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2 Indice Editoriale Cerimonia di apertura dell anno scolastico Omaggio al Dott. Socrate Mattoli La Scuola In crescendo Il Giorno della Memoria Italiani Popolo Antico e Civilizzato O Holocausto e as canções do Gueto Riflessioni degli alunni sul Giorno della Memoria GOMORRA - Il libro e il film La Mostra di Scienze al Liceo Progetto 3º Liceo: Questione Ambientale Mostra di Scienze alla Scuola Media Cronaca Ubatuba - Viaggio d Istruzione Mostra Artistica e Cultural L iliade" alla Montale Gemellaggio Nella terra di Maradona e del Tango! L indifferenza secondo me Sobre o ensino da História Recensione Visita alla Pinacoteca: Matisse In ricordo della prof.ssa Anita Salmoni IX Settimana della lingua italiana nel mondo Book Review Ciclo Era Digitale Crise econômica e desenvolvimento sustentável Férias agitadas Centenário da descoberta da Doença de Chagas Medo de dirigir Iniziative dell italianistica brasiliana Cinedidattica Educação Musical na Escola Experiência Musical na Itália Momentos poéticos Una lettrice ci scrive direttamente da Roma Il convitto Umberto I - Torino Ringraziamento Lettura per le vacanze Autorità, Fondatori, Direzione e Rappresentanti Bollettino informativo e culturale della Scuola Italiana "Eugenio Montale" ANNO 7 N. 15 Dicembre 2009 Direzione: Carlo Alberto Dastoli (dastoli@uol.com.br) Revisione dell'italiano: Carlo Alberto Dastoli e Victor Vallerini Revisione del portoghese: Carlo Alberto Dastoli Correttori di bozze: Carlo Alberto Dastoli e Victor Vallerini Giornalista Responsabile: Lizandra Magon de Almeida (MTb ) Composizione grafica: Tiratura: 1000 copie Carissimi soci e amici dell Eugenio Montale, A rrivati alla fine del 2009 vorrei trasmettervi qualche buona notizia sulla nostra Scuola. È stato un anno molto impegnativo per quanto riguarda l amministrazione e la didattica. Come ben sapete, la nostra Scuola è considerata una scuola internazionale poiché più del 75% delle lezioni viene fatto in italiano, con l obbligo di avere professori di madre lingua italiana e laureati in Italia. Non è facile trovare questa disponibilità in Brasile, anche se oggi il Brasile è molto ammirato in tutto il mondo. Queste caratteristiche della nostra Scuola creano qualche scompenso che viene corretto dalle nostre direttrici didattiche Paola Capraro e Leila Andrade, ora assecondate anche dal prof. Vallerini, ritornato di recente nella nostra Scuola. Tanti progetti importanti, alcuni dei quali potrete vedere in queste pagine preparate dal prof. Dastoli per Il Girasole, sono stati svolti dai nostri professori nei vari ordini di studio: Fiera di Scienze, discussioni su temi importanti, Settimana della Lingua Italiana, Mostra Culturale, Viaggi d Istruzione, visite guidate e tanti altri. Per quanto riguarda l amministrazione, il nostro responsabile Fabio Bordi, con grosso impegno, è riuscito a riassestare le finanze, a fare dei lavori importanti di pittura delle strutture metalliche e finitura di soffitti e, principalmente, liquidare parte dei nostri debiti dell INSS e rateizzarne altri tramite il programma del REFIS. Ovviamente per raggiungere queste vittorie ci è voluto molto impegno dei nostri dirigenti, professori, personale amministrativo e ausiliare, con la ferma supervisione del Comitato Gestore. Il Comitato, come sapete, è composto da sei rappresentanti dei fondatori e benemeriti (Arcari, Benedetti, Bezzi, D Anna, Fabbriziani, Papaiz), sei rappresentanti dei genitori (Arpino, Castro, Funari, Pravadelli, Santello, Saraiva e Oliva) e un rappresentante degli ex alunni (Lacava). Tutti lavorano in forma volontaria. Un ringraziamento speciale va a Papaiz, Udinese, Mantecorp e Pollastri per le donazioni. Auguriamo buona fortuna a Saraiva e Arpino, che sono andati a studiare e a lavorare nell emisfero nord. Ci mancherà tantissimo il nostro fondatore Socrate Mattoli, scomparso nel mese di luglio. Finalmente un grosso ringraziamento va al nostro Ambasciatore Valensise, partito dal Brasile e andato in Germania, ed un benvenuto al nuovo ambasciatore La Francesca, e a tutte le autorità consolari di San Paolo, che ci appoggiano quotidianamente. Auguro a tutti un Buon Natale in famiglia e che il 2009 ci porti ogni bene. Sandra Papaiz presidente del Comitato Gestore 2

3 Apertura Cerimonia di apertura dell anno scolastico fotos WRTC Digital Il 17 agosto 2009, alle ore 9:00, si dà il via al ventisettesimo anno scolastico della Scuola Italiana Eugenio Montale. Presenti alla cerimonia di apertura: il Console Generale d Italia Min. Plen. Marco Marsilli, il Dirigente dell Ufficio Scuola del Consolato Dott. Alessandro dell Aira, il presidente del Comitato Gestore Dott.ssa Sandra Papaiz, il presidente della Camera di Commercio Italo-Brasiliana Dott. Edoardo Pollastri, il presidente dell ICIB (Instituto Cultural Italo-Brasileiro) Dott. Marcio Arcari, Padre Giorgio Cunial, le Direttrici Dott.ssa Paola Capraro e la Prof.ssa Leila Andrade, i docenti, gli alunni e i genitori. Padre Giorgio Cunial rivolge un saluto a tutti e pronuncia la preghiera di benedizione: Padre della luce, fa di noi, alunni e docenti, i discepoli di quella sapienza che ha come libro, cattedra e maestro il Cristo tuo Figlio; assisti e proteggi tutti i membri della comunità educante perché le nuove generazioni siano promosse nella scuola e nella vita; aiutaci a dare un valido contributo all edificazione della civiltà dell amore a lode e gloria del tuo nome. Per Cristo nostro Signore. Amen. Il prof. Gemma saluta le autorità presenti ed invita la Dott.ssa Sandra Papaiz a salire sul palco. Eccoci qui riuniti per l apertura dell anno scolastico esordisce la Dott.ssa Sandra Papaiz un apertura che è slittata di una settimana per cause involontarie. Come sarà quest anno? Sarà questo l anno in cui il mondo uscirà dalla crisi finanziaria? Ci sarà una vera preoccupazione per l ambiente e per lo sviluppo sostenibile? I professori magari saranno più buoni e daranno ottimi voti? Ragazzi, io a sin: il Console Marco Marsilli, la prof.ssa Pollastri, il Dott. Dell'Aira, la Dott.ssa Papaiz, il Padre Cunial, il Dott. Pollastri e il prof. Dastoli la sig.ra Nicoletta Mattoli e la Dott.ssa Sandra Papaiz; in fondo: il Dott. Angelo Vecchi e consorte. 3

4 non vi prometto niente. Vi assicuro che sarà un anno molto impegnativo. Vorrei ricordare qui l esempio di due grandi uomini che purtroppo sono deceduti di recente: l ing. Socrate Mattoli, il nostro più grande fondatore e il Dott. Amedeo Bobbio, fondatore dell ICIB con il quale abbiamo firmato un accordo di collaborazione. Ma il prof. Dastoli e il Dott. Arcari ci parleranno in modo più specifico di questi due personaggi che tanto hanno fatto per la cultura italiana a San Paolo. Dobbiamo seguire le orme di questi fondatori che non sono più con noi e che hanno dimostrato con la loro vita e il loro impegno che si può e si deve servire tanto alla collettività italiana quanto alla terra che li ha gentilmente ospitati. L ospitalità brasiliana e la cultura italiana hanno creato un bellissimo binomio del quale la Montale è un grande esempio. Spero che l anno scolastico sia l anno in cui riusciremo a sviluppare il nostro Progetto con l A.E.D.A. (Associazione degli ex alunni del Collegio Dante Alighieri) e con la Dante Alighieri. Ringrazio il Consiglio dei Benemeriti, il Il saluto di Padre Giorgio Cunial Carissimi amici del nostro caro Eugenio Montale, per me è sempre motivo di allegria essere presente agli inizi di un nuovo anno scolastico, perché posso constatare il cammino della scuola. Abbiamo iniziato con poche e gremite sale dell Avenida Angélica, ho benedetto la prima pietra della nuova Scuola (al Morumbi) e ho sempre celebrato il Natale e la prima Comunione degli alunni. Come assistente religioso della Comunità Italiana di San Paolo dal 1970, ho visto tutte le difficoltà e gli ostacoli che la scuola ha dovuto superare fin dall inizio. Abbiamo potuto contare con amici che ci hanno lasciato come Luigi Papaiz e Socrate Mattoli, solo per citare due nomi, ma con la forza delle autorità consolari e persone amiche della comunità, abbiamo potuto vedere l entusiasmo del bel gruppo presente all inaugurazione del nuovo anno. Gli alunni alle volte scarseggiano e quindi pure i mezzi per mantenere la scuola, le imprese assumono sempre di più maestranze brasiliane e l emigrazione italiana è finita, e ora è l Italia ad accogliere come tutta l Europa, emigranti in cerca di lavoro. Mi dice l amico Padre Marius che anche la scuola francese Pasteur passa per le stesse difficoltà. Ma bisogna andare sempre avanti con coraggio. La mia benedizione ha avuto come motivazione principale che Dio non farà mancare la sua presenza, perché come dice la Bibbia, la promessa della sua assistenza sempre viene garantita e attuata tramite la benedezione divina. La vita di una scuola lungo l arco di un anno è intessuta di tanti episodi e situazioni da interpretare e vivere intensamente. Momenti di gioia o dolore, accoglienza o congedo. Alunni e comunità educante si sentiranno con certezza felici di trascorrere e vivere assieme per un altro anno scolastico. Un saluto e un grande abbraccio a tutti da Padre Giorgio Cunial. A rriva il turno del Dott. Arcari che ci ricorda brevemente ed intensamente la personalità del Dott. Amedeo Bobbio deceduto a luglio Bobbio dice Arcari aveva un carattere frizzante e molto forte. Uomo eclettico ed aperto al dialogo, Bobbio passava con estrema capacità da un argomento all altro. È stato portiere titolare del Genova negli anni cinquanta. Dotato di profonda cultura e rispettoso delle idee degli altri, ascoltava tutti meno i presuntuosi. Gli piaceva parlare e scrivere e ha sempre fatto molto per la cultura italobrasiliana. Lui si riteneva un uomo felice, poiché amava la famiglia, il vino e il cibo. La prof.ssa Raffaella Baratta rivolge un saluto a tutti a nome del corpo docente. Sono commossa dice e sarò breve. La Paola (direttrice) mi ha chiesto di dire due parole a nome del corpo docente. Io sono qui come insegnante e ex-alunna. Sono molto onorata di essere in questa scuola, che è unica e speciale. Spero che insieme riusciremo a farla crescere. Voglio dare un abbraccio a Nicoletta (Mattoli) e ricordare gli insegnanti che non ci sono più: il prof. Berardi, il prof. Coccioli, la prof.ssa Dehò, la prof.ssa Maria Helena. Vi porto i saluti della prof.ssa Celia che è convalescente. Vorrei dare il benvenuto a tutti gli alunni e soprattutto ai nuovi arrivati. Infine mi riporto ad una filastrocca di Gianni Rodari, il cui tema è il viaggio augurandovi un bellissimo viaggio attraverso il mondo della conoscenza. Nel dare continuità alla cerimonia il prof. Gemma chiama sul palco la sig.ra Tatiana Moschetta Assef che rivolge un bellissimo saluto a nome di tutti i genitori: Primeiramente um bom dia a todos. Gostaria de agradecer a direção da Scuola Italiana Eugenio Montale pelo convite para que eu representasse os pais dos alunos na abertura do ano letivo Confesso que me surpreendi com o convite e que fiquei um pouco apreensiva com a responsabilidade de falar como representante dos pais, já que meus filhos estudam na escola apenas há 6 meses. No entanto, tenho a convicção que fiz a escolha correta ao optar pelo Eugenio Montale para educá-los. Digo isso não só pela proposta pedagógica da escola, mas acima de tudo pelo comprometimento de seus dirigentes e educadores que compartilham conosco desse desafio da educação nos dias de hoje. Muito me surpreendi desde a primeira vez que estive na escola para conhecer suas dependências e saber um pouco mais sobre a proposta pedagógica adotada. Isso porque ao questionar uma das diretoras sobre o conteúdo pedagógico e o vestibular (algo que tanto preocupa a maioria dos pais 4

5 Memoria Omaggio al Dott. Socrate Mattoli ( ) di Carlo Alberto Dastoli Comitato Gestore, i docenti, gli alunni, genitori e i dipendenti. Vorrei ringraziare soprattutto la Mantecorp per i fondi donati al nostro laboratorio di scienze. atualmente) fui surpreendida com uma resposta sincera e bastante profunda, mais ou menos assim: nós não educamos para o vestibular, nós educamos para a vida. Naquele momento eu tive a certeza de que queria meus filhos na Eugenio Montale. Não que eu não me preocupe com o vestibular, como a maioria, mas porque penso que o vestibular não é o fim da história dessas crianças, mas sim apenas um breve capítulo de suas longas e prósperas jornadas. Naquele dia eu tive a convicção de que preparar para a vida seria muito mais válido do que possuir um extenso conteúdo para algumas horas de testes e provas que, ao final, dirão sim ou não àquele candidato. Penso que a vida não é tão simples como um aprovado ou reprovado e que todos nós, crianças, jovens ou adultos, temos as nossas próprias convicções e valores que importam muito mais do que uma chancela de um diploma das melhores universidades do país. Não que isso não seja válido, entendamme, mas não é o propósito da vida. Felizmente, todos ou pelo menos a maioria de nós aqui presentes, tiveram a oportunidade de cursar uma universidade que nos abriram os horizontes para um futuro que certamente não teríamos visto se não fosse pelos olhos da educação. E nessa jornada aprendemos muitas coisas que hoje compõem o ser humano que somos. É evidente que recebemos diversas informações que nos possibilitaram ingressar na universidade, mas garanto que muitas lições de vida, não questionadas em provas de múltiplas escolhas, só foram privilégio daqueles que tiveram grandes mestres em suas vidas. Posso dizer que eu tive alguns que me ensinaram muito sobre o que hoje sou e que são lembrados sempre com carinho. Espero que meus filhos também possam dizer o mesmo, desta instituição e de todos aqueles que assim como eu privilegiam não só o ser, mas também o saber ser. Muito obrigada e um bom dia a todos. Tatiana Moschetta Assef La persona che perdiamo porta con sé qualcosa di noi attraversando la soglia della morte. Porta con sé tutta la gioia e il dolore che abbiamo condiviso con lei. 1 Considerate come è strana la vita, imprevedibile, inafferrabile, ineffabile... Ci sfugge tra le dita. È un flusso continuo che non si arresta mai... Il 13 dicembre del 2008 eravamo tutti qui riuniti non solo per la tradizionale festa di Natale, ma anche per partecipare alla cerimonia di conferimento dell onorificenza l Ordine della Stella della Solidarietà Italiana al nostro socio fondatore Dott. Socrate Mattoli. Aprendo la cerimonia il Console Generale d Italia Marco Marsilli ha detto: non poteva esserci un posto migliore per dare al Dott. Socrate questa onorificenza. E ha aggiunto: Mattoli ha donato vari anni della sua vita alla Scuola. La Montale è anche una sua creazione. Ci voleva molta forza di volontà per attivare la Scuola nel Ho visto negli anni Ottanta come anche la A.E.D.A (Associazione degli ex alunni della Dante Alighieri) sia stata una componente importante per la nascita della Scuola. Sono passati gli anni e le difficoltà non sono diminuite. La Montale è perfettamente inserita nel panorama brasiliano. Il vostro sogno, Nicoletta e Socrate, si è realizzato! Oggi invece siamo di nuovo quasi tutti qui non solo per la consueta cerimonia di apertura di un nuovo anno scolastico, ma anche per rendere commosso omaggio alla memoria del Dott. Socrate Mattoli, che ci ha lasciati il 10 luglio u.s. e non c`è un posto migliore per farlo, anche perché la Montale era il suo fiore all occhiello. Questo nuovo edificio che ospita la Scuola dal 1994 è stato realizzato fin dalle fondamenta, in senso letterale, dall Ing. Socrate Mattoli, che l ha progettato e ha reperito i fondi per la sua costruzione fisica, assieme al Dott. Angelo Vecchi e la sig.ra Lucia Papaiz, con sostegno dell Italia e di molti imprenditori italiani in Brasile tra cui spicca il nome del Cav. del Lavoro Luigi Papaiz ( ). Questo è il nostro ventisettesimo anno scolastico, ma è il primo anno in cui il Dott. Socrate non è qui, e siamo noi quindi a rievocarlo, a ricordarlo in questa che sarà d ora in poi, per citare il poeta Ugo Foscolo, una corrispondenza d amorosi sensi o eredità d affetti. Ho avuto il piacere di conoscere il Dott. Mattoli nella primavera del All epoca la prof.ssa Anita Salmoni ( ), coordinatrice dei corsi di lingua e cultura italiana della Scuola Eugenio Montale, mi ha fatto sapere che la sig.ra Nicoletta Mattoli, allora direttrice didattica della scuola, cercava un insegnante di storia e filosofia. Mi sono precipitato alla Montale e, dopo un breve periodo di prova, sono stato assunto. Sia il Dott. Socrate, quale presidente dell Ente Gestore, che la sig.ra Nicoletta, quale direttrice didattica, hanno sempre apprezzato e riconosciuto il mio lavoro accogliendomi con animo schietto e sincero. La Scuola rispecchiava i loro ideali di giustizia e libertà, cultura e civiltà, patria e solidarietà. Insomma, il loro concetto unitario di cultura dava un significato all insieme della loro opera. Loro avevano un particolare punto di vista sull Italia e sulla sua vicenda storica. Erano portatori degli ideali repubblicani, garibaldini, dell Italia unita, civile e democratica. E subito ci siamo trovati sulla stessa lunghezza d onda. Socrate Mattoli è nato nel 1923 a Foligno. La vita non era stata facile, scrive Nicoletta Mattoli in un articolo inedito sulla vita del marito. Egli ha attraversato un lungo periodo di guerra, alla quale aveva partecipato come comandante partigiano delle Brigate Garibaldi sull appenino umbromarchigiano. Alla fine della seconda guerra mondiale si laurea in ingegneria tra le difficoltà economiche della vita quotidiana. Non so cosa spinse continua Nicoletta il giovane ingegnere Socrate Mattoli, nel 1953, a lasciare la piccola silente cittadina umbra dove era nato ed intraprendere l avventura nella lontana America: forse fu un desiderio di libertà, per scoprire nuovi orizzonti o per raggiungere nuove mete. E aggiunge: Aveva appena incominciato la sua vita professionale nelle ferrovie dello stato italiano, quando ricevette una offerta 5

6 in fondo a sin. Marco Mattoli; a sin: il Console Marco Marsilli, il Dott. Socrate Mattoli, la sig.ra Nicoletta Mattoli, la Dott.ssa Sandra Papaiz e la giovane Linda Mattoli. di lavoro dalla Sade (Sul Americana de Eletrificacíon) ditta di origine italiana che operava nel campo dei montaggi di centrali, linee elettriche e complessi industriali in Argentina: accettò immediatamente. Dopo un anno di permanenza in Argentina gli fu proposto di organizzare la stessa società in Brasile: ricevette con entusiasmo l incarico e a trent anni conobbe il Brasile che dal primo giorno considerò come la sua seconda patria. Dedicò la sua capacità imprenditoriale alla Sade, che all inizio era formata da lui, da un ingegnere brasiliano, da un disegnatore e da un commercialista. La ditta diventò una società con più di quindicimila dipendenti. Artefice dello sviluppo economico e tecnologico prima in Argentina e poi in Brasile fin dagli anni 50, il Dott. Socrate ha contribuito in particolare alla realizzazione della diga di Iguaçu, al confine tra Brasile, Paraguay e Argentina. E non solo. Il suo nome è legato afferma Nicoletta Mattoli - all ampliamento dell industria siderurgica brasiliana, che fino allora contava solo con Volta Redonda, partecipando alla realizzazione delle fabbriche di Cubatão e Vitória. Ma Socrate non è propriamente un imprenditore, è piuttosto un tecnico di grandi qualità e totalmente atipico nel panorama dei manager di quegli anni e anche di quelli a venire: la sua è una cultura fondamentalmente francescana, la finalità della sua attività è l opera in sè ed i suoi positivi effetti, mai il profitto, così si esprime Rodolfo Ricci (Coordinatore Nazionale FILEF Federazione italiana lavoratori emigrati e famiglie). Il Dott. Socrate Mattoli è stato un grande operatore sociale. Il suo interesse per la collettività lo ha portato a far parte come consigliere del Circolo Italiano, a fondare il Circolo Umbro di San Paolo, ad assumere l oneroso incarico di presidente dell Ospedale Umberto Primo, che gli è costato impegno e sacrifici procurandogli non pochi grattacapi finanziari. Ha rappresentato gli italiani di San Paolo nel Consiglio Nazionale degli Italiani All Estero per tre legislature. La sua vita ha detto il presidente dell Assemblea legislativa dell Umbria rappresenta un luminoso esempio di genialità imprenditoriale e di profondo impegno sociale a favore, sia degli emigrati che del popolo ospitante (...) Ma parte del suo impegno fu anche rivolto alle attività di sostegno allo sviluppo dei ceti più poveri del suo paese di adozione. Socrate ha lavorato fino ad oltre ottant anni nella sua amata Sade dice Nicoletta ricevendo in cambio l amicizia dei suoi collaboratori e molti riconoscimenti ufficiali per la sua dedizione. L istituto di ingegneria di San Paolo gli ha conferito il titolo di ingegnere dell anno Ma Socrate ut supra diximus era un uomo polivalente. La sua attività andava oltre l aspetto prettamente imprenditoriale, sociale o tecnico-scientifico. Lui aveva una forte passione in fondo al cuore. Ed è stata questa passione, questo slancio vitale, questo istinto creativo e dinamico, dionisiaco ed apollineo al tempo stesso, che gli ha dato energia, lungimiranza ed intraprendenza non solo per fondare la Scuola Eugenio Montale, ma anche per superare tutte le sfide con animo sereno e coraggioso. Il suo amore per l Italia è strettamente collegato al suo amore per il Brasile. Ha sempre cercato di creare uno scambio tra le due culture. A lui si deve l espansione dell attività di promozione della lingua italiana, attraverso l organizzazione e la direzione della FE.C.I.B.E. SP. (Federazione dei corsi di italiano do Estado de São Paulo) una confederazione di oltre 60 enti dedicati a gestire corsi di lingua e cultura italiana. Assieme alla Filef (Federazione Italiana Lavoratori Emigrati e Famiglie) promuove corsi di formazione professionale per valorizzare le competenze interculturali dei giovani italo-brasiliani in diversi settori. La sua ultima visita alla Scuola in occasione dell onorificenza è stata per lui e per tutta la famiglia emoziante, per le dimostrazioni di affetto e di simpatia ricevute ed è stata un degno coronamento della vita di un uomo che ha dedicato al lavoro con gli altri e per gli altri tutta la vita. (Nicoletta Mattoli). Riepilogando in dieci punti: 1. Socrate ha adempiuto la sua missione come uomo e come cittadino. Ha combattutto la buona battaglia, ha terminato la sua corsa, ha conservato la fede nei valori e nei principi irrinunciabili della libertà, della giustizia e della cultura. il Dott. Socrate Mattoli e la Dott.ssa Sandra Papaiz 2. Ingegnere, grande professionista, personaggio unico e sui generis, dotato di grande sensibilità, acuta intelligenza, profonda umanità, notevole impegno etico e civile, nonchè amante della lingua e della cultura italiana. 3. Ha messo su una bella famiglia, ha 6

7 Opinione La Scuola di Nicoletta Arcamone Mattoli Il Console Marco Marsilli consegna l'onorificenza al Dott. Socrate Mattoli avuto figli e nipoti meravigliosi, di cui è stato sempre molto fiero. 4. È stato cittadino di tre mondi (Italia, Argentina e Brasile), accolto e rispettato per la sua intelligenza, intraprendenza e professionalità. 5. Ha lavorato senza posa, come tutti gli emigrati italiani all estero, ha fatto del bene, si è arricchito di opere buone, è stato generoso, non è stato orgoglioso, non ha riposto la speranza sull incertezza delle ricchezze, anzi non ha accumulato ricchezze né profitto. 6. Ha saputo diffondere, onorare e tenere alto il nome dell Italia in Brasile; di quell Italia civile, democratica, repubblicana, fondata sul lavoro, perché solo il lavoro crea vera ricchezza!!! 7. Ha difeso e protetto i più deboli. 8. Ha costruito una rete di amicizia sia in Italia che in Brasile. 9. Ha contribuito allo sviluppo economico e sociale del Brasile. 10. Ha fondato questo gioiello educativo di integrazione culturale, che è la Scuola Italiana Eugenio Montale. Consentitemi infine un ricordo personale dell ing. Mattoli. In occasione del conferimento dell onorificenza l Ordine della Stella della Solidarietà Italiana, allorquando mi sono avvicinato per salutarlo nell aula gremita del Salone della Scuola dell Infanzia in quel caldo dicembre 2008, lui mi ha accarezzato il viso domandandomi: Ma da quanti anni insegni alla Montale? Alla mia risposta, ha aggiunto: Ma gli anni sono passati e tu sei sempre così giovane. Non demordere, continua pure la tua nobile missione. È questo tenero ma fermo invito che il Dott. Socrate avrebbe voluto forse rivolgere a tutti. Dobbiamo continuare a seguire le sue orme, a portare avanti il suo progetto educativo, ampliandolo e arricchendolo sempre più con nuovi elementi, affinchè questa comunità scolastica, che è frutto di un sogno, di un idea, di un progetto, possa impazzire di luce la società paulistana, il Brasile, l Italia, il mondo. La Scuola Italiana Eugenio Montale rende commosso omaggio al Dott. Socrate Mattoli che ha saputo testimoniare con la sua vita e le sue opere i valori più autentici e profondi dell italianità, dell etica del lavoro, della solidarietà e della cultura. Testimonianza del Dott. Angelo Vecchi su Socrate Mattoli Socrate era un uomo del passato. Era anche un uomo capace di occuparsi degli altri in cambio di niente. Era un idealista coraggioso. Non aveva nessun vincolo con il possedere e con il sembrare. Voleva solo tentare di essere. Lui e Nicoletta sono state due persone della stessa pasta. Un Italiano all estero che ha onorato il nome dell Italia. Un Umbro che ha sempre amato la sua terra. 1 Anselm Grün, teologo benedettino, priore dell Abbazia di Muensterschwarzach, in Germania. Dopo molto tempo sono tornata a scuola e mi sono commossa quando l ho vista piccola e semplice in mezzo agli alti e lussuosi palazzi, che si sono moltiplicati in questi ultimi anni nel quartiere del Morumbi. Questa piccola scuola rappresenta lo sforzo, di una parte della comunità italiana e brasiliana, che generosamente ha contribuito per costruirla e rappresenta inoltre lo slancio, lo sforzo, lo spirito di iniziativa di un corpo docente che ne ha fatto una scuola italiana, degna della importante cultura che rappresenta. Questo è stato uno dei motivi per cui un gruppo di giovani coppie formato da italiani legati all insegnamento, con una buona conoscenza del Brasile quale il dottor Edgardo Croso, la prof.ssa Edda Pezzilli, mio marito Socrate ed io decidemmo di fondare una scuola tale da ottenere il riconoscimento ufficiale del governo italiano e brasiliano. Nel protocollo del gruppo di lavoro che organizzava la scuola, si costatava come nella città di San Paolo non esistesse una scuola fondata sull affermazione e sulla trasmissione dei valori della cultura italiana e nella quale venisse usata come lingua veicolare l italiano, e che perseguisse i fini della scuola statale italiana dall alfabetizzazione al Liceo. Ipotizzava inoltre corsi caratterizzati da un insegnamento individualizzato particolarmente necessario in una scuola bilingue con un ampio curriculo. Doveva essere inoltre una scuola che desse buone basi scientifiche curando anche le materie umanistiche, prima fra tutte la filosofia, e tale da essere una scuola formativa dove la antiqua virtus fosse rielaborata e servisse ad arricchire la mente degli alunni. Tutto ciò avrebbe comportato un impegno maggiore da parte dei giovani ai quali si chiedeva di abituarsi allo studio anche oltre le lezioni in classe. La scuola ha ormai più di venticinque anni e tenacemente lotta per essere fedele ai suoi principi educativi: può confortare il fatto che buona parte degli alunni che l hanno frequentata la ricordano con rispetto e nostalgia. Mi permetto infine di osservare che anche il poeta che dà nome alla scuola non fu un poeta facile, ma un poeta puro che mai si piegò a compromessi. 7

8 Calcio IN CRESCENDO Attilio Fania Finalmente,...dopo una settimana di rinvio è iniziato anche all Eugenio Montale l anno scolastico Ritardo dovuto a questa brutta pandemia che da gravi preoccupazioni anche in Brasile. Cartelle fiammanti, divise ancora inamidate per i più piccoli, libri sotto il braccio per gli alunni della media e del liceo, ma tutti presenti con maestri e professori alla rituale riunione d inizio anno scolastico che quest anno ha assunto un particolare significato commemorativo. Il viaggio continua per molti di noi, come ci ricorda il grande scrittore per l infanzia Gianni Rodari, ma purtroppo per qualcuno si è giunti al capolinea. Due italiani ci hanno Lasciato, e così pur con grande tristezza li abbiamo commemorati in questa occasione. Il ricordo dell ing. Socrate Mattoli e il dott Amedeo Bobbio che Il Girasole ospita in altre pagine, compito certamente non facile, è stato eseguito con molta bravura e pertinenza dal Prof. Carlo Dastoli e dall Avv. Marzio Arcari. Tocca a me il compito molto più semplice e lieto di entrare un poco nel merito dell ottima notizia diffusa dall amico alpino prof. Lorenzo Gemma, dopo lo splendido intervento di una mamma che ha esplicitato molto le filosofie dell Eugenio Montale, dove il traguardo va oltre il diploma e prepara gli allievi alla vita, come obiettivo vero da raggiungere. In questo percorso i ragazzi della scuola hanno saputo collocare anche lo svago ed in questo caso il gioco del calcio. Gli antichi romani ripetevano ad ogni occasione mente sana in un corpo sano. Il Girasole vuole dedicare a questi giovani atleti queste poche righe quale riconoscimento dell impegno profuso. Il drappello che è partito verso il Nord Europa e precisamente diretto in Finlandia e Svezia partecipando alla Helsik-Cup e alla Gothia-Cup dal 4 al 20 luglio 2009, formato da 19 studenti sotto la direzione del professore di Educazione Fisica, Fabio Debiaggi, ha portato a casa buoni risultati. Alla Helsink-Cup su 64 partecipanti la compagine dell Eugenio Montale è risultata al 9º. posto, mentre nel Gothia- Cup su 256 squadre partecipanti è risultato 33º. Su 12 partite giocate complessivamente, i nostri ragazzi hanno avuto 5 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte. Indubbiamente la soddisfazione maggiore è d aver giocato in qualche caso con squadre composte da semi professionisti con più esperienza e con maggiore età. Una sorte di Davide e Golia, ma alla fine come tutti sappiamo ha prevalso Davide. Bene! Ma l appetito vien mangiando, per questo anno scolastico chiediamo ancora più impegno, dimostrazione della potenzialità della nostra scuola. Al professor Fabio vanno i nostri elogi, ricordando che un buon preparatore fisico vale la metà della squadra. Auguri, e forza Montale! Se quest anno abbiamo portato a casa il titolo di squadra rivelazione al Gothia- Cup, il prossimo anno è necessario avanzare nella classifica. Attilio Fania è il responsabile del Centro Formativo della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di San Paolo. 8

9 Storia IL GIORNO DELLA MEMORIA Il 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria, che è stato istituito dal Parlamento italiano il 20 luglio 2000 con la legge n La data è stata scelta, quale anniversario dell abbattimento dei cancelli di Auschwitz, in ricordo della Shoah (lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico nel corso della seconda guerra mondiale), e per conservare nel futuro dell Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. La stessa ricorrenza ha assunto rilevanza mondiale, in seguito alla risoluzione approvata dall ONU il 1 novembre Per ricordare questa data la scuola ha programmato il 27 gennaio 2009 una serie di eventi che si sono svolti nel salone della Scuola dell Infanzia, a cura del prof. Carlo Alberto Dastoli, docente di storia e filosofia. Alle ore 11,00 c è stata la presentazione in anteprima dell Archivio Virtuale sull Olocausto e l Antisemitismo ( com.br) del Progetto LEER (Laboratorio di Studi su Etnicità, Razzismo e Discriminazione) a cura della professoressa Maria Luiza Tucci Carneiro del Dipartimento di Storia dell Università di San Paolo (USP). Hanno presentato il programma in powerpoint la professoressa Rachel Mizrahi, Phd in Storia presso il Dipartimento di Storia della USP e ricercatrice del LEER, e la dott.ssa Lilian Souza, laureata in Storia e stagista presso il LEER. Alle ore 11:15, la prof.ssa Anna Rosa Campagnano Bigazzi Gorla ha tenuto una conferenza sul tema Le leggi razziali e il collaborazionismo. La conferenza sfata il mito dell italiano brava gente e sostiene la tesi dell antisemitismo in Italia prima e dopo la proclamazione delle leggi razziste del 1938, mentre invece la conferenza del giornalista, scrittore e traduttore Edoardo Coen sul tema La campagna razziale in Italia ridà vita e vigore alla tesi secondo cui in Italia non c era affatto antisemitismo. È scoppiata la polemica!!! Alle ore 12,15 l ing. Samuel Belk, Master in Lettere presso la Facoltà di Filosofia, Lettere e Scienze Umane dell Università di San Paolo (USP) ha presentato il tema dell Olocausto attraverso canzoni del ghetto (programma di musica idishe). E la prof.ssa Genia Migdail (USP) ha letto la traduzione delle canzoni. Infine non possiamo dimenticare l importante partecipazione del rabbino Alexandre Leone, nonchè l impegno della prof.ssa Raffaella Baratta nella preparazione degli alunni di III Media e la collaborazione della prof.ssa Adriana Grasso e del prof. Carlo Alberto Dastoli nella preparazione degli alunni della IV Liceo, i quali hanno preparato un interessante materiale (video) sui genocidi dimenticati, e cioè quelli degli zingari, degli omosessuali, dei testimoni di Geovà e degli oppositori politici, che è stato poi presentato nella Mostra Culturale del 4 aprile. Le leggi razziali e il collaborazionismo di Anna Rosa Campagnano Vorrei fare un elogio alla Scuola Italiana Eugenio Montale che, secondo la legge italiana, celebra il Giorno della Memoria. Penso che questo sia l unico istituto non ebraico privato in Brasile, che mantiene questa commemorazione dal Un elogio particolare al Prof. Carlo Dastoli, docente di Storia e Filosofia presso questa scuola e responsabile di questo evento, che, tutti gli anni, offre agli studenti (e anche ai professori) un programma differente per questa commemorazione. Non è un compito semplice quest anno commemorare il Giorno della Memoria, in un periodo di guerra tra Israele e Gaza dove, conforme la maggioranza degli articoli che si leggono sui principali giornali e riviste, Israele è il Villano e i palestinesi le Vittime. Sono convinta che le principali vittime siano i palestinesi e non solamente d Israele ma soprattutto dei paesi arabi, che usano la Striscia di Gaza come strumento per mettere in cattiva luce Israele. I paesi arabi non vogliono un accordo di pace tra Israele e i palestinesi, tra l altro non hanno mai fatto niente per aiutarli a partire dal Per poter riuscire a parlare della Memoria della Shoah, senza creare discussioni inutili, dobbiamo innanzitutto fare una distinzione tra i seguenti termini: ebrei (un popolo), israeliti (coloro che professano la religione israelita) e israeliani (coloro che posseggono un passaporto d Israele). Bisogna però soffermarci sul Giorno in cui furono abbattuti i cancelli di Auschwitz (27/12/1945). Non dimentichiamo che l Olocausto fu il motivo della fondazione dello Stato d Israele, cioè dare ai sopravvissuti di tanto orrore una terra dove riunirsi e cominciare una nuova vita. Noi ci riferiremo agli ebrei, religiosi e non religiosi. Vorrei proporre due temi innovativi, anche se non celebrativi, che favoriscano una riflessione sul Giorno della Memoria e che possano servire ai giovani studenti per lo studio di uno spaccato della Storia d Italia: La proclamazione delle leggi razziali e una delle sue conseguenze: Il collaborazionismo. Leggi razziali Inizierò con alcune parole sulla Proclamazione delle leggi Razziali delle quali il 14 dicembre 2008 si sono ricordati i 70 anni dalla loro effettuazione. Dobbiamo ricordare che gli ebrei vennero discriminati e perseguitati in tre tappe distinte: 1- Dal 1922 al 1936, con la persecuzione della parità dell ebraismo. Infatti il 16 novembre 1922, presentando alla Camera la propria compagine ministeriale, Mussolini pronunciò parole assai chiare sui diritti riconosciuti dal governo alle varie religioni: a - TUTTE LE FEDI RELIGIOSE SARANNO RISPETTATE, CON PARTICOLARE RIGUAR- DO A QUELLA DOMINANTE CHE È IL CATTOLICESIMO. b La svolta politica del 1922 venne affiancata e seguita da una certa diffusione in Italia della propaganda antiebraica e da alcuni episodi di violenza, che si verificarono a Tripoli, agosto 1923, e a Padova fra il 1 e il 2 novembre c- L 11 febbraio 1929 venne stipulato un trattato (Patti Lateranensi) tra la Santa Sede e il Regno d Italia che definì il cattolicesimo come LA SOLA RELIGIONE DELLO STATO e l insegnamneto della dottrina cristiano-cattolica obbligatoria nelle scuole pubbliche. Gli altri culti erano AMMESSI nel Regno e sottoposti a controlli, limitazioni e divieti, subordinando la nomina dei ministri di culto delle altre fedi all approvazione dell autorità governativa. 2- La persecuzione dei diritti degli ebrei iniziò il 13 luglio con il documento Il fascismo e i problemi della razza (più noto come Manifesto degli scienziati razzisti), seguita il 25 luglio dal comunicato del PNF che annunciava ufficialmente la svolta razzista e antiebraica del fascismo. Il censimento degli ebrei del 28 agosto 1938 allo scopo di identificare i potenziali perseguitanti e la fondazione della Demorazza, un Ufficio che si occupava del problema della razza. Vennero in seguito elaborati i Decreti Leggi antiebraici e la loro trasformazione in Leggi che iniziarono a funzionare a partire dai primi di settembre (EBREI STRANIERI E SCUOLA) e continuarono fino alla fine del 1938, e negli anni successivi. Con tutto questo gli ebrei non poterono più servire nell esercito, andare a scuola, lavorare nella pubblica 9

10 amministrazione, nel teatro e nell editoria, frequentare circoli sportivi, ecc. Iniziò l emigrazione verso le Americhe, la Palestina, ecc. 3- Il periodo della persecuzione delle persone, iniziata dopo l 8 settembre 1943 e terminata con l apertura dei cancelli di Auschwitz il 27 gennaio In Italia si è cominciato a parlare della persecuzione piuttosto tardi, e questo ha ostacolato l elaborazione di una coscienza collettiva delle atrocità che si perpretarono, presente invece in altri paesi. È dagli anni 80 che il CDEC (Centro Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano) lavora perchè venga creata una consapevolezza di quello che è stato, intendendo per consapevolezza una combinazione di Memoria e Conoscenza. A questo punto è lecito domandarsi se Mussolini debba essere considerato razzista e antisemita. È questo un argomento contrastatato ancora da molti. A questa domanda si può rispondere solamente attraverso il revisionismo storico degli ultimi decenni, intendendo come revisionismo un approccio critico che riconsidera periodi ed eventi della storia europea moderna e contemporanea, in particolare il nazionalsocialismo tedesco e il fascismo italiano. Dobbiamo considerare che, prima dell elaborazione delle leggi razziali contro gli ebrei, nel 1938, il preconcetto contro l Altro ebbe i suoi fondamenti nella predisposizione psicologica già fomentata contro i negri in Africa durante l Impero Fascista. Il sentimento di superiorità della razza bianca rafforzò le ambizioni e le aspirazioni della politica estera fascista, alimentando i suoi ideali di prestigio e i suoi miti di potenza. Anche nella campagna contro gli ebrei venne applicata la stessa idea ossessiva della contaminazione, che avrebbe avuto come conseguenza la perdita del valore della razza italiana a causa della mescolanza di popoli di origini differenti. L esperienza coloniale italiana viene interpretata, anche, come un avvenimento su cui vennero esercitate le prime teorie razziali che diedero le basi alla discriminazione razzista contro i popoli africani. In questo contesto divenne abituale fra gli italiani il discorso razziale che, circolando in testi scritti e oralmente, indusse la popolazione a considerare il razzismo come un fatto normale. Per Roberto Maiocchi 1, specialista di questo tema, l immagine del negro, universalmente diffusa fra gli italiani, si trasformò nel Cavallo di Troia attraverso il quale il razzismo anti-semita venne introdotto in Italia. 2 Per lo scrittore Enzo Collotti è fondamentale stabilire un legame tra razzismo coloniale e antiebraico per capire il ruolo indiretto della Germania nella proclamazione delle leggi fasciste. Questa offrì una cornice europea nella quale poteva essere inserita la persecuzione in Italia, non per um semplice opportunismo del regime davanti al più potente partner dell Asse, ma per una scelta politica consapevole e come espressione di una mentalità secolare ereditata dalla Chiesa Cattolica. Anche se non possiamo minimizzare l influenza e la ripercussione delle teorie e azioni antisemite del Terzo Reich, che, nel 1938, portava avanti un piano di esclusione della razza ebraica dalla società tedesca. Su Mussolini razzista e antisemita, De Felice ha sostenuto nel suo libro dedicato alla storia degli ebrei italiani sotto il fascismo che Mussolini non era intrinsecamente razzista. Per Sarfatti invece le leggi di novembre del 1938, che tramutarono i decreti legislativi in atti legislativi, non solamente discriminarono ma perseguitarono. Basti ricordare ad esempio l espulsione dagli impieghi pubblici o dalle forze armate. Le leggi tradussero in pratica lo spirito del Gran Consiglio del Fascismo: colpire gli ebrei perseguendoli ben oltre la discriminazione. Esentare qualcuno significa essere razzisti a metà, se così si può dire, perché non tutti sono uguali; prevedere per tutti la persecuzione significa invece essere pienamente razzisti. Un tipo di revisionismo storico, il negazionismo, rifiuta il fatto storico che quasi sei milioni di ebrei vennero sterminati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Il negazionismo italiano, in particolare, afferma che la Shoah sia stata una vicenda che aveva caratterizzato la politica del regime nazista e da cui era del tutto immune il regime fascista. Parliamo adesso di collaborazionismo, e cioè del fenomeno della collaborazione prestata alle potenze occupanti da singoli o da sezioni di apparati politici e istituzionali appartenenti al contesto statuale occupato. Bisogna dire però che assieme ai collaborazionisti è esistita una grande quantità d italiani, privati o facenti parte di istituzioni laiche e religiose, che hanno aiutato gli ebrei a nascondersi il più delle volte a rischio della propria vita. Grande aiuto è stato dato dalle famiglie contadine che nascondevano intere famiglie di ebrei. Il collaborazionismo, quando attuato da parte di singoli, aveva come scopo il profitto personale; nel caso degli apparati pubblici questi sarebbero stati voltati a salvaguardare le esigenze vitali della popolazione soggetta a regime di occupazione. Il collaborazionismo con i nazisti in Italia, soprattutto con i fascisti della Repubblica di Salò, trovò ampie zone di complicità e di aiuto concreto. Ogni città italiana ha avuto la sua Villa Triste, vale a dire il centro nel quale operavano i collaborazionisti accanendosi sugli antifascisti e sugli ebrei con particolare ferocia e crudeltà. Nel sito (La Sicilia on line, 16/01/2002), il politico, scrittore e giornalista Massimo Lomonaco, commenta due libri importanri: quello di Michele Sarfatti (Gli ebrei nell Italia Fascista, Einaudi) e quello di Liliana Picciotto (Il libro della Memoria, Mursia), che demoliscono due miti: - il preteso non razzismo di Mussolini, sostenuto da Renzo de Felice e- la mancata collaborazione tra italiani e tedeschi. Liliana Picciotto, nell aggiornamento del Libro della Memoria, oltre a riscrivere le cifre della deportazione, ha aggiunto nuove conoscenze al meccanismo della deportazione. Su questo ultimo argomento la storiografa è convinta, basandosi sulle circolari che i nazisti inviavano sempre più spesso alle autorità italiane, che tra i due Ministeri degli Interni ci fosse un accordo preciso: gli italiani avrebbero pensato alle ricerche domiciliari, agli arresti e alla traduzione nei campi di transito; i tedeschi, alla deportazione ai campi di sterminio. Il collaborazionismo è stato confermato attraverso un documento poco conosciuto, il Rapporto Generale della Commissione Anselmi: un rapporto che mette in evidenza il collaborazionismo italiano con i nazisti, dopo il 1943, attraverso la ricostruzione delle vicende che hanno caratterizzato in Italia le attività di acquisizione dei beni dei cittadini ebrei da parte di organismi pubblici e privati. La Commissione, instituita il primo dicembre 1988, presieduta dall on. Tina Anselmi, presidente onoraria dell Insmli (Istituto nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia), ha trovato i termini della mediazione attraverso il linguaggio eloquente delle cose sottratte, sequestrate, confiscate, rubate, saccheggiate, razziate. E, dietro tutto questo, si profila la realtà delle persone, vittime e persecutori. Inoltre l analisi dei riflessi culturali e dei meccanismi sociali e burocratici che resero possibile la deportazione rappresenta l occasione per ridiscutere un immagine consolidata come quella degli italiani brava gente, specchio accomodante ed ostacolo reale per una effettiva assunzione di responsabilità. In 28 mesi di lavoro è emersa la vastità e l ampiezza delle spoliazioni attraverso un impressionante produzione legislativa ed amministrativa: centinaia e centinaia di provvedimenti, del periodo e e dei quasi 8000 decreti di confisca emanati a seguito della legislazione della Repubblica di Salò. Non fu risparmiato nessuno: nè i ricchi, nè i poveri, nè i commercianti, nè le aziende industriali, nè chi aveva pacchetti azionari, nè chi disponeva di un modesto conto bancario. Nei decreti di confisca venivano elencati di tutto: pezzi di argenteria, immobili, proprietà terriere, opere d arte e tappeti di valore, ma anche poveri oggetti di casa, oggetti personali sbattuti negli odiosi elenchi di confisca con sfacciataggine tale da indurre qualche autorità a disporre che si avesse maggiore sobrietà nella pubblicazione degli elenchi. (...) E ció senza valutare le scorribande dei manipoli fascisti, dei nuclei razzisti e delle autorità tedesche delle zone di occupazione che al di fuori di qualsiasi copertura legale operarono vere e proprie razzie e ordinarono sequestri assolutamente gratuiti per grande parte dei quali non fu successivamente possibile ottenere il recupero. In un momento in cui riemergono esplosioni razziali e antiebraiche, la conoscenza dei documenti della discriminazone e dello 10

11 sterminio, rintracciati e esaminati dalla Commissione Anselmi, rappresenta un approccio razionale e non semplicemente emotivo a queste brutali deviazioni costituendo un elemento fondamentale nel percorso formativo delle giovani generazioni. Sul collaborazionismo, invito alla lettura del libro di Amedeo Osti Guerrazzi (Prof. di Storia presso l Università degli Studi di Roma la Sapienza ): Caino a Roma. I complici romani della Shoah, che definitivamente cancella il mito che tutti gli italiani non abbiano partecipato alle deportazioni. Il professor Guerrazzi, attraverso una scrupolosa ricerca, basata sui documenti dei processi contro collaborazionisti e delatori, riapre la questione della responsabilità dei nostri connazionali nella persecuzione antiebraica. Perché sono stati molti gli italiani che, motivati da antisemitismo o per fini di lucro, hanno portato alla cattura degli ebrei. Ma è diffusamente conosciuto che tra l amnistia del 1946 e i racconti di gratitudine di quanti erano stati salvati, si è continuato ad alimentare il citato mito degli italiani brava gente, creando una precoce rimozione delle reali connivenze e colpevolezze. Nelle parole di Guerrazzi, nella conclusione al suo libro : Non si può dare la responsabilità di tutto ciò al solo Mussolini, oppure all alleato occupante nazista; troppi furono i complici che parteciparono senza che nessuno li costringesse, troppi furono gli uomini comuni che si distinsero per l accanimento e la ferocia con la quale si scagliarono volontariamente contro gli ebrei. Sul rapporto tra ideologia e antisemitismo, Guerrazzi conclude che pochissimi furono i fascisti che colpirono gli ebrei per convinzione politica: quasi tutti si diedero alla caccia all ebreo soprattutto per tornaconto personale. Nella disastrata situazione economica romana della primavera del 1944, i beni degli ebrei rappresentavano una tentazione fortissima per molti soggetti che ne approfittarono per guadagnare cifre anche notevoli. Anna Rosa Campagnano Bigazzi Gorla è Master in Lettere presso la Facoltà di Filosofia, Lettere e Scienze Umane dell Università di San Paolo (USP) e Phd in Storia presso il Dipartimento di Storia della USP 1 Roberto Maiocchi (Milano, 1947) si è laureato in ingegneria elettronica (1971) e in filosofia (1975) presso l Università di Milano. È co-autore dell Enciclopedia Multimediale di Scienze Filosofiche ed è docente di Storia della Scienza presso l Universtià di Milano. 2 COLLOTTI, Enzo, op. cit., p. 38. ITALIANI POPOLO ANTICO E CIVILIZZATO Quando nel 1946 giunsi in Brasile avevo compiuto da poco i 16 anni. Ero reduce di aver trascorso il periodo bellico in Italia, in qualità di ebreo arianizzato, termine questo con il quale venivano denominati gli ebrei figli di matrimonio misto, battezzati prima di una certa data. Anche se teoricamente potevo sgusciare, al contrario di molti miei parenti, fra i quali anche mio nonno materno, attraverso le maglie delle leggi razziali, emanate nel 38 dal governo fascista dell epoca, per mettersi al passo con quelle di Norimberga, di puro stampo nazista, il mio cognome Coen, di chiarissima origine ebraica molte volte sorprendeva suscitando dubbi. Malgrado l età, in Italia avevo avuto l opportunità di poter verificare che queste leggi non ebbero il successo che si proponevano, dovuto più che altro alla poca inclinazione dei piccoli funzionari governativi italiani per applicarle, come anche, e principalmente per la posizione contraria della popolazione a queste misure razziali, che come disse Galeazzo Ciano (genero di Mussolini e ministro degli Esteri) avevano provocato un problema che felicemente non esisteva. L umanità in forma di aiuto concreto da parte della popolazione italiana, si fece presente principalmente quando, dopo l armistizio dell 8 settembre, il nord ed il centro della penisola furono occupati militarmente dai tedeschi, che da alleati si trasformarono in invasori, potendo fra i vari soprusi mettere in atto anche la loro soluzione finale (ossia il genocidio del popolo ebraico) anche in Italia, sino a quel momento preclusa dal governo fascista italiano che si negava di attuarla, come dichiarò chiaramente il generale Roatta: che: era incompatibile con l onore dell esercito, consegnare gli ebrei del territorio di occupazione italiano in Iugoslavia, alle autoritá tedesche competenti. Ebbene, quando esprimevo questi fatti ai miei parenti che erano giunti in Brasile già nel 39, venivo tacciato senza tanti complimenti di antisemita e fascista, questo perché non volevo ammettere, come loro pensavano, che il popolo italiano con il suo innato antisemitismo aveva attivamente collaborato al genocidio del popolo ebraico. E se io mi permettevo d insistere sul mio punto di vista, giá che avevo avuto l opportunitá di provare sulla mia persona, tagliavano corto affermando: Sarà stato un caso isolato. Queste cose tu non puoi saperle.noi invece abbiamo avuto informazioni precise...!. Il bello fu che, gli epiteti di antisemita e fascista nei miei riguardi, furono anche divulgati nel seno della Colonia Mussolini (la comunitá formata da ebrei italiani emigrati nel 38/39), con il risultato di essere messo di Edoardo Coen al bando, come un individuo da tenere alla larga...! Con il passare del tempo, molte cose apparvero nella loro vera luce e valore, ma molti, e non so perché, rifiutarono di ammettere che certi concetti sui quali si erano fissati, dovevano essere rivisti. La luce completa sull antisemitismo italiano si fece, come se ci fosse stato bisogno, nel corso del processo Eichmann a Gerusalemme nel 1962, a tal punto che un mio zio (in Brasile dal 39) dovette ammetterlo dicendomi: Lo sai che gli italiani, in relazione agli ebrei si sono comportati come veri gentiluomini?. Cosa potevo rispondergli? Appena dissi: Strano, non lo sapevo davvero.... Dicono che il tempo fa si che gli avvenimenti accaduti possano assumere nella storia il vero posto che gli compete. E questo è vero, come è anche vero che certi pregiudizi alle volte si incrostano nella mentalità dell uomo come una muffa, difficile da estirparsi. Eccone una prova: Ultimamente dall Editore Atheneu è stato pubblicato il volume: A milenária Presença de Judeus na Itália delle storiografe Anna Rosa Campagnano e Sema Patragnani. L opera è divisa in due parti. Nella prima parte vi è una rapida carrellata sulla presenza ebraica in Italia, dall Impero romano sino all ultima Guerra mondiale. Nella seconda parte vi sono alcune notizie sull influenza fascista in Brasile, e sull era Vargas, e 34 testimonianze di ebrei (figli principalmente) che qui giunsero prima della guerra (38-39). Ebbene tra questi c è anche la mia testimonianza, unica di chi aveva trascorso il periodo bellico in Europa. Nel corso dell intervista ho voluto, anche per un dovere di riconoscenza, mettere in risalto, e nella sua vera luce, l aiuto dato agli ebrei perseguitati principalmente durante l occupazione tedesca, da parte della popolazione, come anche quello di certe autorità italiane che avvisavano, o tentavano avvisare prima delle retate, affinché ci si potesse proteggere. A parte un velenosetto secondo la sua opinione che corollava i fatti da me riportati, il che dimostra come la muffa, alla quale alludevo, sia difficile da scrostare, tutto ciò che fu trascritto risponde a quello che era stato dichiarato. Ma la vera bomba, e questa al vitriolo, è quella lanciata nelle conclusioni (pag.316), e esplode quando dichiara: L unico caso che ci ha sorpreso per contrastare con tutti gli altri, è stato quello dell intervistato Edoardo Coen. Quando la guerra esplose, era un ragazzo di 10 anni, figlio di un perseguitato dalle leggi razziali. Malgrado questo è un convinto difensore degli italiani dell epoca. Crediamo che il caso dia l esempio di fino a che punto il fascismo ha influenzato la mente della maggioranza della popolazione. 11

12 Infatti le due storiografe hanno perfettamente ragione. Il fascismo aveva un così forte potere di persuasione, che inoltre ad influenzare la stragrande maggioranza degli italiani, fra i quali il sottoscritto, pesce peró ben piccolo, ha avuto anche la capacità di influenzare pesci ben più corposi, come per esempio Hanna Arendt, già che nel suo libro: Eichmanna em Jerusalem (pag. 194/5/6/7/8/9 ) tratta delle persecuzioni condotte in Italia. Lo spazio non permette riportarle. Mi limito per questo ad appena tradurre il suo finale: Ciò che in Danimarca fu il risultato político, in una comprensione innata delle esigenze e responsabilitá della cittadinanza e dell indipendenza per i danesi [...] la questione ebraica era politica e non umanitaria (Leni Yahil) - in Italia è stata la decorrenza dell umanità generale, quasi automatica di un popolo antico e civilizzato. Un altro contaminato dall influenza fascista, senza nessun dubbio, é Johm Cornwell già che nel suo libro O Papa de Hitler História Secreta de Pio XII, dimostra l influenza fascista ricevuta quando a pagina 340 afferma: Fino al settembre del 1943, non era stato deportato un unico ebreo dal settore di occupazione italiana in Iugoslavia, Sudest della Francia e Grecia. Come Johathan Steimberg ha dimostrato nel suo trattato sull olocausto nell Italia fascista All or nothing, non era della natura degli italiani, appoggiare o collaborare nello sterminio degli ebrei, al contrario, ci sono prove irrefutabili che fecero tutto il possibile per porre ostacoli e intralciare il processo. E cosí, insieme ad Hanna Arendt, John Cornwell e al sottoscritto (quale onore essere incluso in così somma pleiade), possiamo anche includere Jonathan Steimberg, fra coloro che hanno avuto la mente influenzata e obliterata dalla propaganda fascista. Senza contare poi che anche Sergio Piperno, presidente dell Unione delle Comunità Israelitiche, in una cerimonia in Campidoglio a Roma nel 1956, diede atto a tutti gli italiani quando dichiarò: Tutti si prodigarono, tutti quelli che in qualche modo erano in grado di seguire le mosse dell occupante e dei suoi sgherri, furono solleciti ad avvertire le innocenti vittime predestinate; tutti gli amici, i conoscenti, i vicini di casa, furono pronti a riceverli, a nasconderli, ad aiutarli, tutti si affannarono a procurare agli ebrei falsi documenti e a sviare le ricerche. Ma c è di più. Nel novero di coloro che hanno sofferto un lavaggio celebrale da parte della propaganda fascista, possiamo anche includerci lo storiografo Renzo De Felice, autore della Storia degli Ebrei italiani sotto il fascismo, dove a pagina 532 scrive: La massa degli ebrei italiani e rifugiati in Italia dovettero la sua salvezza, soprattutto alla solidarietà e all aiuto della popolazione italiana dopo l 8 settembre, si può dire veramente che ogni ebreo dovette la sua salvezza ad un italiano. A questo punto però è necessario avere un pizzico di comprensione e di indulgenza, principalmente per gli ultimi due personaggi citati. Erano italiani, ed appunto per questo il lavaggio celebrale è stato realizzato in loco ed ad arte. Potrei continuare, credo però che sia inutile, perchè come disse Einstein: Solo la verità é insopprimibile! O HOLOCAUSTO E AS CANÇÕES DO GUETO Samuel Belk Hitler e Goebels promoveram a doutrina nazista, cujo objetivo era propagar a idéia de uma raça pura, da qual os alemães seriam descendentes e transformando como alvo principal os judeus que representariam, numa escala decrescente, uma raça inferior. Na década de 30, os nazistas iniciaram as primeiras discriminações contra os judeus alemães, afastando professores das universidades, proibindo-os de exercer funções públicas, exercer atividades comerciais, profissões liberais, inclusive a medicina, e ainda de frequentar lugares públicos, manter telefones e rádios em suas residências e outras consideradas inimagináveis para um país civilizado e em pleno século 20. Em 15 de novembro de 1935 foram editadas as Leis de Nuremberg, que proibiam os judeus de realizar matrimônios com alemães a fim de preservar a pureza do sangue ariano. A transgressão era punida com a morte. Todos os estabelecimentos judeus foram confiscados e entregues a comissários alemães, privando-os assim de toda e qualquer sustentação econômica. Por volta de 1938, membros das SS e grupos nazistas deram início a uma série de pogroms em toda Alemanha, com incêndio de sinagogas, casas comercias, depredação e saque de residências judaicas, prisões e segregação de judeus em guetos. Foram destruídas cerca de lojas e fábricas no que resultou em 90 mortes e centenas de feridos. Nesta ocasião milhares de judeus conseguiram emigrar, mas não puderam levar nenhum de seus bens, despojados que foram pelos alemães, tendo emigrado com a coragem e a roupa do corpo. No dia 1º de setembro de 1939 eclodiu a Segunda Guerra Mundial, como parte do plano de expansão da Alemanha e de domínio do mundo, projeto de um psicopata do qual até então os países europeus não tinham tomado conhecimento. Os nazistas iniciaram seus primeiros ataques contra a Polônia. Uma semana antes, a Alemanha tinha assinado um pacto de não agressão com a União Soviética onde ficou firmado que a Polônia seria dividida entre os dois parceiros. Após a agressão à Polônia e quando se deram conta da queda deste país e seu significado, a França e a Inglaterra declararam guerra à Alemanha em 3 de setembro de Os nazistas tomaram sem muito esforço a Noruega, a Bélgica, a França, e logo em seguida a Bulgária, Iugoslávia e também a Grécia. Em junho de 1941, a Alemanha declarou guerra à União Soviética. Imediatamente tomou posse da outra metade da Polônia e avançou em uma grande extensão do seu território tendo alcançado a cidade de Tula, situada a 25 quilômetros de Moscou. Com a dominação quase total dos países europeus, inclusive de toda Polônia e ainda parte da União Soviética, os nazistas tomaram em suas mãos a maioria dos judeus da Europa e iniciaram progressivamente a colocar em prática seu plano sinistro de aniquilamento desta população. Nos países dominados, os nazistas iniciaram um verdadeiro terror contra a população judaica. Foram organizados pogroms, com assassinatos indiscriminados, perseguições, pilhagens de bens e destruição de sinagogas. Logo eles começaram concentrar os judeus em locais restritos para maior facilidade de controle. Assim criaram os guetos, em grandes cidades polonesas, em bairros paupérrimos, para onde levaram também judeus trazidos de outros países ocupados da Europa. A vida nos guetos tornou-se insuportável pelas precárias condições de higiene, desordem, excesso de população, falta de alimentos e de fontes de sustento. Assim, por exemplo, no gueto de Varsóvia, criado em novembro de 1939, foram concentradas pessoas, onde cabiam somente , em condições normais de habitação. Esta primeira fase consistiu na exploração de mão de obra escrava para a indústria nazista, alem de um aniquilamento lento das pessoas através da fome, doenças, frio e simples assassinatos efetuados ao acaso. Numa segunda fase os judeus foram transferidos dos guetos para os Campos de Concentração. Estes eram constituídos de enormes barracões de madeira em terrenos dotados de cercas de arame farpado eletrificadas. Nesta ocasião os judeus eram despojados de suas roupas, sapatos e a maioria dos objetos pessoais, recebendo um uniforme tipo presidiário e a tatuagem de um número no braço, que servia de identificação. A terceira fase, conhecida como a Solução Final foi a transferência para os Campos de Extermínio onde as pessoas eram assassinadas mediante a utilização de gases tóxicos e incineradas em fornos crematórios. As canções do gueto De um modo geral, as canções que surgiram nos séculos 18, 19 e no começo do século 20 podem ser classificadas como: canções de amor, pobreza, dramas pesso- 12

13 ais, alegria, esperança por dias melhores, tragédias, costumes, emancipação da mulher, canções de ninar, perseguições sofridas e outras. Entretanto as canções produzidas nos guetos, no século XX, foram de temática mais restrita, uma vez que refletiam a vida limitada que os judeus ai levavam, descrevendo assuntos como: superpopulação, falta de alimentos, anormalidades, humilhações, canções sarcásticas, bem como de esperança por dias melhores. Este macabro programa de um poder militar organizado, numa brutal guerra contra uma população de milhões de pessoas desarmadas, é revelada em centenas de canções escritas por homens, mulheres, crianças, velhos e jovens num desesperado esforço de sobreviver. Assim, o que restou mesmo, foram as canções, através das quais os judeus nos transmitiram sua coragem, sua luta pela sobrevivência e seus anseios de vida. A Conferência de Wannsee Em 20 de janeiro de 1942 a alta cúpula nazista se reuniu em Am Gossen Wannsee, num subúrbio de Berlim, na conhecida Conferência de Wannsee, para decidir o modo operacional de implantação da assim chamada Solução Final. O triste significado das duas palavras era simplesmente o extermínio total da população judaica, de acordo com as ordens do Führer. A reunião não durou mais do que uma hora e meia, em seguida foram servidos drinks e almoço. Uma íntima reunião social, como a consideraram os chefes nazistas, destinada a fortalecer os contatos pessoais, necessários para implementação do grandioso programa. O termo Solução Final foi por eles utilizado como regra de linguagem, para encobrir diante da opinião pública mundial e das próprias vítimas, os termos extermínio, assassinato ou eliminação. De acordo com as diretrizes traçadas nesta Conferência, em setembro deste mesmo ano, os nazistas iniciaram a deportação das crianças com menos de dez anos e dos anciãos com mais de sessenta e cinco anos de idade, do gueto de Lodz, para os campos de extermínio. Um observador do gueto de Lodz escreveu em 16 de setembro posteriormente à deportação: A evacuação das crianças e dos anciãos se tornou uma triste realidade. A retirada das pessoas de suas casas, filhos arrancadas das mães e pais dos filhos, foi executada por ordem do chefe nazista Bibow. As crianças eram carregadas em carretas puxadas por cavalos. Eles nunca tinham visto cavalos de verdade e esperavam um passeio alegre. Muitas crianças se salvaram utilizando esconderijos. Outras foram levadas por suas mães para fora do gueto e entregues para orfanatos ou famílias polonesas, instruídas para esquecer seus nomes judaicos e se manterem discretas. Muitas vezes eram abandonados à própria sorte junto à porta de casas polonesas. Este trágico acontecimento foi descrito numa canção, Uma Criança Judia, de autoria de Chana Weinstein, uma sobrevivente dos campos de concentração. UMA CRIANÇA JUDIA Num povoado lituano distante In a litvish derfl vait Há uma casa isolada. Shteit a shtibl in a zait. Através de uma janela pequena Duch a fenster nit kein grois Crianças observam a rua, Kukn kinderlech arois, Meninos com mentes vivas, Ingelech mit flinke kep, Meninas com tranças loiras, Meidelech mit blonde tzep, E lá junto com eles Und tsuzamen dort mit zei Dois olhos negros observam Kukn oign shvartse tsvei. Olhos negros cheios de charme, Shvartse oign ful mit chein, Tem um nariz pequeno, Hot a nezele a klein, Lábios prontos para beijar, Lipelech tzum kushn nor, Shtark gelokte shvatze hor, A mãe o trouxe aqui S hot di mame im gebracht Envolto na escuridão da noite, Aingeviklt in der nacht, Beija-o fortemente e lamenta, Shtark gekusht un geklogt, Ela lhe diz baixinho Shtilerheit tzu im gezogt: Aqui meu filho, será tua morada, Do main kind, vet zain dain ort, Preste atenção na palavra de tua mãe Her je tzu dain mames vort Eu te escondo aqui, porque Ich bahalt dich do derfar, Sua vida se acha em perigo, Vail dain lebn drot gefar, Brinque tranqüilo com estas crianças, Mit di kinder shpil zich fain, E permaneça quieto e comportado, Shtil gehorchzam zolstu zain, Nem mais uma palavra ídiche ou canção Mer kein idish vort, kein lid Porque você não é mais judeu. Vail du bist nit mer kein id. A criança pede insistentemente para ela Bet zich shtark dos kind bai ir Mãe, quero somente ficar com você Mame, ch vil nor zain mit dir Não me deixe aqui sozinho Loz nit iber mich alein A criança desaba num choro. S kind fargeit zich in gevein. Ela lhe dá muitos beijos Git zi kushn im a sach Porem não adianta nada Ober s helft ir nit kein zach A criança protesta: não e não S kind nor tained:-nein un nein Não quero ficar aqui sozinho Ch vil nit blaibn do alein. Ela o toma nos braços, In di orems nemt zi im, E com suavidade de sua voz Un mit veichkeit in ir shtim Ela canta: filhinho meu Zingt zi: ingele du main, E assim ela o adormece, Un zi vigt im azoi ain. Depois disso chora à vontade Noch dem veint zi frai zich ois E então ela abandona a casa Un zi tret fun shtub arois Cheia de preocupação e medo Ongefilt mit zorg un shrek E desaparece no meio da noite. Un zi geit in nacht avek. Lá fora faz frio e venta, Kalt in droisn un a vint, Ouve-se uma voz: Oh! meu filho, Hert a kol zich: oi main kind, Deixei- te em mãos estranhas, Dich gelost oif fremde hent, Eu não tinha outra solução. Andersh hob ich nit gekent. Vai a mãe, falando sozinha, Geit a mame, mit zich redt, E lá fora é tarde e faz frio, Un in droisn-kalt un shpet, O vento lhe bate no rosto S veit in punem ir der vint- Deus, proteja meu único filho Got, bashits main eintsik kind Casa estranha cheia de gente, Fremde shtub mit mentshn fil, O menino permanece mudo e quieto, S ingele iz shtum un shtil, Não fala, não pede, não tem desejos, Redt nit, bet nit, vil kein zach, Raramente ele dá um sorriso, Zeltn ven er tut a lach, Não há dia e nem noite para ele, Nit kein tog un nit kein nacht, Não dorme e nem fica acordado. Nit er shloft un nit er vacht. Vasilko, um nome estranho Vasilko, a nomen fremd Que lhe faz doer o coração. Oif zain hertsl drikt un klemt. A mãe anda meio perdida, Mame voglt vu arum, Calada, como seu Iossele, Vi ir Iossele oich shtum Ninguém a conhece nem se preocupa, Keiner veist nit, keinem art Ela espera, espera, espera... Un zi vart, un vart, un vart... Como Yocheved *ela se assemelha, Tsu Yocheved iz zi glaich Que deixou Moisés no rio Vail vi Moishe oifn taich Sozinho, desamparado ao vento Elnt, ainzam oifn vint E perdeu seu único filho. Iz farlozt ir eintzik kind Samuel Belk é Engenheiro de Segurança, Engenheiro Civil e Mestre na área de Letras pela Faculdade de Filosofia, Letras e Ciências Humanas da USP 13

14 Riflessioni degli alunni sul Giorno della Memoria (27 gennaio 2009) La parola più pronunciata in tutta la giornata è stata antisemitismo volendo indicare i pregiudizi e gli atteggiamenti persecutori nei confronti degli ebrei. Il discorso degli esperti ha suscitato discussioni e polemiche tra gli alunni, particolarmente Leonardo Calò che si è espresso in maniera efficace difendendo la storia del nonno Franco Calò, un sergente ebreo, che purtroppo è stato declassato nel 1938 a causa delle leggi razziali in Italia [...] Il marterdì 27 gennaio è stato un giorno indimenticabile che ci ha fatto capire l importanza dello studio dell antisemitismo e la sofferenza dei 6 milioni di ebrei che oggi vengono ricordati e celebrati... (Yasmin Steinle Lopes, III Liceo) La scuola ci ha fornito diversi dati, opinioni e conclusioni in modo tale da poter farci riflettere sulla storia e le atrocità fatte al popolo ebraico. È stata rilevante la discussione durante l evento, perché ci ha fatto vedere la vera società attuale divisa in due: quella che cerca di ridurre gli effetti di un passato oscuro, rifiutando di accettare la realtà e quella dove si prova a cambiare e migliorare il mondo attraverso l assunzione degli errori dei fascisti e dei nazisti. (Theodora Toldo, III Liceo) Per me la parte più interessante è stata quando il rabbino Alexandre Leone ha parlato sulla vita di suo padre nella seconda guerra mondiale e sulla persecuzione degli ebrei. (Fernando Oliva, III Media) Per me questa presentazione è stata troppo interessante, perché abbiamo potuto osservare varie opinioni su questo argomento e gli alunni hanno partecipato al dibattito. (Mariana Bugelli, III Media) L evento è durato dalle 11,00 alle 13,15 e mi è piaciuto molto, perché ho imparato molte cose che non sapevo sull Olocausto. (Luigi Innocente, III Media) Ieri è stata una giornata molto diversa. Sono venuti alcuni professori alla scuola per una conferenza sull Olocausto degli ebrei. [...] La presentazione è stata molto bella, ma sono rimasto molto triste di sapere che le persone possono arrivare a questo punto di crudeltà. (Lucas Saraiva, III Media) Il Giorno della Memoria è un giorno in cui si ricorda [...] le vittime dell Olocausto e quelli che sono stati uccisi per accogliere gli ebrei nelle loro case. [...] Ieri, il giorno 27 gennaio 2009, è venuto a scuola un gruppo di studiosi per spiegarci più dettagliatamente l abbattimento dei cancelli di Auschwitz, la collaborazione del governo italiano e brasiliano con i nazisti. [...] La prof.ssa Anna Rosa Bigazzi ha letto un testo attuale di un vescovo inglese che negava l esistenza dell Olocausto. [...] Il rabbino Alexandre Leone ci ha presentato una domanda che alcuni facevano nell epoca del nazismo: Dove era Dio? Ma secondo lui, bisogna chiedersi dove era l uomo. (Fabrizio Fancio, III Media) Il rabbino ha detto una frase che mi ha colpito molto: Tutti si chiedevano dove era Dio nell Olocausto, ma la vera domanda è dove era l Umanità? (Catalina Bergues, III Media) Questo evento è stato davvero interessante e sono sicura che è piaciuto a tutti e che abbiamo imparato molte cose. (Giuliana Furlanetto, III Media) Edoardo Coen ha sostenuto la tesi secondo la quale gli italiani non erano antisemiti, mentre la prof.ssa Bigazzi ha detto che c è stato collaborazionismo da parte degli italiani. Il rabbino invece si chiedeva perché, all epoca, tutti osservavano cosa stava accadendo e non facevano niente, ed è ciò che mi chiedo anch io. [...] In generale è stato interessante ma alcuni professori parlavano troppo rendendo un po noioso l evento. [...] Alla fine, Samuele Belk e la prof.ssa Midgai hanno recitato canzoni in portoghese e poi in idische. (Claudia Mazzaferro, III Media) Ieri l alunno Leonardo Calò ha effettuato un intervento commovente raccontando la storia di suo nonno in contrapposizione alle tesi di Coen, che sosteneva che gli italiani e Mussolini non erano antisemiti. Franco Calò (ebreo) infatti ha sofferto un antisemitismo puro, è stato declassato e umiliato in piazza pubblica e così obbligato a fuggire in Brasile. Questo giorno è molto importante, molte persone non danno l importanza dovuta a questi massacri, molti non sanno neanche cosa sia successo. Secondo me, è giusto ricordare perché queste cose non si ripetano... (Giovanni Bartolini, III Liceo) Il 27 gennaio 2009 ha avuto luogo presso la scuola Montale un evento per ricordare l Olocausto. Preceduto da un dibattito sulla partecipazione effettiva dell Italia nell uccisione di ebrei, il rabbino Alexandre Leone iniziò un interessantissima riflessione sul tema Dio nell Olocausto. Con la Shoah, infatti, tantissime persone, ebree e di altre religioni, si domandavano come Dio abbia potuto lasciare che tali atrocità continuassero ad accadere, giorno dopo giorno. A tale domanda si sono posti tre correnti di pensiero nella comunità ebraica: una ortodosso estremista, una sionista e una umanistica. 14 La visione Ortodossa si assomiglia all ideologia del famoso motto cattolico del Mea Culpa, affermando che i 6 millioni di morti nell Olocausto hanno solamente pagato i propri peccati di quella o di vite passate, visione che è priva di qualsiasi referenza alla vera causa: i regimi antisemiti nazisti e fascisti. Il segmento Sionista afferma che tale strage, anche se un disastro per l intera umanità, portò a conseguenze positive, poichè fece capire al mondo la necessità della creazione di uno stato per gli ebrei. Nel 1948 abbiamo appunto la creazione dello stato di Israele. Questo tipo di ragionamento cerca di vedere il lato positivo di una delle maggiori stragi della storia, come se cercasse di vedere il bicchiere mezzo pieno invece di mezzo vuoto. Ma in un bicchiere di sangue, morte e sterminio, non ha molto senso ragionare in questa maniera. Il terzo punto di vista, quello più interessante interessante secondo il rabbino e anche secondo me, è quello Umanistico di filosofi moderni come Heschel. All inizio ci si chiedeva: Dov era Dio nell Olocausto, e come ha permesso che tutto ciò accadesse al che Heschel risponde con un altra domanda Dov era L UMANITÀ nell Olocausto, e come NOI abbiamo permesso che tutto questo accadesse? Non trovo necessario aggiungere altro. (Leonardò Calò, III Liceo) Il giorno della memoria è un giorno importante per tutta l Italia ed è per questo motivo che alla Montale facciamo un omaggio ogni anno a chi ha sofferto o è morto nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. Quest anno sono stati invitati alcuni studiosi e specialisti sull Olocausto. La prof.ssa Rachel Mizrahi, specialista in Shoah, fece una presentazione con vari documenti e foto di famiglie che sono state nei campi di concentramento e tra queste, alcune che si sono salvate. Interessante è stata anche la discussione fra l ingegnere Edoardo Cohen e il nostro compagno di classe Leonardo Calò, che lo contraddiceva affermando che in Italia c era antisemitismo. Infatti, Cohen sosteneva la tesi che in Italia non c era mai stato l antisemitismo; e quando Calò potè esprimersi, il signore evidentemente si arrabbiò. Ci è stata pure la recita del poema se questo è un uomo, di Primo Levi, da parte delle nostre colleghe di classe Rafaela Pastore, Theodora Toldo e Yasmin Lopes. Concludendo la giornata di conferenze abbiamo ascoltato alcune musiche in idisch con messaggi commoventi e immagini della guerra. È trascorso così un altro Giorno della Memoria, pieno di informazioni nuove, interessanti e tanta, tanta cultura. Questa data non sarà mai scordata da noi studenti. (Giovanna Perin Nahhat)

15 Cultura GOMORRA Il libro e il film di Loredana Caprara Per parlare del libro Gomorra (Milano, Mondadori, 2006), grande successo mondiale di vendita e di critica e vincitore di molti premi letterari, è il caso di cominciare dall autore, Roberto Saviano, un giovane di trent anni che così si presenta: Sono nato in terra di Camorra, nel luogo con più morti ammazzati d Europa, nel territorio dove niente ha valore se non genera potere. Dove tutto ha il sapore di una battaglia finale. Figlio di un medico che è dovuto emigrare in Romania per aver fatto il suo dovere professionale di salvare la vita di un giovane gravemente ferito dai camorristi, Roberto Saviano non si arrende facilmente di fronte alle difficoltà. Laureato in filosofia, scrittore e giornalista, ama la letteratura ed ha grande fiducia nel valore della parola letteraria. Parola che, dice, entra nella ferita della ragione... deve capire la struttura molecolare, il fegato delle cose, capire dove stiamo andando. Capire e far capire. Far capire per sensibilizzare quante più persone è possibile sulla natura e i pericoli del fenomeno camorristico. Impresa non facile per cui non basta denunciare giornalisticamente la realtà e i procedimenti perversi della camorra, come la chiamiamo noi, o del Sistema, come lo chiamano gli addetti ai lavori. Bisogna far rivivere questo tale Sistema agli occhi di quelli che vorrebbero non vedere o che vedendo non si rendono conto dell enormità del fenomeno che hanno davanti agli occhi o in cui sono coinvolti, sempre in bilico tra legalità e illegalità, tra grande imprenditorialità e criminalità, tra creazione di ricchezza, una ricchezza che in qualche modo dà lavoro a tanti disoccupati disperati e li disumanizza fino a ridurli in schiavitù. Bisogna far rivivere agli occhi dei lettori i pericoli di questo grande Comitato d affari che persegue potere e ricchezza, mediante controllo capillare dell ambiente locale, avvelenamento delle terre e delle persone, costruzioni abusive, e contatti commerciali internazionali di droga e di altri beni, stabilendo rapporti che vanno dall America ai paesi dell Europa orientale, fino in Cina. Bisogna che questo universo affaristicocriminale appaia vivo e tanto drammaticamente reale da ispirare orrore. Per riprodurne gli echi dolorosi e tragici, la parola dello scrittore deve pescare nel profondo dell anima e parlare con gli strumenti che solo il lungo contatto con la letteratura può dare. Finiti gli studi il giovane Saviano passa alcuni anni di vita immerso nella realtà camorristica, lavora ai suoi margini come l ultimo degli addetti ma con occhi e orecchi bene aperti, e alla fine, riecheggiando la denuncia pasoliniana anche lui può gridare: Io so... io so e ho le prove... dopo che si fa una carriera da killer, da estorsore o da palo, si finisce nell edilizia o a raccogliere spazzatura... potrebbe essere interessante prendere i nuovi affiliati e portarli a fare un giro per i cantieri mostrando il destino che li attende. Se galera e morte dovessero risparmiarli staranno su un cantiere, invecchiando e scatarrando sangue e calce. Mentre imprenditori e affaristi che i boss credevano di gestire avranno committenze milionarie...io so e ho le prove. Gomorra è un libro sulla criminalità, sul potere di un economia con radici di illegalità e violenza e sulla condizione dell uomo reso schiavo in tale gioco economico. Saviano ha rappresentato questo mondo con la forza della sua parola e ora paga un alto prezzo: è stato condannato a morte ed è costretto a vivere isolato da famiglia e amici, sotto scorta di polizia. Alcuni premi Nobel si sono mobilitati in suo favore e hanno lanciato un appello allo Stato italiano perché non desista dal garantire la libertà del giovane scrittore, magari a costo di trasferirlo in un altro paese. La camorra per Saviano è un male peggiore del terrorismo islamico che a tutti fa tanta paura. Come il fondamentalismo islamico, la camorra si impadronisce delle anime, lo fa per lo strapotere di pochi, ben sapendo che quando uno ha perso l anima diventa una marionetta facilmente manovrabile e, a comando, può commettere qualsiasi crimine. Questa condizione di plagio appare in tutta evidenza nella lettera di un bambino. Tutti quelli che conosco o sono morti o sono in galera. Io voglio diventare un boss. Voglio avere supermercati, negozi, fabbriche, voglio avere donne. Voglio tre macchine, voglio che quando entro in un negozio mi devono rispettare, voglio avere magazzini in tutto il mondo. E poi voglio morire. Ma come muore uno vero, uno che comanda veramente. Voglio morire ammazzato. Se già da bambini, gli abitanti delle zone di camorra, ragionano con tanto cinismo, non sorprende che, in età adulta, quando più uno sente lo stimolo eccitante del guadagno e del potere, vivendo nel mezzo di una realtà violenta che esige la partecipazione di tutti al Sistema, si lasci irretire in pratiche criminali per ottenere quello che altri, per un periodo per lo meno, sembrano ottenere facilmente. Arrendersi al potere della criminalità è più facile che opporsi ad essa. Come giudicare? Nessuno di noi può farlo se non è stato messo alla prova dei fatti ed è riuscito a superarla. Però non tutti si arrendono. Alla fine del libro l agnostico Saviano indica una luce all uscita del tunnel, parlandoci di uomini come don Peppino Diana, sacerdote, figlio di borghesi benestanti, che aveva studiato a Roma e aveva davanti una brillante carriera ecclesiastica. Ma don Peppino non è contento, sente un inquietudine che lo porta a lasciare la sua vita tranquilla e ritornare in paese ad aiutare la sua gente. Aveva d improvviso deciso di tornare a Casal di Principe... come chi ha perennemente la sensazione smaniosa di dover fare qualcosa e di non trovar pace fino a che non la realizza o almeno tenta di farlo... Aveva deciso di interessarsi delle dinamiche del potere... non voleva solo nettare la ferita, ma comprendere i meccanismi della metastasi, bloccare la cancrena, fermare l origine di ciò che rendeva la sua terra una miniera di capitali e un tracciato di cadaveri. Così decide di parlare: per amore del mio popolo, non tacerò, è l inizio di un documento distribuito il giorno di Natale. Don Peppino cercava di capire la potenza che la parola pubblica... poteva ancora concedere... cercava una parola necessaria... un urlo... con la volontà di farlo esplodere. Provò a negare i sacramenti ai boss che ci tenevano ad atteggiarsi come buoni cattolici, ma presto capì che sul piano della religione non si poteva ottenere molto da quelle persone che pur mostravano comportamenti religiosi. Però la sua parola aveva un eco che riusciva ad andare oltre il tracciato religioso... questa parola fu la sua condanna a morte. Aveva preparato un sermone che non arrivò a pronunciare, ma che un amico conservò e che Saviano poté leggere e che riporta. Non permettiamo che le nostre terre diventino un unica grande Gomorra da distruggere! Non permettiamo uomini di camorra, e non bestie, uomini come tutti... allora il Signore fece piovere dal cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco; egli distrusse quella città, tutta la pianura, tutti gli abitanti delle città e quanto cresceva sul suolo. Come don Peppino anche Saviano vuol capire la realtà e vuole che anche altri capiscano e reagiscano. Dopo la morte del 15

16 sacerdote, nonostante i tentativi di screditarlo per evitare di farne un martire, tentativi a cui nessuno crede, i ragazzi di Casal di Principe decidono di condurre la loro battaglia per una vita onesta, lo fanno con un cortometraggio e altri film sull ambiente. Da allora la denuncia continua, attraverso gli anni. Lo Stato non può più omettersi, arresta, processa, incarcera, ma la camoora sempre si rinnova, come una piovra che non muore mai. Sempre nuovi leader subentrano ai vecchi. L attività del Sistema non si ferma, richiede una lotta senza quartiere da parte delle forze dell ordine. Saviano col suo libro ha contribuito e contribuisce ad illuminare quest orrenda realtà, a mantenere l attenzione di tutti su questo così grave problema e costringe lo Stato a continuare nell opera di pulizia. La televisione italiana ha dedicato allo scrittore alcuni grandi dibattiti e talk show, come Anno zero e Che tempo che fa. Di Saviano, delle sue vicende, del suo libro, tutti parlano in Italia e in altri paesi. La camorra è conosciuta, sono conosciuti i suoi intrallazzi, i legami con la droga, con l edilizia abusiva, con le industrie, con la raccolta dei rifiuti e non solo di quelli italiani. La piaga non si può più nascondere, ma non vuol dire che sia vinta. La notizia dell anno scorso, diffusa dalla TV in molti paesi, dell invasione di immondizia a Napoli, è stata opera di camorra. Un modo per colpire il turismo e l immagine dell Italia, facendo opera di intimidazione contro lo stato, così che cessino i processi e gli arresti dei grandi boss e lo smantellamento del sistema. Dal libro sono stati tratti uno spettacolo teatrale e un film, ambedue di grande successo. Il film di Matteo Garrone, omonimo al romanzo, nel maggio 2008 ha ricevuto a Cannes il Grande Premio della Giuria. L Italia lo aveva presentato per l indicazione all Oscar come film straniero, ma non è stato indicato, forse perché, pur mostrando la violenza, non è un documentario sulla violenza come molti si aspettavano, è una testimonianza sulla condizione umana, sul tragico modo di vivere di una popolazione sottomessa e schiavizzata dalla violenza quotidiana. Di questa violenza è simbolo nel film la bruttezza a cui è stato ridotto il paesaggio campano, una volta tanto bello, gli sconfinati depositi di spazzatura, l architettura abusiva delle orribili Vele, enormi edifici dove vivono ammucchiati gli abitanti. Anche le persone ci appaiono particolarmente brutte, abbruttite dalla vita che fanno, tra una sopravvivenza sempre precaria e la probabile morte per omicidio che li aspetta. La maggior parte dei protagonisti del film muoiono ammazzati. Vere e proprie carneficine si succedono, nell assenza quasi totale della polizia. Violenza senza limiti che ti prende alla gola. Neanche i ragazzi si salvano. Neanche i bambini troppo presto immersi nella violenza subita e praticata. Un film molto violento, ma non possiamo confrontarlo con film brasiliani come Cidade de Deus o Tropa de Elite, anche là la violenza esplode e distrugge i giovani protagonisti. Nel film di Garrone però la matrice della violenza sta tutta da una sola parte, non è la lotta a cui ognuno partecipa come può, in cui vince o più spesso perde e viene sopraffatto. Qui è la rassegnazione alla violenza, l accettazione passiva di una realtà invivibile da parte di troppe persone che pur senza volerlo sono costrette alla criminalità. E i due ragazzini che si ribellano, pensando non a un riscatto, ma di poter affermarsi nel mondo del crimine con le loro forze, ci appaiono piccoli visionari che non capiscono la realtà che vivono, le sue connessioni, i rapporti di potere. E noi fin dall inizio sappiamo che sono destinati a soccombere. A contrario del libro, nel film sembra non esserci speranza di riscatto al dilagare della criminalità. Eppure, a pensarci meglio, anche questo film è una bandiera che fa riflettere e, chissà, possa far trovare alla gente di quelle terre, un po alla volta, la forza di rifiutare il male ancora oggi imperante. Loredana Caprara - Docente USP in pensione Collabora col Programma di Pós-Graduação in Lingua Italiana Eventos di Susanna Battaglio La Mostra di La mostra di scienze è un evento che crea un effervescenza meravigliosa durante le lezioni che la precedono. Sia i professori sia gli alunni, entrambi preoccupati con gli esami, non desiderano ritardare il programma di fisica ma, allo stesso tempo vogliono preparare qualcosa di interessante. Le discussioni coi ragazzi sulla scelta dell argomento da portare alla mostra sono molto ricche e stimolanti. Quest anno siamo andati all esposizione di Einstein, che ha fornito materiale a due gruppi. Lo Show da Física ha dato spunti a un altro gruppo ancora e così via, alcuni argomenti che sono particolarmente piaciuti ai ragazzi sono stati approfonditi e dimostrati con esperimenti ai visitatori della mostra. Direi che la mostra è un campione di ciò che i ragazzi hanno vissuto in aula e fuori di essa, la sintesi di un lavoro che inizia con uno studio individuale, si propaga e coinvolge un gruppo, i professori, tante volte i genitori e infine tutta la scuola. Mostra di Scienze alla Scuola Media di Anna Andreotti Siete venuti alla Mostra di Scienze di quest anno? Se sì, avete visto che ancora una volta i nostri alunni si sono dati da fare per presentare i loro lavori e hanno gradito tantissimo le visite e i commenti ricevuti. Se invece non siete potuti venire, vi racconto qualcosa del nostro operato. Già da molto tempo (da 14 anni, per la precisione), viene presentata agli alunni una proposta di lavoro un po più impegnativa e più seria del solito: si chiede loro di scegliere un argomento scientifico e di approfondirlo, studiandone i vari aspetti e presentandolo corredato da qualche esperimento, da modelli o da qualsiasi altra risorsa che venga loro in mente. È un modo di farli mettere in pratica quello che imparano durante le lezioni, tenendo presente, come sempre, che il metodo scientifico è rigoroso ma 16

17 Scienze al Liceo da sin.: Galvez, Nahhat, Martins e la prof.ssa Battaglio da sin.: Pastore, Toldo, prof.ssa Battaglio, Inglese e Lopes da sin.: Buso, prof. Bianchini e Susini da sin.: Fancio, Castro, Piatti e Loyola da sin.: Matrone, Bartolini, Montanari e Pieroni applicabile ai diversi aspetti della scienza. E così, ci sono state delle belle presentazioni, creative e svolte con la dovuta serietà: non si possono citare tutte, ma i due lavori sugli alimenti, la gravidanza, lo studio del suolo e l effetto dello sport sul corpo umano sono validi esempi di ciò che è stato detto. Se la presentazione di ciascun lavoro richiede sforzo, abilità e una costante diplomazia all interno del gruppo, dovreste vedere quanto è ardua la scelta del lavoro da presentare; l immaginazione si sbriglia e vola, ma ahimè, spesso viene delusa dalla realtà. Si può fare esplodere qualcosa? No!!! Si può tagliuzzare qualche animale per farne vedere gli organi...? No!!! E se portassimo dei mortaretti? Certo che no!!! Così, con tutti questi limiti, la scelta diventa piuttosto povera dal loro punto di vista, ma poi si adeguano e trovano l argomento preferito dalla maggior parte del gruppo. La Mostra di Scienze è un modo di mostrare agli alunni che studiare è impegnativo, ma studiando ci si può anche divertire. Eseguire di persona gli esperimenti che hanno fatto la storia della scienza o seguire da vicino l evolversi della vita, oppure vedere come gli elementi reagiscono, sono tutte esperienze che possono riuscire entusiasmanti e che richiedono abilità e competenze al di fuori della routine scolastica. Ci auguriamo che l entusiasmo e l impegno dimostrato dai nostri alunni continui anche durante le lezioni... e chissà, per qualcuno potrebbe anche essere l inizio di una bella carriera! PROGETTO 3º LICEO: QUESTIONE AMBIENTALE site/energiamundi A degradação do planeta é um dos temas mais recorrentes da atualidade. A discussão sobre o meio ambiente partiu da mídia e tornou-se interesse de todos, inclusive nas conversas cotidianas e nos conteúdos abordados nas matérias escolares. Imersos em um clima de sustentabilidade e consciência ambiental e aproveitando o tema interdisciplinar do ano letivo sobre o meio ambiente, com a ajuda do professor Lorenzo Gemma, o III Liceu elaborou um site em que há notícias frequentemente atualizadas, imagens, curiosidades, vídeos, músicas e gráficos sobre a questão. A intenção do site é não só a de propor soluções para os problemas ambientais, mas a de alertar e educar os visitantes sobre a situação em que se encontra o planeta. São bem-vindas propostas e sugestões dos leitores! I l degrado del pianeta è uno dei temi più dibattuti dai mass media, è diventato un interesse di tutti, presente anche nella vita quotidiane e perció presente nei contenuti delle discipline scolastiche. Impegnati in un clima di sosteniblità e di coscienza ambientale e aproffitando del tema interdiscliplinare dell anno scolastico (l'ambiente) noi, la terza liceo della Scuola Italiana Eugenio Montale, con l'aiuto del prof. Lorenzo Gemma, abbiamo creato un sito nel quale ci sono: notizie frequentemente aggiornate, immagini, curiosità, video, musiche e grafici su questo tema. Lo scopo del sito non è solo proporre soluzioni per i problemi ambientali ma anche educare e sensibilizzare i visitatori circa la questione ambientale utilizzando diversi linguaggi. Sono benvenuti commenti, proposte e suggerimenti da parte dei lettori! 17

18 Viaggio Cronaca foto Lopes di Giovanni Bartolini Giorno 4 marzo 2009, ore 7:00. Destinazione Ubatuba. Questo è quello che c era scritto sul programma del viaggio del liceo. Quel giorno è finalmente arrivato, tutti ansiosi anche se con espressioni stanche appunto perché nessuno è abituato a svegliarsi prima delle sei. Il viaggio è trascorso tranquillo, rispettando gli orari. Abbiamo pranzato a Ubatuba e siamo andati a visitare una tribù indigena. Secondo me questa tribù è stata la cosa più deludente di questo viaggio. Al momento mi si è svanita l idea di una gita proficua; abbiamo percorso una grande distanza sotto un sole scottante ma con la speranza di trovare una nuova cultura totalmente diversa dalla nostra: gente che abita nelle capanne, che suona strumenti strani presi dalla natura, con balli, miti, pensieri diversi dal nostro quotidiano. Invece, siamo arrivati e abbiamo trovato una decina di case, indiani vestiti come noi e che dicevano che volevano preservare la loro cultura ma nelle case c erano poster di bande musicali, simboli di marche famose come nike e puma, disegni di cartoni animati americani e nipponici. Delusione totale è quello che si vedeva stampato sul volto di molti compagni. Ma la gita aveva molto più da offrire, molte altre cose bellissime ci aspettavano. Come per esempio la centrale nucleare di Angra dos Reis. Approfittando più di questa energia il mondo futuro ci ringrazierà, perché l inquinamento si ridurrà notevolmente per una grande produzione di energia di cui abbiamo bisogno. Questa secondo me è stata la cosa più importante e interessante successa nella gita, in attesa di emozioni fortissime con l adrenalina alle stelle grazie all arborismo; sport radicale che produce forti emozioni in cui il protagonista sta appeso a un cavo d acciaio che può arrivare a 30 metri di altezza e scende ad una velocità altissima, non raccomandato a gente che soffre di vertigini o che ha problemi di cuore. Nel complesso la gita è stata molto divertente e istruttiva e ha approssimato in qualche modo gli alunni del liceo. Persone che non si conoscevano hanno avuto l opportunità per stringere rapporti di amicizia. L organizzazione è stata impeccabile e non vedo l ora che arrivi l anno prossimo per fare il tour delle città storiche di Minas Gerais. Viaggio d Istruzione di Gabriella Fancio * I nostri eroi Sicuramente sarebbe stato un viaggio unico. E lo è stato. Stare insieme agli amici al di fuori dell ambito scolastico è davvero speciale, anche perché ci conosciamo da circa 12 anni. In quel mercoledì, appunto 4 Marzo, non ci credevo quando la sveglia è suonata: 6 a.m.! Finalmente era arrivata l occasione, dovevo soltanto cogliere l attimo. Durante il percorso l autobus era ricco di gioia e vivacità: un aria di unità, di allegria e di amicizia caratterizzava gli allievi, i quali anche se si erano svegliati presto senza quasi aver dormito si divertivano con le carte, con la musica. L inizio della nostra programmazione è stato realizzato in una tribù indigena. È stato interessante poter conoscere gli usi e i costumi degli indios e il loro quotidiano: ogni mattina gli uomini si svegliano presto e vanno a coltivare la terra, a volte vanno anche a caccia; le donne invece restano a casa, curando i figli. La visita si è conclusa con una entusiasmante presentazione musicale realizzata da alcuni giovani indios. Soltanto quel breve contatto con la natura mi aveva rilassata, e di fronte alla sua immensità e bellezza mi sono resa conto dell equi- Il prof. Lorenzo Gemma 18

19 librio di ogni essere, sia fisico che mentale. In questo modo, il primo giorno si è praticamente concluso: i due professori Lorenzo Gemma e Battaglio, i 3 accompagnatori e tutti gli allievi si sono diretti all albergo, dove la maggioranza del gruppo si è tuffata in una piccola e calda piscina. Infatti per fortuna ci è stato concesso un momento dedicato al divertimento. Il secondo giorno è anch esso iniziato presto, alle sette e mezza dovevamo essere già pronti per partire; destinazione: Centrale Nucleare Angra I Angra II. La notte purtroppo è stata insufficiente a contenere tutte le chiacchiere e le storie che volevamo scambiarci, perciò il silenzio era assoluto dentro l autobus, visto che il sonno ha coinvolto quasi tutti. Arrivati alla centrale Nucleare, abbiamo assistito a due brevi filmati e successivamente abbiamo partecipato ad una conferenza. Durante il pomeriggio invece siamo andati a fare arvorismo, percorsi di legno tra un albero e l altro. Ancora una volta, la natura svolgeva un ruolo particolare, ci faceva riflettere sull importanza dell essenziale, poiché dovuta alla vita stressante e contrassegnata dalla frenesia urbana, ci dimentichiamo semplicemente che l essenziale è invisibile agli occhi. Il tempo stava trascorrendo molto veloce, e purtroppo il venerdì è arrivato; ci mancava soltanto una bella e lunga camminata e la visita al progetto Tamar (di tartarughe). Durante il percorso ci siamo divertiti molto: infatti nell ambiente si percepiva chiaramente la tranquillità e la purezza dell aria, la dolcezza, la natura, il cinguettare degli uccelli, la perfezione di un fiore, ricco di colori, con una forma delicata; e anche la grandiosità di un albero. I miei pensieri svolazzavano nel cielo blu, come un gruppo di gabbianelle, che a seconda del vento si disperdevano nello spazio infinito. Per poter rinfrescarci, c era una bella cascata, dove abbiamo potuto fare il bagno. La nostra penultima programmazione si è concretizzata ad Ubatuba, dove abbiamo fatto un intervista ai pescatori, il che mi ha fatto piacere. È stato interessante l opportunità di conoscere personalmente la vita e la realtà di un pescatore. Dopo un breve ma intenso bagno in mare, abbiamo pranzato e abbiamo visitato le tartarughe del progetto Tamar, le quali erano ansiose perché stavano aspettando il cibo. Verso le 4 del pomeriggio, ci siamo riuniti nell autobus per poter ritornare a San Paolo. Si sentiva che oltre alla stanchezza il viaggio ne era valso la pena ed era stato stupendo. Gite come queste sono importanti per poter convivere di più con i propri amici, ma convivere in un quotidiano diverso, tranquillo e più zen ; vorrei concludere dicendo che mi piacciono tanto queste uscite perché si fanno sempre nuovi amici. fotos: Nahhat 19

20 Artes Mostra Artistica Cultura di Carlo Alberto Dastoli Sabato 4 aprile 2009, dalle ore 9:00 alle ore 13:00, ha avuto luogo la Mostra Artistica Culturale nella Scuola Eugenio Montale. Sono state presentate le produzioni letterarie e artistiche realizzate dagli alunni di tutti gli ordini di studio: Scuola dell Infanzia, Primaria, Scuola Secondaria di Iº Grado (Media) e Scuola Secondaria di II Grado (Liceo Scientifico). Gli alunni della Primaria (III, IV e IV ) e della Media (I, II e III) hanno eseguito dei veri e propri concerti di flauto accompagnati alla tastiera dalla prof.ssa e musicista Renata Pereira. Il repertorio musicale, dal classico al popolare, passando per il folclorico, comprendeva opere di Mozart, di Toquinho, di Chico Buarque, di Gilberto Gil e del folclore americano. Gli spettacoli teatrali hanno reso la giornata culturale ricca di emozioni, sorprese e dionisiache scoperte. Gli alunni di I Media hanno praticamente cantato e interpretato l Iliade a cura della prof.ssa Raffaella Baratta. Ma anche il Liceo ha esordito con delle bellissime rappresentazioni teatrali quali Il sacrificio di Ifigenia presentato dagli alunni della II Liceo e coordinato dal prof. Roberto Petrosillo e O Auto da Barca do Inferno presentato dagli alunni di III Liceo e coordinato dalla prof.ssa Helenice Schiavon. I lavori di arte visuale coordinati dalla prof.ssa Anna Dorsa e eseguiti dagli alunni hanno accolto e affascinato i numerosi visitatori lungo gli stand allestiti nel campo polisportivo della Montale. Ne citiamo soli alcuni titoli che hanno riscosso un grande successo di pubblico: Riflessioni sul Rinascimento, Riproduzioni di Van Gogh, Ritratto di Leonardo Da Vinci, Prospettiva Accidentale, Desacralizzazione di opere rinascimentali. Alla Mostra sono state coinvolte tutte le discipline umanistische e letterarie. Il prof. Fiori, di lingua e letteratura spagnola, ha curato assieme agli alunni di II Liceo un antologia spagnola che va dal sedicesimo al ventesimo secolo con autori quali Cervantes, Quevedo, Borges, Neruda, Otavio Paz, mentre, invece, con gli alunni di III Liceo ha organizzato un lavoro in power point su Don Chischiotte per approfondire e discutere, tra l altro, i seguenti temi: la visione del Medioevo nell opera di Cervantes, il tragico e il comico, la coppia di personaggi Don Chischiotte e Sancio Panza, la follia alla luce della psicologia sperimentale del sedicesimo secolo, ecc. Gli alunni di IV Liceo hanno presentato un bellissimo lavoro dal titolo Voci del mondo antico: Seneca e Fedro, a cura della prof. ssa Adriana Grasso. Si è trattato di una recitazione delle favole di Fedro e di alcuni aforismi di Seneca, recitazione con accompagnamento musicale e consegna di foglietti e monete dell epoca. Su uno di questi foglietti estratti da chi scrive vi è una frase di Seneca che dice: Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità e che ne perdiamo molto. La IV Liceo ha inoltre prodotto un documentario sui Genocidi Dimenticati che doveva essere presentato il 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, dedicato al ricordo dell Olocausto, ma per mancanza di tempo è stato invece rimandato a questa occasione. Il documentario diretto dall allievo Matteo Vignanelli mette a fuoco il genocidio degli omosessuali, degli zingari, dei rom e dei disabili durante il regime nazista. Il prof. Alessandro Dell Aira, direttore dell Ufficio Scuola del Consolato Generale d Italia, ha apprezzato il lavoro e ne ha inviato una copia al Ministero degli Affari Esteri. Bravi ragazzi!!! La Scuola dell Infanzia ha presentato un bellissimo lavoro su Cappucetto Rosso e il Lupo Pauroso, mentre la Scuola Primaria ha presentato Poesie e fiabe, Ritratto e Autoritratto, Vacanze e Indovinelli, Scambio di lettere con i bambini di una scuola di Milano Rassegna dei libri, Miti ed Immagini. Dalla Primaria alla Scuola dell Infanzia abbiamo un interessante stand dal titolo Il coccodrillo come 20

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