momento per la malattia, la solitudine, l incomprensione e l esclusione. 32

33 ECO DAL FESTIVAL MISSION IS POSSIBLE Italia P. Tarcisio Foccoli, IMC Ho atteso con tantissima gioia Mission is Possible Brescia Ottobre Ho fatto quanto mi fu possibile per comunicare l avvenimento con i suoi programmi in tutte le realtà in cui mi son trovato. L annuncio era breve : Mission is possible è una nuova Pentecoste non solo sulla chiesa della diocesi di Brescia ma anche su tutta l Italia e tutta la chiesa universale. Dagli organizzatori del Festival ricevetti il mio servizio che dovevo essere impegnato negli Aperitivi e nella presentazione della Mostra presentata dall EMI su il documento fondamentale dell azione pastorale di papa Francesco: Evangelii Gaudium. Ero curioso di sapere che cosa consistevano Gli aperitivi mentre la presentazione di Evangelii Gaudium mi era già familiare, avendola ripetutamente presentata al Meeting di Rimini. Il 12 mattino giunsi a Brescia all ufficio informazioni. Avevo un il fuoco della missione in cuore in linea con il Beato Giuseppe Allamano, fondatore dei missionari,e della Consolata che dice: Ci vuole fuoco per essere apostoli, missionari! Subito feci un giretto per conoscere l ambiente e le strade in cui si volgevano i momenti più significativi. Quanta commozione provai nel varcare la soglia del Duomo Vecchio, chiamato anche la Rotonda per la sua forma architettonica! In questa Rotonda nel lontano 1950, prima di entrare a Rovereto tra i missionari della Consolata, incontrai P. Angelo Bellani, presentatomi da P. Farina Giovanni Battista, allora residente sulla collina di Rovato. P. Bellani nato a Polusco in diocesi di Brescia ma provincia di Bergamo, fu il primo missionario della Consolata non piemontese. Fu ricevuto nell Istituto dallo stesso Beato Allamano IL 16 Agosto L anno seguente P. Bellani parte per il Kenya dove rimane fino al 1929 servendo diverse missioni. Nel 1908 per un incidente e per un operazione male eseguita ebbe una gamba rovinata e irrigidita che lo costrinse a zoppicare molto visibilmente e a cercare nel bastone un appoggio. Questo non ridusse il suo slancio missionario. Reduce dalla missione del Kenya 1929, rientra nella diocesi di Brescia, diventando Il Direttore diocesano delle Pontificie Opere missionarie fino all anno Ricordo P. Bellani, ormai anziano, con lunga barba bianca e il bastone nella sua destra. Al Centro Diocesano Missionario salutandomi Vai e 33

34 Italia diventa missionario, mi disse, fai quello che non sono riuscito a fare io! Un altra gioia provai varcando il Duomo Vecchio. Quasi visibilmente vidi la figura di Mons. Luigi Morstabilini vescovo di Brescia che non soltanto mi impose le mani il 23 Dicembre a Lodrino, ma proprio nel Duomo Vecchio, mi consegnò il primo crocifisso nella solennità dell Epifania del 1977 inviandomi in Sud Africa. Durante le tre giornate del Festival non nascondo la gioia di rivedere e riabbracciare suore, padri, laici e tantissimi ragazzi/e conosciuti in altre circostanze come Convegni o iniziative missionarie. Non potendo essere presente a tutte le manifestazioni dovetti scegliere. Toccanti furono le testimonianze di suore, missionari e laici. Fui presente al Premio Cuore Amico a cui devo la realizzazione di due trivellazioni di pozzi per acqua e diverse le adozioni a distanza per i bambini più bisognosi in Sud Africa. Ma trovai veramente interessantissimi gli aperitivi dove ogni missionario/a poteva sfogarsi nel raccontare le loro esperienze. A me toccò di portare la mia testimonianza con Sr. Giovanna Minardi delle suore dell Immacolata (il ramo femminile del pime) che è pure membro dell equipe della formazione dell accoglienza a Modica in Sicilia. Sr. Giovanna parlò dell esperienza vissuta in Ong Kong prima e poi in Cina. Io presentai la realtà del Sud Africa e le mie arrabbiature per il bene che volevo promuovere nonostante la legge dell apartheit. Purtroppo il tempo fu troppo breve. Tutti i presenti avrebbero voluto avere più tempo a disposizione non solo per ascoltare le testimonianze ma anche per porre ai missionari più domande. Non potevo che partecipare ai gioiosi e rumorosi momenti di danze e ai suoni dei tamburi e chitarre che riempivano le piazze del Centro della città. La presentazione dei superiori/e generali/e degli Istituti missionari fu interessantissima. In poche parole la riflessione cercava di dare una risposta alla domanda: Quale futuro degli Istituti missionari in una chiesa in uscita? Interessantissime la presentazioni. Ha toccato il cuore dell assemblea le parole e la visione di P. Stefano Camerlengo, superiore generale dei missionari della Consolata. Padre, ti ricordiamo soprattutto per i due messaggi che ci hai donato. Il primo riguarda lo stile dell Allamano: Il bene deve essere fatto bene e senza rumore (Beato Giuseppe Allamano) e il secondo presentato con il poemetto La filosofia delle formiche. Sento ancora l abbraccio fraterno dei Padri della Consolata presenti di P. Piovano e di P. Treglia, e del nuovo vescovo di Brescia: Mons. Gianpiero Tremolada. Domenica 15 sera salutai Brescia a malincuore. Mi trovavo nella chiesa di San Leonardo illustrando ad un gruppo la mostra per l ultima volta l Evangelii Gaudium. In questa chiesa si aprì con una solenne celebrazione Mission is Possible. Pregavo sognando di essere uno tra coloro che furono gli inviati al termine della Celebrazione in Duomo Nuovo come chiusura del Festival Missioni s possible. Sento di ringraziare tutti gli organizzatori e i volontari perché in Brescia ho potuto ringiovanirmi nello spirito e nel corpo e gustare profondamente che la missione è sempre Cristo, il missionario del Padre, che riempie sino a traboccare il cuore di chi lo incontra e lo vive. Si, mi recai a Brescia con il fuoco della missione, ma ora posso dire che quel fuoco è divenuto un grande falò! Auguro che si ripeta il Festival a Brescia o altrove! Ma intanto dico che mi sento orgoglioso e riconoscente, diletta Brescia, di appartenerti e di portare soprattutto nei futuri sacerdoti come visitatore PUM il fuoco e il falò che mi hai donato. Spero di non deluderti! 34

35 LA CIMI VISITA LA COMUNITÀ MISSIONARIA INTERCONGREGAZIONALE DIOCESI DI NOTO Italia CIMI Mercoledì 8 novembre la Conferenza degli istituti missionari in Italia (CIMI) ha fatto visita alla comunità missionaria intercongregazionale, della Diocesi di Noto, a sud della Sicilia. Siamo stati accolti dai 4 missionari che, al momento, compongono la comunità: Suor Giovanna (Missionarie dell Immacolata PIME), P. Gianni (Missionario della Consolata), Suor Rachele (Missionaria della Consolata), e P. Vittorio (Missionario dei Padri Bianchi). L obiettivo nella visita era conoscere da vicino questo progetto pilota a servizio dei migranti e ringraziare la Diocesi di Noto per averli accolti. La prima tappa della nostra visita ci ha portati a conoscere il progetto Presidio di Caritas Italia, dove P. Gianni e Suor Rachele lavorano in stretta collaborazione con i laici del progetto. Siamo stati accolti nell oratorio della parrocchia San Corrado dei padri Canossiani, la sede attuale del Presidio. Abbiamo conosciuto il parroco Padre Pietro Bettelli, sacerdote canossiano, Giorgio Abate responsabile migranti nella Caritas e Maria Grazia, una delle volontarie. Il progetto Presidio nasce come risposta al fenomeno del grave sfruttamento dei lavoratori stranieri in agricoltura. I missionari offrono a queste persone tanto ascolto e, presso le aule dell Oratorio, si prodigano per: i documenti, lo studio della lingua, per risolvere alcuni problemi sanitari, per il servizio legale e di inserimento. Padre Pietro Bettelli ha mostrato molta gratitudine per la visita. Questi muri - diceva - non hanno mai visto tanti missionari tutti in una volta!. Anche per noi questa è stata un occasione per capire l importanza di questo progetto e il prezioso servizio che i nostri missionari stanno offrendo insieme ad altre realtà. Da Pachino siamo passati al porto di Pozzallo, il maggiore della provincia di Ragusa e fra i più importanti della Sicilia. Nel 2016 sono sbarcati 35

36 Italia migranti in 56 sbarchi. Nel corso del 2017 sono già passati all hot spot di Pozzallo circa persone in 30 approdi. Mentre eravamo al porto abbiamo assistito all arrivo della nave che portava un gruppo di sopravvissuti al naufrago di un gommone proveniente dalla Libia. In quella nave c era anche un bambino di due anni senza vita. Ad un certo punto tutti abbiamo fatto silenzio. Stavamo guardando con i nostri occhi ciò che sempre assistiamo in TV. Questa volta tutto stava accadendo davanti a noi. Tanti uomini, donne e bambini sarebbero scesi da quella nave in cerca di un futuro migliore. Al porto abbiamo conosciuto il dott. Angelo Gugliotta, responsabile dell emergenza sanitaria degli sbarchi. Davanti a quel triste arrivo ci ha detto: alle volte ci vorrebbe soltanto un po di umanità per far sì che il destino di queste persone fosse diverso. Ancora nel porto abbiamo conosciuto un gruppo di giovani che fanno parte di una associazione, Siciliamigrantes, un progetto che monitora alle politiche migratorie, contingenti ed emergenziali. Dopo la visita a questi luoghi che ci hanno fatto toccare con mano la realtà migratoria della Sicilia, siamo stati nella casa dei nostri missionari. Un piccolo appartamento messo a disposizione dalla Diocesi. L incontro con loro ci ha fatto apprezzare ancora di più il loro impegno: la scuola di italiano, il servizio nel carcere maschile di Modica, il servizio diretto ai migranti insieme a Caritas di Noto, di altre Diocesi e di altri istituti presenti nel territorio, l educazione alla mondialità nelle scuole e la condivisione della loro testimonianza in varie realtà. Insieme abbiamo constatato la validità del progetto e fatto alcune valutazioni sul futuro. Ringraziamo per la loro passione che rendono tutto questo possibile. Nel pomeriggio abbiamo vissuto la quarta tappa del nostra visita con alcuni incontri significativi che ci hanno mostrato l audacia di tanti giovani nel campo sociale e la progettualità creativa di varie associazioni. 36

37 Tra questi il progetto Crisci Ranni. Fabio Sammito, educatore referente, ci ha presentato il progetto come un cantiere educativo collocato tra la parte alta e bassa della città di Modica. Prende nome dall antico rito pasquale con cui, al suono della campane che annunciano la risurrezione, si lanciano in alto i bambini augurando loro di crescere. I bambini che ne fanno parte sono aiutati nei compiti scolastici, imparano regole di vita attraverso lo sport e varie altre attività. Un altro progetto La casa don Puglisi, progetto diretto all accoglienza di mamme con bambini in difficoltà Visitando questa realtà abbiamo potuto ascoltare il direttore della Caritas di Noto, il prof. Maurilio Assenza. Un incontro profondo che ci ha permesso di comprendere il servizio della Caritas nella chiesa locale di Noto e lo spirito missionario che la anima. La nostra visita si è conclusa con la visita al Vicario generale, Mons. Angelo Giurdanella e al Vescovo Mons. Antonio Staglianò ai quali abbiamo detto il nostro grazie per l accoglienza e la stima offerta ai missionari. Nel muro della casa don Puglisi abbiamo trovato scritta una frase che può far sintesi di questi giorni. Don Pino diceva: Se ognuno di noi fa qualcosa allora si può fare molto. Anche noi ci siamo sentiti parte di questa chiesa che vuole fare molto con il poco di ciascuno. Il nostro poco da mettere a servizio dei poveri è oggi anche la comunione fra i nostri istituti da cui nasce la comunità missionaria intercongregazionale di Modica. Italia 37

38 Colombia FORMACIÓN PERMANENTE DE LOS MISIONEROS JÓVENES IMC Consolata Andina Del 23 al 27 de octubre fue realizado en la Villa Marianella, en Chinauta, el encuentro de formación permanente para los sacerdotes y hermano IMC que tienen entre 5 meses y 8 años de ordenación sacerdotal o profesión perpetua. En un clima de mucha fraternidad y alegría, participaron 15 misioneros (14 sacerdotes y 1 hermano) provenientes de Colombia, Brasil, Kenya, Mozambique, Uganda y Corea del Sur y que trabajan en la Región Colombia-Ecuador- Perú. El tema del encuentro es afectividad en la vida misionera y fue orientado por el P. Renzo Marcolongo, IMC. Se reflexionó acerca de la afectividad y de las dimensiones de la sexualidad, emociones, soledad y espiritualidad; también se trabajó sobre o estrés, burnout (agotamiento) y exorcismo. 38

39 SIMPÓSIO SOBRE O MAGISTÉRIO MISSIONÁRIO DO PAPA FRANCISCO Num tempo especialmente missionário, quando o Papa Francisco acaba de convocar para Outubro de 2019 um mês missionário extraordinário para retomar com novo impulso a transformação missionária da vida e da pastoral, os Missionários da Consolata organizaram na Arquidiocese de Maputo um Simpósio Missionário. Decorreu de 25 a 28 de Outubro no Centro de Espiritualidade e Missão de Laulane-Maputo e tinha como tema o Magistério Missionário do Papa Francisco e as suas incidências para a evangelização em Moçambique. Foi uma ocasião para religiosos e religiosas de diferentes congregações falarem sobre missão em Moçambique. Os palestrantes (D. Edgar Pena, núncio apostólico em Moçambique, P. Alvaro Lopez, P. Cláudio Pamazi, P. Luciano da Costa Ferreira, Irmã Mar) e os diferentes testemunhos (Centro Hakumana, Terra Viva, Cemirde, etc.) apresentam a Missão no Magistério do Papa Francisco e a sua incidência para a evangelização em Moçambique, particularmente sobre a resposta que se está a dar, como Igreja local, aos novos desafios sócio-pastorais, nomeadamente o tráfego de órgãos humanos, a descriminação e perseguição aos albinos, a pandemia do HIV- SIDA e o sofrimentos dos infectados e afectados, P. Diamantino Antunes, IMC o desafio ecológico e o papel da mulher na evangelização. O Papa Francisco está enriquecendo, com os seus gestos e palavras, o já rico magistério missionário. Com insistência, ele desafia toda a Igreja a sair de modo a estar continuamente em estado de missão. Como discípulos missionários de Jesus, ele recorda, os católicos não podem perder a alegria da evangelização. No final do Simpósio Missionário foram redigidas e aprovadas as conclusões do encontro. Inspirando-se no Magistério do Papa Francisco sente-se a necessidade de beber juntos no poço da missão. A Missão, como nos recorda Papa Francisco, é uma fonte onde se vai buscar a alegria do Evangelho. Uma alegria que deve ser vivida, testemunhada e comunicada. Romão João Majone foi ordenado sacerdote dia 29 de outubro em Mapinhane. A ordenação do diácono Romão João Majone foi realizada na Paróquia de São José de Mapinhane, Diocese de Inhambane. Foi um acontecimento religioso e festivo que mobilizou as comunidades cristãs da Paróquia de Mapinhane e da paróquia Mozambico 39

40 Mozambico de Vilanculos, que muito colaboraram na organização e dinamização da liturgia e do acolhimento. A celebração decorreu ao ar livre e foi muito participada. O diácono Romão entrou na Ordem dos Presbíteros pela imposição das mãos e pela oração do Bispo de Inhambane, Dom Adriano Langa, que presidiu a celebração eucarística. Concelebraram um bom grupo de missionários da Consolata de Inhambane e do Maputo e alguns sacerdotes diocesanos. Na homilia, o bispo de Inhambane fez uma catequese muito concreta sobre o sacerdócio e sobre a importância dos presbíteros enquanto mediadores entre Deus e o seu Povo. Chamou atenção aos presentes para a importância de respeitarem, valorizarem e apoiarem os seus sacerdotes. No final da celebração, em ação de graças, o novo sacerdote dançou de alegria com a sua mãe e avó e empolgou a assembleia de muitos fiéis que se juntaram para assistir à ordenação. Seguiu-se o almoço e um momento de confraternização. A Missão de São José de Mapinhane, do norte da diocese de Inhambane, foi fundada pelos missionários da Consolata em Padre Romão é natural de Mapinhane, no distrito de Vilankulo, onde nasceu a 24 de Abril de Entrou no Seminário Propedêutico orden4dos Missionários da Consolata em Nampula em De 2008 a 2010 frequentou o seminário de Santo Agostinho da Matola-Maputo onde realizou o curso de Filosofia. Em 2011 fez o ano de Noviciado e emitiu a profissão religiosa no dia 26 de Dezembro desse ano. Terminou a sua formação sacerdotal no Seminário Teológico da Consolata em Nairobi (Quênia) no ano Em Fevereiro de 2016 foi enviado para Kampala (Uganda) para realizar o ano de serviço missionário. Em 18 de Fevereiro de 2017 foi ordenado diácono, em Nairobi. Com esta ordenação sacerdotal, o número de sacerdotes missionários da Consolata naturais de Moçambique sobe para

41 «O SACERDÓCIO NÃO É UM PONTO DE CHEGADA» Jovem queniano vai ser ordenado sacerdote, juntamente com mais quatro diáconos da Consolata. A ordenação será celebrada em festa pela população da terra onde nasceu O diácono Antony Malila, jovem queniano que acaba de completar o ano de serviço (estágio pastoral), na comunidade da Consolata de Águas Santas, Maia, vai ser ordenado sacerdote, juntamente com mais quatro companheiros, também da Consolata, nesta sexta-feira, 20 de outubro, dia feriado naquele país africano, numa celebração que vai ter lugar no Consolata Seminary Langata, em Nairobi. Nos últimos dias (9 a 18 de outubro) participou num retiro espiritual, juntamente com os outros quatro diáconos que com ele vão ser ordenados, em preparação para a esta grande celebração. «Vai ser uma experiência única para mim e para a minha família», confessa. Malila, tem quatro irmãos, é da tribo Kamba, e perguntado se se sente preparado para o importante passo que vai dar, na consagração a Deus e à missão como padre missionário da Consolata, diz ter as ideias claras: «O que Deus quer na minha vida é servir as pessoas. Não é um caminho para ganhar poder, mas é servir para ser santo. O sacerdócio não é um ponto de chegada, mas o início de uma nova caminhada, à qual Deus me está a chamar». Diz também ter todo o apoio da família, na sua caminhada vocacional. «Todos crescemos na Igreja Católica. Só uma irmã não gosta muito de ir à Igreja. Os meus pais e os meus irmãos são católicos e apoiam-me muito em tudo aquilo que eu preciso. Para eles é uma bênção de Deus ter um membro que vai ser ordenado. Sempre que vou a casa o meu pai lembra-me que `para ser padre é preciso ser santo, algo parecido ao que consolata.pt dizia o fundador da Consolata, o beato Allamano: `Primeiro, santos, depois missionários. Fala-nos ainda de um irmão que também o ajudou muito. «O meu irmão, desde que eu estava no seminário me questionava: `Mas tens certeza que queres ser padre, ou é só poder?. `Não, eu sinto que Deus me está a chamar, respondia-lhe. E então ele me dizia: `Conta com a minha oração. Se é a vontade de Deus, Ele sempre te irá guiar e vai mostrar-te o caminho justo. Agradeço muito a família que tenho». A Missa Nova vai ser no próximo domingo, 22 de outubro, Dia Mundial das Missões. Depois vai haver ainda a missa na família, na casa onde nasceu. Malila, explica: «As pessoas querem saber onde tu nasceste e querem fazer festa, ali. Gostam de vir ali celebrar, de se sentirem parte da família. É uma tradição muito forte, no Quénia. Muitas vezes há mais gente na missa da casa do que na da paróquia». Após todas estas celebrações, o neo-sacerdote volta a Portugal para continuar o trabalho já iniciado na animação missionária e pastoral juvenil. Portogallo 41

42 I AM WRITING TO YOU FROM GUADALAJARA P. Paolo Fedrigoni, IMC DCMS First, a dear greeting to you from myself and from all our confreres here in Mexico. This is my first visit to our Mexico Group. I have been here for three days by now and I really thank the Lord upon seeing the great things that our confreres here have done in the nearly 10 years of their presence in this country. They live in the new house that they had being built for them last year in San Antonio Juanacaxtle, a barrio in the periphery Est of Guadalajara. It is amazing to see how everybody we meet along the roads around greet us happily as they know the Consolata Missionaries! Let us accompany our confreres, all of us in the Delegation, with our prayer! Today in the Church we remember St Martin of Tours - in his life and death - and my memory goes back to the farewell we gave to Fr. John Reuther at the beginning of the week in Hamburg NY. His body was laid for the wake, on Saturday Nov 4 afternoon at the local Funeral Home and on Sunday evening in the local Church, with the chalice that he had being handmade for him and with his fishing pole at the side. The Knights of Columbus, of which Fr. John was a member and had been a chaplain for 15 years, mounted the guard of honor. Many people went to pay a visit to him and quite a number gave their witness on how Fr. John had touched their life in a unique way. They would remember how he would welcome each person making him or her feel at once at peace and how Fr. John would manifest God s unlimited mercy in the Sacrament of Reconciliation. Some would tell stories of leisure moments spent with him being out fishing on the lakes and rivers of US and Canada and of deeply participated Eucharists being said before sharing at the table with him. On Monday, Nov 6, the Funeral Mass was held at his home Parish of St.s Peter and Paul in Hamburg. The Parish were John received the Sacrament of Christian Initiation and was ordained a priest. The Eucharist was presided over by Fr. Paolo Fedrigoni, the Religious Superior, and was concelebrated by Fr.s Nelson 42

43 Lachance, James King ori, Timothy Gatitu, Michael Mutindwa, as well as by Fr. Pat the local Associate Pastor, Fr. Vincent, Fr. Joe and Fr. O Connor (the Buffalo Diocesan Priests of the Parishes where Fr. John had exercised his ministry for many years). Joanne, Fr. John cousin, placed the cross on the casket; while Fr. Nelson, who did the Noviciate with Fr. John, placed the book of the Gospels. The People of Praise, of which Fr. John was a chaplain, led the singing and played the music. Among those who paid a visit during the wakes or were present at the Funeral Mass were a delegation of the Sisters of St. Joseph - who had hosted Fr. John in their house, when it had become difficult for him to move around without a wheelchair, a brother of Fr. Van Hager and a brother of Fr. Lenny DePasquale with their wives, other priests and friends. Abiding to Fr. John s will, the homily was given by Deacon Gary Andelora, who said he owes his being a Permanent Deacon to Fr. John, he recalled some utterly enjoyable moments (on the lakes, mainly!) spent with him, mentioned some of the people who have been close to Fr. John particularly since he had been sick and had Mr.s Marjorie Stanley stand up, in the middle of the assembly, amid everybody clapping their hands at her in gratitude for all she had been doing for Fr. John for many a year. We, Consolata Missionaries, his family and quite a throng of people accompanied Fr. John from the church to the local St. Peter and Paul cemetery and laid him in his family grave. Everybody commented that we have said farewell to a good man. It is surely a great loss for us Consolata Missionaries as Fr. John was our only presence left in West New York State. By welcoming everybody and manifesting to them the beauty of God s providence and mercy he has been a missionary in his own country in an unforgettable way. We are confident that now from Above Fr. John will continue to accompany all his friends and the Consolata family to which he felt so identified for nearly fifty years here on earth. DCMS 43

44 VITA NELLE COMUNITÀ CONSOLATA EM ANGOLA: UMA HISTÓRIA COM FUTURO P. Diamantino Antunes, IMC Funda Depois de muitos anos, os Missionários da Consolata cumpriram o sonho do seu fundador, o beato José Allamano: criar missões em Angola. Em 1920, por falta de missionários, teve de recusar o convite que lhe fora feito nesse sentido. Finalmente, em 2014, foi iniciada a presença 44

45 do Instituto Missionário da Consolata (IMC) num segundo país lusófono em África, depois de Moçambique. Os estudos para a abertura da missão em Angola iniciaram em Motivos vários, ligados sobretudo à opção pelas periferias urbanas, levaram à escolha da região metropolitana de Luanda para a abertura das duas primeiras comunidades da Consolata. Três missionários jovens padres Silvestre Oluoch Ogutu, queniano, Fredy Gómez Pérez, colombiano, e Dani Romero Gonzalez, venezuelano, dão os primeiros passos em agosto de 2014 para a criação da paróquia de Santo Agostinho de Kapalanga. Acompanham a comunidade cristã na sua caminhada de fé e de esperança, sobretudo constituem uma presença de consolação. Foram muito bem recebidos. Vivem numa casa alugada como a maior parte das famílias do bairro. A pé ou usando transporte público, percorrem diariamente o imenso bairro de Kapalanga para a assistência religiosa e o conhecimento dos seus fiéis. Aos poucos deramse a conhecer aos católicos do bairro e prestam uma assistência pastoral às sete capelas existentes no território. Os missionários contam com a generosidade e colaboração da comunidade cristã local. Tudo quanto se tem realizado, tem-se feito com o esforço de todos: a vedação do terreno da paróquia, a legalização dos terrenos das capelas e até a construção do salão-igreja. O estado da nova paróquia é saudável e a sua maturidade e crescimento é possível porque os fiéis sabem partilhar os seus bens. Nos finais de 2016, o padre Sylvester deslocase da paróquia de Kapalanga para Funda para iniciar uma nova paróquia em Funda, na diocese de Caxito. Algumas semanas depois, dois novos missionários da Consolata recém-chegados a Angola são enviados para reforçar a ação missionária. Em poucas semanas mobilizam os catequistas e leigos no intuito de traçar estratégias para o bom funcionamento da nova paróquia. No dia 8 de abril de 2017, com a presença do bispo de Caxito, António Francisco Jaca, de muitos sacerdotes e religiosas, e autoridades civis, além de grande número de fiéis, foi aberta oficialmente a paróquia de Nossa Senhora da Consolata de Funda. O bispo de Caxito agradeceu aos Missionários da Consolata por aceitarem esta missão e manifestou a sua surpresa pelo que viu feito em tão pouco tempo. Destaquese a construção da sede provisória da paróquia. Exortou os fiéis e catequistas a trabalharem juntos em comunhão com os missionários. A paróquia de Funda fica a 60 quilómetros de Luanda, foi desmembrada da paróquia de Santo António de Kifangondo e compreende uma vasta área composta por 20 comunidades cristãs com a respetiva capela. A maioria dos seus habitantes dedica-se à agricultura. Funda 45

46 DIA MUNDIAL DAS MISSÕES: PARÓQUIA DE NOSSA SENHORA DA CONSOLATA P. Diamantino Antunes, IMC Massangulo 46 Vigília Missionário marca Sábado, véspera do dia mundial das missões. A vigília missionária, quase toda animada pelos jovens. O número de pessoas que acorreram não foi elevado mas não restou dúvida para aqueles que participaram que valeu a pena. Um ambiente de entusiasmo e criatividade juvenil intercalou facilmente textos, cânticos e mensagens previamente preparados inspirados na mensagem do papa Francisco. Rico foi também o silêncio que deu consistência às palavras e permitiu a comunhão com esse Deus que vive na vida de todos quantos são e se sentem missionários. No Domingo, dia 22, a Eucaristia foi celebrada às 8h00. A comunidade congregou-se num ambiente festivo de acção de Graças a Deus por todos os missionários espalhados pelo mundo e pela nossa Paróquia em particular. A animação da liturgia esteve a cargo dos jovens que, com os seus cânticos alegres e entusiasmo festivo, despertaram em toda a assembleia a vontade de elevar preces de agradecimento a Deus pelo Dom da Igreja missionária e pelos missionários da Consolata que ao longo dos anos foram dando o melhor de si mesmos pelo bem da Paróquia de Massangulo. Depois da missa toda a comunidade, em duas filas se encaminhou em procissão recitando o terço até à base do monte Massangulo. Na base do monte, aqueles que se achavam capazes iniciaram a subida ao monte cruz. Os outros regressaram a suas casas satisfeitos por ver tanta alegria e determinação nos mais jovens. Foi um dia fantástico. No cimo do monte, os cânticos, a vista deslumbrante das paisagens salpicadas de elevações próximas e distantes e o calor do dia e dos jovens criavam uma harmonia festiva e alegre difícil de descrever. Não foram poucos os que pediam de ficar um pouco mais, mas a missão esperava-os junto daqueles que não puderam ou conseguiram subir, todos desceram. O almoço partilhado, as brincadeiras amigáveis, as acrobacias das liambas ao jeito de Tarzan bem como as escorregadelas inevitáveis da descida deram aos jovens o desejo de partilhar com todos o que lhes ia na alma e de seguirem em frente com a chama acesa nesta igreja missionária.

47 DE MENDOZA MISIONEROS PARA EL MUNDO Hace 5 años, el Instituto Misiones Consolata comenzó a proyectar un nuevo estilo de comunidad en función a la formación y al apostolado. Este nuevo formato de comunidad pretendía tener un grupo pequeño de jóvenes seminaristas viviendo juntos con los misioneros que trabajan en una misión concreta. El sueño de un todo un Continente se hizo realidad cuando el Consejo Continental en Toronto de 2012, decidió dar el primer paso y dejar que Argentina sea la primera en plantar esta nueva experiencia en Mendoza. Sacerdotes misioneros y jóvenes misioneros en formación viviendo juntos para compartir, crecer y formarse en la misión. A principio del 2014 dio inicio la primera Comunidad Apostólica Formativa (CAF) en la Parroquia de Nuestra Señora de la Misericordia en Las Heras, Mendoza, Argentina. Desafiados por la pastoral de periferia urbana todos los miembros de la comunidad programan y participan activamente de la vida apostólica y la vida comunitaria. La formación y el acompañamiento mutuo entre Autore misioneros en la CAF, ha dado muchos frutos en el proceso de establecer, construir y madurar la misión en comunidad. El pasado 28 de octubre 2017 fueron ordenados Diáconos 3 seminaristas que iniciaron el proyecto CAF en el continente. Diac. James Mate Muthoka(Kenya), Diac. Danilo Dario Carballo Carmona(Colombia) y Diac. Joseph Mbarire Chege(Kenya) han sido ordenados por la imposición de manos de Mons. Dante Braida, obispo auxiliar de la arquidiócesis de Mendoza, en la Parroquia de Nuestra Señora de la Misericordia. Estuvieron presentes el consejero general, P. Jaime Patias y los superiores del Continente América; P. Peter Makau(Venezuela), P. Manolo Loro(Amazonia), P. Aquileo Fiorentini(Brasil), P. Armando Olaya(Colombia), P. Daniel Wolde Sugamo(México). También acompañaron el evento los misioneros de la Región Argentina, padres y seminaristas diocesanos, hermanas MC y laicos. P. Mauricio Guevara, Superior de la Región Argentina, agradeció a la comunidad parroquial que había organizado y preparado con todo el corazón esta solemne celebración. Mendoza 47

48 OCTOBRE 2017 Pèlerinage Portugal Italie Les Missionnaires de la Consolata d Amérique du Nord En septembre dernier, un groupe de 32 pèlerins, amis et bienfaiteurs des Missionnaires de la Consolata de Montréal, Toronto et Somerset (USA) sont partis pour Fatima au Portugal, puis Assise, Rome et le Vatican. Ils y ont vécu une profonde expérience spirituelle. L accompagnateur, le père José Martins Fernandes, missionnaire de la Consolata d origine portugaise, a guidé les participants avec dynamisme tout au long du parcours. Célébrations du 100 e anniversaire des apparitions mariales à Fatima, visite des grandes basiliques de Rome, du Musée du Vatican, de sites historiques en plus d un pèlerinage à Assise, le programme était riche et varié. Le groupe, animé d une rare complicité, a eu la chance d assister à l audience papale du mercredi sur la Place Saint-Pierre. L expérience fut fort enrichissante à tel point qu elle sera reprise en Serez-vous, chers lecteurs et lectrices, du pèlerinage 2018? La destination ainsi que les détails seront dévoilés très bientôt. saluait le personnel de l hôpital confronté à un fort achalandage hospitalier avec 196 patients. Il remercie chacune et chacun pour tout ce que vous faites pour la mission et demande au Seigneur de vous bénir. Montréal 48 Père Richard Larose Parti de Montréal le 15 septembre, le père Richard est arrivé à Kampala en Ouganda le 17, où il devait y acheter les médicaments commandés par le père David pour l hôpital. Il en a aussi profité aussi pour se reposer un peu avant d entreprendre son fastidieux périple vers Neisu : autobus jusqu à Paidha, à la frontière RDC/Ouganda, taxi collectif vers Bunia puis, le 26 septembre, avion pour Isiro. Cueilli par le père David, le nouvel administrateur, il s est arrêté à la maison des IMC d Isiro et a repris la route vers Neisu. Le lendemain matin, il

49 HOMOLOGAÇÃO DE TERRA INDÍGENA DEBATIDA EM UNIVERSIDADE Francisco Pedro Raposa Serra do Sol Líderes indígenas deslocam-se a Brasília para dar a conhecer a situação da Raposa Serra do Sol, depois da homologação. Missionário português a trabalhar em Roraima, Brasil, diz que há ainda muitas fragilidades Uma comitiva de líderes indígenas da Raposa Serra do Sol vai estar em Brasília, Brasil, entre 2 e 6 de outubro, para dar a conhecer os avanços que as comunidades indígenas têm conseguido depois da homologação. Das várias atividades em que participarão, destaca-se uma conferência na Faculdade de Direito da Universidade de Brasília (dia 4) dirigida não só à população universitária, mas à sociedade em geral. A homologação da Terra Indígena Raposa Serra do Sol, no estado de Roraima, em 2005, é considerada um ponto chave na história recente do reconhecimento e garantia dos direitos fundamentais dos povos indígenas, principalmente o direito à terra e o território. Num momento que as decisões políticas ameaçam fazer retroceder estes direitos, os líderes querem mostrar que a conquista «deve ser compreendida como um impulso, e não um empecilho, para a demarcação e homologação de todas as terras indígenas». Para Andé Ribeiro, 60 anos, missionário da Consolata, a homologação da Raposa Serra do Sol foi o culminar de uma luta de décadas, mas há ainda muito por fazer para assegurar a estabilidade e sustentabilidade dos cerca de 25 mil indígenas que vivem na região. «Os setores da saúde e da educação continuam muito precários», admitiu o sacerdote português, numa passagem por Fátima. «O governo Federal até envia dinheiro para os projetos, mas a nível local há muita corrupção e as coisas não funcionam», disse o missionário, dando o exemplo de alguns projetos na área da saúde em que são contratados médicos e enfermeiros, que pura e simplesmente «não fazem nada» no terreno, por falta de condições estruturais e de equipamentos, ou dos kits para produção agrícola (camião, trator e alfaias agrícolas) que o governo distribuiu, «mas não chegam às comunidades». Segundo André Ribeiro, ainda há brancos que receberam indemnizações para sair da área indígena e continuam dentro da região demarcada, «a criar problemas». E há os municípios de Uiramutã, Normandia e Pacaraima, que foram criados antes da homologação «e continuam a funcionar como um cancro», pois fomentam as divisões entre indígenas. «A homologação devia ter sido acompanhada de um plano de sustentabilidade, o que não aconteceu», lamentou o missionário. 49

50 DIES NATALIS 50

51 P. JOHN REUTHER, IMC Nato il 5 dicembre 1937 a Lackawanna (NY) negli USA, dopo gli studi di base nella città natale, continuò nelle scuole superiori a Alfred, fino ad ottenere il diploma in Agricoltura all Associate Degree in Agriculture. Dal 1963 al 1968 studiò filosofia presso Holy Apostles Seminary di Cromwell. Nel fece il noviziato a Buffalo ed emise la professione religiosa il 22 agosto Continuò negli studi teologici a Washington DC presso il St Paul s College e fu ordinato sacerdote il 29 settembre 1973 da Mons. E. Head a Hamburg. Dal 1973 al 1977 fu Amministratore a Pittsburgh e poi a Buffalo, dove nel 2000 divenne superiore di comunità. Nel 2015, malato, si ritirò in una casa di riposo nei pressi di Buffalo. E deceduto il 1 novembre 2017 al Millard Fillmore Suburban Hospital di Buffalo NY (USA) per cedimento cardiaco. Aveva 79 anni di età, di cui 48 di Professione Religiosa e 44 di Sacerdozio. 51

52 P. GERMANO DASSIE, IMC Nato l 1 settembre1926 a Fontanelle, provincia di Treviso - (Italia), dopo gli studi fatti a Vittorio Veneto, Cereseto e Varallo Sesia, entrò in noviziato alla Certosa di Pesio, dove emise la professione religiosa il 2 ottobre Proseguì gli studi di teologia a Torino, dove viene ordinato sacerdote dal Card. Maurilio Fossati il 29 giugno Destinato alla Colombia, fu viceparroco a Tocaima, professore a San Felix e poi a Bogotà, dove sarà anche Superiore del Seminario dal 1961 al Per due anni, in seguito, fu Superiore della Casa Provinciale e Parroco della Parrocchia della Consolata. Dal 1970 al 1971 fu Superiore a Bedizzole. Ritornato in Colombia venne destinato come Parroco a Bucaramanga e dal 1973 al 1976 Amministratore regionale. Passò alcuni anni, dal 1976 al 1985, in Spagna, come Vice Superiore regionale e amministratore. Poi fu destinato all Argentina, dove lavorò nella pastorale a Pirané e a Mendoza. Nel 1992 venne in Italia e dopo un corso di aggiornamento a Roma e cure mediche a Torino. Ritornò in Argentina come Parroco a San Francisco e a Mendoza. Nel 2000, malato, fu destinato ad Alpignano, nella Residenza Socio Sanitaria Beato Giuseppe Allamano S.R.L, dove è deceduto il 17 novembre Aveva 91 anni di età, di cui 69 di Professione Religiosa e 65 di Sacerdozio. 52

53 P. ANGELO PAROLA, IMC Nato a Centallo (Cuneo) il 4 gennaio 1942, dopo le scuole medie nel Seminario di Fossano, entrò a Vittorio Veneto nel 1960 per gli studi superiori e proseguì con lo studio della filosofia a Rosignano. Fece il noviziato alla Certosa di Pesio ed emise la professione religiosa il 2 ottobre A Roma, nell Università di Propaganda Fide, studiò teologia e ottenne la licenza. Fu ordinato sacerdote a Fossano il 5 luglio 1969 da Mons. Dadone. Dopo un periodo di preparazione in Inghilterra, venne destinato in Tanzania, come vice parroco a Kisinga e Irole, Parroco a Nyabula e a Kifumbe. Fu formatore a Tosamaganga e a Mafinga, poi vice parroco a Ngololo e parroco a Kisinga. Dal 1990 venne nominato parroco di Madibira, dove rimase fino al 2000, data in cui divenne procuratore a Dar es Salaam. Dal 2014 al 2016 fu animatore pastorale a Mjimwema e infine, per un anno, nel Centro missionario di Fossano, in Italia. Il 26 agosto venne destinato ad Alpignano, nella Residenza Socio Sanitaria Beato Giuseppe Allamano, dove è deceduto il 21 novembre Aveva 75 anni di età, di cui 54 di Professione Religiosa e 48 di Sacerdozio. 53

54 Perstiterunt in Amore Fraternitatis Sommario LA GRAZIA DI DIO SI E FATTA VEDERE... 4 RICORDANDO MAMMA CAROLINA... 9 SULLE ORME DI PAOLO E BARNABA DI SACERDOZIO...15 SEMPLICEMENTE!...19 SIMPLY!...23 CONSEJO CONTINENTAL IMC AMÉRICA...26 IRINGA: CONSELHO CONTINENTAL ÁFRICA...27 NOVEMBRE COMUNICAZIONE N ECO DAL FESTIVAL MISSION IS POSSIBLE...33 LA CIMI VISITA LA COMUNITÀ MISSIONARIA INTERCONGREGAZIONALE DIOCESI DI NOTO...35 FORMACIÓN PERMANENTE DE LOS MISIONEROS JÓVENES IMC...38 SIMPÓSIO SOBRE O MAGISTÉRIO MISSIONÁRIO DO PAPA FRANCISCO...39 «O SACERDÓCIO NÃO É UM PONTO DE CHEGADA»...41 Sommario 1 Gv 4,8 Da Casa Madre Mensile dell Istituto Missioni Consolata Redazione: Segretariato Generale per la Missione Viale delle Mura Aurelie, ROMA - Tel. 06/ C/C postale sgm@consolata.net I AM WRITING TO YOU FROM GUADALAJARA...42 CONSOLATA EM ANGOLA: UMA HISTÓRIA COM FUTURO...44 DIA MUNDIAL DAS MISSÕES: PARÓQUIA DE NOSSA SENHORA DA CONSOLATA...46 DE MENDOZA MISIONEROS PARA EL MUNDO...47 OCTOBRE HOMOLOGAÇÃO DE TERRA INDÍGENA DEBATIDA EM UNIVERSIDADE...49 P. JOHN REUTHER, IMC...51 P. GERMANO DASSIE, IMC...52 P. ANGELO PAROLA, IMC...53

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