SS. Vergine Consolata,

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1 da Casa Madre Anno 96 N.06 Giugno 2016 Perstiterunt in Amore Fraternitatis ISTITUTO MISSIONI CONSOLATA SS. Vergine Consolata, Sud Africa.

2 FRAMMENTI DI LUCE MADRE DI MISERICORDIA P. Giuseppe Ronco, IMC 2 L amore di Dio per l uomo non è un amore qualsiasi: è un amore misericordioso capace di prendere su di sé la nostra miseria e liberarci dal male che ci tormenta. E un Dio "ricco di misericordia" (Ef 2,4), che in Gesù rivela perfettamente la misericordia del Padre. In questo si è manifestato l amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo perché noi avessimo la vita per Lui. In questo sta l amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati (1Gv 4,9-10). Segno visibile della misericordia La Vergine di Nazareth è il luogo e il segno più trasparente di questo rivelarsi di Dio. Scelta per essere la Madre del Figlio di Dio, Maria è stata da sempre preparata dall amore del Padre per essere Arca dell Alleanza tra Dio e gli uomini. Ha custodito nel suo cuore la divina misericordia in perfetta sintonia con il suo Figlio Gesù (MV 24). Fu la prima e la più perfetta discepola di Cristo (prima et perfectissima Christi discipula) (MC 35), ma per vocazione e scelta speciale fu chiamata a diventare la Madre di Dio, dando volto umano alla misericordia del Padre, che è Gesù. Il sacrificio del Servo sofferente e il sacrificio della Serva si unirono nell offrire all umanità intera il dono della divina redenzione. Il Figlio era stato da lei generato perché fosse la misericordia dell umanità. Prima di venire riconosciuta e invocata come «madre di misericordia», Maria è testimone della misericordia del Signore. Ne ha fatto un esperienza unica e irrepetibile, divenendo per noi modello insuperabile da imitare. Ha sperimentato in sé il mistero della misericordia di Dio che si estende lungo tutta la storia e nella casa di Zaccaria cantando il Magnificat lo riconosce: "ha guardato all umiltà della sua serva", di generazione in generazione la sua misericordia si stende a quelli che lo temono. M.D. Philippe affermava: La misericordia l avvolge fin dal punto di partenza, totalmente e completamente; tutta la sua vita non cessa dal ricevere con pienezza la misericordia di Dio. Questa misericordia è destinata a introdurla nell amore che ha la forma d un amore di misericordia. A Natale e nella Pasqua L incarnazione del Verbo, prima manifestazione dell amore misericordioso di Dio, è accaduta nel suo grembo, luogo di ricamo dell umanità del Figlio. La misericordia del Padre si fa persona.

3 Il Verbo si è fatto carne. E diventata Albergo santo del Figlio, dirà Clemente Rebora. Liberamente lo ha accolto nel suo grembo, facendosi strumento della redenzione e offrendo la sua libera collaborazione: Fiat! Giungerà a sperimentare in sé la consolazione di Israele che tutto il popolo attendeva, e offrendolo nel Tempio perché tutti lo vedano e lo riconoscano. Già prima lo aveva portato da Elisabetta, lasciando la mistica tranquillità della sua casa e mettendosi in strada. Maria era stata informata che la parente Elisabetta era al sesto mese di gravidanza. Ella si muove e va là dove la chiama l'urgenza di un bisogno. «In fretta» esprime la sollecitudine di recare il giovanile aiuto all'anziana parente. L'amore al prossimo qui rivela la sua grande capacità di compiere opere misericordia, in aiuto all umanità bisognosa. Ma la perfetta rivelazione di Dio ricco di misericordia avviene nella morte e nella risurrezione di Gesù. Maria è presente, e si rende conto che il modo di amare di Gesù è quello di dare la propria vita per la salvezza di tutti. Presso la croce, Maria insieme a Giovanni, il discepolo dell amore, è testimone delle parole di perdono che escono dalle labbra di Gesù. Il perdono supremo offerto a chi lo ha crocifisso ci mostra fin dove può arrivare la misericordia di Dio. Maria attesta che la misericordia del Figlio di Dio non conosce confini e raggiunge tutti senza escludere nessuno (MV 24). Capisce che il suo essere stata preservata dal peccato dipende da questo mistero pasquale, e in forza della risurrezione del suo Figlio, al termine della sua vita terrena, non conoscerà la corruzione del sepolcro. Nel mistero della sua Assunzione avrà una chiara comprensione dello sguardo di bontà che il Signore aveva posato sulla sua miseria: è stata completamente preservata da ogni peccato e dalla corruzione della morte. Intercede per noi La sua misericordia continua ancora. A Cana e nella visita ad Elisabetta, Maria si manifesta come madre di misericordia perché piena di compassione verso ogni persona bisognosa. Sant'Epifanio le attribuirà il titolo di multocula, colei che è tutt'occhi per soccorrere i miseri di questa terra. Oggi, ai credenti di tutti i tempi ella non cessa di additare Cristo come un tempo lo presentò ad Elisabetta e al Battista, ai pastori e ai magi, a Simeone ed Anna, ai convitati di Cana e agli Apostoli, aiutando tutti ad incontrarlo. Con amore di madre ella coopera alla rigenerazione e formazione dei figli (LG 63), e Così ora esprime la sua gratitudine verso Dio offrendosi agli uomini come refugium peccatorum, rifugio dei peccatori (E. Schillebeeckx, Maria, Madre della Redenzione). Sotto il manto della sua misericordia divina, Maria prepara la rigenerazione spirituale dell uomo. S. Bernardo, infatti, aveva definito Maria acquedotto che tramette Dio e al contempo Madre che si è fatta tutta a tutti e aprendo il seno della sua misericordia, affinché tutti ne ricevano, lo schiavo il riscatto, l'infermo la salute, l'afflitto il conforto, il peccatore il perdono, Dio la gloria, di modo che non vi sia, poiché ella è sole, chi non partecipi del suo calore (S. Bernardo, Opera omnia, V, Roma 1968). La Vergine stessa rivelò a Santa Brigida: Io son la Regina del Cielo e la Madre di Misericordia: 3

4 sono la gioia dei giusti e la porta per introdurre i peccatori al cospetto di Dio. Non vi è sulla terra peccatore che sia esecrato a tal punto da essere privato della Mia Misericordia (Rivelazioni a S. Brigida). Il culto nel Medioevo La nascita della devozione in onore della Madonna della Misericordia è legata al ritrovamento della preghiera Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio in Egitto nel IV secolo, ritrovamento che si è espresso nella venerazione del mantello di Maria a Bisanzio (la copertura della chiesa a Blacherne). L aspetto giuridico della protezione del mantello Il simbolo del mantello come segno di particolare protezione da parte della Madonna è stato assunto dai credenti cristiani da un retaggio legalizzato nella vita pubblica. Quando tra gli antichi popoli greci ed ebraici qualcuno metteva un bambino sotto il proprio mantello, dichiarava pubblicamente che questo era suo figlio. (J.-P. BATELJA, La Madonna della Misericordia in Istria, Atti, vol. XLIII, 2013) Massimo il Confessore (+662) nella Vita di Maria ne mise in evidenza il motivo: era veramente la Madre della misericordia, la Madre del Misericordioso, la Madre di colui che per noi s incarnò e fu crocifisso, per effondere su di noi, nemici e ribelli, la sua misericordia. Nel IX secolo l idea della misericordia della Madre di Dio apparve anche nella liturgia. Alcuin (+804), grande teologo di quei tempi, compose alcune messe votive Messe votive a lode di Maria e alcune omelia. Resta comunque la Salve Regina la preghiera più diffusa alla Madre della Misericordia. Fatta conoscere da san Bernardo e dall'abate Pietro il Venerabile, questa preghiera si diffuse rapidamente nei monasteri dei diversi Ordini Religiosi del Medioevo, e poi anche tra i fedeli. Alcuni storici ne attribuiscono la composizione ad Ademaro di Le Puy ( 1098), uno degli animatori della prima crociata, mentre altri l attribuiscono a Ermanno lo storpio che l avrebbe composta a Reichenau, un isoletta del lago di Costanza. San Bernardo l arricchì con i titoli finali o clemens, o pia, o dulcis virgo Maria, aggiunti nella vigilia di Natale del 1146 mentre pregava nel Duomo di Spira. Papa Gregorio IX, nel 1250, la prescrisse come conclusione della preghiera di compieta. La Salve Regina si presenta come una supplica alla Madre di Dio riconosciuta come Madre della Misericordia, che è Gesù stesso. In essa ci si rivolge a Maria come Regina e Madre della Misericordia in quanto è Madre del Figlio di Dio. L antifona ha il carattere della preghiera cristologica e il testo sottolinea che lo scopo definitivo della Sua Misercordia è Cristo: dopo questo esilio mostraci il frutto del seno Tuo Gesù. 4

5 Nell Occidente Maria come Madre di Misericordia fu venerata in modo molto particolare dall abbazia benedettina di Cluny (fondata nell anno 910), e diffusore zelante di questo culto era l abate Sant Odone (+942). Giovanni di Salerno, nella Vita di Odone di Cluny (942), riferisce che Odone era solito chiamare Maria madre di misericordia, perché lei stessa apparendogli gli aveva confidato Ego sum mater misericordiae (Vita Odonis cluniacensi). Il titolo esprimeva una maternità misericordiosa, che fu rapidamente accolta dalla devozione privata. Per lei si scriverà il Te matrem laudamus, trasposizione in chiave mariana del «Te Deum laudamus», sorta lungo il secolo XII, che darà a Maria il titolo di vena misericordiae. La diffusione definitiva nella Chiesa del culto alla misericordia di Maria fu merito di San Bernardo da Clairvaux (+1153). Egli godette di grande autorità e il suo insegnamento pose le basi di questa devozione per i secoli futuri. Per capire meglio il titolo di Madre di Misericordia dato a Maria, bisognerebbe studiarlo e contestualizzarlo nel periodo in cui nasce: il Medioevo. Con la caduta dell Impero Romano di Occidente e le invasioni barbariche alle porte, la società si organizza prima in struttura feudale e poi in Comuni. Il gettito fiscale diminuisce e la gente si impoverisce. Sarà la nascita del monachesimo a ridare fiducia a questa società in crisi e a preservarne la cultura. All inizio del VII secolo Maometto riuscì a fare degli arabi una nazione, fondando lo stato teocratico e dando origine all Islam. Cominciano a circolare eresie e nel 1231 nasce il tribunale dell Inquisizione. In questo clima agitato, quando incominciano ad affermarsi delle etnie berbere e turche a danno degli Arabi, Papa Urbano II indisse le Crociate cui partecipò una larga parte del popolo cristiano. Tre altri avvenimenti caratterizzarono questo periodo, creando incertezze: la cattività del Papa ad Avignone, lo Scisma d Occidente e la guerra dei 100 anni tra il Regno d Inghilterra e il Regno di Francia. In questo clima variegato e turbolento, il popolo cristiano sente il bisogno di avere una Madre che lo protegga, un avvocata che lo difenda e che lo soccorra. Nella società di quei tempi si ricorreva alla Castellana del Feudo quando i pericoli erano incombenti. Inizia l elaborazione di una teologia e di una devozione di notevole grandezza, rivisitando il messaggio biblico e la riflessioni degli antichi Padri. Era sempre viva nella memoria la lettera di Cirillo di Alessandria a Nestorio, in cui afferma La Vergine santa ha generato fisicamente secondo la persona Dio unito alla carne. Bisognerà certo distinguere con cura le esclamazioni ammirative e le laudi devozionali dalle affermazioni dogmatiche esplicite e dai testi liturgici, ma il risultato sarà un patrimonio di valore inestimabile che arricchirà tutta la storia della chiesa. Anche la preghiera si arricchisce dando origine ad antifone e laudi ancor oggi usate, recitate sotto forma di sacre rappresentazioni sul piazzale delle cattedrali. Si pensi soltanto al celebre Stabat Mater o al Pianto della Madonna di Jacopone 5

6 da Todi, o all Inno acatisto, opera di Romano il Melode, da recitarsi in piedi, solennemente cantato per salvare Costantinopoli dalla caduta. La Legenda Maior ci spiega da dove proveniva la grande devozione mariana di San Francesco, dicendoci che circondava di indicibile amore la Madre del Signore Gesù per il fatto che ha reso nostro fratello il Signore della maestà e ci ha ottenuto misericordia (Fonti Francescane, 1165). In un Oraziale visigotico leggiamo: Ancella e madre santissima del Verbo nella profondità della tua misericordia accogli il popolo che a te ricorre (In Lodi alla Madonna, 1979). Le cattedrali si arricchiranno di un iconografia della Madre di Misericordia, rappresentando Maria che stende un grande mantello sotto cui trova riparo tutta l umanità. Famose sono La Madonna della misericordia di Piero della Francesca a Firenze, nella Loggia del Bigallo, e il Polittico della Misericordia a Sansepolcro; oppure quella di Domenico Ghirlandaio, di Lippo Memmi e più tardi la Virgen de las Cuevas di Francesco de Zurbaràn. Si potrebbe continuare a lungo l elenco di tali testimonianze e preghiere. Termino proponendo un canto molto conosciuto, della tradizione carmelitana, composto nell XI secolo: Salve, o Madre di misericordia, Madre di Dio e Madre del perdono, Madre della speranza e della grazia, Madre piena di santa letizia, o Maria! Salve, o decoro del genere umano, salve, o vergine più degna di ogni altra! Tu, che superi tutte le vergini e siedi più in alto nei cieli, o Maria! Sii, o Madre, il nostro sollievo; sii tu, o vergine, il nostro gaudio: fa' che anche noi dopo questo esilio possiamo aggiungerci ai cori dei celesti, O Maria! 6

7 BEATA IRENE STEFANI LETTERE ALL ALLAMANO Beata Irene Stefani Limuru, , Veneratissimo ed Amatissimo Padre, voglia, Veneratissimo Padre, perdonare la mia pigrizia, per il mio lungo silenzio di cui il dovere, anzi il bisogno dell animo, mi rimproverava ognora, ma che io purtroppo mi lasciai vincere da quella maledetta (pigrizia). Ne sono pentita, gliene chiedo scusa, e Le prometto per l innanzi maggior impegno e docilità anche a questo mio dovere di viva riconoscenza che a Lei devo per tutto ciò che Lei fece e fa ognora per me. Prestar assistenza a questi miseri ammalati, doppiamente infelici, è grande opportunità, ed il Signore benedetto fa vedere i veri prodigi della Sua grazia anche nelle Anime di questi poveri derelitti. Vi sono Anime bramose e docili agli insegnamenti religiosi, che uniamo all assidua assistenza che prestiamo loro, alcune ve ne sono avide, altre invece non ne vogliono sapere; e di queste ne successero diverse a me. Oh, sì che in questi frangenti, mi dicevo, essere per me giunte le ore nere, che Lei Veneratissimo Padre ci prediceva costì! Rammentando i Suoi insegnamenti seguivo pure gli esempi della brava Sr. Cristina, unendo alle preghiere qualche sacrifizietto ed entrambe pratichiamo sempre il consiglio datoci dal Rev. Padre Panelatti: ricordiamoci sempre che il nostro Veneratissimo Padre Fondatore a Torino è un vero Missionario di tutto il mondo, e non della sola Africa, come Egli diceva, non dimentichiamoci dunque di unire la nostra intenzione all opera Sua, vi troveremo l aiuto potente. Difatti in realtà ne constatiamo i salutari effetti, specie nella conversione di Anime ostinate. Sua Devotissima e Obbligatissima figlia Sr. Irene Limuru, gennaio del 1919, Veneratissimo ed Amatissimo Padre, fui richiamata al Masari per la grazia incomparabile di fare 10 giorni di Santi Esercizi Spirituali ed è proprio in questo sacro ritiro che ebbi la possibilità di sentire le preziose Sue conferenze che Lei tiene là a coteste fortunate Figlie, le quali, da vere e buone Consorelle, vengono partecipando pure a noi che tanto siamo ansiose di così preziosa manna, con il graditissimo e benefico Diario che ci inviano. Mi sembra di ritornare ai beati tempi trascorsi 7

8 costì, a godere della preziosa Sua compagnia e mi sento come infondere nuova energia a ben praticare quanto ci va additando. In questo Sacro Ritiro feci i seguenti proponimenti. Di prediligere sempre le occupazioni che all occhio umano sembrano piccole, e di farmi violenza a mantenermi sempre uguale di carattere, per qualunque contrasto che trovasse la mia debolezza, perciò riguardo alla pazienza nel trattare con questi poveri neri. Un solo (atto) contrario anche minimo li impressiona male, tanto che non lo scordano né col lungo tempo, né in luogo lontano. Alfine di poter essere una vera e Santa Missionaria quale mi desidera e ben praticare questi miei propositi, prostrata in spirito ai Suoi piedi, mentre le bacio la sacra destra, sono a pregarla d una Santa Benedizione. Sua Devotissima e Obbligatissima figlia Sr. Irene. Alcune sue parole, frasi, pensieri Quando era su questa terra, aveva scritto sul un quaderno personale pensieri e riflessioni scaturite, molte volte, dalle giornate di preghiera e silenzio e anche dall esperienza concreta della vita missionaria. A volte li ha espressi anche nelle lettere inviate ad alcuni parenti. Ecco qui alcune: Gesù solo! Tutto con Gesù. Nulla da me. Tutta di Gesù Nulla di me. Tutto per Gesù! Nulla per me Ah mio Signore! Se avessi da vivere anni infiniti, se avessi forze infinite, se avessi un cuore capace di amare infinitamente, tutto, tutto impiegar vorrei in amare e servire Te, per corrispondere a tante grazie da Te ricevute Gesù non vi chiedo che la pace, la pace e più di tutto l amore, un amore senza limiti, senza misura Amare sempre, amare tutti, ma amare con Dio, come Dio, in Dio e per Dio Quando si ama veramente non si prova fatica e tutto diventa possibile Carità grande e sempre molto compatimento Poter dire: Io sono Irene di Gesù e meritare la risposta: Io sono Gesù di Irene A me sembra che le prove siano un grande aiuto per distaccarci dalla terra Amerò la carità più di me stessa Gesù! Se avessi mille vite le spenderei per Te Magnificat! Esperimento su di me che il trono della misericordia di Dio è la miseria umana Dio sopra il nulla dell umiltà crea un mondo di perfezioni La missionaria è colei che ha cuore per amare, mani per aiutare, bocca per annunciare Seminare gioia e felicità senza raccogliere lodi Dolcezza, affabilità grande, molta, molta pazienza Visite frequenti a Gesù Sacramentato: Tu sei lì, io sono qui ; giaculatorie, occhiate, aspirazioni, comunioni spirituali frequenti "L ultimo nostro pensiero la sera sia a Gesù Sacramentato e pure svegliandoci rammentarlo La SS. Eucaristia! Preparazione fin dalla sera; vita eucaristica; orario dettatoci dal Veneratissimo 8

9 nostro Padre Fondatore Il nostro Veneratissimo Padre Fondatore tutte le notti si alza, si mette in ginocchio per terra e fa Comunioni spirituali e preghiere a Gesù Sacramentato. Così anche noi L Eucaristia è il nostro tesoro, la nostra difesa Accostarci alla S. Comunione con umiltà, confidenza, amore Mansuetudine ad esempio di N. S. Gesù Cristo. Rendersi agnelli mansueti Far molto conto delle piccole cose; soffrire con buona volontà tutti i malesseri Non vi è maggior segno di essere cari a Dio che patire allegramente e per amor suo Pensiamo a Gesù, quel nome adorabile ci ricorderà quello che dobbiamo fare per mantenere i nostri propositi O Gesù, se avessi mille vite le spenderei per Te! Umiltà. Dio sopra il nulla dell umiltà crea un mondo di perfezioni. Gesù altro non è che amore Alle persone della sua Missione: Ricordatevi che siete figli della stessa madre, Maria Santissima Abbiate sempre fiducia nel Signore, e non sarete delusi Amatevi e spargete il seme del Vangelo Non dobbiamo essere giudici di pace, ma angeli di pace Ritorna a essere buono, a cercare il bene, tutto il bene, compreso quello dell anima dei tuoi cari Datti da fare per diffondere il Vangelo Vivete in buona armonia e Dio non mancherà di benedirvi molto Se vuoi acquistare qualche virtù rivolgiti a Maria Santissima. Considera l amore e l umiltà che ella possiede; modellati su di lei. Ella ti darà la forza per ottenere quanto ti occorre per la salvezza "Pensieri di Suor Irene riportati nel libro Al lume di una lanterna Fatti coraggio e sii felice, perché Dio ti ama molto Siate molto contenti perché Dio vi ama assai, ma anche voi amatelo come Egli vi ama Preghiamo molto a vicenda e diffondiamo il Vangelo Dio ha voluto nella sua bontà, che Maria fosse nostra Madre: viviamo degnamente come suoi veri figli Abbiate sempre fiducia nel Signore e non sarete delusi Fortificati con l amore verso Dio: pensa e desidera con grande fiducia il paradiso "Dio non rifiuta niente a chi lo prega bene e con fede" Dio sia benedetto! È lui la causa della nostra salvezza Prega il Signore con tanto amor Gesù risorto faccia risorgere i nostri cuori, e ricordati che Egli è morto sulla Croce per noi Dove il cuore dell uomo non riesce da solo a superare la prova, il Signore può sempre giungere a dargli forza Dio ha scelto i nostri cuori e ci insegna che sono essi la cosa che Egli desidera maggiormente Dovunque ti trovi, prega sempre Maria Santissima 9

10 L ALLAMANO NELLE SUE LETTERE UNITÀ DI VITA E DI AZIONE P. Francesco Pavese, IMC 10 È conosciuta l'idea con cui l'allamano iniziò l'istituto. Aveva dato vita ad un gruppo di missionari che vivessero e operassero insieme. Spiegava questa sua idea con due espressioni integrate una nell'altra: spirito di corpo e spirito di famiglia. Con spirito di corpo l'allamano intendeva sottolineare l unità soprattutto di azione dei suoi missionari. Quando scrisse da Rivoli la famosa lettera al Card. A. Richelmy, per sentire il suo pensiero definitivo sulla destinazione del lascito di Mons. A. Demichelis, subito prospettò l'idea di un gruppo di missionari «uniti in date regioni, guidati da Superiori e che lavorassero non per arricchirsi, ma per il solo amore delle anime» (II, 459). In quel primo periodo, come appare dalla lettera citata, l'allamano pensava ancora a missionari piemontesi, ma questa restrizione la superò ben presto, come appare dall'accettazione del P. A. Bellani entrato nell'istituto nel 1904 e qasi subito partito per il Kenya. Il primo Regolamento, quello del 1901, alla Parte III, art. 17 recitava: «Questa unione di intendimenti e di sforzi è come l anima e la vita dell Opera; da essa dipende in gran parte la conservazione del buon spirito dell Istituzione, ed in essa principalmente troveranno i singoli membri l aiuto e incoraggiamento vicendevoli che tanto giovano a mantenersi saldi nella vocazione». Quando parlava di spirito di famiglia il Fondatore generalmente si riferiva alla vita in comunità, perché immaginava l'istituto non come un collegio, ma come una famiglia. Non si accontentava di formare a questo doppio spirito i giovani in Casa Madre, ma accompagnava pure i missionari in Africa con suggerimenti per aiutarli a viverlo. Le sue lettere ne sono una testimonianza eloquente. Lo indicò in modo lapidario, ma efficace, a Don A. Borda-Bossana, membro della seconda spedizione, nella lettera del 3 aprile 1903: «V. S. ben capisce come il mio cuore è con voi per aiutarvi ad essere santi missionari» (III, 553). Dopo avergli suggerito alcune norme di vita, continuò: «Tante altre norme riceverà dalla mia lettera a Don Gays e da quella dei Vice Rettore al Teol. Perlo. Io desidero fra voi carità, grande tolleranza e spirito di allegrezza...» (III, 554). Questo era il clima che il Fondatore voleva fin dall'inizio nella missione: unità nell'obbedienza e serenità nei rapporti tra i missionari. Il 24 aprile 1903 partirono per il Kenya 6 missionari (P. S. Scarzello, P. R. Bertagna, P. G. Giacosa, P. M. Arese, Ch. G. Cattaneo, Fr. B. Falda). Il giorno prima, 23 aprile, il Fondatore scrisse nuovamente a P. A. Borda-Bossana, supponendo che sarebbe stato messo come

11 responsabile in una missione e lo incoraggiò a seguire le norme che egli aveva inviato a P. T. Gays sul modo di comportarsi con gli indigeni riguardo salari, mance e cose di questo tipo. E aggiunse: «Io prego che ciascuno sappia sacrificare le proprie opinioni per il bene, e vi sia tra voi vera fraternità e nessuna scissura o malumore...» (III, 569). Quando stava per giungere in Kenya il quarto gruppo di nuovi missionari (P. D. Vignoli, P. Francesco Cagliero, P. G. Barlassina, Fr. A. Jeantet, Fr. A. Negro), che sarebbe partito il 24 dicembre 1903, il Fondatore inviò una lettera circolare a quelli che erano già sul posto, datata 27 novembre, nella quale ribadiva la necessità di vivere lo spirito di fede, di carità, di sacrificio, di umiltà, come aveva loro insegnato prima che partissero. Riguardo lo spirito di carità scrisse: «L'ultimo ricordo che diedi a voi primi che partiste, e che rinnovai ai secondi ed ai terzi era questo: che vi amaste come veri fratelli in N.S.G.C., che: sol non occidesset, non dico super iracundiam vestram [che il sole non tramontasse, non dico sopra la vostra ira], ma neppure sulla menoma mancanza d'amore vicendevole. Le notizie finora pervenutemi, mi assicurano che siete cor unum et anima una [un cuore solo e un'anima sola], e quanta sia la mia consolazione non ve lo posso esprimere» (III, 687). Era così forte la convinzione del Fondatore sull'importanza di questo spirito di unione nella vita e nell'azione che trovò addirittura positivo il fatto di aver dovuto affidare a P. F. Perlo la doppia carica di superiore e di economo, dopo le dimissioni di P. T. Gays. Quando scrisse, oggi, forse può sembrare una forzatura, ma le parole della lettera del 23 dicembre 1903 sono inequivocabili: «Ma in questo io trovo un tratto di provvidenza, che consiste nell'unità di viste e di azione tanto necessaria in principio delle nostre missioni, anche a costo di rallentare alquanto nell'espansione e nel miglioramento materiale [ ]. V. S. non si consumi in lavori e viaggi faticosi, ma operi per mezzo di tutti; è da prudente il sapere operare per mano altrui anche con qualche difetto nell'esito delle opere» (III, ). Uno dei testi più significativi sull'unità di azione si ha nella lettera a P. F. Perlo del 6 maggio Il Fondatore aveva ricevuto le conclusioni della prima Conferenza di Muranja e, dopo averle esaminate, mandò la sua approvazione, aggiungendo dei criteri operativi molto belli: «Approvo tutte le conclusioni senza eccezione, e desidero che si eseguano in ogni loro parte. È però necessario che V. S. vigili e faccia vigilare per la pronta, costante e cordiale esecuzione. L'uniformità in tutti, a dispetto di qualche idea migliore in qualche caso pratico, deve vincere» (IV, ). Il Fondatore non si accontentò di offrire dei criteri di azione per i missionari tramite P. F. Perlo, ma dopo alcuni mesi, il 6 gennaio 1905, scrisse loro una lunga circolare, nella quale, oltre a tanti argomenti trattati, si trovano parole di alta saggezza ancora in riferimento alla Conferenza di Muranja: «Le norme dunque il Signore ve le ha ispirate, l'importante è ora il metterle in pratica con esattezza e perseveranza. Anche su questa osservanza ebbi finora notizie assai confortanti; permettetemi tuttavia che io insista sulla piena e costante loro esecuzione. Certo che l'esperienza suggerirà ancora variazioni e aggiunte [ ], ma per il momento, e fino a nuove istruzioni del vostro Superiore, è indispensabile che ognuno 11

12 12 si attenga strettamente alle disposizioni fissate, e non si permetta di fare varianti, né coll'idea del meglio, né colla scusa che i metodi stabiliti non danno i risultati che si speravano. Se nell'atto pratico a qualcuno paresse utile qualche cambiamento non conviene che lo faccia di sua iniziativa, ma ne riferisca al Superiore di costì e ne attenda la decisione» (IV, ). Dopo questa lettera circolare, il Fondatore in breve lasso di tempo ne inviò altre. In tutte il discorso dell'unità è presente. Il 25 settembre 1905, diede notizia della promozione della loro missione da parte della Santa Sede. La comunicazione iniziava con parole di vera soddisfazione: «Col cuore ripieno della più viva gioia vi mando oggi la consolante notizia che la S. Congregazione de Propaganda Fide ha eretta in missione indipendente ed affidata ai missionari della Consolata l'intera Provincia del Kenya». Attribuiva il merito di questo sviluppo alla saggezza organizzativa del Superiore [P. F. Perlo], ma anche alla dinamica coesione dei missionari: «L'unità di azione è specialmente merito vostro perché avete saputo uniformarvi pienamente alle direzioni ricevute. E questo vi sia di sprone ad un'obbedienza anche più perfetta in avvenire» (IV, 456). Così l'8 dicembre 1906 scrisse ai missionari indicando come proseguire nell'opera di evangelizzazione, perché dopo avere attirato la confidenza della gente, bisognava anche gradatamente proporre i valori cristiani: «Ora per cooperare da parte vostra a questo risultato occorre l'unione di tutte le forze e la loro subordinazione a chi è da Dio chiamato a dirigerle; è necessario cioè che l'attività vostra e lo zelo siano costantemente informati allo spirito di obbedienza. [ ]. Le Regole dei Padri Bianchi tra i mezzi indispensabili ai missionari per mantenersi fedeli alla loro vocazione indicano lo spirito pratico di obbedienza assoluta verso i Superiori, senza la quale, aggiungono, non havvi opera comune e per conseguenza non è possibile l'apostolato» (IV, ). Si noti questo abbinamento: obbedienza-opera comune, che appariva già in lettere precedenti, ma che qui è molto esplicito. Il Fondatore era convinto che l'attività missionaria è opera di tutti insieme, ma con il coordinamento di un responsabile, al quale si obbedisce in spirito di fede e non solo per motivi strategici. L'anno seguente, il 24 dicembre 1907, ancora una lettera circolare ai missionari: «Fra poco vi radunerete per i Santi Spirituali Esercizi, ed io a voi presente in spirito, v'invito a studiare i mezzi più idonei ala vostra santificazione ed alla conversione di cotesto popolo». Dopo

13 avere parlato dell'importanza dello studio delle lingue locali, si soffermava sulle visite ai villaggi, dicendo: «Non vi parlo delle visite assidue ai villaggi, che in qualche rendiconto trovo scarse. Affin di ottenere da esse il maggior frutto, è necessaria l'unità d'indirizzo; perciò ogni sera tutti i membri di una stazione, missionari, suore e catechisti rendano conto al superiore della stazione di quanto hanno fatto nella giornata, e con lui e sotto i suoi ordini concertino ciò che dovranno eseguire il giorno dopo» (IV, ). Anni dopo, il Fondatore si rese conto che lo sviluppo delle missioni con la creazione di nuovi centri portava necessariamente i missionari a distanziarsi gli uni dagli altri, potendosi incontrare più di rado. Temeva che questa situazione incidesse negativamente su quello spirito di unità sul quale aveva tanto insistito. Il 18 ottobre 1915 scrisse una bella lettera a P. Gays, per incoraggiarlo a continuare a lavorare in favore dei catechisti: «Mi sono rallegrato del lavoro di V. S. col P. Bellani, per iniziare a dare impulso all'opera dei Catechisti anche a Meru. È certamente questo lavoro, insieme a quello dei seminaristi, della maggior utilità alle missioni. [ ]. Altra sua missione come primo missionario, sia di procurare con tutta la sua autorità l'unione e il buon spirito tra i missionari. Con l'allargarsi dei campi di Apostolato, e rispettiva lontananza c'è il pericolo che scemi quell'unione di mente e di cuore, che forma il bene dell'istituto. Potrebbe sottentrare un po' di egoismo ed affievolirsi l'amore e l'interesse del corpo comune» (VII, 222). 13

14 ATTIVITÀ DELLA DIREZIONE GENERALE UNA MISSIONE DI MISSIONARI DELLA CONSOLATA PIÙ SIGNIFICATIVA E INCISIVA P. Stefano Camerlengo, P. Dietrich Pendawazime, Ugo Pozzoli, IMC 14 VISITA CANONICA ALLA REGIONE ITALIA DALLA LETTERA DI CONCLUSIONE In generale, la visita canonica ha incontrato una comunità regionale serena. Ci siamo imbattuti in molti missionari che, nonostante le difficoltà, la crisi che stiamo sperimentando a vari livelli, la sterilità vocazionale, cercano di vivere la propria missione con coerenza, fede e speranza verso il futuro, impegnandosi nel servizio che viene loro richiesto. L età rappresenta sicuramente una realtà di cui tenere conto. La maggior parte delle nostre comunità è formata da missionari anziani e questo influisce certamente nelle scelte che l Istituto sta portando avanti e porterà avanti nel prossimo futuro. Non possiamo anche non notare ed apprezzare il fatto che la Regione, nel suo Progetto missionario regionale non rinuncia alla sua proiezione missionaria, esplorando possibilità di valorizzare comunità che possono diventare un segno significativo ad gentes, secondo gli indirizzi che ci vengono dalla realtà del nostro continente in continua evoluzione. a. Missione di Animazione Missionaria Vocazionale e di formazione Orientamenti 1. Studiare cammini di accompagnamento vocazionale e proporli alle Diocesi e Parrocchie dove siamo presenti, 2. Qualificare l AMV con delle scelte ed esperienze missionarie concrete nel paese e anche, per quanto è possibile, fuori, 3. Definire il compito e la finalità di ogni nostra presenza e comunità. 4. Recuperare l antico zelo missionario, realizzando i vecchi gesti di animazione, almeno là dove è ancora possibile. Una parola va spesa a proposito dei Centri di Spiritualità ed altri Centri e Santuari dove siamo presenti: Certosa, Rivoli, Santa Maria a Mare, Gambettola, Rovereto... Ci sembra che la nostra presenza in alcuni Centri di Spiritualità sia una proposta significativa per la Regione. Certamente le nostre proposte hanno bisogno di rinnovamento e di più partecipazione, ma riteniamo che dovrebbero essere maggiormente valorizzate anche dalle altre comunità, soprattutto per esperienze per giovani. In particolare, vogliamo riaffermare l importanza della nostra presenza a Castelnuovo come

15 richiamo alle radici, al Fondatore e alla memoria dell Istituto, soprattutto ora alla luce dei lavori che sono stati fatti in maniera eccellente sia nella Casa del Fondatore che del Cafasso. Speriamo che quanto fatto possa ulteriormente rilanciare la nostra attenzione e il nostro affetto per la sorgente del carisma, preparandoci all auspicata canonizzazione dell Allamano. b. Missione di Frontiera La realtà della mobilità umana sempre più intensa ci chiede nuove aperture e presenze più significative ed incisive. Siamo sorti per la missione ad gentes, per andare nei luoghi di primo annuncio, specialmente dove l azione della Chiesa non è ancora presente. Parrocchie missionarie che possa diventare oltre che guida per la nostra presenza, anche riferimento e proposta per la Chiesa locale e le altre comunità parrocchiali, Le Parrocchie dovrebbero esprimere maggiormente una pastorale missionaria, Accettare e riconoscere alcune comunità come riferimento di missione nella testimonianza e nella disponibilità dei suoi membri, senza ulteriori pretese. Rifugiati, Immigrati, Sicilia Considerazioni La Regione ha fatto un grande sforzo di rispondere all invito di una Chiesa in uscita, attenta ai poveri, Occorre curare maggiormente il coinvolgimento di tutta la realtà regionale in questo percorso di Non sembra infatti esserci un comune accordo riguardo la necessità o meno di aprirne e allo stile che esse dovrebbero avere per diventare significative nel contesto della nostra vocazione ad gentes. È fondamentale essere presenti e riconosciuti all interno della chiesa locale. Considerazioni Crediamo importante definire meglio l identità di ogni nostra presenza, soprattutto quelle Parrocchiali elaborando un progetto missionario accoglienza a tutti i livelli: pastorale-ecclesiale, amministrativo, legale, sociale... c. Missione e rivitalizzazione delle strutture Non c è dubbio che alcune delle nostre strutture debbano essere rivitalizzate. Il motivo primo che ci spinge a questo è la fedeltà al carisma del nostro Fondatore. Posizioni assunte e strutture immobiliari acquisite molti decenni fa sono diventati un peso che il nostro Istituto non può più continuare a trascinare avanti. 15

16 d. Missione condivisa con i laici e i volontari Dobbiamo sentirci in missione condivisa. La collaborazione corresponsabile con i laici non è mai fattore di destabilizzazione dell Istituto. Dobbiamo sentirla come una benedizione e non come una minaccia. perché stessero con Lui e perché andassero, Mc 3, Una vita fraterna di alta qualità vissuta in comunità. Essa è uno degli elementi essenziali e più profetici della vita consacrata e della missione, che attrae molto i giovani d oggi. 3. La vocazione radicale al servizio alla missione, che si dimostra più nel modo di essere che nel fare, cercando l essenziale della vita consacrata e della missione. 4. Una fedeltà creativa al Carisma, puntando sull animazione e la formazione, sulla condivisione della missione con i laici, sulla promozione umana e sulla rivitalizzazione delle strutture. Concludiamo dicendo che, oggi come ieri, la chiave di rinnovamento della missione è sempre il ritorno a Cristo. Solo così possiamo essere testimoni di Dio nel mondo, e trovare la strada ed i modi che ci portano alle frontiere sociali, geografiche e culturali della missione, là dove ci attendono i più bisognosi. Dobbiamo fare i conti con il numero dei nostri membri, tenendo presente che la tendenza non è verso un aumento bensì verso una diminuzione. Ciò significa che in futuro, più ancora di adesso, meno Missionari della Consolata saranno presenti nei diversi contesti sociali della missione. La rilevanza sociale tuttavia non dipende dalla quantità, ma dalla qualità. Di qui l esigenza di tornare all essenziale, alla radicalità evangelica e ad essere là dove la nostra presenza può essere non soltanto socialmente ma anche evangelicamente più rivelante. Coraggio e avanti in Domino! SINTESI CONCLUSIVA La nostra missione si rivitalizzerà, a nostro avviso, muovendosi nei prossimi anni all interno del quadro di questi quattro elementi insostituibili. 1. Una forte esperienza di Dio, radicata nella sequela di Cristo povero, casto, obbediente, nucleo centrale della nostra consacrazione, che ha origine nella preghiera intima e profonda con il Signore: Chiamò a Sé quelli che Egli volle, 16

17 VISITA IN BRASILE: UN PICCOLO CHE INCONTRA UN GIGANTE! P. Stefano Camerlengo, IMC Brasile: paese dalle forti contraddizioni La prima impressione, arrivando in Brasile è proprio quella di avere davanti un paese di forti contraddizioni. Un paese affascinante, immenso nelle sue estensioni, distanze ed emozioni. Così pieno. Così forte. Così grande. Così vivace. Così come è. Le parole non bastano. Mi rendo conto che, una terra come quella brasiliana, non si riesce a definire solo a parole: servono gesti, sguardi, musica, immagini, e forse neanche così si riesce a dipingere una realtà tanto diversificata quanto unita. METROPOLI BRASILIANE: LA MISSIONE SULLE STRADE DELLA CITTÀ Strade ricolme di gente che va e viene, cammina di fretta, entra ed esce nelle mille botteghe che ostentano la propria mercanzia. Alti grattacieli, tutti uguali, ove risiedono migliaia di persone che non si conoscono e a stento s incontrano sul pianerottolo del proprio appartamento. Condomini che si trasformano in prigioni di lusso, pieni di controlli e guardie private. Traffico intenso per le strade, filobus stracolmi e automobili veloci che, la sera, in un turbinio di luci, portano a casa lavoratori e lavoratrici stanche e sfinite. Notti fatte di suoni e di incontri, shopping che si trasformano in piazze ricolme di gente, vetrine che ostentano cose inutili e corpi che si vendono per pochi soldi. Mi trovo nella grande città di Salvador de Bahia, ma può essere S. Paolo o Londra o Bankoch metropoli del nuovo millennio, incroci di vite e sfide per la nostra evangelizzazione. E importante riconoscere che la città è una nuova realtà, la quale, nella sua complessità, segue una logica di vita che sfida la nostra azione missionaria. Oggi, 17

18 18 la maggioranza della popolazione brasiliana vive nelle città e abbandona la campagna; un fenomeno che investe tutta l America Latina. Molti vivono in condizioni disumane, nella ricerca continua di un lavoro e con tanta paura, fomentata dalla violenza e dall incertezza del domani. Nonostante ciò l abbaglio della vita cittadina con la sua sensazione di libertà, autonomia e individualità, continua ad attrarre molte persone, soprattutto la gioventù. Come inserirsi in questa realtà? Come dire la Buona Notizia del vangelo? MISSIONE NELLA BAHIA: IL SERTÃO BRASILIANO Il sertão è situato nella parte più povera della Bahia zona considerata campione di disuguaglianze sociali, anche perché castigata da siccità cicliche, che distruggono i raccolti, i piccoli allevamenti e aggravano i secolari problemi che affliggono tutto il Nordest Brasiliano: fame cronica, analfabetismo, abbandono e mancanza di prospettive di un futuro diverso per i giovani. Noi, come Missionari della Consolata siamo presenti in tre realtà: Juaguarari, Monte Santo e Feira de Santana. Realtà diverse ma legate da un comune denominatore: la povertà della sua gente. L alta concentrazione della proprietà delle terre nelle mani di pochi fazendeiros, la grande siccità e le poche risorse delle famiglie riduce la gente ad una grande provvisorietà. Questo produce, oltre ad un estrema povertà economica, una forte bassa autostima, un impossibilità pratica di progettare il futuro, causa forti ondate migratorie, che lasciano un gran numero di famiglie senza il papà, il quale, recandosi nei grandi centri urbani- San Paolo, Rio de Janeiro, Belo Horizonte in cerca di lavoro, si dimentica spesso e volentieri che già aveva una famiglia, se ne forma un altra, lasciando sulle spalle della prima moglie tutto il peso di portare avanti la vita dei figli, dovendo provvedere da sola a tutto: alimento, educazione, salute. In tale situazione i bambini sono coloro che maggiormente soffrono. E una dura realtà locale, segnata da grandi sofferenze, da miseria, da fame, da analfabetismo, da gravissime ingiustizie. I missionari sono presenti in tre missioni, grandi come diocesi, cercando di essere lievito evangelico. Si sono posti accanto ai poveri come compagni di cammino, portando insieme ai più poveri le fatiche e i dolori, causate da tremende oppressioni e, nello stesso tempo, suscitando nuovi orizzonti di speranza. Il problema più grande è l acqua. In questa zona di mondo la pioggia è il bene in assoluto più prezioso. È vita. Qui ci troviamo in una terra intermedia tra la costa, dove piove abbondantemente e la vegetazione è rigogliosa e l interno, il sertão, terre desertiche dove piove molto raramente. Qui, nella catinga, le piogge sono rare ma, prima o poi, arrivano. Solo che da circa 3 anni piove pochissimo, e in certe regioni quasi per nulla. Questo a causa dei cambiamenti climatici e a causa del brutale disboscamento che la gente ha fatto qui. Credevano di poter avere così più pascolo per il bestiame, ma il risultato è stata la desertificazione e la conseguente scomparsa delle piogge. Dove manca la vegetazione viene a mancare quell umidità che permette la formazione delle nuvole e il collasso delle nuvole che dà la pioggia. La gente si incontra e condivide contenta il fatto che finalmente è arrivato il bel tempo, cioè la pioggia. Così come quando pioviggina qui dicono che è sereno. Cose d altro mondo, diremmo noi, ma d altronde qui siamo appunto dall altra parte del mondo. Viene premiata la tenace fiducia in Dio che questa gente nutre nonostante tutto. Un Dio che non viene meno. Racconta un missionario che un giorno, prima che piovesse e quindi nel tempo della seca (siccità) che stava diventando sempre più

19 feroce, un vecchietto gli diceva tranquillo: Dio non è cambiato, ed è sempre nello stesso posto!. Per dire che nonostante tutto la fiducia non era venuta meno. Per fortuna in molti, assieme a questa fede, sta crescendo la consapevolezza della responsabilità umana in questo problema. La vita della gente in tempo di seca è impressionante. Non si sa come facciano a vivere. Parlando di questo con una suora originaria di qui anche lei diceva di non sapere come la gente riesca a vivere. Prima di queste piogge la gente nell interno doveva portare alle bestie il foraggio (spesso solo cactus tagliati e sminuzzati) e l acqua, coprendo spesso a piedi distanze enormi. E quando le cose diventano impossibili sono costretti a mandare il bestiame a pensione in una zona dove ci sia pascolo, verso la costa, e a pagare cara questa pensione, per vedere poi le bestie tornare magrissime e senza latte. In questo territorio così duro e difficile c è una forte religiosità popolare, la gente viene dal sacerdote a far benedire statue, rosari e oggetti di culto con l acqua benedetta. Questa abitudine è molto diffusa. Al termine di ogni Messa è normale che qualcuno chieda questo. Le nostre parrocchie sono rurali, con molta estensione, nel semiarido del Nordest (sertão). Una delle scelte principali nella pastorale è la formazione e accompagnamento dei nuclei comunitari, in cui c è un forte legame tra fede e vita, dove i laici assumono più attivamente il proprio battesimo. È una regione di molta emigrazione, dove le maggiori risorse sono l allevamento del piccolo bestiame (più resistente alla siccità), un area irrigata dove si coltiva banana, cocco e quiabo, e la pesca. Come tutto il Nordest, è una delle regioni più povere del Brasile. Una frase dei movimenti di convivenza nel semiarido: Nel Nordest non manca acqua, manca giustizia!. Di fatto solo il 4% dell acqua piovana del Nordest è utilizzata. Proverbio popolare: Il poco con Dio è molto, molto senza Dio è niente. Alla fine, capisci che la missione diventa scuola di vita. È una Chiesa che va, che vuol conoscere meglio la vita della gente, soffrire con lei, ringraziare insieme il Signore per tante cose belle che succedono nel silenzio, che vuol rinnovare la speranza dei poveri anche scavando pozzi per dare a tutti la possibilità di attingere un po d acqua dolce e buona. Termino queste piccole note con il pensiero a Maria Consolata, nostra Madre. Nelle nostre comunità la forte presenza di Maria ha arricchito e continuerà ad arricchire la dimensione materna della Chiesa e la sua disposizione all accoglienza, che la converte in casa e scuola della comunione, oltre che in luogo spirituale che prepara per la missione» (DA 272). 19

20 CASA GENERALIZIA MAGGIO P. Renzo Marcolongo, IMC 20 Mi è sembrato interessante il commento che un confratello mi faceva riguardo alla pagina del Da Casa Madre dedicata alla Casa Generalizia: Renzo mi diceva i tuoi articoli sembrano un 'taglia e copia' di tuoi articoli precedenti. Ho dato uno sguardo e sì, aveva ragione. Sembra che le notizie di Casa Generalizia siano sempre le stesse con alcuni cambi di nomi. Ma questa è la realtà della nostra comunità: gente che va e gente che viene; direzione generale che visita confratelli in varie parti del mondo; amici e parenti che stanno con noi e visitano la città eterna; arrivi di missionari che preparano i documenti per andare in Asia e così via. Questa volta il racconto non è tanto diverso: i superiori generali sono in giro e torneranno all'inizio di giugno per il mese di consiglio. Sono arrivati lo studente Geoffrey Boriga dal Kenya e il padre Yeinson Galvis dalla Colombia ambedue in partenza per l'asia ed hanno transitato rapidamente un numero alto di missionari con impegni diversi: visite, riunioni, conferenze e anche riposo. La casa generalizia si distingue per l'accoglienza. Dopo le vacanze Pasquali, i nostri missionari studenti sono tornati a scuola per l'ultimo round che terminerà con gli esami estivi. Il 21 aprile, giorno natale di Roma, l artista sudafricano William Kentridge ha donato alla città un lungo murales di 550 metri dal titolo 'Triumphs and laments'. E stato realizzato nel tratto delle banchine del Tevere fra Ponte Mazzini e Ponte Sisto, comprende 80 figure alte 10 metri e narra le tensioni che hanno animato la storia sociale della Città Eterna dalle origini ad oggi. Con tristezza abbiamo partecipato il 7 maggio, ai funerali di suor Chrystyna Jaciów, segretaria generale delle nostre sorelle deceduta dopo una

21 lunga malattia. Per lei un ricordo nell'eucarestia e alle nostre sorelle le nostre condoglianze. Altre attività di rilievo nella nostra comunità non ce ne sono state. Il giubileo della misericordia procede e sembra che la gente -dopo le iniziali paure per gli attentati- venga a Roma. I controlli della polizia sono però ancora ingenti, ma questo non sembra essere un deterrente, gruppi numerosi attraversano la Porta Santa. CRONACA DEL GIUBILEO giubileo per categorie Diverse categorie di persone hanno realizzato il loro giubileo: - i ragazzi provenienti dall Italia e dal mondo intero; - le Forze armate e di Polizia. di un ovale, l Agnus Dei donato dal Papa reca da un lato l impronta dell Agnello Pasquale e dall altro il logo del Giubileo della Misericordia. Il suo utilizzo, secondo alcuni risale al secolo IV, mentre è certamente documentato nel secolo IX, quando l arcidiacono della chiesa romana il Sabato santo rompeva il cero pasquale in uso fino a quel giorno, e, sciolta la cera, vi univa dell olio benedicendo la miscela, che veniva poi colata in stampi e distribuita nell ottava di Pasqua ai fedeli. A partire dal 1470, con Papa Paolo II, l Agnus Dei viene utilizzato anche durante gli anni Giubilari. - il 7 maggio i volontari, sostenitori e amici, cooperanti di Medici con l Africa CUAMM (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari) di Padova. EVENTI PARTICOLARI - l ostensione, dal 3 al 15 maggio a Roma, delle reliquie dei Santi Filippo e Giacomo, apostoli di Gesù Cristo nella Basilica dei Santi Apostoli, situata nell omonima piazza a due passi dall Altare della Patria. - la mostra sulle Bolle giubilari dell Archivio Segreto Vaticano, inaugurata il 3 maggio e visitabile fino a fine luglio a Palazzo del Vicariato Vecchio. Una testimonianza unica nel suo genere che raccoglie diverse Bolle giubilari, dalla prima firmata nel 1300 da Papa Bonifacio VIII, fino a quella vergata da Giovanni Paolo II nel Il 5 maggio, nella basilica di San Pietro in Vaticano, papa Francesco ha presieduto una veglia di preghiera per consolare gli afflitti nell'animo e nel corpo. Per l occasione fu esposto il reliquiario della Madonna della lacrime di Siracusa. Durante la celebrazione Papa Francesco ha distribuito ai presenti, come simbolo di conforto e speranza, l Agnus Dei, un oggetto di devozione da lui benedetto. Realizzato con cera bianca in forma 21

22 Italia VITA NELLE CIRCOSCRIZIONI LA CASA MADRE P. Michelangelo Piovano, IMC Vi scrivo per rendere partecipi voi ed i missionari della vostra circoscrizione, quelli italiani in modo particolare, su un aspetto che riguarda l accoglienza in Casa Madre e un altro legato alle cure mediche in Italia. Per quanto riguarda la Casa Madre vari sono già al corrente delle decisione presa, a conclusione della Visita Canonica, a riguardo della ristrutturazione: quella della vendita di una parte della casa, in specifico quella che è chiamata Ala Bruino. Entro il 20 giugno 2016 tutta questa parte dovrà essere liberata e messa in esecuzione la sistemazione della casa comprendente l edificio di Corso Ferrucci e Via Cialdini che ospiterà la comunità di Casa Madre e le attività proprie che continueranno ad essere presenti in essa. A causa dei necessari lavori di ristrutturazione che si dovranno fare nella casa nei prossimi mesi l ospitalità dovrà essere limitata e concordata antecedentemente con P. Piero Trabucco, superiore di Casa Madre, che vedrà se ci sarà posto o se indirizzare i confratelli in qualche altra comunità. Ci scusiamo per il disguido, ma si lavora per poter poi accogliere meglio chi vuole passare in Casa Madre. Per quanto riguarda le cure mediche in Casa 22

23 Madre vi sarà solamente un ambulatorio e non più l infermeria organizzata in modo tale come lo è stato fino ad ora. Per cure prolungate o degenze definitive si ricorrerà alla Casa per anziani di Alpignano. Il nostro Ufficio Anagrafe del quale è incaricato Padre Franco Bertolo mi chiede di fare presente ai missionari italiani che sono all estero che devono iscriversi all AIRE presentandosi al Consolato di appartenenza o inviando la propria iscrizione on line. Se non fanno questa iscrizione ogni volta che vengono in Italia e devono fare la residenza per cure mediche devono pagare una multa. Inoltre non è possibile mantenere attiva la residenza in Italia se per un lungo periodo si è all estero. Non possiamo più giustificare di fronte al Comune di Torino la residenza di oltre il doppio dei missionari che effettivamente risiedono in Casa Madre. Per questo ogni volta che si ritorna in Italia per ottenere il Servizio Sanitario Nazionale per cure mediche si deve sempre riattivare questa residenza tramite il nostro Ufficio Anagrafe che inoltrerà la richiesta per la quale i tempi non sono immediati. Per ogni chiarimento potete sempre entrare in contatto con noi qui in Casa Madre. Italia 23

24 SUPERIORES REGIONAIS DA CONSOLATA REUNIDOS EM ÁFRICA P. Diamantino Antunes, IMC Kenya 24 O Centro de Espiritualidade Bethany House de Sagana, no Quénia, recebeu a semana passada a assembleia dos Superiores Regionais dos Missionários da Consolata do continente África: Quénia, Tanzânia, Moçambique, Congo, Costa do Marfim, Etiópia e África do Sul. O encontro, que decorreu entre 25 e 30 de abril, foi mais um passo no caminho da cooperação entre os vários responsáveis de circunscrições dos Missionários da Consolata no continente africano, à semelhança do que tem vindo a ser feito nos últimos cinco anos. Em 2012, em Dar Es Salaam (Tanzânia), definiram as prioridades previstas no Projeto Missionário Continental: economia, formação, missão e animação missionária e vocacional; em 2013, em Sagana (Quénia), trataram a questão do autossustento económico das circunscrições e do continente; em 2014, em Maputo (Moçambique), trataram o tema da formação de base e da formação contínua; e em 2015, em Sagana (Quénia), trataram da questão da missão «ad gentes» e da animação missionária e vocacional. Este ano, os Superiores Regionais encontraramse novamente em Sagana (Quénia), para abordarem, entre outras questões, o Projeto Missionário Continental, o modelo de governo do Instituto, a formação de base e a abertura da segunda comunidade dos Missionários da Consolata em Angola.

25 CRÓNICA DA VISITA DO VICE-SUPERIOR GERAL ÀS COMUNIDADES IMC De 1 a 25 de Abril, juntamente com o P. Dietrich Pendawazima, visitámos as comunidades IMC de Maputo, Inhambane, Nampula e Niassa. Ficou de fora, por motivos de agenda, a visita ao grupo de Fingoè-Tete. O trabalho realizado, além da partilha da vida das comunidades e do Instituto, foi uma oportunidade para os diálogos pessoais entre os missionários e o vice-superior geral e o superior regional. Houve ocasião também para encontros com os Bispos, as religiosas, catequistas e outros agentes de pastoral. Queremos partilhar convosco aquilo que vimos, escutámos e celebrámos. 1 de Abril: Início da Visita Canónica Iniciámos a visita canónica em Maputo. Logo de manhã reúno-me com o P. Pendawazima para combinarmos o itinerário e a agenda da visita às comunidades da Região. Em seguida, fomos saudar o arcebispo de Maputo, D. Francisco Chimoio, e o Núncio Apostólico em Maputo, D. Edgar Pena. À tarde, na Casa Regional, realizou-se o encontro com toda a comunidade. 2-3 de Abril: Celebração do XIVº Aniversário dos Mártires do Guiúa Viajamos de manhã para Guiúa com o objectivo de participarmos na peregrinação anual ao P. Diamantino Antunes, IMC Santuário Diocesano de Inhambane, dedicado a Maria, Rainha dos Mártires. Como já é habitual, o Centro do Guiúa acolheu os peregrinos de toda a diocese de Inhambane. No dia 2 de Abril, sábado, chegou a maior parte dos peregrinos. Participámos na Via Sacra realizada no local do martírio dos catequistas e seus familiares assassinados em 24 de Março de Foi um momento intenso de oração e também de invocação dos mártires, exemplos de coragem por terem abraçado um caminho de paz em tempo de guerra. Os peregrinos, por turnos, fizeram durante toda a noite uma vigília de oração e adoração ao Santíssimo Sacramento. No domingo, dia 3 de Abril, mais peregrinos acorreram ao Guiúa. Cerca de quatro mil e quinhentas pessoas participaram na celebração eucarística, presidida pelo Bispo de Inhambane e concelebrada por mais de duas dezenas de padres da Diocese. Assim se cumpriu mais uma peregrinação diocesana ao Santuário da Diocese, dedicado a Maria Rainha dos Mártires. Com os olhos postos no testemunho dos catequistas assassinados em 1992, hoje, 24 anos volvidos, o centro catequético do Guiúa prossegue o seu trabalho de formação de ministros leigos e catequistas. O P. Pendawazima teve a oportunidade de falar com o Bispo de Inhambane, D. Adriano Langa. À tardinha, viajámos para Vilanculos fazendo uma paragem na Paróquia da Massinga para saudar as Missionárias da Consolata. 4-6 de Abril: Visita às Comunidades IMC de Inhambane Visitámos a comunidade de Vilanculos. O Padre Faustino e o Padre Bruno apresentam a situação da comunidade e os trabalhos de preparação do Jubileu da Paróquia de Nossa Senhora de Fátima de Vilanculos, celebração dos 50 anos da criação da Paróquia, que terá início no dia 13 de Maio. Visitámos as comunidades da vila sede. À tardinha viajámos para Nova Mambone. Parámos na Paróquia de Maimelane para saudar Mozambico 25

26 Mozambico 26 o pároco e as Irmãs da Imaculada Conceição. Chegamos a Nova Mambone a tempo de jantar. A receber-nos, a comunidade: P. Artur, P. Michel, P. Brevi, P. Carlos e a leiga Joana. O dia 5 de Abril foi dedicado aos diálogos pessoais e ao encontro comunitário. Visitámos a salina de Batanhe. Com o tempo quente destes meses, a produção de sal foi abundante. As eiras estão cheias de sal e também os armazéns. A dificuldades estão no escoamento do sal. No dia seguinte, dia 7 de Abril, partimos para o Guiúa. Fizemos uma paragem na Missão de Mapinhane para visitarmos a Missão e o Seminário Diocesano de São Lucas. Acompanhados pelo P. Jorge Maluzane visitámos a Escola Secundária Padre Gerardo Gumiero. A Missão de São José de Mapinhane foi fundada pelos Missionários da Consolata em 1946, celebra este ano 70 anos de vida, e foi entregue aos Padres Diocesanos em Chegamos ao Guiúa a tempo de um almoço já tardio. A receber-nos, a comunidade: P. Sandro e P. Gabriel. Com o tempo a fugir, nem deu tempo para o descanso do viajante: de imediato seguemse os diálogos pessoais e o encontro comunitário. Antes do jantar, visitámos a comunidade das Irmãs Franciscanas Missionárias de Maria de Abril: Visita às Comunidades IMC de Maputo No dia seguinte, dia 7 de Abril, às 5 da manhã saímos para Maputo. Chegamos ao Centro de Espiritualidade de Laulane para o almoço. No Centro estavam reunidos os superiores regionais de África dos Padres Vicentinos. Depois do almoço o P. Pendawazima dialogou pessoalmente com cada membro da comunidade: P. Alvaro, P. Guilherme e a leiga Raimunda. Seguiu-se o encontro comunitário onde foi apresentado o programa formativo do Centro e os planos para o futuro. No dia seguinte, dia 8 de Abril, foi a vez da comunidade de Liqueleva. Antes, visitámos o Seminário Maior de Santo Agostinho da Matola onde estudam os nossos seminaristas de Filosofia. Em Liqueleva receberam-nos o P. Toussaint e o P. Moisés, em fase de inserção. Da comunidade faz parte o seminarista Lázaro Gil que está para ingressar no seminário IMC da Matola. O P. Phelix Odongo já partiu para as férias no Quénia. Depois do encontro comunitário, acompanhados pelo P. Toussaint visitámos a Paróquia da Liberdade e as duas comunidade de religiosas que trabalham na Paróquia: As Servas de Nossa Senhora de Fátima e as Franciscanas de Susa. No sábado, dia 9 de Abril, visitámos o Seminário de Nossa Senhora da Consolata da Matola. Depois dos diálogos pessoais com os Padres Andrew, Tavares e Eduardo, recentemente transferido de Fingoè para a Matola, seguiuse a Eucaristia na capela do Seminário. Depois do almoço seguiu-se um encontro com os seminaristas do propedêutico e da Filosofia. Os seminaristas aproveitaram a ocasião para se apresentarem e para questionar o Vice-Superior Geral sobre algumas questões referentes ao Instituto e à formação em particular. Domingo, dia 10 de Abril, o P. Pendawazima preside à Eucaristia dominical na Paróquia dos Martíres do Uganda de Maputo. Foi uma ocasião para conhecer a comunidade paroquial que é assistida pastoralmente pelos missionários da Casa Regional. À tarde, visita à Comunidade das Irmãs da Imaculada Conceição, na Rua da Demanda-Maputo

27 11-14 de Abril: Visita a Nampula Na segunda-feira, dia 11 de Abril, o P. Pendawazima celebra de manhã a Eucaristia na Casa Regional das Missionárias da Consolata. Foi uma oportunidade para conhecer e cumprimentar a comunidade MC de Maputo. À tarde, acompanhados pelos Padres Sisto e Osório, viajámos de avião para Nampula onde chegámos já noite, acolhidos pelos Padres Kirikinto e Miru e pelo leigo Tito Abrão. Lá encontrámos os Padres Frizzi e William que tinham chegado nesse dia para participar no Conselho regional. No dia 12 de Abril teve início o Conselho Regional. Antes visitámos a Escola Secundária da Consolata e dialogámos com os alunos e professores desta instituição de ensino da Consolata recentemente inaugurada. A Direcção Regional IMC-Moçambique reuniu-se, pela sexta vez no seu mandato, de 12 a 13 de Abril na Casa Allamano de Nampula. Esteve presente nos trabalhos do Conselho o P. Pendawazima, o qual agradeceu pela alegria fraterna que a visita canónica lhe confere. Depois de termos visitado as comunidades IMC no Sul de Moçambique (Inhambane e Maputo), continuamos a visita às restantes comunidades IMC do Norte de Moçambique. No dia 14 de Abril foi a vez de visitarmos a comunidade IMC de Nampula. Depois dos diálogos pessoais seguiu-se o encontro comunitário de Abril: Visita ao Grupo IMC do Niassa Toda a manhã do dia 15 de Abril foi de viagem nos longos 300 kms que separam Nampula de Cuamba, guiados pelo P. William, e que não se percorrem em menos de 6 horas. Quase metade do caminho, entre Malema e Cuamba, é feito em terra batida em péssimo estado. Os trabalhos de asfaltagem decorrem lentamente. Chegamos a Cuamba recebidos pelos Padres Adeka e Salgueiro e pelo leigo Luís Filipe. À tarde visitámos a escolinha José Allamano, recém-inaugurada, e a grande igreja do bairro Mutxora em construção. Começam os diálogos pessoais. No sábado, dia 16 de Abril, acompanhados pelo P. Sisto, viajámos para o Guruè. Pelo Caminho, parámos na Paróquia de Etatara para cumprimentar o pároco e as Irmãs da Imaculada Conceição. A meio da manhã chegámos à fresca e verdejante cidade de Gurué, terra do chá e sede episcopal da Zambézia do Norte. Recebenos D. Francisco Lerma com a simplicidade e cortesia que o caracteriza. O P. Pendawazima tem um longo colóquio com o nosso confrade e assim tem a possibilidade de conhecer melhor a situação pastoral daquela jovem diocese. Depois do almoço temos a oportunidade de visitar as estruturas da sede episcopal: casa do clero e cúria diocesana. Regressamos a Cuamba para a Missa vespertina, presidida pelo P. Pendawazima. Domingo, dia 17 de Abril. P. Pendawazima preside à Missa solene celebrada no salão paroquial de Cuamba. Grande participação de fiéis, muito entusiasmo pela presença do Vice-Superior Geral da Consolata. A comunidade cristã foi generosa nas suas ofertas. Almoçamos na Casa Geral das Irmãs da Imaculada Conceição, fundadas pelo Padre Oberto Abondio, Missionário da Consolata, em 1948, na Missão de Mepanhira. A Madre Geral, Ir. Cacilda, agradece todo o apoio dado pelos Missionários da Consolata no trabalho de consolidação desta Congregação Diocesana, a primeira de Moçambique. À tarde, apesar de ser Domingo, realizámos o encontro com a comunidade dos Missionários da Consolata de Cuamba. Discutem-se opções, partilham-se Mozambico 27

28 Mozambico dificuldades e problemas, projectam-se sonhos e desenham-se estratégias. Às 7 da manhã de Segunda, dia 18 de Abril, deixámos Cuamba com o Padre Sisto a caminho de Massangulo. Parámos em Mandimba, na fronteira do Malawi, para recordámos o lugar onde há 90 anos entraram no Niassa os primeiros missionários da Consolata: Padres Pedro Calandri e José Amiotti. De Mandimba prosseguimos viagem até Massangulo, primeira missão da Consolata em Moçambique, fundada em Somos recebidos pelo Padre Sérgio e pelo Irmão Aires. À tarde, o Padre Diamantino celebra as exéquias fúnebres de um cristão Ayao. P. Pendawazima fica admirado ao ver a vasta igreja-santuário repleta de gente, a maior parte muçulmanos. Começam os colóquios pessoais. Na manhã do dia 19 de Abril, P. Pendawazima celebra a Missa no Santuário da Consolata. Depois realizamos o encontro comunitário. Visitámos as Irmãs da Paz e Misericórdia de Nampula que trabalham na Missão de Massangulo. À tardinha, rumamos a norte em direcção a Lichinga. Pelo caminho, de estrada vermelha, apreciamos os penedos, as montanhas a paisagem deslumbrante e o horizonte inebriante do infinito Niassa. Chegamos a Lichinga para o jantar, acolhidos pelos Padres Edilberto e Neves. Lichinga continua a ser uma capital de província pacata. Diz quem conhece que o desenvolvimento prometido ainda não se faz sentir. Seja pela instabilidade política, seja pela falta de repercussão do prometido impacto das novas fontes de energia e jazidas de carvão, Lichinga, afigura-senos uma cidade que espera conformada melhores dias. No dia 20 de Abril, pela manhã, realizam-se os diálogos pessoais. Antes do meio dia vamos visitar a mãe do Padre Sisto e Monsenhor Miqueias Maloa, o decano dos Padres diocesanos de Moçambique. Em seguida, encontramo-nos com D. Atanásio Canira, Bispo de Lichinga, na Casa Episcopal. Com ele almoçámos. À tarde encontro comunitário. À tardinha fomos visitar e celebrar a Eucaristia em Nzinje. A Paróquia de Nossa Senhora da Conceição de Nzinje, situada na periferia da cidade de Lichinga, é composta por um elevado número de cristãos. A sua receptividade às propostas da equipa missionária tem demonstrado uma sintonia onde uns e outros encontram na colaboração caminhos de construção, propostas novas, espírito de entreajuda. A reabilitação do enorme salão paroquial e outros trabalhos realizados nos últimos tempos dão prova disso. Quinta-Feira, dia 21 de Março. Bem cedo deixamos Lichinga. A viajem para Maúa será longa. Prosseguimos viagem. 5 horas de caminho, com uma pargem na Paróquia de Majune, acolhidos pelo Padre Martinho da Sociedade Missionária Coreana. A paisagem de floresta, as árvores com folhas de várias cores, e as enormes montanhas de pedra atrás convocam todos os nossos sentidos. É já ao início da tarde que entramos em Maúa. Na missão à nossa espera o Frizzi. O P. Carlo Biella chega mais tarde de uma visita a uma comunidade. Começam os diálogos. Sexta-Feira, dia 22 de Abril, os sinos da igreja paroquial tocam às 5 horas para a Missa. Preside o Padre Sisto. Pela manhã visitámos a Missão do Sagrado Coração de Jesus de Maúa. A Igreja da Missão, encaixa-se entre montanhas, num enquadramento ímpar. É aqui que deve surgir o futuro catequistado diocesano. 28

29 Entramos na Igreja e o nosso olhar perde-se e deslumbra-se na profusão de decorações das paredes, que usa os 3 tons de matope e a cal, para com quase nada dotar as paredes de uma exuberância artística. À tarde reunimo-nos com o P. Giuseppe Frizzi e o P. Carlo Biella para o encontro comunitário conclusivo da visita. À noite vamos rezar as vésperas e jantar na casa das Missionárias da Consolata. Está presente a Ir. Giuseppina Franco, Superiora Regional, de visita à comunidade de Maúa de Abril: Regresso a Nampula No dia seguinte, dia 23 d Abril, partimos bem cedo com direcção a Cuamba. Chegamos a Cuamba pela hora do mata-bicho. Passamos a saudar um grupo de animadores num encontro de formação e na Escolinha José Allamano para saudar os encarregados de educação que estão num encontro com o P. William. Sem tempo a perder, rumamos para Nampula. A viagem é longa e os primeiros quilómetros, em terra batida, cansativos. Chegamos à tardinha. Domingo, dia 24 de Abril. O Padre Pendawazima preside à Eucaristia dominical na igreja paroquial de Nossa Senhora da Paz de Nampaco, confiada à cura pastoral dos Missionários da Consolata. De seguida visitámos o Seminário Propedêutico e o Seminário Filosófico da Arquidiocese de Nampula, onde trabalhámos durante bastantes anos. A tarde é de descanso depois de dias de muitas viagens. Segunda-Feira, dia 25 de Abril. De manhã encontramo-nos com o Bispo Auxiliar de Nampula, D. Ernesto Maguengue, para o saudar. Logo de seguida, P. Pendawazima e o P. Diamantino, embarcam do aeroporto de Nampula para Nairobi, Quénia, para participar no Conselho Continental, que terá lugar em Sagana de 25 a 30 de Abril. Mozambico 29

30 MISSÃO AD GENTES NA EUROPA P. Álvaro Pacheco, IMC Portogallo Terminou o terceiro de uma série de encontros sobre a missão dos Missionários da Consolata na Europa de hoje. Este teve lugar em Madrid, entre 5 a 8 de Maio, e foi dedicado ao tema das novas formas de pobreza e migrações. Estiveram presentes missionários que trabalham em Espanha, Portugal e Itália, todos ligados a presenças e atividades relacionadas diretamente com os tema em análise. A comunidade regional dos Missionários da Consolata em Madrid recebeu este grupo de 10 missionários, incluindo os membros da comissão Ad Gentes. O primeiro de três encontros teve lugar em Torino, no passado mês de Novembro, tendo sido dedicado à presença na igreja local e a questão da possível expansão à Europa de Leste. Em Janeiro deste ano, Fátima acolheu outro grupo de missionários que trabalham com os meios de comunicação e o jovens. As experiências mais sonantes e atuais da pastoral com migrantes e outras realidades de pobreza estão situadas no sul da Espanha (Málaga) e Itália (Sicília), onde os refugiados e outros migrantes são o desafio e o núcleo central da nossa missão. O trabalho na Sicília, que ainda se encontra numa fase inicial, tem a particularidade de juntar quatro missionários de várias congregações (incluindo um sacerdote e uma irmã da Consolata), em estreita colaboração com a igreja local. Em Portugal, a realidade mais conhecida é a do bairro do Zambujal, onde dinamizamos uma comunidade de inserção, e os Solidários na comunidade de Águas Santas, com um crescente número de voluntários interessados em serem co-protagonistas desta missão. Durante três dias de partilha, foi possível conhecer mais de perto a realidade espanhola através do padre Alberto Ares, jesuíta e coordenador do Serviço Social dos Jesuítas, bem como a irmã Pepa que, com outra religiosa e uma leiga, estão inseridas no bairro Lava Piez, onde se encruzilham povos e culturas muito diferentes, com realidades que incluem o diálogo com o Islão e o ativismo social em favor dos mais desfavorecidos. Estes encontros fazem parte de um projeto missionário para o continente europeu que está em fase de elaboração, sendo depois apresentado no próximo Capítulo Geral, que terá lugar em Junho de 2017, em Roma, Itália. 30

31 PERDÃO... O DOM LEVADO À PERFEIÇÃO QUE TRANSFORMA A VIDA! P. João Batista Amâncio, IMC Portogallo A Assembleia Regional dos Missionários da Consolata decorreu em Fátima nos dias 11 e 12 de abril. O responsável pela ESPERE Portugal, Padre Albino Brás, conduziu o primeiro dia com o tema: Perdão e Reconciliação. Tema de extrema importância e que recentemente se tem difundido bastante por estarmos a viver o ano jubilar da misericórdia, instituído pelo Papa Francisco. O Padre Albino conseguiu com que os padres refletissem sobre a pedagogia do cuidar e partilhassem as suas experiências e sentimentos sobre o tema. Entre vários assuntos abordados, ficou claro que o Perdão significa, entre outras definições, o Dom levado à perfeição, que transforma a vida, liberta, restitui a vida e a dignidade humana. Os missionários analisaram e refletiram também, a propósito das próximas eleições, a carta do superior geral sobre o assunto. Partilharam experiências vivenciadas e sentimentos das comunidades, como por exemplo, a nova experiência da CAF (Comunidade Apostólica Formativa) no Cacém. Uma experiência que, segundo a equipa formativa, está a correr de forma eficaz. Num espírito de família e num clima fraterno, entre orações e celebrações, os missionários puderam, de maneira aberta e livre, discutir, partilhar, propor e discernir sobre dinâmicas e propostas que a região portuguesa tem vivido e projeta para o futuro. 31

32 VISITA CANÔNICA E ASSEMBLEIA EM RORAIMA P. Stephen Ngari, IMC Roraima Os padres Stefano Camerlengo, superior geral dos Missionários da Consolata e Salvador Medina, conselheiro geral responsável do continente americano na região amazônica, realizaram a visita canônica à região da Amazônia e ao fim desta visita, se reuniram em assembleia, na Casa Regional em Calungá, Boa Vista, Roraima, entre os dias 22 e 23 de abril. A assembleia serviu para os missionários refletirem sobre a Missão na região. O primeiro momento do encontro foi uma manhã de espiritualidade. Padre Camerlengo fez uma reflexão sobre o discipulado autêntico baseado no texto da cura do cego Bartimeu (Mc 10, 46-52). Mesmo sem enxergar, Bartimeu construiu uma intimidade com Jesus que levou à sua salvação. O discípulo missionário de Jesus precisa construir uma intimidade com Ele mesmo diante de desafios e dificuldades. Na tarde desse primeiro dia, o superior geral fez a sua partilha sobre a visita canônica referindo-se à carta que mandou aos missionários da região no final da última visita canônica (15 de agosto de 2013). Reforçou a continuidade da paixão missionária pelos Povos Indígenas como a opção primeira da região. O projeto missionário na região se faz junto com o da humanização, baseado no cuidar do relacionamento interpessoal, tender a uma amizade autêntica e madura, encontro comunitário semanal, encontrar tempo para o outro e acompanhamento dos novos missionários que entram na região. O padre Stefano recomendou que todos continuem avaliando e requalificando as suas presenças na área indígena, em Manaus e em Boa Vista. A configuração das comunidades deve ser feita para o bem dos missionários e da missão. O padre Salvador apresentou brevemente o que está sendo feito na animação e organização enquanto continentalidade. Destacou o projeto da Rede Eclesial Panamazônica (REPAM) que foi construído em comunhão com as igrejas locais e organizações sociais presentes na Amazônia. A REPAM tem como objetivo pensar e refletir sobre os desafios da grande Amazônia por meio do diálogo, articulação e colaboração no testemunho profético e evangelização na região. Uma rede parecida existe na região do Congo, África com a mesma finalidade. O padre Denis, responsável pela Animação Missionária Vocacional (AMV), apresentou o projeto de seu trabalho. Segundo o esquema, a AMV está sendo realizada em quatro áreas: pastoral da juventude, acompanhamento vocacional missionário, apostolado dos leigos e serviços religiosos na igreja local. 32

33 VITA NELLE COMUNITÀ BRASILIA: SUPERIOR GERAL PERCORRE O PAÍS EM VISITA CANÔNICA Em visita canônica pelo Brasil, o superior geral do Instituto Missões Consolata, padre Stefano Camerlengo, esteve em Brasília (DF), onde conversou e se reuniu com os membros da congregação que trabalham na capital federal. Nesta segunda-feira, 9 de maio, o padre geral visitou o núncio apostólico, dom Giovanni d'aniello, as sedes das Pontifícias Obras Missionárias (POM), da CNBB e do Centro Cultural Missionário. Após reunião com os missionários que trabalham na paróquia Nossa Senhora Consolata e nas POM, o dia terminou com uma missa de ação de graças pelo 75º aniversário natalício do padre Lírio Gerardi, o pároco local. Após a celebração eucarística presidida pelo aniversariante houve um momento de confraternização, organizada pelos paroquianos. P. Jaime C.Patias e Joseph Onyango IMC Lembrou ainda de um pensamento do superior geral sobre o chamado para uma Igreja em saída. Como o papa Francisco tem nos convidado, a visita do nosso superior também nos despertou este convite. Temos que pensar não somente em nós aqui, mas também numa Igreja que sai em missão ao encontro dos mais necessitados, disse o aniversariante. Essa temática deverá ser discutida com toda a comunidade para tornar a paróquia ainda mais missionária. A visita canônica na comunidade IMC em Brasília começou no domingo, 8. Após conversa pessoal com cada missionário, padre Stefano, acompanhado do superior provincial, padre Luís Carlos Emer, se reuniu com o grupo para um momento de partilha onde deu o seu parecer sobre a realidade da comunidade e da paróquia. Ao partir para o Rio de Janeiro, na manhã da terçafeira, 10, padre Stefano, agradeceu a comunidade e a todos os paroquianos pela acolhida e pelo trabalho que a congregação realiza na paróquia há mais de 50 anos. Brasília Em sua homilia, padre Lírio recordou de sua história de vida que começou no seio da família em Santa Catarina, do chamado de Deus para a Vida Consagrada e sacerdotal e dos lugares onde viveu a missão. 33

34 CINCO JOVENS COMEÇARAM A FORMAÇÃO NA FILOSOFIA P. Urbanus Mulati Nzomo, IMC Curitiba 34 O seminário filosófico de Curitiba mudou de lugar no ano passado. Isso aconteceu em resposta a um pedido de reestruturação do Instituto. A nova casa está situada no bairro Santa Felicidade, Rua Ângelo Mazzarotto, 333, e é suficiente para a formação de um grupo de 12 pessoas. Apesar dos meses nessa nova moradia, ainda tudo parece novo de um jeito ou de outro. No dia 2 de fevereiro, cinco jovens começaram uma nova etapa de formação na filosofia, sendo três naturais de Pernambuco, um de São Paulo e o último de Monte Santo, Bahia. Amaro Bezerra de Santana Filho (Marinho) é natural de Pernambuco e o único filho de Amaro Bezerra de Santana e Marinilda Tavares Marcionilo Amaro Bezerra. Formado em Técnico de Enfermagem. Cesar Eduardo Martinho Palmizani nascido em São Paulo é filho de Maria Cecília Martinho e Valmir Palmizani. José Binadar Leônidas Filho, natural de Tupanatinga, Pernambuco, filho de José Binadar e Maria do Desterro Camilo Leônidas, tem dois irmãos, João Paulo e Milena Beatriz e conheceu a Consolata em São Paulo no ano passado quando veio morar e trabalhar junto aos seus parentes que vivem no Jardim Peri. Depois de um período de orientação, Leônidas optou por fazer a sua formação. Paulo Monteiro dos Santos, filho de Maria de Lourdes Monteiro dos Santos e de José Batista dos Santos é natural de Monte Santo, Bahia. Paulo deixou a sua profissão de professor para ser padre, missionário da Consolata. Na sua paróquia ele foi o coordenador de juventude e fazia parte do grupo dos jovens. José Anderson Mendes Barboza é natural de Pernambuco, diocese de Garanhuns, filho de Teresa Mendes de Costa e Cícero Leandro Barboza. Ele vem de uma família de 10 filhos e conheceu os missionários da Consolata em São Paulo quando veio morar no bairro de Diadema com a sua mãe e alguns dos seus irmãos. Ainda em janeiro iniciou a sua formação do propedêutico em Cascavel e sendo aprovado digno para o sacerdócio, aceitou fazer a segunda etapa em Curitiba. A nossa alegria de receber esses jovens na nossa comunidade e no Instituto é grande. Esperamos que pela graça de Deus e pela intercessão da Nossa Mãe Consolata eles saibam viver bem a vocação sacerdotal. São jovens que carregam uma variedade de talentos. Além da formação no seminário e na faculdade, os seminaristas se empenharão nas atividades e pastorais da Paróquia Santa Margarida. Cada um deles assumirá a Pastoral de Juventude, Infância Missionária, AMV e se for necessário, a catequese, numa das nossas cinco comunidades.

35 PROJETO MISSIONÁRIO DA COMUNIDADE Nós missionários da Consolata, imbuídos do espírito do nosso Fundador, o Bem-Aventurado José Allamano, presentes na Paróquia São João Batista de Jaguarari, queremos viver a missão em comunhão com a Igreja local e a serviço da mesma prestando um serviço que imprima à missão as características de nosso carisma: amor à Igreja, devoção a Maria, à Eucaristia e em união de intentos, vivendo em concreto este ano jubilar da misericórdia sempre pedindo a intercessão da bem aventurada Irene Estefani: a protetora do Instituto deste ano a) Breve histórico da Paróquia Jaguarari era habitada pelos índios Pataxós. Emancipou-se de Senhor do Bonfim no dia 6 de agosto de A atividade religiosa era centrada nas celebrações dos sacramentos, ministrados por padres vindos de Bonfim e outros municípios vizinhos. Dom Hugo Bressane de Araújo fundou a Paróquia no dia 2 de fevereiro de 1938, mas sua instalação só se deu no dia 24 de junho do mesmo ano; dia de São João Batista, o padroeiro. Outro destaque foi o Pe. José Elias que construiu a casa paroquial fundou a Legião de Maria, ajudou vários povoados a construir suas capelas e lançou os fundamentos para o Centro de Cultura e Assistência Social. P. Gerald Mulili kimanthi, IMC O Pe. Alcides M. Coelho inaugurou o Centro de Cultura e procurou descentralizar os serviços pastorais, criando nos povoados equipes de liturgia, de canto, de catequese, saúde e finanças entre outros. Após dois anos assume a paróquia Pe. Luiz Tonetto, que promoveu a construção de escolas em Jaguarari e Gameleira. Em 1980 surgem a Caraíba Metais para exploração do cobre, criando um núcleo habitacional de dez mil habitantes, porém com sérias dificuldades para a pastoral, dado o caráter de Empresa. A comunidade dos Missionários da Consolata assumiu a Paróquia no dia 20 de junho de Sua abertura é fruto de um processo de conscientização que a região foi adquirindo naqueles anos. Nestes vinte e cinco anos de presença, os missionários imprimiram uma característica de acordo com o que o Fundador Jose Allamano quis dos seus missionários: uma evangelização acompanhada da promoção humana como elevação do ambiente. Esta característica esteve pautada sobre três eixos: a evangelização, a organização das comunidades, e, sobretudo, a formação dos agentes de pastoral. Uma preocupação foi dotar a paróquia de infraestruturas adequadas para desenvolver as atividades pastorais, tais como capelas e centros comunitários. Também, se trabalha para a automanutenção financeira, que está perto de se realizar. Nos últimos anos sentimos a necessidade de avançar mais e melhor no terreno da AMV formando um grupo vocacional. Na área pastoral caminhamos em comunhão com a diocese e suas opções pastorais. b) Realidade físico-geológica Jaguarari está localizada na região da caatinga do oeste baiano, limitando ao norte com Juazeiro e Curaçá, ao leste com Uauá e Monte Santo, a Jaguarari 35

36 Jaguarari oeste com Campo Formoso e ao sul com Senhor do Bonfim. A superfície do Município é de Km2.. O clima da região é tropical, mesotérmico e semiárido. Caracteriza-se por oito meses de seca e quatro meses de chuva, porém muitas vezes a seca se estende por um período muito maior. O município possui três regiões diversas: a região da grota (onde se localiza a cidade), a caatinga e das areias. A nossa Paróquia faz parte da Diocese de Bonfim Bahia e compreende todo o município de Jaguarari e algumas comunidades de municípios vizinhos (Campo Formoso e Andorinha) com aproximadamente habitantes. As comunidades estão muito espalhadas na região. Na Paróquia há dois grandes centros urbanos: Jaguarari (sede do município) e Pilar, ambos com aproximadamente habitantes cada um. Há também outros centros urbanos de menor porte. O resto da população está espalhado em outras comunidades e fazendas. c) Realidade sociocultural A população é fruto da miscigenação indígena, européia, e também negra. O povo negro é escasso no município e concentra-se na cidade de Jaguarari, descendentes dos que vieram para trabalhar nos engenhos e outros que marcaram uma presença forte na comunidade Sitio do Meio, talvez, um remanescente quilombola. Organização Social Dentre todas as organizações sociais, uma das mais importantes em Jaguarari é o sindicato dos trabalhadores rurais. O sindicato foi criado em Nos primeiros anos se limitava a dar aos trabalhadores consultas medicas e dentárias, esquecendo as questões da terra, crédito agrícola e assistência técnica. O grande desafio sempre foi criar consciência de que o povo precisa se organizar e sair da dependência em relação às autoridades, característica impressa desde muito tempo atrás. O Centro de Cultura e Assistência Social da Paróquia contribuiu muito para a organização social do município, trabalhando muitas vezes em parceria com os movimentos sociais e mais recentemente com o governo em suas várias instâncias e secretarias. A sua contribuição tem se dado na área de convivência com o semiárido, promoção social, profissionalização de crianças, jovens e adultos, e nas questões referentes à água. Um meio de organização social muito presente no município atualmente são as associações. Nos anos 80 as CEBs (Comunidades Eclesiais de Base) eram de fundamental importância para as comunidades se organizarem. Com o tempo, estas formas foram dando lugar às associações de moradores. Algumas delas funcionam muito bem, recebendo e administrando recursos e benefícios para as comunidades, como casas de farinha, poços artesianos, cisternas e créditos 36

37 rurais. Porém outras, lamentavelmente estão se tornando uma nova forma de manipulação política. d) Realidade econômica O nível sócio-econômico da população é bastante carente. A maioria das famílias vive da agricultura sendo os principais produtos: feijão, milho, mandioca, mamona e na região da grota, laranja, cana de açúcar, manga e banana. Outra fonte de renda é a criação de caprinos e em menor escala bovinos, porém vivem condicionados às duras realidades climáticas da região. As outras fontes de rendas estão limitadas à Prefeitura Municipal, e à aposentadoria. O comércio na região é limitado a atender as necessidades básicas da população. Na área da saúde, o município conta com dois Hospitais: um em Jaguarari e outro no Pilar. Em algumas comunidades existem postos de saúde, que contam com alguns medicamentos, uma enfermeira, um carro para transportar doentes que precisam de atendimentos urgentes e a visita semanal de um médico. A mortalidade infantil no município já foi bastante elevada e esteve sempre associada ao problema da água. A Pastoral da Criança teve um papel fundamental na diminuição da mortalidade infantil. Com a construção de cisternas, perfuração de poços e os projetos de adutoras tem diminuído o problema da água, mas mesmo assim, ainda muitas famílias da caatinga continuam dependendo da chuva e na ausência dela, da boa vontade dos políticos. Com o programa Luz para Todos, a maior parte das comunidades rurais estão conseguindo a energia elétrica. O esgoto se limita a algumas comunidades: a sede de Jaguarari, Pilar e Santa Rosa. O nível de escolaridade da população sempre se caracterizou por ser muito fraco. As escolas são mais numerosas e a quantidade de alunos cresceu consideravelmente. Mesmo assim, a qualidade de ensino ainda é fraca se comparada com outras regiões do Brasil. A maior parte dos alunos se concentra em Jaguarari e Pilar. Isto tem provocado uma mudança cultural muito forte na vida e na mentalidade do campo. O nível superior, por enquanto é bem reduzido, uma vez que os custos são altos. A maioria deles ou fazem faculdade em Senhor do Bonfim ou em Juazeiro. A população universitária não ultrapassa os 10% dos que concluem o segundo grau. Neste último ano teve início um curso superior que funciona na cidade, facilitando aos nossos jovens o acesso à faculdade. e) Realidade Política Antigamente a política era concebida como o ato de votar. O voto não era secreto, mas descoberto. O povo tinha medo de votar neste sistema. Somente votava quem sabia ler. A maioria dos que votavam não sabiam sequer o nome dos candidatos. Por tal motivo eram chamados os eleitores de cabresto. E voto de cabresto. O quadro geral da política é desolador. Há uma falta de uma educação política. Sempre monopolizam a situação, os grupos tradicionais que monopolizam o poder, as iniciativas, enfim tudo. Ficam, portanto, excluídos do processo político os jovens e a mulher. Advém daí, também, o aproveitamento por parte do povo nos momentos eleitorais exigindo alimentos, móveis, material de construção, demonstrando que o voto não tem motivações políticas. É dado por outros interesses: familiares, econômicos, por laços de amizade, apadrinhamento, etc. Mas houve muitos avanços. Houve um processo de conscientização e compromisso, e até luta por parte de alguns grupos das comunidades. A Igreja teve um papel determinante neste processo, por meio da organização do povo. Desta organização Jaguarari 37

38 Jaguarari 38 surgiu o STR, nasceram as CEB s, os mutirões, os grupos. f) Realidade Religiosa A religiosidade do povo O povo de Jaguarari, como em geral o povo brasileiro e nordestino, é fundamentalmente religioso. Podem ser discutidas as formas de expressar esta religiosidade, mas não se pode negar a presença de Deus no modo de sentir, pensar e viver do povo. É uma vivência religiosa que se perde nos séculos, por isso na religião, como em outros setores da vida, o que manda é a tradição. O nome de Deus esta sempre presente na boca das pessoas. Um gesto muito comum é o de dar a benção ao padrinho, madrinha, progenitores e pessoas idosas. Uma das formas mais comuns de relacionar-se com Deus, é através dos santos, e este relacionamento se realiza na promessa. As rezas muito comuns entre o povo são: as novenas, o oficio de Nossa Senhora e as festas de padroeiros, entre as quais se destaca a Festa de São João Batista. Outros momentos muito fortes são: o Mês de Maria, com orações realizadas todos os dias do mês, a Campanha da Fraternidade e a Novena do Natal. A maior parte da população se autodenomina católica, porém a participação ativa é bem menor. Os mortos Há no povo uma grande ligação com os mortos. Reúne-se para rezar pelo falecido no sétimo dia, décimo quarto dia, trigésimo dia e finalmente após um ano. São comuns os relatos de contatos com os mortos em sonhos e aparições particulares que vêm para pedir orações, missas, pagar promessas que não foram cumpridas em vida, entre outros motivos. Também há uma grande devoção pelas almas dos Vaqueiros (que protegem seus colegas de profissão, durante as viagens no meio da Caatinga), as Almas do Purgatório e as Treze almas Benditas sabidas e entendidas. Outras denominações cristãs A evasão da Igreja Católica toca profundamente Jaguarari, seja pela perda da religiosidade tradicional, seja pela migração para igrejas pentecostais, sendo a principal delas, a Congregação Cristã do Brasil. Existem outras denominações tais como: Igreja Batista, Igreja Presbiteriana, Assembléia de Deus, Maranatha, Avivamento Bíblico, Deus é Amor e Universal do Reino de Deus. Problemas mais graves Os problemas mais urgentes a serem resolvidos são: a pouca freqüência da juventude e dos homens em quase todas as comunidades, dentre as quais se destacam na sede de Jaguarari, nas comunidades dos bairros, a pouca freqüência nos sacramentos, de modo especial o sacramento da confissão, o êxodo de católicos para outras denominações religiosas e o secularismo que vai

39 minando as convicções e os valores que desde antanho marcaram o ser do povo nordestino. IV Serviços que a comunidade presta Testemunho Testemunhamos a nossa vida consagrada e missionária vivendo em comunidade, na oração em comum e na comunhão pastoral. Partilhamos a nossa vida de missionários da Consolata com as comunidades da paróquia, acompanhando a caminhada que elas fazem e anunciando a Boa Nova de Jesus. Pastoral - Preparação e celebração dos sacramentos - Visitas às famílias da cidade e comunidades rurais - Formação de lideranças nos núcleos e comunidades rurais. - Acompanhamento das diferentes pastorais existentes na paróquia. - Pastoral da comunicação: Programa na Rádio Liderança de Jaguarari: KAIRÒS AMV A nossa comunidade dá prioridade ao trabalho de animação missionária e vocacional como serviço à Igreja local. Fazemos este trabalho em comunhão em conjunto com as outras comunidades IMC presentes na Bahia. Formação - Temos momentos de formação dentro da comunidade e aproveitamos as possibilidades que nos são ferecidas nos encontros do grupo Bahia e da Diocese. Jaguarari 39

40 EVERYDAY HAS ITS SUNSET Marra, Msigwa B, Caius M, Nayebare V & Gogo M., IMC Madadeni 40 It was a colorful and memorable day filled with Jubilation and voices of thanksgiving filled the air. Indeed it was the day that the Lord had made when the Consolata missionaries concluded their missionary work in Madadeni Catholic communities in the diocese of Dundee. Christians from the township gathered at Christ the King parish for the celebration of Mass on 17thApril The Holy eucharist was presided by Rt. Rev. Bishop Graham Rose of Dundee and co-celebrated by Frs James Githinji (Delegate Superior), Cassiano Kalima(rector of our Theological Seminary), Mthokozisi Khanyile (the new parish priest) Rocco Marra (outgoing priest in charge) and Francis Onyago (outgoing assistant priest in charge). After mass, there was a moment of speeches and presentation of gifts to the missionaries. The speeches presented by Christians were full of mixed reactions; joy and sadness. They expressed their heartfelt appreciation for the great work that the Consolata missionaries did and also expressed their sadness to see them go. The poem recited by Mrs G. Thabede entitled, Everyday has its sunset was very encouraging, in which she emphasized the value of the good beginning and ending of everything. Great regards were extended to Consolata missionaries who had worked in Madadeni whose names are: Frs. Giorgio Massa, Carlos Domingos, Alexius Lipingu, José Luis Ponce de Leon, Jesus Ossa, Joseph Mang ongo, Josephat Mwanzia, Antony Kazibwe, José Martins, Matthew Kirema, Rocco Marra and Francis Onyago. Painted icons, by local artists, of Blessed Joseph Allamano and Blessed Virgin Mary Consolata were presented as gifts to the Delegate Superior as a thanksgiving and appreciation for what Consolata missionaries had done. In their speech, Fr Rocco and Fr Francis applauded the people of Madadeni, for their hard-work, collaboration and team work through various committees and sodalities and urged them to stand firm and remain united in Christ. To conclude the event, the Delegate Superior gave a speech in which he thanked the Bishop of Dundee, the entire Christians and all IMC members who worked in Madadeni. He said, We are leaving Madadeni, but we are in the Diocese and we hope to get personnel and form more communities in the Diocese. Lastly, he particularly expressed his appreciation to Fr Rocco and Fr Francis for accepting to work in Madadeni and for the support and encouragement they continuously give to the Congregation. Doni pasquali La liturgia pasquale ci fa celebrare l Ottava di Pasqua: cioè festeggiamo la pasqua per otto giorni consecutivi, a partire appunto dalla domenica di Pasqua. Con questa similitudine, possiamo dire che a Madadeni (Sud Africa)

41 quest anno l abbiamo celebrata per tre settimane con la stessa intensita` dell Ottava, fino alla quarta domenica di Pasqua inclusa. Celebrando la Pasqua del Signore tutti eravamo in atteggiamento di ringraziamento al Signore, perche` sapevamo che il giorno della Divina Misericordia, cioe` la settimana successiva, sarebbe stato ordinato diacono Mandla Makhanya di Madadeni. Così tutto si potrae in ringraziamento al Signore... La terza Domenica di Pasqua, per la comunita` cattolica di Madadeni è una domenica di ringraziamento per avere avuto in dono il Diacono Mandla. Un altro atto di ringraziamento è stato alla quarta domenica di Pasqua, giornata delle vocazioni: il 17 aprile, si è chiusa l attività evangelizzatrice dei Missionari della Consolata a Madadeni, considerando che è stata cominciata l 11 febbraio 1991, 25 anni prima, potremmo definirla evangelizzazione d argento. Il giovane Mandla Makanya è cresciuto con l affetto della Madre Consolata e con l incoraggiamento avanti nel Signore del Beato Giuseppe Allamano. Che sorpresa quando il vescovo di Dundee, Mons. Graham Rose, la sera del 16 febbraio 2016, ha telefonato a Mandla comunicandogli la decisione di ordinarlo diacono per la sua diocesi. Il vescovo non si era reso conto che quel giorno era la festa del Beato Fondatore. Per la prima volta nella giovane chiesa della Diocesi di Dundee, un candidato è ordinato diacono fuori dalla Cattedrale. Per di piu` in un salone comunale, come quello di Newcastle, stracolmo di gente della forania con tutti i sacerdoti della circoscrizione... anche si è celebrato di domenica, il 3 aprile... la Domenica della Divina Misericordia, nell anno santo della Misericordia. Il 10 aprile, giorno del ringraziamento per il diaconato di Mandla, noi missionari gli abbiamo regalato i breviari e una statuetta dell Allamano, mentre la dalmatica è arrivata dal Brasile, dove ha studiato Teologia e altri regali dal Mozambico, dove ha fatto il noviziato con i missionari della Consolata. Molti altri regali provengono dalle comunita` della stessa Madadeni. Poi il 17 aprile la popolazione cattolica ha detto grazie ai Missionari della Consolata con canti, preghiere, gesti, segni e soprattutto col cuore. Leggo il tutto come uno scambio di doni pasquali, perche` la missione nasce dalla Pasqua del Signore, e il dono piu` grande è Gesu` stesso che è con noi fino alla fine dei tempi: La chiesa della diocesi di Dundee ci ha dato Mandla Makhanya, perche` fosse formato come missionario per il mondo, noi l abbiamo restituito in un momento di necessita` di clero locale, cosi` il Signore ci ha fatto vedere la Sua Volonta` in questo momento. Noi abbiamo regalato a Mandla una Statuetta del Beato Allamano e i fedeli di Madadeni ci hanno regalato due enormi icone, dipinte da artisti locali, una dell Allamano e l altra della Consolata. Noi abbiamo cercato di evangelizzare insieme, anche le comunita` di Madadeni: Christ The King (section 2), Regina Coeli (section 6), St. George (section 7), St. Andrew (KwaMathukuza), St. Paul (ezuka) and H39 (appena cominciata) stanno cercando di continuare unite e a crescere come comunita` missionarie e ministeriali. Ora nella diocesi di Dundee rimane solo una piccola comunita` della Consolata, nella parrocchia di Osizweni, mentre noi altri che abbiamo finito a Madadeni ci apprestiamo ad andare in Swaziland. La missione continua... Coraggio Madadeni, Grazie Signore... Madadeni 41

42 Taiwan LANGUAGE = A KEY FACTOR TO EVANGELIZATION Taiwan IMC LANGUAGE is commonly known as the ability to acquire and learn complex forms of communication. It specifically refers to the human ability to do so. Having in mind that all form of language are basically tools for communication; therefore it makes imperative that for one to communicate, he/she needs to learn language. It is also true that language hides many other things that would otherwise be difficult to either know or express. These include, culture, social life of a people, religious beliefs and practices of a people, etc. Having said that, I must also admit that, while all languages are equally rich and able to communicate all the above mentioned aspects of a people s way of life, not all language are the same in their linguistic structure. I have learnt a few other languages too but this time I have to admit that Chinese Mandarin such a special one. Not only linguistically different and complex but also due to its ability express such a huge amount of social, cultural, religious aspects of the Chinese world through the study of its characters. every single character explains a piece of reality of the Chinese cosmovision. After studying the language for well over one year and a half, I recently had a chat with one of our teachers during our school tour. As we were chatting I realized that she could understand me as I also did understand what she was saying (at least 30%). That made me become so excited and so asked her what her view was about my Chinese. The expression from her face made it clear to me that she simply didn t want to discourage me but that the fact was that I was still a long way. I then asked her how long it should take one to learn well Chinese; and her answer was interesting. She cunningly said that five (5) years would be sufficient for the exceptionally bright foreigners to master Chinese, at least to a normal standard. I came back home rather discouraged but at the same time happy for that fact that she had been sincere to me. She just reminded me to be more humble and patient. She made me to once again remember that a journey of a thousand miles begins with a single step, and that the good news is that I was no longer at the beginning, owing to the fact that we had our conversation (poor as it might have been) in Chinese. On the other hand I also realized that she wasn t merely talking about the speaking of the language but rather the learning of all that baggage contained in the Chinese language as noted above. To be honest, that rich conversation with the teacher has rejuvenated my zeal to learn Chinese; I mean to learn all that the Chinese language contains: Chinese culture, social and religious life So help me God! 42

43 Foi a partir da comunidade da Consolata do Cacém que se iniciaram os contatos com o Bairro do Zambujal, no concelho da Amadora, por volta de 2003 Inicialmente, os missionários visitavam as famílias e rezavam com elas. Passaram depois à celebração da Eucaristia dominical e recitação do terço, num espaço mais amplo no rés-dochão de um prédio da Rua Estrada do Zambujal. Com o passar do tempo, o trabalho pastoral - até então feito a partir da comunidade da Consolata no Cacém - tornou-se cada mais exigente e a pedir uma maior presença e continuidade pastoral e espiritual junto da população do Bairro. Foi assim que os Missionários da Consolata decidiram ir mesmo viver para o Bairro do Zambujal, constituindo ali a primeira comunidade de religiosos consagrados à Missão, em Setembro de Era um novo conceito de comunidade, mais de inserção com morada no terceiro andar de um prédio de habitação, tendo como vizinhança famílias de várias etnias. BAIRRO DO ZAMBUJAL zambujal@consolata.pt A decisão de ir morar para este Bairro surgiu pelo imperativo evangélico e missionário de estar no meio do povo, mais próximos das pessoas que ali moram e, assim, inseridos nesta realidade, poderem desenvolver, desde dentro e com maior eficácia, novos projetos de Pastoral, Promoção humana, Intervenção Social e de Evangelização. Nesta desafiante missão não estão sozinhos; fazem Missão conjunta com as Irmãs Missionárias da Consolata, que ali têm também uma comunidade de inserção. O CCV (Centro Consolação e Vida) quer ser um espaço e lugar de encontro, animado pela fé, aberto para a comunhão e para a fraternidade que brota da diversidade e da multiculturalidade que se vive neste Bairro. Os missionários da Consolata descobriram que às portas de Lisboa há um Bairro social, que é autêntico campo de Missão a ser pastoral e missionariamente trabalhado. Ali encontram um grande desafio para poderem desenvolver, apresentar e propor o seu carisma, espiritualidade e ação missionária. Destaca-se a importância de estar junto dos pobres, viver e conviver com eles, partilhando a sua vida e a sua história. Essencialmente dar voz e vez a estas pessoas, tantas vezes esquecidas. Zambujal 43

44 UN NUEVO DIACONO DE LA CONSOLATA EN ESPAÑA Edwin Osaleh IMC Zaragoza El pasado día 25 de abril, el V Domingo de Pascua, el Señor nos brindó alegría con la ordenación diaconal de un misionero de la Consolata, Gregory Nzau. Esto sucedió bajo el cobijo de la Comunidad de imc de Zaragoza y el grupo de inmigrantes africanos, con los que trabajan los mismos misioneros de la Consolata en la Diócesis. Oriundo de Kenia, Gregory terminó sus estudios teológicos en Roma y tras un año de servicio al Instituto en Málaga-España, se consagró al Señor definitivamente en la profesión perpetua el pasado día 20 de febrero. Después de muchos años, la comunidad de Zaragoza volvía a ser testigo de la recepción de ese don de un nuevo servidor en la viña del Señor, hecho posible gracias también a la generosa disponibilidad del ordenante, Don Alfonso Milián, obispo emérito de Barbastro-Monzón y amigo de la Consolata, según lo manifestó también el superior regional, p. José Martin. Fue impagable la colaboración ostentada por las Familias Colaboradoras de la Consolata y la participación de otros amigos. En el contexto de una Misa de la comunidad africana, que los misioneros de la Consolata llevamos unos años animando y guiando, aconteció ese evento inolvidable. Son de resaltar las palabras del obispo ordenante al ordenando incitándolo a ser un hombre de palabra, para la Palabra, en la comunidad. Muy destacada fue la actuación del coro africano, que aportó al clima celebrativo con sus cantos animados y edificantes, por lo que san Agustín no dudaría en decir que alcanzamos a rezar dos veces. Mientras el nuevo diacono acoge con gozo el logro del fruto de su preparación de más de 10 años largos, sigue caminando con esperanza e ilusión para llegar al sacerdocio. Y todos, agradecidos por ese don, pedimos al Señor que siga iluminando y guiando a Gregory en su misión de servicio de la Palabra en la Comunidad del Pueblo de Dios. 44

45 DIES NATALIS 45

46 P. GIULIANO GORINI, IMC Nato a Faenza, in provincia di Ravenna il 9 maggio 1935, dopo gli studi medi nel Seminario Vescovile di Faenza, entrò nel liceo di Varallo Sesia. Alla Certosa di Pesio fece il noviziato ed emise la professione religiosa il 2 ottobre Passò poi in Casa Madre a Torino, dove completò la filosofia e la teologia. Fu ordinato sacerdote il 7 aprile 1962 Mons. Carlo Re. A Pittsburg ottenne il M.A. in History presso la Duquesne University nel Fu destinato al Kenya: lavorò a Kerugoya dal 1967 al 1968, a Nyeri come Headmaster dal 1968 al 1989, e a Rumuruti. Nel 2015 venne destinato, per cure mediche, alla Residenza Socio Sanitaria Beato Giuseppe Allamano di Alpignano. Ricoverato all Ospedale di Susa per un infezione dovuta al diabete, è deceduto il giorno 08 Marzo 2016 (Ascensione del Signore) all'ospedale di Susa per insufficienza respiratoria. Aveva 80 anni di età, (gli mancava un giorno agli 81) di cui 59 di Professione Religiosa e 54 di Sacerdozio. 46

47 Veroi Gesù incontra la madre, Cappella Casa Generalizia, Roma, Via Crucis SOMMARIO MADRE DI MISERICORDIA 2 LETTERE ALL ALLAMANO 7 UNITÀ DI VITA E DI AZIONE 10 UNA MISSIONE DI MISSIONARI DELLA CONSOLATA PIÙ SIGNIFICATIVA E INCISIVA 14 Sommario Da Casa Madre Mensile dell Istituto Missioni Consolata Redazione: Segretariato Generale per la Missione Viale delle Mura Aurelie, ROMA Tel. 06/ C/C postale sgm@consolata.net VISITA IN BRASILE: UN PICCOLO CHE INCONTRA UN GIGANTE! 17 MAGGIO 20 LA CASA MADRE 22 SUPERIORES REGIONAIS DA CONSOLATA REUNIDOS EM ÁFRICA 24 CRÓNICA DA VISITA DO VICE-SUPERIOR GERAL ÀS COMUNIDADES IMC 25 MISSÃO AD GENTES NA EUROPA 30 PERDÃO... O DOM LEVADO À PERFEIÇÃO QUE TRANSFORMA A VIDA! 31 VISITA CANÔNICA E ASSEMBLEIA EM RORAIMA 32 BRASILIA: SUPERIOR GERAL PERCORRE O PAÍS EM VISITA CANÔNICA 33 CINCO JOVENS COMEÇARAM A FORMAÇÃO NA FILOSOFIA 34 PROJETO MISSIONÁRIO DA COMUNIDADE 35 EVERYDAY HAS ITS SUNSET 40 LANGUAGE = A KEY FACTOR TO EVANGELIZATION 42 BAIRRO DO ZAMBUJAL 43 UN NUEVO DIACONO DE LA CONSOLATA EN ESPAÑA 44

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