Texto 1 UMBERTO ECO: SUI SOCIAL UNA LEGIONE DI IMBECILLI (MA ANCHE NO) Io amo Umberto Eco. Ho sempre amato Umberto Eco. Ho perso la testa per questo autore dopo aver letto Il Nome della Rosa, ma ho rimarcato la mia scelta grazie ad Apocalittici e Integrati. Il tutto è stato confermato da Diario Minimo, Baudolino e Il Cimitero di Praga. Insomma, seguo Umberto Eco. Lo seguo anche quando si lancia contro i social network durante l assegnazione della laurea in Comunicazione e Cultura dei media. Certo, un ossimoro degno di un genio: criticare i social mentre ricevi una laurea del genere. È successo ieri, a Torino. Dopo la lectio magistralis dedicata alla teoria del complotto, Umberto Eco si è scagliato contro le nuove tecnologie della comunicazione digitale con un accusa che farà storia: I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l invasione degli imbecilli Fonte Ansa. Queste parole faranno storia perché lasciano una verità. I social danno parola anche a chi non dovrebbe emettere fiato, danno la possibilità di esprimere opinione in modo democratico. Tutti possono parlare. Anche gli imbecilli che insultano Samantha Cristoforetti per esempio. Perché una persona che accusa un astronauta di rubare i soldi dello Stato dovrebbe avere diritto di parola? Perché dovrebbe averla chi la insulta per il suo aspetto fisico? L opinione di Eco è cristallina: i social danno parola allo scemo del villaggio, così caro alla televisione italiana. Questa visione è riduttiva. Non voglio contestare il parere di Umberto Eco, ma le sue dichiarazioni lasciano intravedere una visione (forse volutamente) parziale. Il social web ha dato parola al sempliciotto che atterra sulla pagina di Gianni Morandi o di Selvaggia Lucarelli per sfogare le proprie frustrazioni. Il social web trasforma lo stupido in troll. Ma il social web, caro mio, non è solo questo. Il social web è anche occasione per molti, è anche lavoro, è anche possibilità di creare relazioni che non sarebbero state possibili in altro modo. Social web vuol dire orizzonti che si aprono, lavoro che nasce, conoscenza che si diffonde. Social web è la migliore forma di democrazia. Partiamo tutti dallo stesso punto. Con un blog, un account Facebook e un profilo Twitter possiamo fare grandi cose. Possiamo creare un lavoro online, possiamo trovare nuovi clienti. Possiamo risparmiare e guadagnare. Ma, soprattutto, possiamo crescere insieme. Poi si insinuano gli imbecilli. 1
Ma la colpa non è del mezzo. Facile dare la colpa ai social, e accusare Facebook e Twitter di dare voce al balordo. Il balordo esiste, cammina, si riproduce. Prima o poi lo incontrerai di persona. Suonerà il clacson mezzo secondo dopo il verde, salterà la fila, commenterà una ragazza che conosci con toni volgari. Il balordo esiste. È un essere indipendente. I social amplificano la sua voce perché sono democratici, ma non puoi fare una selezione. La forza dei social è proprio questa: tutti possono accedere ai canali. Tutti possono far sentire la propria voce. Come si risolve questo problema? Eliminando il genere umano. Scherzi a parte, credo che sia utile lavorare su una buona informazione delle nuove generazioni. Credo che nelle scuole debbano tenersi dei corsi dedicati ai nuovi media, al comportamento online, alla netiquette. Questo è il mondo in cui le nuove generazioni vivranno, per questo le dobbiamo fare formazione. Dobbiamo crederci. Ho tenuto dei corsi nelle scuole del mio paese per sensibilizzare alunni, genitori e professori sul corretto uso dei social: c è ancora molto da fare ma questa è la strada da seguire. I social non sono colpevoli di aver dato voce allo stupido, sono mezzi di comunicazione che seguono logiche differenti dai mass media. Anche la televisione e il giornale prende spinto dalle logiche social per assecondare i nuovi schemi della comunicazione. Quindi il social web non può essere condannato. Fonte: Adaptado de: mysocialweb Disponível em : http://www.mysocialweb.it/2015/06/11/imbecilli/ (acesso em 01/05/2016) RESPONDA ÀS QUESTÕES CONFORME INFORMAÇÕES CONTIDAS NO TEXTO. QUESTÃO 1 Podemos afirmar que a temática central do texto é: (A) Que as redes não possuem filtro para seus usuários; (B) O contrassenso de Umberto viver dos meios de comunicação de massa e, ao mesmo tempo, criticá-los. (C) Que os comentários sobre os meios de comunicação são imbecis; (D) O espaço democrático que as redes sociais e os meios de comunicação cedem a seus usuários. 2
QUESTÃO 2 O autor do texto: I. Discorda da postura do escritor Umberto Eco em criticar as redes sociais durante um evento de comunicação; II. III. IV. Argumenta que, apesar de as redes sociais terem dado voz a quem nunca conseguiu falar, não existe nenhum controle sobre o que as pessoas publicam na internet; Acredita que a disseminação das informações tem sido prejudicada pela legião de imbecis que invadiram as redes sociais; Discorda de Umberto Eco, uma vez que acredita que uma das grandes vantagens das redes sociais seja justamente a democratização; V. Defende que as opiniões dadas a esmo na internet têm prejudicado de forma sistemática a coletividade e as relações interpessoais. Estão corretas: (A) I e III; (B) II, IV; (C) II, III e IV; (D) IV e V. QUESTÃO 3 Il social web ha dato parola al sempliciotto che atterra sulla pagina di Gianni Morandi o di Selvaggia Lucarelli per sfogare le proprie frustrazioni. A palavra em destaque, na frase do terceiro parágrafo, tem o sentido de: (A) ampliação; (B) explicação; (C) diminuição; (D) subordinação. QUESTÃO 4 Por que o autor do texto afirma que a visão de Umberto Eco, no tocante às redes sociais, é parcial? O autor acredita que Umberto Eco tenha uma visão parcial porque aponta somente as desvantagens da democratização das redes sociais. Embora concorde com Eco que as redes sociais tenham dado voz a alguns imbecis o autor defende também suas vantagens, como por exemplo, oportunidades de trabalho para muitos, difusão do conhecimento, abertura de horizontes e a possibilidade de promover relações que não seriam possíveis de outra maniera. 3
QUESTÃO 5 De acordo com o autor do texto, qual é a principal problemática envolvida no uso das redes sociais e como o problema pode ser solucionado? A principal problemática não são as redes sociais, mas o uso que se faz delas. O autor afirma que os idiotas existem e as redes sociais apenas amplificam a sua voz. Dessa forma, o problema poderia ser solucionado educando as pessoas por meio de cursos voltados para as novas mídias e também para o comportamento online, como um curso de etiqueta para a internet. Texto 2 DEMOCRAZIA DIGITALE, UNA RICHIESTA INEVASA DI PARTECIPAZIONE «Un idea, un concetto, un idea cantava Giorgio Gaber nel 1974 finché resta un idea è soltanto un astrazione», aggiungendo poi: «Se potessi mangiare un idea avrei fatto la mia rivoluzione». A quarant anni di distanza, l ironia dell artista milanese ritorna ancora utile di fronte a una delle idee più promettenti e al tempo stesso controverse della politica contemporanea. Con il sorgere dell era digitale non pochi hanno salutato l avvento della e-democracy come un cambiamento rivoluzionario, in grado di ridare vigore alle asfittiche condizioni in cui versano i regimi democratici all interno del sistema globale. I roboanti proclami di improvvisati profeti sul valore palingenetico delle nuove frontiere della partecipazione dei cittadini attraverso la tecnologia, però, hanno prodotto risultati di gran lunga inferiori alle aspettative. Eppure non è possibile nascondere come, anche a fronte di evidenti ingenuità teoriche o carenze pratiche, alcune formazioni politiche che si richiamano apertamente a tali coordinate ideali abbiano ottenuto dei risultati formidabili alle elezioni politiche. Ben più che l esperimento della «democrazia liquida» del Partito pirata in Germania, è l incredibile successo del Movimento 5 Stelle nel nostro paese ad attirare l attenzione degli analisti. Il fenomeno della «iperdemocrazia», teorizzata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, ha contorni ancora sfumati e inquietanti. Con il suo recente Critica della democrazia digitale. La politica 2.0 alla prova dei fatti, Fabio Chiusi intende «indagare la valenza pratica e concreta degli esperimenti di democrazia digitale alla luce delle speranze che da decenni continua invariabilmente a suscitare, a prescindere da qualsivoglia rapporto con i fatti e i risultati prodotti». Il giornalista e blogger compie la propria analisi sullo «stato presente della democrazia digitale» opponendosi 4
all idea per cui «il digitale sia necessariamente un bene per la democrazia», al di là del contesto politico e delle leggi che regolano la materia. Nelle pagine del volume, che prende in considerazione soltanto i progetti con ambizione nazionale piuttosto che le singole esperienze locali, l autore affronta l argomento da prospettive differenti. E però complementari. Sotto il profilo teorico, poggiandosi sulla riflessione di Hans Kelsen e soprattutto di Norberto Bobbio, Chiusi mostra le tante aporie contenute nelle ingenue tesi degli anarco-tecnologisti e dei populisti digitali. Con le sue «promesse non mantenute» (per dirla con una famosa espressione del filosofo torinese), la democrazia digitale rappresenta nient altro che una riproposizione dell antica utopia della democrazia diretta. Un regime politico che, nella sempre difficile miscela fra bisogno di trasparenza e necessità di controllo, finisce assai spesso per assumere le claustrofobiche sembianze delle distopie raccontate da Jeremy Bentham, Aldous Huxley e George Orwell. Sotto il profilo empirico, Chiusi utilizza invece la più recente letteratura accademica per evidenziare le potenzialità ancora da dimostrare e i già evidenti limiti dei vari esperimenti di e-democracy in tutto il mondo. Svizzera, Islanda, Cile, Finlandia, Estonia, Stati Uniti e Italia, sono i tanti paesi in cui a fronte delle elevate aspettative generate da progetti di costituzione in crowdsourcing, deliberazione online e voto elettronico sono stati raggiunti risultati parziali e modesti. Nel rapporto tra tecnologia e politica nota l autore le speranze attribuite alla prima sono eccessive e fuorvianti di fronte alla resistente vischiosità della seconda. In fondo, osserva Chiusi, le troppe aspettative riposte nella democrazia digitale sono nient altro che l evidente segno di una diffusa e più profonda crisi non solo dei partiti, ma anche e soprattutto della rappresentanza politica (a cui, molto probabilmente, è da imputare il vero motivo del successo elettorale del M5S). Gran parte dei cittadini, più che confidare nella profetica retorica sul ruolo salvifico della rete, esprime una non più rinviabile esigenza di libertà e partecipazione. La «libertà» cantava ancora Gaber, sempre all inizio degli anni Settanta del secolo scorso «non è uno spazio libero» (come quello rappresentato dalla rete), «libertà è partecipazione». Che tuttavia la democrazia digitale non sembra ancora in grado di garantire. Fonte: Adaptado de: Europaquotidiano Disponível em : http://www.europaquotidiano.it/2014/04/25/una-richiesta-inevasa-di-partecipazione/. Acesso em 13 mar. 2016. 5
QUESTÃO 6 O assunto global do texto 2 é: (A) A impossibilidade de se fazer democracia na era digital; (B) A democracia da internet que termina por recair na antiga utopia do governo dirigido pelos cidadãos; (C) A democracia digital que permite que hoje todos possam ter suas opiniões ouvidas; (D) A possibilidade de se fazer democracia na era digital. QUESTÃO 7 Segundo o texto é correto afirmar que: (A) Os resultados da participação cidadã por meio da tecnologia produziram resultados muito aquém das expectativas; (B) O aparecimento da democracia digital foi revolucionário e alterou significativamente a participação popular nas decisões tomadas pelos governos; (C) A participação cidadã, por meio da tecnologia, levou à renovação das formas democráticas promovendo maior participação da população; (D) Os resultados da democracia digital, embora ainda muito recentes, superaram as expectativas de participação popular na tomada de decisões. QUESTÃO 8 Na frase: Se potessi mangiare un idea avrei fatto la mia rivoluzione. As palavras em destaque denotam: (A) ideia realizada; (B) ideia parcialmente realizada; (C) ideia não realizada; (D) ideia futura. QUESTÃO 9 Qual a relação feita pelo autor entre a citação de Giorgio Gaber Un idea, un concetto, un idea e o argumento principal do texto? O autor do texto usa essa frase ironicamente, uma vez que a democracia digital não atingiu as e expectativas e, portanto, o seu sucesso permaneceu no campo das ideias e não se efetivou plenamente. QUESTÃO 10 Como o autor avalia a relação entre tecnologia e política? A relação entre tecnologia e política não é harmônica, uma vez que as experiências atribuídas à tecnologia são excessivas e enganosas frente à resistência da segunda. 6